Si afferma che nell’ebraismo esistano gruppi che credono alla
reincarnazione e che pensano che l’AT contenga tracce di questa
dottrina. Alcuni pensano anche che esista la possibilità della
«incorporazione» di un essere già morto nel corpo di una persona ancora
vivente, che di tale credenza si trovino tracce, se non addirittura
evidenze, nella Bibbia stessa. Che cosa afferma veramente la sacra
Scrittura al riguardo? La reincarnazione è una dottrina biblica? Lo è
«l’incorporazione». Abbiamo motivi per dubitarne.
La grande dottrina del NT è l'incarnazione del Figlio di Dio, a cui fa
seguito la sua resurrezione dai morti.Argentino Quintavalle
presenta una tesi accattivante, non sua, ma del giudaismo, a cui
risponde Nicola Martella. La discussione è aperta.
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1.
{Argentino Quintavalle} ▲
La tesi
Gli Ebrei considerano possibile la reincarnazione, cioè che alcuni morti
potrebbero rivivere di nuovo. Simili idee le troviamo sia nell’Antico che nel
Nuovo Testamento: c’è il concetto del ritorno d’Elia per proclamare la venuta
del Messia alla fine dei tempi (Mal 4,5). Inoltre, quando Gesù chiese: «Chi
dice la gente chi io sia?». Tra le risposte c’era: Elia, Geremia o uno dei
profeti. Quindi si riteneva possibile il ritorno sulla terra da parte di chi
l’aveva lasciata. Molti credono che questo concetto sia stato mutuato
dall’ellenismo, invece è prettamente biblico, come dimostra la profezia di
Malachia. Probabilmente le idee greche hanno in seguito contribuito a far
deteriorare tale concetto nel misticismo. Per evitare fraintendimenti preciso quanto segue. Non
voglio sostenere che la Bibbia parli di reincarnazione, ma che l’idea ebraica di
reincarnazione potrebbe essere ravvisata nella Bibbia. L’ebraismo non ha dogmi
dottrinali e una parte di esso considera possibile la reincarnazione, ma il
concetto ebraico è diverso da quello buddista. È una via di mezzo tra
risurrezione e metempsicosi. Il fatto che Erode considerava Gesù come Giovanni
Battista redivivo significa che secondo lui, l’anima di Giovanni era entrata in
un corpo diverso dal precedente (il corpo di Gesù era diverso da quello di
Giovanni). Non sarebbe stata né una risurrezione (perché non aveva lo stesso
corpo) né una reincarnazione di tipo buddista (perché non era rinato).
2.
{Nicola Martella} ▲
Osservazioni e obiezioni
Che l’ebraismo non abbia «dogmi dottrinali», è una novità, visto che il
Talmud ne è pieno e successivamente a esso sono stati scritti diversi autorevoli
libri che prescrivono fino nei minimi particolari come un «vero Giudeo» debba
credere, comportarsi eticamente e svolgere la propria vita devozionale, per
distinguersi non solo dagli «epicurei» (= i cristiani) e dai pagani in genere,
ma anche dai Giudei nominali. Esiste «l’idea ebraica di reincarnazione»? Dove
si trova ad esempio esplicitamente dichiarata negli scritti apocrifi e in quelli
pseudoepigrafi giudaici e nel Talmud?
Visto che «una parte di esso [giudaismo]
considera possibile la reincarnazione», bisognerebbe spiegare quale parte. Per
quanto ne so, sono solo i movimenti esoterici ebraici (cabala, alchimisti e
spiritualisti esoterici) a condividere tali idee con tutti gli altri movimenti
magico-esoterici. Per gli esoteristi tutto diventa strumento di divinazione
(«una palla di vetro»), quindi anche la Bibbia. I cabalisti hanno creato un
sofisticato sistema di divinazione — applicando i principi dell’esoterismo
occulto — e lo hanno applicato alla Bibbia ebraica. Non si può certo dire che la
cabala sia il normale giudaismo del tempo di Gesù, degli apostoli, dei primi
secoli della storia della chiesa e del Talmud. Ora, non è un caso che la
credenza alla reincarnazione in tali frange del giudaismo si nutra proprio —
come sempre e come in ogni religione — della filosofia e della pratica
dell’esoterismo applicato alla religione di riferimento. Devo dire che una
presunta credenza degli Ebrei nella reincarnazione, sedicentemente presente nel
giudaismo al tempo dell’AT e del NT, mi è nuova e non la trovo per nulla nei
testi biblici. La concezione biblicamente sensata che ricorre nei Testi sacri e
negli scritti del paleo-giudaismo è quella della risurrezione della carne.
