Alcune
persone spiritualiste, che hanno un piede nel cristianesimo e uno
nelle religioni orientali, non solo si convincono che la reincarnazione
sia possibile, ma si usano della Bibbia per accreditare tale
filosofia religiosa. Essi usano i termini biblici come degli
involucri, che svuotano del loro significato originario, per riempirlo
poi di uno più consono alla loro ideologia. Alla fine rimane la vecchia
«etichetta» (p.es. «risurrezione»), ma con un nuovo significato. È da
sempre che le ideologie religiose fanno così, e gli spiritualisti sono
molto abili in ciò. Se ciò non bastasse, si usa la speculazione
metafisica, l’allegoria e la dialettica, per addomesticare
la verità biblica alla propria sovrastruttura ideologica.
L’unica medicina per curare tale patologia ideologica perniciosa è
sempre e ancora
l’esegesi contestuale, che porta a evincere una verace teologia
biblica. Come abbiamo visto nell’articolo «Reincarnazione
o risurrezione?», non c’è nulla nella Bibbia, che porti solo
lontanamente all’idea della reincarnazione. Nei primi secoli dell’era
cristiana, essa è entrata nel cristianesimo mediante lo gnosticismo,
mediato dal giudaismo. La cabala giudaica, l’esoterismo, lo
spiritismo e altre arti occulte hanno nutrito tale filosofia religiosa e
cercato di cristianizzarla, per renderla più appetibile.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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1.
{Pietro Calenzo}
▲
■
Contributo 1: Grazie, Nicola, per quest’ampia ed esegetica
trattazione del tema. Purtroppo spesso false dottrine
d’importazione orientaleggiante s’insinuano pericolosamente nella mente
dei credenti. Dalla tua trattazione si evince che, allorquando rimaniamo
fermamente ancorati al dettato scritturale, non c’è nulla che ci
possa far inciampare. Ancora grazie e rinnovate benedizioni nel Signore
Gesù Messia.
{07-02-2011}
■
Contributo 2: Carissimo Nicola, shalom. Ho trovato molto,
ma molto interessante questo studio esegetico-etimologico, che evidenzia
le enormi differenze esistente da un punto di vista scritturale
tra la risurrezione dei corpi, che il Messia ci ha promesso nella
certezza della sua Parola, e la reincarnazione di orientaleggiante e
pagana memoria. Ciò che mi sorprende è che dei credenti nati di nuovo
possano essere attratti e sconcertati da dottrine (come la
reincarnazione) di palese derivazione esoterica e demoniaca.
Consiglio ai fratelli, che volessero approfondire tali tematiche, l’opera
in due tomi di Nicola Martella,
Malattia e guarigione: volume 1:
La salute fra scienza, religioni e ideologie; e volume 2:
Dizionario delle medicine alternative
(Punto°A°Croce, Roma 2003). Benedizioni e grazie. Shalom. {07-02-2011}
▬
Osservazioni
(Eliana Zinzi): Caro fratello Pietro, pur non essendo edotta nel senso
scritturale, sento di dirti che la
resurrezione del corpo avverrà spiritualmente. {08-02-2011} ▬
Risposta (Nicola Martella):
Non esiste una risurrezione spirituale dei corpi, ma
semplicemente una risurrezione dei corpi, che sono fisici. Il «fisico»
di una persona è il suo corpo materiale. È scritto per i tempi di
Gesù: «Le tombe s’aprirono, e molti corpi dei santi, che
dormivano, furono risuscitati; e, dopo la sua risurrezione, uscirono dai
sepolcri, ed entrarono nella santa città, e apparvero a molti» (Mt
27,52s). Così avvenne anche del
corpo di Gesù, che fu in grado di essere visto, di essere toccato, di
mangiare e bere, ecc. La carne di Gesù non vide la corruzione nella
tomba, ma Egli fu risuscitato (At 2,31). La risurrezione è sempre del
corpo; esso sarà incorruttibile, glorioso e potente, ma pur sempre un
corpo fisico (1 Cor 15,42s; cfr. Ez 37,12s). Esso non sarà più un «corpo
psichico» (così in greco, non «naturale»), assai dominato dalla
psiche (istinti), ma sarà un «corpo spirituale», ossia dominato
dallo spirito (= mente) e sottomesso a Dio (vv. 44.46). I termini
«psichico» e «spirituale» (gr. pneumatico) non sono riferiti al tipo di
sostanza, ma alla qualità della vita nei corpi (cfr. vv.
48s).
2.
