■ Contributo:
Io, a differenza di Mimmo Tafuri, penso che ascoltare musica non
cristiana non sia più sbagliato di mangiare «carne non cristiana».
Lasciatemi passare la citazione. Per me la libertà è
fondamentale, e nessuno più di un cristiano è liberato dal significato
che hanno le canzoni per gli altri, potendo scegliere di ascoltare la
musica che più gli piace, senza esserne influenzato, visto che è guidato
dallo Spirito nel discernere ciò, che si può ascoltare, da ciò
che proprio non va. C’è un’età, in cui si ha più sensibilità
verso i testi, e poi crescendo si perde questo interesse.
Personalmente posso dire che non m’importa nulla della
vita privata di un compositore, se ascoltando la sua musica mi compiaccio
del suo genio e ne provo emozioni positive. La musica non deve
essere per forza spiritualizzata, non è altro che un vettore fisico per
le emozioni umane e come tale può rimanere senza essere per forza
«sbagliato». Anzi, credo che sia invece sbagliato condannare coloro, che
mangiano «carni consacrate agli idoli» per loro ignoranza o per
diversa sensibilità.
Chi non è con Dio, è contro Dio; pertanto non dovremmo neppure ascoltare
musica di gruppi «cristiani», dove uno o più componenti non sono
battezzati e non hanno fatto professione di fede?!? Oppure per coerenza
non dovremmo nemmeno vedere film al cinema? Tutto questo porta, secondo
me, a inutile bigottismo, a essere dei nuovi farisei. Siamo
liberi, non scandalizziamo i deboli e viviamo le emozioni sane, che le
12 note possono portare, se ben mescolate tra loro, da chicchessia.
{05-07-2010}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Raffaele ha parlato della musica, affermando
che non gli interessa lo stile di vita dell’autore, poiché musica è
musica. Certo non ha tutti i torti. Spesso però la musica (ritmi,
melodia) è veicolo di parole e di testi, quindi di
messaggi e di ideologie. Un canto d’amore può essere ascoltato da
tutti a tutte le latitudini, se lo si comprende; a me piacciono le
canzoni napoletane (e in altri dialetti), ma evito quelle equivoche. Che
dire però di una canzone, in cui si esalta cose negative o immorali:
la violenza, la licenziosità, il sopruso, l’abuso, l’amoralità e
quant’altro? In tali casi, si può separare la musica dal testo? Mi
piacerebbe sapere il punto di vista di Raffaele.
Penso che si possa applicare a testi equivoci e immorali il seguente
brano: «Come si conviene a dei santi, né
fornicazione, né alcuna
impurità, né avarizia, sia neppur
nominata fra voi; né disonestà,
né
buffonerie, né
battute scurrili, che sono cose
sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie. Poiché voi sapete
molto bene che nessun fornicatore, o impuro, o avaro (che è un
idolatra), ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca
con vani ragionamenti; poiché è per queste cose che l’ira di Dio viene
sugli uomini ribelli.
Non siate dunque loro compagni; perché già eravate tenebre,
ma ora siete luce nel Signore. Conducetevi come figliuoli di luce
(poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà e
giustizia e verità), esaminando che cosa sia gradito al Signore. E
non partecipate alle opere infruttuose
delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele» (Ef 5,3-11).
3.
{Gianni Siena}
▲
In
Genesi 4,21 Juval, discendente di Caino, è il padre di quanti suonano
cetra e flauto. La prima musica fu certamente «peccaminosa», ma l’arte
in se non fu demonizzata. A me piace la musica di Battisti che ascolto
ogni tanto. Non riesco più a canticchiarne i testi, sempre per ragioni
etiche e cristiane.
Nel campo cristiano, oggi, esiste troppo ciarpame pseudo evangelico
e sedicente cristiano: auspicherei una santa pulizia, per tornare a
cantare della sana innodia evangelica. Non sono contro i gruppi
che suonano nelle chiese di varia estrazione, anzi qualche ignoto
«benefattore» registra e condivide in rete... Dio lo benedica, visto che
inserisce studi biblici e sermoni evangelistici. Ma sono scandalizzato
dalle troppe contaminazioni mal digerite che si possono
ascoltare. Ecco un po’ di esempi:
■ Nel 1975, un gruppo di ragazzi esaltati (!) adattò un testo, di per sé
molto bello, sulla colonna sonora de «Il Laureato»
(Dustin Hoffmann). Quel film ha un contenuto molto scabroso. Finì
che mi vennero in mente tutte le scene e i dialoghi visti al cinema,
pochi anni prima da non convertito. La «benedizione» del bel testo? È
andata a farsi «benedire»!
■ Il complesso «Gioia» di Lugano (CH) suonava, nel 1974-75, sotto una
tenda un bel brano evangelistico, ma sulla musica dei Pooh, «Tanta
voglia di lei». Anche questa miscela non mi fece apprezzare il brano
molto bello e sentito.
