Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca Babilonese e l’Epoca Persiana. In appendice ci sono tre excursus:
■ I nomi ebraici di Dio
■ Il patto, i patti e i testamenti
■ La Bibbia fra criticismo e modernismo.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca babilonese («Libri storici e profetici III»):
■ L’epoca babilonese in generale
■ Sofonia
■ Habacuc
■ Geremia
■ Lamentazioni
■ Daniele
■ Ezechiele
■ Il tempo dell’esilio. 

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca persiana («Libri storici e profetici IV»):
■ L’epoca persiana in generale
■ Esdra-Nehemia
■ Ester
■ Aggeo
■ Zaccaria
■ Malachia
■ L’epoca intertestamentaria.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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RAZZISMO E LEGGE DEL BRANCO

 

 a cura di Nicola Martella

 

Nell’articolo «Bruciate lo straniero!» abbiamo parlato della violenza gratuita e della crudeltà, che si registrano in vari fatti di cronaca. Persone definite «bravi ragazzi», se prese a sé, diventano bestie, quando stanno nel branco. A farne le spese sono specialmente i più deboli: donne che tornano a casa, barboni che dormono su una panchina in un parco, uno straniero che non dà fastidio a nessuno, un coetaneo, una ragazzina e così via. Sembra che la società si stia imbarbarendo. Infatti le persone — inutile chiamarli sempre «ragazzi», quando sono maggiorenni — che commettono tali atti efferati, sembra che non provino pietà né prima del loro gestaccio, né durante, né dopo. Se non fossero scoperti, sembra che continuerebbero a vivere come se niente fosse, oppure tale gesto abominevole diventa addirittura iniziatico per altri gesti del genere, per una condotta di vita violenta e crudele. È la legge del branco. Sono i sintomi di una società avviata verso la barbarie. Una società e sana sempre quando protegge e rende forte l’anello più debole della catena. Una società che tollera il male, le ingiustizie e la violenza, è come una nave in cui si tollerano la ruggine e le falle.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Gianni Siena

2. Vincenzo Russillo

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Gianni Siena}

 

Qualche tempo fa (non molto per la verità), ci siamo inorriditi per la violenza usata da un criminale di etnia rom sulla moglie d’un ufficiale di marina: aggredita, derubata e violentata, infine uccisa in modo efferato.

     A Napoli, il gesto d’una ragazza rom e/o zingara ha scatenato una rivolta popolare con l’incendio dei loro miseri tuguri; non sono amati affatto da nessuno e il loro sistema di vita, fatto d’elemosine, furti e (talvolta...) aggressioni a danno dei «gajji» (stranieri sedentari), non li raccomanda come graditi «ospiti». Dopo i fatti, una europarlamentare ungherese della stessa etnia ha visitato l’Italia per «rendersi conto» delle ingiustizie che il suo popolo subisce... l’opportunismo politico è capace anche di questo: lucrare elettoralmente sulle miserie della povera gente.

     A capodanno un ragazzo romano ha violentato una ragazza italiana; pochi giorni fa un «branco» di romeni ha violentato una ragazza italiana; un altro «branco» di romeni [a Guidonia (RM), N.d.R.] ha violentato una ragazza romena... l’elenco delle malefatte criminose è molto più lungo, e gli stranieri giocano una parte non secondaria.

     Tenendo conto che siamo ancora una maggioranza nel nostro paese, ho notato tuttavia che la violenza commessa dai «nostri» connazionali è meno indigesta, lo dice uno che non è mai stato razzista, ma ha notato che il peccato commesso dai suoi «fratelli di Scipio» sembra meno censurabile... a livello di sentimenti.

     Quei ragazzi nettunesi, però, non sono da classificare come «razzisti», ma annoiati e oziosi; separerei il gesto da essi fatto e lo classificherei come conseguenza dell’oziare che genera molti vizi e guai, come i nostri padri avevano già notato. Essi hanno dichiarato che per noia avrebbero dato fuoco anche a un gatto, s’aggiunga che erano pieni d’alcool e droghe. Una responsabilità io l’attribuisco certamente ai genitori che consentono che i loro figli stiano in ozio, facciano branco e (annoiati) arrivino a fare cose, di cui non percepiscono la gravità.

     A Caltanissetta vi fu uno stupro di gruppo con l’omicidio della ragazza adolescente; finito l’interrogatorio dei carabinieri, uno dei ragazzi rei confessi chiese: «Ora possiamo tornare a casa?». Questo è purtroppo il risultato della libertà consegnata senza responsabilizzazione ai giovani e mai esaminata nei suoi «frutti».

     Anch’io ho un figlio ed è attualmente disoccupato, ma la sua vita, oltre alla ricerca d’un lavoro, consiste nel fare visite a fratelli ammalati e nel partecipare alle evangelizzazioni con pochi altri che vi si dedicano. In settimana ama fare lunghe passeggiate e si mantiene in esercizio cucinando (è cuoco) dei piatti deliziosi o scrivendo cose sue che lo tengono occupato.

     Circa gli stranieri va detto che alcuni di loro non dovrebbero essere presenti nel nostro territorio; è responsabilità dei leader che per motivi inaccettabili non hanno mai preso provvedimenti tesi ad allontanare costoro. Quando si scatenano la violenza e l’intolleranza degli ospitanti, i primi a pagare sono gli stranieri che con fatica si costruiscono un’esistenzadignitosa: è gente che, a parte il colore della pelle e la lingua, potrebbe darci delle lezioni d’umanità e dignità.

