Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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L’ALBERO DEI MIRACOLI

 

 di Nicola Martella

 

Devo dire che sono rimasto alquanto meravigliato, quando ho letto sul sito www.nordevangelico.it l’annuncio da parte della «chiesa evangelica internazionale “Albero della vita”». Vengono annunziate «quattro serate evangeliche dei miracoli, liberazione e salvezza». Vengono annunziati al riguardo due «uomini di Dio» (Apostolo Martin e IdaHosa-Odiri).

     Con la mia mente sono dovuto andare a tutta la storia della chiesa, presentata dal Nuovo Testamento da pentecoste alla fine dell’era apostolica, per cercare un che minimo riferimento a riunioni speciali, indette da uno degli apostoli, in cui vennero offerti «miracoli, liberazione e salvezza». Il risultato è che in tutto il NT per l’epoca apostolica non esiste neppure un solo esempio per qualcosa del genere.

     I due «protagonisti» in causa vengono presentati come «uomini di Dio». Nel NT viene usata, due volte soltanto, l’espressione «uomo di Dio»: una volta Paolo chiamò così Timoteo, mettendogli davanti l’etica santa che egli doveva praticare quale credente (1 Tm 6,11); la seconda volta Paolo evidenziò il valore della Parola ispirata di Dio, la quale fu presentata come «utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona» (2 Tm 3,16s). L’espressione «uomo di Dio» nel NT non riguarda persone speciali, ma ogni ubbidiente credente in Cristo; nel NT non ha mai a che fare con «miracoli e liberazione», ma sempre con l’etica cristiana.

     Ben ha scritto Paolo riguardo all’intera questione e a presunti «uomini di Dio» speciali: «Ora, fratelli, queste cose le ho per amor vostro applicate a me stesso e ad Apollo, affinché per nostro mezzo impariate a praticare il “non oltre quel che è scritto”; affinché non vi gonfiate d’orgoglio esaltando l’uno a danno dell’altro» (1 Cor 4,6).

     Visto che in tutta la storia della chiesa apostolica, da pentecoste in poi, non c’è neppure un caso di un’apposita conferenza di «miracoli, liberazione e salvezza», qual è la norma biblica da usare? L’unico caso riportato è quello della cura d’anime all’interno della chiesa locale e tale intervento pastorale è realizzato solo dagli anziani della comunità del malato: «C’è qualcuno fra voi infermo? Chiami a sé gli anziani della chiesa, ed essi preghino sopra di lui e lo ungano d’olio nel nome del Signore. E la preghiera della fede salverà il malato, e il Signore lo ristabilirà; e s’egli ha commesso dei peccati, gli saranno rimessi» (Gcm 5,14s).

   A ciò s’aggiunga che Paolo consigliò a Timoteo quanto segue: «Non imporre con precipitazione le mani ad alcuno, e non partecipare ai peccati altrui; conservati puro» (1 Tm 5,22). La stessa cosa vale anche al contrario! Non bisogna mai farsi imporre le mani, se non in caso di estrema necessità e, in tali casi, solo da qualcuno che si conosce perfettamente, anzi, solo dai propri conduttori o, in casi particolari, da persone che essi approvino e solo alla loro presenza. Non poche persone si sono contaminate con l’imposizione di mani! Chi pratica cura pastorale, lo sa. Chi permette ciò, lo fa a danno della propria salute psichica, fisica e spirituale. È molto meglio seguire il consiglio di Paolo: «Poiché dunque abbiamo queste promesse, diletti, purifichiamoci d’ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio» (2 Cor 7,1). Questa è la via vincente, e non conferenze di «miracoli, liberazione e salvezza».

   Una nota in calce. Sorprende che di Apostolo Martin, definito «uomo di Dio» della Germania non si trovi in internet neppure una che minima informazione. La maggior parte delle poche pagine, che riguardano IdaHosa-Odiri, ricalcano le «Nigeria News», che lo presentano così: «Dr. Idahosa Odiri is a dream personality. Youthful, engaging, cerebral and anointed…» (Il dott. Idahosa Odiri è una personalità da sogno. Giovanile, impegnato, cerebrale e unto…»). Anche tale articolo, egli parla di «uomini di Dio» particolari: «We have just had our winning seasons programme with anointed men of God like Apostle Anslem Madubuko and Reverend Yinka Yusuf ministering» (Noi abbiamo appena avuto il nostro fruttuoso programma stagionale con uomini unti di Dio quali l’apostolo Anslem Madubuko e il reverendo Yinka Yusuf).

   Vista la sua menzione di «uomini unti di Dio» e di «apostolo», a questo punto mi viene un dubbio che in «Apostolo Martin» il termine «Apostolo» non sia neppure il cognome (visto che viene dalla Germania!), ma un ministero (?): come farà allora di cognome? Ma allora non è «apostolo» (dal greco «mandato», ossia ufficialmente da una chiesa) ogni missionario? Perché allora designare come «apostolo» persone ritenute particolari? Non si fa solo confusione così? Non si crea così una specie di «clero evangelico»?

 

 

Ecco qui di seguito il commento a questo articolo di un credente che è stato per anni nell'ambiente carismatico evangelico.

     Ho letto l'articolo «L’albero dei miracoli». Posso dirti per esperienza che questo è il classico annuncio, o meglio slogan, che è in voga negli ambienti carismatici o neo-pentecostali (almeno qui in Svizzera). Ne ricordo uno che circa dodici anni fa diceva pressappoco così: «Crociata di fede e miracoli».

   La congregazione, che frequentano i miei genitori, organizza serate di preghiera per miracoli e guarigione, dove durante il frastuono del parlare in lingue le persone barcollano a terra appena vengono sfiorate dagli «unti di Dio», aspettando di ricevere il miracolo. Purtroppo nell’ambiente carismatico o neo-pentecostale esistono queste caste di persone «unte» che vengono venerate da quelli che non lo sono. Anche se però viene negato, la realtà dei fatti dimostra ciò che sto affermando.

     Sebbene il tuo articolo sia buono, dal punto di vista dei carismatici potrebbe essere letto con diffidenza, perché non si sanno mettere in discussione (buona parte, non tutti!), e purtroppo la paura di peccare contro lo Spirito Santo, giudicando gli «unti di Dio», è davvero molto forte nella mentalità di questo movimento. Purtroppo non riescono a concepire il fatto che miracoli eseguiti nel nome di Gesù, possano provenire invece dall’avversario. La predicazione passa sempre in secondo per non dire in ultimo piano! Ciò che conta è il risultato. {Gaetano Nunnari}

 

 

Per l'approfondimento si vedano le seguenti opere dell'autore:

     ■ Paralleli fra occultismo e carismaticismo: Nicola Martella, Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995).

     ■ Cura pastorale in caso di contaminazione occulto-esoterica: Nicola Martella, Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996).

     ■ Medicine alternative ed esoterismo: Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Albero_miracoli_Car.htm

06-04-2007; Aggiornamento: 02-07-2010

 

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