Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Manuale Teologico dell’AT

 

Cattolicesimo

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BASI DI DIALOGO FRA CATTOLICI ED EVANGELICI

 

 di Fiorina Pistone - Nicola Martella

 

1. Le tesi {Fiorina Pistone}

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere il punto sottostante

 

Il dialogo fra cattolici ed evangelici è una cosa difficile, ma indispensabile. Finché si dialoga insieme c’è speranza. Bisogna mettersi comunque prima d’accordo quali siano le basi della fede cristiana, per non rischiare di parlare fra sordi. Con Fiorina Pistone, una cattolica illuminata, ho dialogato a lungo, coinvolgendo anche altri cattolici ed ex-cattolici. In questo confronto attuale vengono toccati temi come i seguenti: l’ecumenismo, dogma di Maria corredentrice, la riformabilità della chiesa cattolica romana, la messa in latino, la riforma e il risveglio, movimenti cattolici dissidenti come le «Chiese di base» e «Noi siamo chiesa», la devozione popolare, padre Pio, il cattolicesimo quale chiesa mariana, l’idolatria, la lingua da usare nei culti, le radici della fede biblica, e così via.

     Il motto alla base del dialogo dev’essere questo: Le radici della fede, per essere bibliche, debbono essere riposte in «solo Cristo» sulla base della «sola Scrittura», per ottenere la salvezza per «sola grazia» mediante la «sola fede». {Nicola Martella}

 

 

1. Le tesi {Fiorina Pistone}

 

Caro Nicola, ho notato più d’una volta che tu sei critico verso l’ecumenismo della Chiesa Cattolica, perché ritieni che questa Chiesa miri a conseguire l’egemonia su tutti i Cristiani del mondo. Non mi sento di discutere su questo punto, però io posso ripeterti quanto ho sentito dire pochi anni fa da una persona che aveva un ruolo ufficiale nel dialogo tra le Chiese cristiane: questa persona disse che erano stati i Luterani a impedire, con il loro parere contrario, che la Chiesa Cattolica proclamasse il dogma di Maria corredentrice. Io sono contenta che il dogma non sia stato proclamato, anche se mi è capitato ancora recentemente d’osservare che un nostro teologo, abbastanza in vista, continua ad attribuire a Maria questo titolo.

     I motivi della mia soddisfazione? A parte i motivi teologici su cui non mi sento di discutere, la non proclamazione del dogma favorisce il dialogo tra le Chiese cristiane; poi la dottrina della Chiesa Cattolica è già piuttosto vasta e io vedo che molti Cattolici fanno confusione. Insomma, io penso che il dialogo tra le Chiese Cristiane sia comunque proficuo.

     Ti faccio però una domanda: quando due Cristiani come noi due, appartenenti a denominazioni diverse ma senza deleghe d’alcun tipo, dialogano tra di loro senza mai arrivare a una conclusione che comporti il trasferimento dell’uno nella Chiesa dell’altro, tu credi che questo possa essere ugualmente giovevole, nel senso che ciascuno può avere una possibilità d’approfondire la propria fede? Io penso di sì.

     Qualche mese fa ti ho trovato molto duro nei confronti d’un vecchio prete cieco e malato, di cui Raffaele Minimi t’aveva detto che diceva ogni giorno la messa in latino per te. Da allora non ho più il coraggio di dirti che prego per te, anche se non prego in latino: ma anche se pregassi in latino, Dio capisce anche questa lingua. Suppongo che quel prete, che è stato anche definito «perseguitato», abbia scelto di proposito di continuare a dire messa in latino anche dopo la riforma, anche se molti preti, ormai troppo anziani per imparare a celebrare in italiano, hanno avuto la dispensa per continuare a farlo in latino. Ora, comunque, non potrebbe più fare diversamente: come potrebbe farlo se è vecchio, cieco e malato? Stai bene… {01-08-2008}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Cara Fiorina, ho ricevuto un tuo testo dal titolo «Approfondire la fede nel dialogo». Dialogare è sempre positivo ma, per non fraintendersi e parlarsi fra sordi, prima bisogna approfondire che cosa sia la fede e quali siano le sue basi legittime per coloro che si professano cristiani, ossia seguaci di Cristo.