{Vincenzo Russillo}
▲ La
reincarnazione non è una dottrina assolutamente biblica, è già stata
fatta un’ampia dimostrazione dal punto di vista linguistico. Aggiungerei
questi altri elementi probanti. Ad esempio, di Giovanni il Battista
si pensava che fosse «l’Elia, che doveva venire» (Matteo 11,14);
questo versetto per un lettore disavveduto o pretestuoso potrebbe
significare che Giovanni il Battista fosse la reincarnazione del
profeta Elia. Ecco la risposta secca del diretto interessato: «Non
lo sono» (Giovanni 1,21). Riguardo questo episodio, bisogna
ricordare che Elia non conobbe la morte fisica, perché fu rapito in
cielo (2 Re 2,11); tutto ciò contraddirebbe la teoria classica della
reincarnazione. Inoltre, i tre apostoli videro Elia durante la
trasfigurazione e non vi era alcuna confusione tra questi e il Battista
(Matteo 17,1-8).
La Bibbia non menziona mai una seconda chance, secondo cui un
uomo possa «rivivere» in un animale o in un’altra persona. Infatti, Gesù
disse al ladrone in croce: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con
me in paradiso» (Luca 23,43). Tale dottrina è insegnata nell’Induismo,
ma oggi è ripresa anche dal movimento
New Age.
Questo concetto era estraneo altresì nel Vecchio Testamento: così
scrisse il salmista: «Tu fai ritornare i mortali in polvere,
dicendo: “Ritornate, figli degli uomini”» (Salmo 90,3). Il corpo
diventa polvere e lo spirito torna a Dio: «Prima che la polvere torni
alla terra, com’era prima, e lo spirito torni a Dio, che l’ha dato»
(Ec 12,9).
La certezza per un credente deve essere quella di Paolo: «Noi
siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il
Signore» (2 Cor 5,8). Queste false dottrine non sono bibliche e
vanno considerate anatema. {07-02-2011}
3.
{Luisa Lauretta}
▲
Davvero interessante questo argomento. Per quanto mi riguarda, posso
solo confermare quello, che la Parola di Dio ci dice. Nel Vecchio
Testamento troviamo tre risurrezioni: il figlio della vedova di
Sarepta, il figlio della Sunamita e un uomo gettato nel sepolcro di
Eliseo. Nel Nuovo Testamento vengono descritte ben sei
risurrezioni: il figlio della vedova di Nain, la figlia di Iario,
Lazzaro, Tabita e, infine, il giovane caduto dalla finestra, e ancora
quando Gesù rese lo Spirito, come sta scritto in Matteo 27,50-53, molti
santi risuscitarono. Paolo in 1 Tessalonicesi 4,13-18, scrive come avverrà
il rapimento della chiesa da parte di Gesù: «E quelli che sono morti
in Cristo risusciteranno per primi, poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo
rapiti assieme a loro sulle nuvole per incontrare il Signore nell’aria e saremo
sempre con Lui». Per chi spera nella reincarnazione, mi dispiace per lui, ma
nella Bibbia non si trova nessun riferimento a essa. Io, però, voglio dare un
consiglio: vigiliamo per essere pronti per la venuta del nostro Signore.
{08-02-2011}
4.
{Salvatore Paone}
▲ In
realtà non esiste la reincarnazione, ma la resurrezione sì! La cultura
orientale, cioè buddista, crede in tale menzogna; la Bibbia ha, invece,
sempre parlato di resurrezione. Essa è la «beata speranza» di
tutti i «nati di nuovo», i quali dopo essere stai battezzati in un unico
Spirito e rigenerati nella grazia di Cristo, hanno come eredità la vita
eterna per mezzo della fede. Inoltre come Cristo è resuscitato
(corporalmente) dai morti, anche coloro che sono stai lavati dal sangue
dell’Agnello, resusciteranno. Sarà una resurrezione corporale e
non spirituale; i credenti risusciteranno con un corpo glorioso, proprio
come Gesù Cristo resuscitò nel corpo e i discepoli potettero vedere e
toccare il suo corpo vivo. {09-02-2011}
5.
{Gianni Siena}
▲ Della
reincarnazione so abbastanza da respingerla, è una dottrina non
biblica. Essa era forse presente nel Mediterraneo almeno dalla
fondazione dell’Egitto. Diodoro Siculo (I secolo) scrive che gli
Egiziani credevano nella «trasmigrazione delle anime».
La reincarnazione che conosce l’occidente, è di derivazione induista
e «funzionale» al sistema della caste indiane. Un bramino indù (=
filosofo, prete e ricco discendente degli indoeuropei conquistatori) è
considerato tale per il favore degli dèi, rispetto al resto della
popolazione indiana. Un «paria» (= appartenente alla casta più
disprezzata e povera), è considerato tale a causa del suo «karma»,
nel quale sarebbe registrato il vissuto di vite precedenti, nelle quali
avrebbe potuto essere un uomo d’ogni sfumatura negativa o
(letteralmente) una bestia di qualsiasi specie.