Venne annunciato che Elia sarebbe tornato per adempiere la sua
funzione di precursore del Messia (Mal 4,5).
Elia, se mai fosse morto (il rapimento in un carro di fuoco lo poteva
premettere), risusciterà per compiere il suo mandato. Se non
fosse morto, ritornerà sulla terra da vivente com’era. L’espressione «È
apparso Elia… È
risuscitato uno degli antichi
profeti» (Lc 9,8), privilegerebbe quest’ultima tesi. In ogni modo,
alla trasfigurazione di Gesù fu visto brevemente dai discepoli (Mt
17,3). In ogni modo, la normale via per tornare in vita è vista sempre
nella risurrezione (Lc 9,19 profeti).
È proprio vero che poiché Erode considerava Gesù come Giovanni
Battista redivivo significa, «secondo lui, l’anima di Giovanni era
entrata in un corpo diverso dal precedente»? Questa tecnicamente non si
chiamerebbe «incarnazione», ma «incorporazione» ed è lo stesso
procedimento che avviene quando uno spirito entra in una persona
(«possessione»). Credevano gli Ebrei che gli spiriti dei morti potessero
«incorporarsi» o prendere stabilmente dimora nei viventi e agire in loro
come faceva uno spirito di demone verso un indemoniato? Nell’AT e nel NT
non vi è traccia evidente di ciò, se non possibili allusioni nell’ambito
della negromanzia; ma ciò è un ambito specifico che esula da questo
contesto. Notiamo quindi che erano la
gente intorno a Erode e il re stesso a
pensare che Gesù fosse Giovanni redivivo, ma non perché credeva che il Battista
si fosse «incorporato» nel corpo del Nazareno, ma perché lo credeva resuscitato
dai morti! «Erode…disse ai
suoi servitori: “Costui [Gesù] è Giovanni Battista; egli è
risuscitato dai morti”»
(Mt 14,1s). «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare,
è lui che è risuscitato!» (Mc
6,14.16). «Erode… era perplesso, perché taluni dicevano: “Giovanni è
risuscitato dai morti”» (Lc
9,7), ma non credeva che fosse Giovanni (v. 9).
Quando Gesù chiese: «Chi dice la gente chi io sia?» (Mc 8,27), è
vero che la gente vedeva in lui Giovanni Battista, Elia, Geremia o un altro dei
profeti (Mc 8,28; Mt 16,14; Lc 9,19), tuttavia non perché credessero
alla reincarnazione, ma alla resurrezione della carne: «È risuscitato
uno degli antichi profeti… uno dei profeti antichi risuscitato» (Lc
9,8.19).
La dottrina della reincarnazione prevede normalmente la possibilità che
ci si incarni sotto un’altra forma superiore o inferiore, a seconda del
karma favorevole o sfavorevole accumulato nella vita precedente,
nascendo nuovamente. Quindi l’incarnazione (il ritorno in vita mediante
una nascita) viene distinta da una «incorporazione» (penetrazione di uno
spirito nel corpo di una persona già vivente o possessione). La Bibbia
esclude la reincarnazione: «È stabilito che gli uomini muoiano una
volta sola, dopo di che viene il giudizio» (Eb 9,27). Essa parla
della coerenza dell’essere: una persona rimane se stessa in vita e dopo
la morte (Lc 16 ricco, Lazzaro, Abramo). L’unico modo per tornare sulla
terra dei viventi non è una nuova nascita, ma la risurrezione della
carne. La «incorporazione» o possessione è per la Bibbia un fenomeno
occulto da condannare.