■ Infine, un altro gruppo napoletano, sempre evangelico, eseguiva pezzi
bellissimi ma il «sound» era copiato pari pari dalla musica di
Peppino Gagliardi.
Io non
ho pruriti «classicisti», vedo favorevolmente
l’uso di strumenti diversi dall’organo e dall’armonium nel culto
cristiano, ma per suonare e cantare, sotto l’impulso della grazia,
«inni, canti e salmi spirituali». E inoltre a patto che tutto s’integri,
senza stravolgere quello che generazioni di cristiani hanno lasciato a
noi in eredità spirituale, per lodare Dio ed edificarci.
{05-07-2010}
4.
{Guerino De Masi}
▲
Mi
piace la musica. Mi piace ascoltarla. Sonicchio la chitarra dall’età
di 16 anni. Ho scritto alcuni canti. Non mi definisco cantautore,
anche se spesso e volentieri mi «esibivo» in occasioni evangelistiche
organizzate da noi o da altri. Ritengo importante il messaggio delle
parole. Ho la mia testimonianza cantata e altri canti a scopo
evangelistico.
Vorrei qui condividere una mia testimonianza
in occasione di un concerto con un gruppo cristiano. Si tratta di molti
anni fa. Dopo aver lavorato non poco con i miei fratelli per tutta
l’organizzazione nonché la realizzazione delle strutture, che andavano
dal palco agli impianti, ho dovuto fare i conti con le «riserve» di un
membro dei musicisti cristiani. Avendo costruito noi stessi il palco,
avevamo lasciato sul fondo due lunghi pali, tra i quali intendevamo
mettere il nostro striscione che recitava: «Unica
via Gesù». Il fratello «musicista» ci disse che era meglio non
metterlo perché altrimenti le persone non sarebbero venute, capendo che
si trattava di musica cristiana! Vi lascio immaginare la nostra
delusione. Così è stato; poi ci fu una loro successiva richiesta:
«Quando organizzi un altro concerto?»; gli dovetti rispondere: «No.
Voi avete bisogno di un impresario e io desidero evangelizzare».
Un’altra cosa mi ha sempre lasciato un po’ così,
così. L’utilizzo di parole in inglese per parlare di programmi
con concerti cristiani, per esempio «Gospel»!
Che bella parola! Perché non scrivere Evangelo?
Così, sto forse parlando della mia opinione
sulla musica. Senza farsi condizionare da chi l’utilizza e con quale
scopi, credo che si possa suonare di tutto e senza limiti... se nel fare
musica, desidero servire il Signore. Non c’è cantante italiano o
straniero (compresi i canti napoletani... questa è per il caro Nicola),
che nel loro repertorio non abbiano testi non condivisibili. Ma un conto
è condividerli, cioè i testi, un conto è apprezzare e utilizzare la
musica.
In occasione di un matrimonio, la sorella dello
sposo (lei non è credente evangelica) si mette all’organo della chiesa
evangelica e, a fine cerimonia, suona «L’Ave Maria» di Schubert.
Mi sono opposto e fermato tale esibizione. Anche se non c’erano le
parole cantate, era pur sempre un inno a Maria, che non potevo
condividere e acconsentire come responsabile di quella chiesa.
Credo dunque che ci siamo modi e tempi differenti
di confrontarsi con la musica. Non trascurabile è il fine per cui
ascoltiamo o facciamo della musica.
In conclusione, mi torna in mente, ma non saprei
dirvi dove l’ho letto, delle scomuniche a vicenda tra Spurgeon e un
altro gigante evangelico. L’uno scomunicava l’altro perché fumava il
sigaro e di rivalsa l’altro scomunicava l’uno perché, appassionato
di musica classica, andando al teatro! Un sano equilibrio
non dovrebbe farci male!
{07-07-2010}
5.
{Daniel Cimpianu}
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Nota redazionale: Questo lettore è stato per un periodo di tempo
nella nostra comunità con sua moglie. Poi è ritornato in Romania. Il suo
punto di vista è interessante, poiché tutto il mondo è paese.
Mi
sembra interessante il soggetto messo in discussione. Accade a volte,
riguardo ai canti che cantiamo, che troviamo frasi che non
comprendiamo, ma le cantiamo. Ogni tanto sono dei fratelli che ci
spiegano le parole dei canti; trovano un idea interessante, che
appoggia la loro predica, per cui si mettono a leggere tutto il canto.
Certo ci possono essere tanti errori nei testi oppure possono
crearsi situazioni imbarazzanti anche nelle spiegazioni, se accettiamo
tutto quanto, senza passare al vaglio della logica e della
saggezza, che il Signore ci dà. E non sono pochi i fratelli che hanno la
certezza che Dio parla, quando loro predicano («perche ormai predicano
da anni»), anche se fanno degli errori, teologicamente parlando.
La Parola di Dio dev’essere convincente, passa dalla mente al
cuore. Una parola che convince, la porto con me tutta la vita;
altrimenti il vento mi porta ora a destra, ora a sinistra. {11-07-2010}
6.
