Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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MUSICA EQUIVOCA FRA SACRO E PROFANO?

PARLIAMONE

 

 di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l'articolo «Musica equivoca fra sacro e profano». Una lettrice faceva notare come un noto cantante cristiano ha, tra la musica che preferisce, quella di Sting, Elton John e altri cantanti secolari. Anche un altro credente, che ha un ministero dell’adorazione, ascolta questo tipo di musica. Ella faceva notare che la musica ha una forte influenza su tutta la persona.

    Io chiedo, si può essere musico-dipendente? Quanto influenzano musica e testi le opinioni di coloro che continuamente l'ascoltano? Si può ancora dire di avere la «mente di Cristo» (1 Cor 2,16) e di essere ripieni di Spirito Santo, dopo aver ascoltato per ore, ad esempio, musica rock metallica o interpreti come Marilyn Manson, che si dichiara satanista?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Autori vari

2. Raffaele Di Bari

3. Gianni Siena

4. Guerino De Masi

5. Daniel Cimpianu

6. Agostino Illiano

7. Mario Tuttobene

8.

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Autori vari}

 

Mimmo Tafuri: Io penso che sia sbagliato ascoltare musica non cristiana, ma oggi giorno la si ascolta ovunque, anche quando non la si vuole ascoltare; ma a volte penso anche che dipenda da come ci si dispone ad ascoltarla con il proprio cuore... Cercate prima il regno e la giustizia e tutte le altre cose vi saranno date in più... {05-07-2010}

 

Salvatore Paone: Non possiamo secondo me generalizzare, ci sono cantanti e musiche genuine che parlano di amore e sentimenti. Poi ci sono musiche sataniche, come «hard rok» o «rok metallico», che produce una confusione mentale e porta le sue conseguenze. La musica «underground» si ascolta spesso nelle discoteche insieme a pasticche e alcol, e sappiamo le conseguenze. Ma non credo che, se ascolto un brano di Enrico Caruso, o Mina, Battisti, ecc., ciò abbia qualche effetto collaterale.Ma in tutto ciò io preferisco sempre e unicamente ascoltare musica cristiana, perché la trovo più edificante, ma anche qui bisogna stare attenti a cosa si ascolta. {06-07-2010}

Volto Di Gennaro: Ognuno ha la fede che ha! Non bisogna misurare la spiritualità altrui con le decisioni proprie. «A te che importa del cantante, tu seguimi!». {05-07-2010}

Osservazioni (Nicola Martella): Tutto ciò che è così telegrafico, può risultare equivoco e di diversa interpretazione per chi legge. Bisogna pur fare qualche sforzo per farsi capire.

 

 

2. {Raffaele Di Bari}

 

Contributo: Io, a differenza di Mimmo Tafuri, penso che ascoltare musica non cristiana non sia più sbagliato di mangiare «carne non cristiana». Lasciatemi passare la citazione. Per me la libertà è fondamentale, e nessuno più di un cristiano è liberato dal significato che hanno le canzoni per gli altri, potendo scegliere di ascoltare la musica che più gli piace, senza esserne influenzato, visto che è guidato dallo Spirito nel discernere ciò, che si può ascoltare, da ciò che proprio non va. C’è un’età, in cui si ha più sensibilità verso i testi, e poi crescendo si perde questo interesse.

     Personalmente posso dire che non m’importa nulla della vita privata di un compositore, se ascoltando la sua musica mi compiaccio del suo genio e ne provo emozioni positive. La musica non deve essere per forza spiritualizzata, non è altro che un vettore fisico per le emozioni umane e come tale può rimanere senza essere per forza «sbagliato». Anzi, credo che sia invece sbagliato condannare coloro, che mangiano «carni consacrate agli idoli» per loro ignoranza o per diversa sensibilità.