Una nota al margine. Erano i gruppi gnostici dei primi secoli a
credere alla «incorporazione». Essi mischiavano la Bibbia con
l’esoterismo delle «religioni dei misteri» e col platonismo; credevano a
un mondo dualista e credevano che i corpi fossero le prigioni delle
anime. Secondo loro, lo «spirito di Cristo» si sarebbe «incorporato» in
Gesù di Nazaret, un semplice uomo pio giudaico, nel momento del
battesimo di quest’ultimo e avrebbe operato prodigi mediante di lui
(essi vedevano probabilmente un parallelo positivo verso le possessioni
demoniache). Lo «spirito di Cristo», non potendo morire, avrebbe
abbandonato il corpo di Gesù appena prima che quest’ultimo fosse portato
a morire. Questa concezione gnostica si trova completamente in contrasto
con le asserzioni bibliche, secondo cui il «Logos divenne carne» (Gv
1,1.14) — uno scandalo per gli spiritualisti esoterici! Il Figlio di Dio
nacque di donna (Gal 4,4). A ciò si aggiunga che Gesù risuscitò col suo
corpo, dandone prova ai suoi discepoli: «Guardate le mie mani ed i
miei piedi, perché son ben io; palpatemi e guardate; perché uno spirito
non ha carne e ossa come vedete che ho io. E detto questo, mostrò loro
le mani e i piedi» (Lc 24,39s). E proprio mediante la risurrezione «Dio
ha fatto e Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At
2,36). Per la negromanzia e il fenomeno
dell’«incorporazione» occulta cfr. in Nicola Martella,
La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma
1992), gli articoli: «Lo spiritismo», pp. 155ss; «Spiritismo e
Bibbia», pp. 347ss. ● Sui vari gradi di penetrazione demoniaca, fino
alla «incorporazione» o possessione, cfr. Nicola Martella, «Lo
spettro della contaminazione»,
Entrare nella breccia
(Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 301ss. ● Sulla reincarnazione cfr.
in Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003), gli articoli: «Antropologia e
paramedicina», pp. 49ss; «Esoterismo e guarigione: 3.2», pp. 156s;
«Induismo e buddismo», p. 250; «Karma», p. 272. |
3. {Argentino Quintavalle} ▲
Non ho mai affermato che la reincarnazione sia una dottrina biblica e mi
spiace che, leggendo questi contributi, qualcuno possa pensare che io lo
abbia soltanto pensato. Io non credo nella maniera più assoluta che la
Bibbia parli di reincarnazione, ma siccome c’è una parte d’ebraismo che
ci crede, evidentemente ci sono dei passi biblici che si possono
prestare a quest’idea (il fatto che si prestino non significa che quella
sia la giusta interpretazione). Ne ho voluti sottolineare alcuni. Ho detto che l’ebraismo non ha dogmi, e lo confermo.
Chiunque studia l’ebraismo dal di dentro, lo sa. Nelle chiese chi la pensa
diversamente lo si mette fuori comunione e si cerca la separazione tra chi la
pensa diversamente su certi punti dottrinali. Non è così nell’ebraismo. Se su
dieci ebrei nove la pensano in un modo e uno no, si prende in considerazione
come possibilmente vera anche l’opinione del decimo e si mantiene l’unità e
l’amore tra il popolo, anche se la si pensa diversamente. Il Talmud non è pieno
di dogmi, ma è pieno d’opinioni diverse sullo stesso argomento. Il Talmud
riporta opinioni di molti maestri ebrei su ciò che è vincolante e su ciò che non
lo è. Per quanto riguarda la nostra questione della vita dell’anima, il
Talmud non riporta decisioni rabbiniche vincolanti, ma riporta soltanto le
opinioni dei vari maestri. Che l’ebraismo non ha dogmi su quest’argomento è
dimostrato anche dal Nuovo Testamento nella differenza d’opinioni tra Farisei e
Sadducei riguardo la risurrezione. Nicola chiede dove ciò si trova esplicitamente
dichiarato? Nicola sa bene che la maggior parte delle dottrine bibliche non sono
dichiarate esplicitamente, ma sono frutto d’interpretazioni che, a loro volta,
dipendono dalla cultura, dalla storia e dalla tradizione interpretativa di certi