     Certo l’ecumenismo cattolico secondo le proprie regole (bastone e carota) puzza di bruciato. Quelli che sono «in Cristo» sulla base della «sola Scrittura» e della rigenerazione mediante lo Spirito Santo, sono già vicini gli uni agli altri, senza artificiosi proclami e senza delibere di vertice. Le comunità del primo secolo erano «chiese in casa», autonome e legate da vincoli di fede e di comunione. Lo sviluppo del clero e dei patriarcati, che ha condotto poi all’egemonia romana e alle grandi denominazioni, ha fatto della chiesa e delle chiese delle organizzazioni piramidali e gerarchiche. La riforma delle chiese e il risveglio della fede, per essere genuini e durevoli, non passano per accordi di vertice, ma con un ritorno alle basi bibliche della fede del nuovo patto.

     Purtroppo la chiesa cattolica romana non è riformabile, come gli stessi suoi rappresentanti asseriscono, poiché un ritorno alle soli basi bibliche significherebbe parimenti la fine della chiesa clericale, gerarchica, papista, teocratica (vaticano), lobbistica (politica, banche, proprietà) e sacramentalista. C’erano segnali di speranza nelle cosiddette «Chiese di base» e in movimenti di rinnovamento come «Noi siamo chiesa»; ma con l’apertura a lesbiche e gay e ad altre situazioni di peccato senza il «vai e non peccare più» (anzi c’è stata una «normalizzazione» mediante le pseudo-unioni ritualizzate di coppie omosessuali), hanno di fatto ucciso la riforma e il rinnovamento e messo fuori uso le basi bibliche. Da movimenti di rinnovamento biblico sono diventati movimenti umanistici cristianizzati con una tendenza crescente verso la confusione teologica e morale. La devozione popolare, che attinge a varie fonti pagane di rivelazione e di devozione, propugna e pratica ciò che solo dopo anni e decenni diventa dogma della chiesa romana, sotto spinte lobbistiche o per amore di guadagno (cfr. San Giovanni Rotondo e padre Pio). Così è stato per i dogmi mariani, così è e così sarà per quello di Maria corredentrice. Certamente sono contento che tale dogma non sia stato ancora espresso dai vertici vaticani, ma è solo una questione di tempo, come per le altre cose. Da una chiesa cristiana, il cattolicesimo è diventato oramai una chiesa mariana; la giovane galilea, semplice e senza pretese, è stata fatta oramai diventare pari a Iside, a Magna Mater o Cibele e a Diana o Minerva insieme. Inoltre i «padre Pio» di turno e la devozione popolare intorno a loro mettono all’ombra la cristologia (si vedano i manifesti funerei degli ultimi anni).

     Quanto al dialogo, di cui parli, esso è sempre importante, se si hanno chiare le basi su cui basarlo (per me la sacra Scrittura e solo quella). Paolo scriveva positivamente a Timoteo: «Fin da fanciullo hai avuto conoscenza degli Scritti sacri, i quali possono renderti saggio a salute mediante la fede che è in Cristo Gesù» (2 Tm 3,15). Ieri un prete mi ha mandato una e-mail in cui incoraggia i suoi contatti alla lettura della Bibbia (cosa positiva), perché «essa contiene la Parola di Dio»! (questo è tipico del liberalismo teologico mutuato dai teologi liberali cattolici e protestanti). Gli scrittori della Bibbia stessa affermano invece che essa è tutta verità! (Sal 119,160; 2 Tm 3,16; cfr. Gv 16,13).

     Tu parli di «trasferimento dell’uno nella Chiesa dell’altro»; quanto mai ho chiesto a qualcuno una cosa del genere e quanto meno a te? Caso mai chiederò a te e ad altri un «trasferimento pieno nella fede biblica», senza filtri e mediazioni dogmatiche! Approfondire la propria fede nel dialogo, è positivo, se torniamo ai fondamenti della fede, altrimenti parleremo fra sordi.