     Chi non è con Dio, è contro Dio; pertanto non dovremmo neppure ascoltare musica di gruppi «cristiani», dove uno o più componenti non sono battezzati e non hanno fatto professione di fede?!? Oppure per coerenza non dovremmo nemmeno vedere film al cinema? Tutto questo porta, secondo me, a inutile bigottismo, a essere dei nuovi farisei. Siamo liberi, non scandalizziamo i deboli e viviamo le emozioni sane, che le 12 note possono portare, se ben mescolate tra loro, da chicchessia. {05-07-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Raffaele ha parlato della musica, affermando che non gli interessa lo stile di vita dell’autore, poiché musica è musica. Certo non ha tutti i torti. Spesso però la musica (ritmi, melodia) è veicolo di parole e di testi, quindi di messaggi e di ideologie. Un canto d’amore può essere ascoltato da tutti a tutte le latitudini, se lo si comprende; a me piacciono le canzoni napoletane (e in altri dialetti), ma evito quelle equivoche. Che dire però di una canzone, in cui si esalta cose negative o immorali: la violenza, la licenziosità, il sopruso, l’abuso, l’amoralità e quant’altro? In tali casi, si può separare la musica dal testo? Mi piacerebbe sapere il punto di vista di Raffaele.

     Penso che si possa applicare a testi equivoci e immorali il seguente brano: «Come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né battute scurrili, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie. Poiché voi sapete molto bene che nessun fornicatore, o impuro, o avaro (che è un idolatra), ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; poiché è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni; perché già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Conducetevi come figliuoli di luce (poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà e giustizia e verità), esaminando che cosa sia gradito al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele» (Ef 5,3-11).

 

 

3. {Gianni Siena}

 

In Genesi 4,21 Juval, discendente di Caino, è il padre di quanti suonano cetra e flauto. La prima musica fu certamente «peccaminosa», ma l’arte in se non fu demonizzata. A me piace la musica di Battisti che ascolto ogni tanto. Non riesco più a canticchiarne i testi, sempre per ragioni etiche e cristiane.

     Nel campo cristiano, oggi, esiste troppo ciarpame pseudo evangelico e sedicente cristiano: auspicherei una santa pulizia, per tornare a cantare della sana innodia evangelica. Non sono contro i gruppi che suonano nelle chiese di varia estrazione, anzi qualche ignoto «benefattore» registra e condivide in rete... Dio lo benedica, visto che inserisce studi biblici e sermoni evangelistici. Ma sono scandalizzato dalle troppe contaminazioni mal digerite che si possono ascoltare. Ecco un po’ di esempi:

     ■ Nel 1975, un gruppo di ragazzi esaltati (!) adattò un testo, di per sé molto bello, sulla colonna sonora de «Il Laureato» (Dustin Hoffmann). Quel film ha un contenuto molto scabroso. Finì che mi vennero in mente tutte le scene e i dialoghi visti al cinema, pochi anni prima da non convertito. La «benedizione» del bel testo? È andata a farsi «benedire»!

     ■ Il complesso «Gioia» di Lugano (CH) suonava, nel 1974-75, sotto una tenda un bel brano evangelistico, ma sulla musica dei Pooh, «Tanta voglia di lei». Anche questa miscela non mi fece apprezzare il brano molto bello e sentito.

     ■ Infine, un altro gruppo napoletano, sempre evangelico, eseguiva pezzi bellissimi ma il «sound» era copiato pari pari dalla musica di Peppino Gagliardi.

 

Io non ho pruriti «classicisti», vedo favorevolmente l’uso di strumenti diversi dall’organo e dall’armonium nel culto cristiano, ma per suonare e cantare, sotto l’impulso della grazia, «inni, canti e salmi spirituali». E inoltre a patto che tutto s’integri, senza stravolgere quello che generazioni di cristiani hanno lasciato a noi in eredità spirituale, per lodare Dio ed edificarci. {05-07-2010}

 

 

4. {Guerino De Masi}

 

Mi piace la musica. Mi piace ascoltarla. Sonicchio la chitarra dall’età di 16 anni. Ho scritto alcuni canti. Non mi definisco cantautore, anche se spesso e volentieri mi «esibivo» in occasioni evangelistiche organizzate da noi o da altri. Ritengo importante il messaggio delle parole. Ho la mia testimonianza cantata e altri canti a scopo evangelistico.

     Vorrei qui condividere una mia testimonianza in occasione di un concerto con un gruppo cristiano. Si tratta di molti anni fa. Dopo aver lavorato non poco con i miei fratelli per tutta l’organizzazione nonché la realizzazione delle strutture, che andavano dal palco agli impianti, ho dovuto fare i conti con le «riserve» di un membro dei musicisti cristiani. Avendo costruito noi stessi il palco, avevamo lasciato sul fondo due lunghi pali, tra i quali intendevamo mettere il nostro striscione che recitava: «Unica via Gesù». Il fratello «musicista» ci disse che era meglio non metterlo perché altrimenti le persone non sarebbero venute, capendo che si trattava di musica cristiana! Vi lascio immaginare la nostra delusione. Così è stato; poi ci fu una loro successiva richiesta: «Quando organizzi un altro concerto?»; gli dovetti rispondere: «No. Voi avete bisogno di un impresario e io desidero evangelizzare».