passi. Questo vale a maggior ragione per le false dottrine. La parola ebraica per reincarnazione è gilgul,
che deriva da un verbo che significa «girare in un cerchio». Gli Ebrei
giustamente sostengono che l’anima sopravvive dopo la morte, e lo sostengono
avendo a disposizione soltanto l’Antico Testamento. Lo deducono anche dalla
stessa Torah (Dt 18,10s; Lv 19,31). Molti si fermano qui, ma molti altri
proseguono dicendo che l’anima è già esistente prima della nascita della
persona, secondo una certa interpretazione di Gr 1,5: «Prima che io t’avessi
formato nel seno di tua madre, io t’ho conosciuto». Questi Ebrei pensano che il Siracide, o Ecclesiastico
(un libro apocrifo) credesse nella reincarnazione, poiché scrisse che gli uomini
empi subiranno le conseguenze della loro malvagità quando nasceranno: «Guai a
voi uomini empi, che avete abbandonato la legge di Dio Altissimo! Quando
nascete, nascete per la maledizione» (Ecclesiastico 41,8s). C’è addirittura chi, pur non credendo nel Nuovo
Testamento come regola di fede, se ne avvale per dimostrare quest’idea. Un
esempio è quello di Gv 9,1s dove i discepoli, in riferimento al nato cieco,
chiesero a Gesù: «Chi ha peccato, lui
o i suoi genitori?». Domanda:
come poteva aver peccato prima della
nascita? Come mai i discepoli pensavano che era nato cieco perché aveva
peccato? Quando e dove avrebbe potuto commettere peccato prima di nascere? Gli
Ebrei che credono nella reincarnazione dicono: in una vita precedente. Quando i sacerdoti domandarono a Giovanni Battista: «Sei
Elia?» (Gv 1,21), essi ritenevano (sempre secondo certi Ebrei) che Giovanni
potesse essere Elia reincarnato. A ciò essi aggiungono l’affermazione di Gesù: «Egliè
l’Elia che doveva venire» (Mt 11,14). Il fatto che la reincarnazione faccia parte della
tradizione giudaica è una sorpresa per molti. Il Talmud
riporta che nel secondo secolo Rabbi Shimon ben Yochai e suo figlio Eleazar
erano fuggiti in una caverna per scampare a una persecuzione romana. Per tredici
anni essi studiarono giorno e notte senza distrazioni. Secondo una tradizione
hassidica (Tikkunei Zohar 1a) fu durante questi tredici anni che egli e suo
figlio composero gli insegnamenti principali dello Zohar. Nascosto per molti
secoli, lo Zohar sarebbe stato divulgato da Rabbi Moshe de Leon nel tredicesimo
secolo. Nello Zohar si parla della reincarnazione. In esso troviamo scritto:
«Finché una persona è infruttuosa in questo mondo, il Santo Benedetto Egli Sia
lo strappa e lo ripianta ripetutamente» (Zohar I 186b). «Tutte le anime
sono soggette a reincarnazione; e la gente non conosce le vie del Santo
Benedetto Egli Sia!» (Zohar II 99b). La reincarnazione è citata da autorevoli commentatori
biblici come il Ramban (Nachmanide), nel suo commento su Gn 38,8 e Gb 33,30;
Menachem Recanti (commento a Gn 34,1; nel suo Taamei HaMitzvot 16a) e
molti altri che non cito per brevità. Anche i commentatori del Talmud se ne sono
occupati, come ad esempio il Maharasha, Rabbi Moshe Eidels (commento a Niddah
30b), il fondatore del movimento Hassidico, del Baal Shem Tov, come anche un
leader del mondo non-Hassidico, il Vilna Gaon (commento al libro di Giona) e
molti altri.
Il punto di vista giudaico sulla reincarnazione è molto diverso da
quello delle religioni orientali. Personalmente non mi voglio addentrare
in quest’argomento per non essere occasione di possibili
fraintendimenti. Quindi chiudo con quest’intervento il mio contributo
sulla discussione. Chi ha desiderio d’approfondire l’argomento e ha
dimestichezza con l’inglese, consiglio il libro «Jewish tales of
reincarnation» (Racconti giudaici sulla reincarnazione) del Rabbino
Yonassan Gershom, acquistabile al sito
www.amazon.com, così può vedere, non
da me, ma da un ebreo, qual è la loro opinione si tale soggetto.
4. {}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Reincarnazione_biblica_Oc.htm 25-12-2006; Aggiornamento: |