     Le parole del Vangelo le conosco a memoria e servono più a me per ricordare come devo comportarmi con gli ultimi che Gesù considera suoi fratelli. La giustizia e la misericordia dovrebbero albergare nel cuore d’ogni uomo, ma esse dovrebbero improntare anche l’azione delle istituzioni: tutela e accoglienza per coloro che chiedono pane e lavoro, ma pronto arresto ed espulsione verso i paesi d’origine per coloro che vengono in Italia per delinquere. Sì, vengono a «delinquere», l’ha detto in TV il ministro Roberto Maroni: nel controllo dei clandestini degli ultimi sbarchi a Lampedusa, moltissimi (se ricordo bene le cifre citate dal ministro: l’80%) avevano in tasca foglietti con scritto la destinazione, dove avrebbero commesso reati come lo spaccio di stupefacenti... luoghi dove la cronaca registra fatti del genere. [N.d.R.: Chiaramente ciò non è vero.] Io trovo inaccettabile il linguaggio della parte politica, da cui il ministro suddetto proviene, non moltissimi anni fa essa s’esercitava contro noi meridionali, eravamo il «nemico» da additare per raccogliere consensi nel nord Italia... oggi siamo stati sostituiti dai «marocca» e «vu cumprà». Le tematiche denunciate sono tuttavia reali e ben vengano sanzioni e provvedimenti che possano regolare la presenza straniera in Italia, ma le azioni orrende commesse dai ragazzi italiani sono espressione d’uno stato morale che nessuna azione repressiva riuscirà mai del tutto a modificare... se non un reale risveglio della coscienza che porti a una rigenerazione del nostro popolo. Queste cose le fa lo Spirito Santo che convince i cuori di peccato e fa rinascere gli individui dentro, in vista dell’eternità ma, sull’immediato, anche per una migliore relazione con tutti gli uomini. {06-02-2009}

 

 

2. {Vincenzo Russillo}

 

Nota redazionale: Il lettore mi aveva mandato le seguenti riflessioni di là dal tema trattato qui. Esso però in qualche modo rientra in questo scenario. Intitolerei questo contributo: «Degrado sociale e compito delle chiese».

 

Una società allo sbando?

     Oggi viviamo in una società allo sbaraglio, priva d’etica. L’uomo moderno si è spogliato della sue qualità morali, imbarbarendosi. Ai giovani vengono trasmesse immagini sempre più distorte di come vivere: modelli televisivi, sempre più vicini all’indifferenza e attaccati al «dio denaro»; un mondo politico sempre più corrotto e privo di un’etica interiore. Se dovessimo fare un ritratto della società post-moderna, potremmo scegliere: la tecnologia sempre più pervasiva, la gente trasportata dal ritmo caotico della città e i gruppi sempre più violenti che picchiano il «diverso». Si tratta di quella maggioranza di ragazzi che si crede migliore in base al colore della pelle o rispetto a un’altra persona che normodotata non è. Se ci fermiamo a guardare, il nostro mondo, scopriremmo che si sta ammalando. Si stanno perdendo le regole, i ruoli e i punti saldi per una convivenza pacifica. Non voglio far retorica, perché il male o l’intolleranza ci sono sempre stati. Tuttavia stiamo assistendo a un crollo e a una perdita di moralità. Non c’è una netta separazione tra il bene e il male. Il motto è: «Fai ciò che ti piace fare, basta che sei felice»; esso rappresenta coloro, i quali vivono nell’indifferenza e producono una società malsana. M’accorgo che sempre più la gente non dialoga. Se non la pensi come gli altri, ti parlano sopra. Se non fai parte d’una maggioranza, vali poco. Le libertà fondamentali stanno crollando.

 

Giovani allo sbando?

     Sempre legato a quanto detto sopra, non si può negare che i ragazzi d’oggi siano allo sbando, senza regole. Leggo sui blog di ragazzi giovanissimi che i primi rapporti si consumano a 16 anni o che si fa ampio consumo d’alcolici o stupefacenti. Tutto ciò che crea «sballo», ti porta a essere etichettato in modo trendy dagli altri coetanei. Insomma se segui la massa sei uno che vale. Questa pura illusione, questo volersi mischiare con la massa, crea a disagi fortissimi. A mio modo di vedere, però questo è un problema educativo. La famiglia che fine ha fatto? Oggi i genitori giocano a fare gli amici, creando una grande confusione di ruoli.

 

Progetto educazione

     Non voglio sentenziare e basta, anzi vorrei propormi in modo costruttivo. A mio modo di vedere, ai giovani manca un punto d’aggregazione. Una volta c’erano le piazzette dove si giocava a calcio. C’era più unità. Per strada s’imparavano le regole della vita e il rispetto. Oggi manca proprio il rispetto, si è più intolleranti. Quindi il mio punto di partenza sarebbe quello di proporre in ogni chiesa un centro d’aggregazione aperto soprattutto ai giovani, ma anche a chi giovanissimo non è più. Si potrebbero proporre recite teatrali, attività sportive, lavori artigianali. Si farebbe un’opera tripla: si diffonderebbe la Parola di Cristo, si creerebbero dei punti di coesione sociale e s’educherebbe al rispetto e allo stare assieme. Forse è pura utopia, ma vorrei capire se, con un po’ d’organizzazione, si potrebbe fare. Con un mix di talento ed entusiasmo si potrebbero, a mio modo di vedere, ottenere ottimi risultati.

 

Interrogativi per genitori e tutori

     Quali dovrebbero essere le linee educative di base sia per l’infanzia o nell’adolescenza? Come comportarsi nei casi particolari con figli irrequieti? Nei giochi che cosa privilegiare: i video game o i classici? Come affrontare il tema del sesso con i giovani?

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Razzismo_legge_branco_R56.htm

06-02-2009; Aggiornamento:

 

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