     Un’altra cosa mi ha sempre lasciato un po’ così, così. L’utilizzo di parole in inglese per parlare di programmi con concerti cristiani, per esempio «Gospel»! Che bella parola! Perché non scrivere Evangelo?

     Così, sto forse parlando della mia opinione sulla musica. Senza farsi condizionare da chi l’utilizza e con quale scopi, credo che si possa suonare di tutto e senza limiti... se nel fare musica, desidero servire il Signore. Non c’è cantante italiano o straniero (compresi i canti napoletani... questa è per il caro Nicola), che nel loro repertorio non abbiano testi non condivisibili. Ma un conto è condividerli, cioè i testi, un conto è apprezzare e utilizzare la musica.

     In occasione di un matrimonio, la sorella dello sposo (lei non è credente evangelica) si mette all’organo della chiesa evangelica e, a fine cerimonia, suona «L’Ave Maria» di Schubert. Mi sono opposto e fermato tale esibizione. Anche se non c’erano le parole cantate, era pur sempre un inno a Maria, che non potevo condividere e acconsentire come responsabile di quella chiesa.

     Credo dunque che ci siamo modi e tempi differenti di confrontarsi con la musica. Non trascurabile è il fine per cui ascoltiamo o facciamo della musica.

     In conclusione, mi torna in mente, ma non saprei dirvi dove l’ho letto, delle scomuniche a vicenda tra Spurgeon e un altro gigante evangelico. L’uno scomunicava l’altro perché fumava il sigaro e di rivalsa l’altro scomunicava l’uno perché, appassionato di musica classica, andando al teatro! Un sano equilibrio non dovrebbe farci male! {07-07-2010}

 

 

5. {Daniel Cimpianu}

 

Nota redazionale: Questo lettore è stato per un periodo di tempo nella nostra comunità con sua moglie. Poi è ritornato in Romania. Il suo punto di vista è interessante, poiché tutto il mondo è paese.

 

Mi sembra interessante il soggetto messo in discussione. Accade a volte, riguardo ai canti che cantiamo, che troviamo frasi che non comprendiamo, ma le cantiamo. Ogni tanto sono dei fratelli che ci spiegano le parole dei canti; trovano un idea interessante, che appoggia la loro predica, per cui si mettono a leggere tutto il canto. Certo ci possono essere tanti errori nei testi oppure possono crearsi situazioni imbarazzanti anche nelle spiegazioni, se accettiamo tutto quanto, senza passare al vaglio della logica e della saggezza, che il Signore ci dà. E non sono pochi i fratelli che hanno la certezza che Dio parla, quando loro predicano («perche ormai predicano da anni»), anche se fanno degli errori, teologicamente parlando.

     La Parola di Dio dev’essere convincente, passa dalla mente al cuore. Una parola che convince, la porto con me tutta la vita; altrimenti il vento mi porta ora a destra, ora a sinistra. {11-07-2010}

 

 

6. {Agostino Illiano}

 

Voglio dire questo principalmente sulla base della Parola e anche per esperienza. La musica mondana da dove nasce e dove arriva? Nasce dai sentimenti e opera sui sentimenti e sulle emozioni. Noi credenti, dice la Bibbia, almeno di nostro dovremmo cantare ed edificare per lo Spirito, restandone sempre ripieni, salmeggiando inni e cantici spirituali (Efesini 5,19-20).

     Ora, se ascoltiamo la musica di Eros Ramazzotti, pecchiamo? No di certo, ma certamente non rallegriamo lo Spirito Santo e non edifichiamo i nostri spiriti, ma edifichiamo le nostre emozioni e i nostri sentimenti; bisogna quindi fare attenzione ed essere saggi, poiché da quando nasciamo di nuovo, siamo un’anima con uno spirito e un corpo. E se tu hai una certa esperienza cristiana, facci caso che, quando ascolti delle musiche mondane, esse ti riportano a ricordi del passato e a emozioni vissute lontano da Dio; ti sembra di rivivere delle felici emozioni, ma così non è. In Cristo tu hai la vera felicità, e le emozioni devono seguire la fede. Dio vi benedica {08-07-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Ammetto che ho trovato qualche difficoltà a capire, correggere e rendere al meglio questo contributo. Faccio notare che la struttura dell’uomo, ossia essere un’anima (= persona) con uno spirito e corpo personali, non cambia dopo la conversione. Prima è un «uomo psichico» (così in 1 Cor 2,14 greco), ossia soggetto soltanto al proprio raziocinio, poi diventa un «uomo spirituale», ossia soggetto allo Spirito di Dio (v. 15).