Nella reincarnazione il «destino» dell’uomo è deciso alla nascita,
risalire la china spirituale è un faticoso processo plurisecolare
(varie reincarnazioni), dettato dallo sforzo personale nell’elevarsi
moralmente (evoluzione e sforzo nel progredire). Il tutto è condito con
un’assoluta incertezza nel conseguire l’effettivo risultato. La
meta consisterebbe nel raggiungere il «Nirvana», che è
l’equivalente induista del paradiso. Esso sarebbe un luogo dove
l’incoscienza del dolore e della sofferenza è la meta finale; esso
sarebbe un stato della mente e dello spirito, ch’è raggiunto dai guru
più abili e progrediti spiritualmente. Riguardo al secondo punto, si
legga il libro (disponibile nelle librerie evangeliche) «Morte di un
guru»: in esso una persona vive in uno stato di «coma» profondo,
autoindotto con tecniche auto-manipolative, in assenza non solo del
dolore ma anche d’ogni coscienza; e i familiari se ne occupano, perché,
comunque, è un essere umano «vivo». Si legga della liberazione,
che produce il Vangelo, quando entra nella vita di una famiglia indù.
L’Occidentale, curioso come la proverbiale scimmia, accetta con
entusiasmo ogni «sentore di dottrina», che gli è proposto dai «maestri»
di queste discipline. Si ritiene che se un uomo famoso ha
«accettato» una filosofia, questa sarebbe necessariamente buona, lo si
ammira e si pensa che «forse» c’è qualche briciola anche per tutti.
Capisco l’insoddisfazione di chi è «cristiano» per costrizione culturale
e vuole esprimere una libera scelta personale: fin qui siamo «compagni»
di viaggio. Ma la reincarnazione è una serie di «scatole cinesi»
vuote alla fine: più di un «reincarnato» (= consapevole di esistenze
precedenti) ha scoperto che la sua condizione era dettata dall’azione
di un demone; in fin dei conti, era quest’ultimo, che aveva vissuto
in altre vite precedenti, possedendo e producendo l’infelicità di altri
sconosciuti uomini.
Gesù
liberò, libera, e libererà quanti lo invocano con fede: questa è la
ricetta biblica alternativa alla dottrina della reincarnazione. Il
Paradiso
biblico è migliore del Nirvana induista; Dio vivente asciugherà ogni
lacrima, e il dolore non esisterà più per tutti gli uomini
redenti. Nel Paradiso biblico saremo solo membri di una casta: i figli
di Dio, risuscitati.
L’uomo religioso, irredento, ha sempre proiettato nel mondo
invisibile i postulati del suo mondo terreno, lo hanno fatto gli indù
come gli antichi egiziani; qui la lista è lunga.
Proviamo a «leggere» una parabola di Gesù con i presupposti
(semplificati, per capire) dell’induismo. Nel Paradiso di Dio,
Lazzaro, un povero indigente, alla fine ottiene il riposo
anticipatore della gioia futura, che avverrà alla resurrezione finale.
Il ricco (religioso, peccatore ed egoista) non consegue nulla
della benedizione di Dio; il suo «karma», nonostante i segni di una
apparente spiritualità in progresso, è molto scadente. Lazzaro ha un
«karma» certamente migliore. Quello che ho appena raccontato è, nei
fatti,
inconcepibile per l’induismo.
Facciamo notare che il Dio di Mosè e di Gesù non è un capriccioso
«nume» alla maniera degli dèi orientali; è il Dio che libera i
poveri e chiunque crede in Lui. Ha stabilito che una vita è
sufficiente per dimostrarli coerenza e fedeltà; poi Egli giudicherà.
Non ci condanna a una serie di reincarnazioni e di vite umane e/o
bestiali, in vista di un futuro fatto d’incoscienza: se uno vuole
credere in Lui, come Lazzaro, sa che la sofferenza avrà fine e c’è un
«dono». Questo dono consisterà nel vivere eternamente con il
Signore; Egli è eterno e anche per questo la gioia dei redenti non avrà
mai fine: cosa può esservi «meglio» di questo? Cosa possono offrire le
religioni orientali con le loro sequele senza fine di ripetute
reincarnazioni?
Ognuno giudichi... anche sul piano della mera dottrina religiosa.
Marx
diceva che la religione sarebbe l’oppio dei popoli ma; se nessuna teoria
religiosa può essere dimostrata vera, è certamente dimostrabile che la
dottrina biblica è per tutti: agli occhi del Dio biblico siamo tutti
uguali! {10-02-2011}
6.