     Quanto al pregare per me all’interno di culti che considero idolatrici, non ne ho proprio bisogno, credimi. Dio non è obbligato ad accettare e ad ascoltare chi pratica una devozione che Egli dichiara abominevole, ossia quella degli idoli. Altrimenti, come disse Salomone, rischiamo di «offrire il sacrificio degli stolti, i quali non sanno neppure che fanno male» (Ec 5,1). «Il sacrificio degli empi è in abominio all’Eterno, ma la preghiera degli uomini retti gli è gradita» (Pr 15,8; 21,27; cfr. Os 13,2 idoli secondo la loro immaginazione). Probabilmente non sarai d’accordo su ciò, ma non posso agire contro la mia coscienza, che si basa sullo studio della sacra Scrittura per quello che è. Abbiamo discusso altrove sul fatto che la Bibbia non distingue fra adorazione e venerazione, termine inesistente nella sacra Scrittura. Il culto che offriamo a Dio dev’essere gradito a Lui e dev’essere fatto con riverenza e timore di Dio (Eb 12,28). La messa cattolico-romana è per me un miscuglio fra cristianesimo e paganesimo (sacramentum era il termine latino per il greco mysterium, tipico delle «religioni dei misteri», in cui si praticavano riti simili con presunta transustanziazione del corpo d’un bimbo impastato e cotto nella carne del dio di riferimento). Quindi non ho bisogno che alcuno preghi per me (per di più in latino) all’interno d’una tale liturgia.

     Quanto alla lingua da usare, gli apostoli parlavano tutti in ebraico / aramaico ma, per rendere comprensibile il messaggio dell’Evangelo, scrissero il NT nella lingua allora prevalente, il greco, sebbene la loro lingua fosse ancora viva. Ora, usare per i vivi una lingua morta, è fare del culto cristiano un «mistero» incomprensibile, che da un potere al clero (presunto ermeneuta consacrato del mistero) e che non edifica chi ascolta. Le riunioni delle comunità del primo secolo erano partecipate in tutte le loro espressioni perlopiù spontanee (non esisteva un prete né una messa né una liturgia) e le riunioni servivano all’edificazione di tutti verso tutti (1 Cor 14,26; Ef 5,18ss; Col 3,16). A Pentecoste gli apostoli s’espressero nelle lingue che i Giudei, venuti a Gerusalemme, parlavano nelle loro rispettive terre d’origine (At 2,7-11). L’ingiunzione di Paolo è che chi nel culto parlava in altra lingua rispetto a quella corrente, perché forestiero o per altri motivi, doveva essere tradotto punto per punto, oppure doveva tacersi: «Se c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al più, a farlo; e l’un dopo l’altro; e uno interpreti; e se non v’è chi interpreti, si tacciano nella chiesa e parlino a se stessi e a Dio» (1 Cor 14,27s). Si fa sempre bene a ubbidire alla Parola di Dio anziché agli uomini.

     Spero che ci siamo chiariti e capiti. T’auguro di mettere profonde radici in «solo Cristo» mediante la «sola Scrittura» e d’ottenere la salvezza per «sola grazia» mediante la «sola fede». Ti saluto quindi in Cristo Gesù...

 

Una nota al margine: Quanto a Raffaele Minimi rimando all'articolo «Raffaele Minimi: l'uomo dai mille volti?». Il riferimento al prete cieco si trova qui: «Cattolicesimo o sacra Scrittura?». Raffaele Minimi dava alito d'intendere che tale prete fosse lui stesso; lui però non è vecchio, né un prete ed è oltretutto sposato. Egli ama assumere vari volti e personalità, quindi non mi meraviglierebbe se assumesse anche quello del «vecchio prete cieco, solo, povero, malato e perseguitato».

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Basi_dialogo_cat-evang_MT_AT.htm

09-08-2008; Aggiornamento: 02-07-2010

 

▲ Vai a inizio pagina ▲
Proprietà letteraria riservata
© Punto°A°Croce