     Quando ai canti del mondo, bisogna distinguere il grano dalla paglia e non buttare via il bambino con tutta l’acqua sporca. Ci sono, infatti, canti profani positivi, che cantano cose nobili e condivisibili, poiché sono pieni di ideali e buoni sentimenti. Qui può valere questo principio: «Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8). Se una bella canzone d’amore ha tutti queste caratteristiche, non è da ripudiare.

     Altra cosa sono le canzoni piene di volgarità o che incitano all’amoralità, alla violenza e alla blasfemia. Qui vale questo verso: «Io parlo alla maniera degli uomini, per la debolezza della vostra carne; poiché, come già prestaste le vostre membra a servizio della impurità e della iniquità per commettere l’iniquità, così prestate ora le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione» (Rm 6,19). In tali casi, vale questa raccomandazione: «Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, anzi, piuttosto riprendetele» (Ef 5,11). E vale altresì questo proponimento programmatico: «Distruggiamo i ragionamenti e ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio, e facciamo prigioniero ogni pensiero, traendolo all’ubbidienza di Cristo» (2 Cor 10,6).

 

 

7. {Mario Tuttobene}

 

Nota editoriale: Il seguente brano deriva da un lungo contributo che, essendo fuori tema altrove, l'ho messo qui per pertinenza.

 

[...] Secondo il mio modesto parere ci sono due tipi musica: la musica divina ispirata dallo Spirito Santo e la musica diabolica; l’una ispira al bene, l’altra istiga al male. Ho letto anche che famosissimi compositori del calibro di Bach hanno composto delle musiche sublimi, seppure non battezzati nello Spirito Santo, ma come ho scritto la musica ha origini celestiali; e quindi, anche se solo musica ristora l’anima, perché costoro hanno avuto un talento che usavano al servizio della stessa, la quale essendo di origine divina, dà un senso di beatitudine. [...] {15-07-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Si noti l’estrema semplificazione dualista, tipica di un certo spiritualismo, secondo cui esisterebbero soltanto due tipi musica: la musica divina e quella diabolica. Un canto d’amore puro di un uomo alla propria donna o di un genitore per un figlio chi lo ispira? Chi ha ispirato a Giuseppe Verdi (1842) «Va’ pensiero» del Nabucco, famosa aria cantata dagli Ebrei, prigionieri in Babilonia, visto che non era ebreo né cristiano evangelico? (cfr. Salmo 137). È molto semplicistico e pericoloso dividere dualisticamente l’intera musica in divina e diabolica; infatti, tra il divino e il diabolico c’è ancora l’umano, e questo è fatto di un vasto spettro di variazioni come la stessa musica e anche in esso si trovano cose sublimi e nobili, che possono essere «oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8).

     Ho dovuto un po’ ridere sull’espressione ideologica, secondo cui famosissimi compositori abbiano scritto musiche sublimi e celestiali, sebbene non fossero battezzati nello Spirito Santo! Certo che la lingua mistica batte sempre dove il dente carismatico duole!

     Inoltre il senso soggettivo di beatitudine non è un criterio per definire l’origine divina di una cosa. Nel campo occulto ed esoterico (cfr. viaggi astrali, estasi) esistono esperienze di profonda beatitudine, ma la cui origine è diabolica; ciò vale anche nel campo musicale (cfr. musica New Age, sciamanica, orientale).

 

 

 

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Inni che evito di cantare {Nicola Martella} (A)

Inni che evito di cantare! Parliamone {Nicola Martella} (T)

L’ispirazione innologica {Nicola Martella} (T)

Testo e musica dello Spirito Santo 1 {Nicola Martella} (T)

Testo e musica dello Spirito Santo 2 {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Musica_sacro_profan_UnV.htm

14-07-2010; Aggiornamento: 20-07-2010

 

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