{Jordan River}
▲
Nota redazionale: In genere non metto in rete contributi col solo
pseudonimo. L’eccezione è data qui dal fatto che è importante dare una
risposta alla seguente argomentazione ricorrente, usata da coloro che
vorrebbero convincere i cristiani che la loro filosofia della
reincarnazione sia biblica.
■ Contributo 1:
Veramente pensate che nella Bibbia cristiana non ci sia la
reincarnazione? {18-02-2011} ▬
Risposta 1
(Nicola Martella): Proprio così! È un concetto estraneo a essa e del
tutto lontano dalla sua teologia. ▬
Replica 1 (Jordan River): ««Allora i discepoli gli
domandarono: “Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire
Elia?”. Ed egli rispose: “Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa”.
Ma io vi dico: “Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi,
l’hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà
soffrire per opera loro”. “Allora i discepoli compresero che egli
parlava di Giovanni il Battista» (Mt17,10-13). {20-02-2011} ▬
Risposta 2
(Nicola Martella): Secondo la Scrittura, Elia non è morto, ma è
asceso direttamente al cielo (2 Re 2,11); quindi, non si può incarnare.
Perciò, Giovanni Battista non è Elia reincarnato.
Ecco la sua
diretta testimonianza di profeta; quando sacerdoti e leviti chiesero
a Giovanni: «“Che dunque? Sei Elia?». Ed egli rispose: “Non lo sono”»
(Gv 1,21). Giovanni era venuto nello spirito d’Elia, ossia con
una funzione simile.
È così che Zaccaria stesso, il padre di Giovanni, comprese la
missione del figlio: «Egli andrà innanzi a lui con lo spirito
e con la potenza d’Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i
ribelli alla sapienza dei giusti, al fine di preparare al Signore un
popolo ben disposto» (Lc 1,17). Gesù intendeva, quindi, proprio
questo.
Prendere tali brani per dimostrare la reincarnazione nella Bibbia, è
un’argomentazione un po’ esile, tale sottile lastra di ghiaccio non
potrà sostenere una tale tesi. La
dottrina biblica è questa: «È stabilito che gli uomini muoiano
una volta sola, dopo di che viene il giudizio» (Ebrei 9,27). ▬
Replica 2 (Jordan River):
Cos’è che si reincarna e trasmigra? Non è forse lo spirito e
l’anima in nuova carne? E cos’è la
resurrezione? E come risuscitano i morti? {25-02-2011} ▬
Risposta 3 (Nicola Martella): La
reincarnazione è un’invenzione ideologica delle religioni orientali,
che prevede punizione (regressione) o premio (progressione) per le
sedicenti vite precedenti. L’obiettivo è la cessazione delle
reincarnazioni ed entrare nel
Nirvana, ossia nel nulla, quindi l’annientamento della personalità.
La
risurrezione è il ritorno unico, definitivo e per sempre dello
spirito personale nel corpo personale: qui la personalità viene
ricostruita da Dio, una volta per sempre, perché i redenti siano
nuovamente attivi ed efficaci nella storia. È il corpo che
resuscita, ossia torna in vita, e cioè una volta soltanto, alla fine dei
tempi, quando Cristo stesso darà il comando. Ezechiele 37 ne è
un’illustrazione chiara e istruttiva: a tornare in vita sono le
stesse persone nel medesimo corpo originario, sebbene glorificato;
così è stato già per Gesù: Egli era la stessa persona col
medesimo corpo. Esso che cosa avverrà alla fine dei tempi: «Il
Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba
di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi;
poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti
sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre
col Signore» (1 Tessalonicesi 4,16s).
7. {}
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8. {}
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9. {}
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10. {}
▲
11. {}
▲
12. {Vari
e brevi}
▲
■
Leonardo Mangini:
Io direi rinascita. {08-02-2011}
▬ Osservazioni
(Nicola Martella): Allora non hai letto l’articolo, ma solo al nota
introduttiva, vero? La Parola di Dio afferma: «È stabilito che gli
uomini
muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio» (Ebrei 9,2).
Quindi, niente «rinascite», ma una sola chance!
■
Annamaria Balzano:
Vorrei dire ai buddisti di meditare bene e di ricercare la
verità, nessuno si è mai reincarnato, non ci sono prove o testimoni,
mentre possiamo parlare di resurrezione, eccome! Il nostro
Signore Gesù è resuscitato e l’hanno visto in tantissimi, ci sono stati
testimoni oculari! {09-02-2011}
■
Samuele Maodda:
No, non credo che dei cristiani possano credere in questa assurdità
pagana... sono esterrefatto! Pace da Dio Padre e dal Signore Gesù
Cristo. {09-02-2011}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Reincarn_risurr_Oc.htm
08-02-2011; Aggiornamento: 25-02-2011 |