{Agostino Illiano}
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Voglio
dire questo principalmente sulla base della Parola e anche per
esperienza. La musica mondana da dove nasce e dove arriva? Nasce
dai sentimenti e opera sui sentimenti e sulle emozioni. Noi
credenti, dice la Bibbia, almeno di nostro dovremmo cantare ed
edificare per lo Spirito, restandone sempre ripieni, salmeggiando
inni e
cantici spirituali (Efesini 5,19-20).
Ora, se ascoltiamo la musica di Eros Ramazzotti, pecchiamo? No di
certo, ma certamente non rallegriamo lo Spirito Santo e non edifichiamo
i nostri spiriti, ma edifichiamo le nostre emozioni e i nostri
sentimenti; bisogna quindi fare attenzione ed essere saggi, poiché da
quando nasciamo di nuovo, siamo un’anima con uno spirito e un corpo. E
se tu hai una certa esperienza cristiana, facci caso che, quando ascolti
delle musiche mondane, esse ti riportano a ricordi del passato
e a emozioni vissute lontano da Dio; ti sembra di rivivere delle
felici emozioni, ma così non è. In Cristo tu hai la vera felicità, e
le emozioni devono seguire la fede. Dio vi benedica {08-07-2010}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Ammetto che ho trovato qualche difficoltà a capire,
correggere e rendere al meglio questo contributo. Faccio notare che la
struttura dell’uomo, ossia essere un’anima (= persona) con uno
spirito e corpo personali, non cambia dopo la conversione. Prima è un
«uomo psichico» (così in 1 Cor 2,14 greco), ossia soggetto soltanto al
proprio raziocinio, poi diventa un «uomo spirituale», ossia soggetto
allo Spirito di Dio (v. 15).
Quando ai canti del mondo, bisogna distinguere il grano dalla paglia e
non buttare via il bambino con tutta l’acqua sporca. Ci sono, infatti,
canti profani positivi, che cantano cose nobili e condivisibili,
poiché sono pieni di ideali e buoni sentimenti. Qui può valere questo
principio: «Del rimanente, fratelli, tutte le cose
vere, tutte le cose
onorevoli, tutte le cose
giuste, tutte le cose
pure, tutte le cose
amabili, tutte le cose di
buona fama, quelle in cui è qualche
virtù e qualche
lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8). Se
una bella canzone d’amore ha tutti queste caratteristiche, non è
da ripudiare.
Altra cosa sono le canzoni piene di volgarità o che incitano
all’amoralità, alla violenza e alla blasfemia. Qui vale questo
verso: «Io parlo alla maniera degli uomini, per la debolezza della
vostra carne; poiché, come già prestaste le vostre membra a
servizio della impurità e della iniquità per commettere
l’iniquità, così prestate ora le vostre membra a
servizio della giustizia per la vostra santificazione»
(Rm 6,19). In tali casi, vale questa raccomandazione: «Non
partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, anzi, piuttosto
riprendetele» (Ef 5,11). E vale altresì questo proponimento
programmatico: «Distruggiamo
i ragionamenti e ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di
Dio, e
facciamo prigioniero ogni pensiero,
traendolo all’ubbidienza di Cristo» (2 Cor 10,6).
7.
{Mario Tuttobene}
▲
Nota editoriale: Il seguente brano deriva da un lungo contributo che, essendo fuori tema
altrove, l'ho messo qui per pertinenza.
[...] Secondo il mio modesto parere ci sono due tipi musica: la
musica divina ispirata dallo Spirito Santo e la musica diabolica; l’una
ispira al bene, l’altra istiga al male. Ho letto anche che famosissimi
compositori del calibro di Bach hanno composto delle musiche
sublimi, seppure non battezzati nello Spirito Santo, ma come ho
scritto la musica ha origini celestiali; e quindi, anche se solo
musica ristora l’anima, perché costoro hanno avuto un talento che
usavano al servizio della stessa, la quale essendo di origine divina, dà
un senso di beatitudine. [...] {15-07-2010}
▬ Risposta (Nicola Martella): Si noti l’estrema semplificazione dualista,
tipica di un certo spiritualismo, secondo cui esisterebbero soltanto
due tipi musica: la musica divina e quella diabolica. Un canto
d’amore puro di un uomo alla propria donna o di un genitore per un
figlio chi lo ispira? Chi ha ispirato a Giuseppe Verdi (1842) «Va’
pensiero» del Nabucco, famosa aria cantata dagli Ebrei, prigionieri in
Babilonia, visto che non era ebreo né cristiano evangelico? (cfr. Salmo
137). È molto semplicistico e pericoloso dividere dualisticamente
l’intera musica in divina e diabolica; infatti, tra il divino e il
diabolico c’è ancora l’umano, e questo è fatto di un vasto
spettro di variazioni come la stessa musica e anche in esso si trovano
cose sublimi e nobili, che possono essere «oggetto dei vostri
pensieri» (Fil 4,8).