Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LIBERO PER ESSERE FELICE?

 

 a cura di Nicola Martella

 

 

1. Che significa essere «libero» e «felice»?: Cerchiamo di spiegare dapprima i termini.

     ■ Libero: Nel senso qui inteso, «libero» è chi non è soggetto a lacci e impedimenti di qualunque tipo e al dominio e alla coercizione altrui, quindi chi può agire senza subire costrizioni morali, ideologiche e materiali. «Libero» è altresì chi è autonomo e in grado di scegliere secondo la propria coscienza e volontà, senza subire la coercizione, il controllo o l’ingerenza di un’autorità esterna. Qui non contempliamo gli aspetti della libertà che diventa arbitrio, ardimento, sfacciataggine, licenziosità e abuso verso altri.

     ■ Felice: Nel senso qui inteso, «felice» è chi si sente completamente soddisfatto, pieno di gioia (quindi, lieto, beato, contento), pienamente appagato della propria condizione (quindi, prospero) e del proprio bisogno materiale o spirituale (quindi, pago, sereno e tranquillo), fortunato, in condizioni favorevoli (quindi, propizio, fausto, fecondo).

 

2. Chi è veramente felice?: Solo chi è veramente libero in sé e da tutto, può essere veramente felice. Solo chi ha in sé la fonte d’energia, lo scopo e il fine, e non dipende da nulla e da nessuno, può essere veramente libero e felice. Chi non dipende in alcun modo da cose o da persone, può altresì liberare e rendere felici. Egli solo può diventare per altri «via» (strumento, tramite, viatico, mediatore), «verità» (paradigma, modello) e «vita» (fonte d’energia).

     Chi trova come guida una persona veramente libera e felice, può aspirare alla liberazione e all’appagamento, e diventarne strumento. Solo chi è veramente libero, può volontariamente fare grande rinunce per un fine più grande.

 

3. La trascendenza e la felicità: Quant’è libero e felice Dio? Quanto può liberare e rendere felici Cristo?

     ■ Dio Padre viene chiamato «il felice e unico Sovrano, il Re dei re e Signor dei signori, il quale solo possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile» (1 Timoteo 6,15s).

     ■ Gesù venne chiamato «Principe della vita» (Atti 3,15). Egli disse: «Io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho potestà di deporla e ho potestà di ripigliarla» (Giovanni 10,17s).

     ■ Gesù disse: «Se dunque il Figlio [di Dio] vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Giovanni 8,36). E anche: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14,6).

     ■ Altri brani utili: Giovanni 1,4; Filippesi 2,6; Apocalisse 1,18; 21,5.

 

Quindi, solo Gesù, essendo veramente libero, ha potuto volontariamente rinunciare al suo diritto, per realizzare la liberazione di chiunque crede in Lui come Messia, ossia come suo personale Signore e Salvatore.

 

4. Aspetti conclusivi: Walter Percy, romanziere americano e accanito difensore dell’esistenzialismo, impersonato specialmente da Satre e da Camus, prima della sua morte, avvenuta nel 1990, cambiò le sue convinzioni. In un’intervista dichiarò: «In questa vita ci sono troppe tribolazioni… Arrivato alla fine dei miei giorni, non posso più affermare che la vita consista nel fare dell’uomo il centro di tutto, credendolo capace di uscire dalle difficoltà con le sue sole forze, con l’aiuto della scienza, ma senza Dio. No, questa teoria non calza… La vita è un mistero e una gran gioia. Non bisogna aggrapparsi a niente di meno che al mistero infinito e alla gioia infinita, ossia a Dio».

     Restano alcune domande personali:

     ■ Quanto sei libero veramente? Oppure sei tu il più grande tiranno e carnefice della tua vita?

     ■ Quanto sei felice veramente? Oppure sei tu il più grande impedimento a una tua felicità più grande e duratura?

     ■ Quanto è presente nella tua vita tale «gioia infinita, ossia Dio»?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

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I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Nicola Carlisi

2. Antonio Strigari

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12. Autori vari

 

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1. {Nicola Carlisi}

 

Libertà!

La libertà che l’uomo vuole avere,

pensa che sia una cosa d’afferrare,

un giusto equilibrio deve mantenere

se in essa vuole dimorare.

     Questo è il suo pensiero, così agisce,

e non si avvede che incatenato è,

di vizi di pensieri e cose strane,

schiavo, circondato egli è.

Il proprio io l’incatena

Più si dibatte, più si dà pena,

non spezzerai mai questa catena

che col passar degli anni più s’allunga,

e sempre più robusta lei si fa.

Noi ci scusiamo dicendo è debolezza,

certo un giorno spezzare si dovrà,

me sempre più diventa una fortezza,

povero me uomo, chi mi libererà!

Amico caro Gesù è venuto,

Lui vuole darti la tua libertà,

vuol darti quel regno che hai perduto,

vuol darti la vera serenità.

Rinunzia di dare al tuo io,

perché egli mai si appagherà;

ma nel momento che tu rinunzierai,

avrai acquistato la tua libertà.

Corri vai a Gesù che libero ti fa,

deponi ai suoi piedi la tua volontà.

{01-04-2013}

 

 

2. {Antonio Strigari}

 

Contributo: Vorrei dare il mio piccolo contributo su due punti in questione.

     ● La libertà: «Gesù allora prese a dire a quei Giudei che avevano creduto in lui: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi”» (Giovanni 8,31). Anch’io, come «queiGiudei», ho creduto in Lui e «sto perseverando» nella sua Parola, ma questo dovrò farlo «fino alla fine», per essere veramente libero.

     Il periodo, nel quale un credente è chiamato a perseverare nella Parola del Signore, non ha un limite, per cui la vera libertà (completa) si ha solo dopo la morte. Certo non bisogna confondere la libertà con il libero arbitrio. Agostino disse, in merito, in un suo scritto:«Se puoi scegliere fra il bene e il male, hai il libero arbitrio; ma se non scegli sempre il bene, non sei libero».

 

     ● La felicità: Questo stato d’animo, che porta l’uomo a godere di ogni cosa buona creata da Dio in ogni situazione e a scacciare dalla mente ogni pensiero negativo e opprimente, si ottiene, per grazia di Dio, sin dal primo istante, in cui si crede «veramente» in Cristo Gesù.

     Dico questo solo per esperienza personale. Infatti, sapendo di essere stato salvato per grazia e potendo contare sulla guida sicura dello Spirito di Dio, posso testimoniare che potrò raggiungere il porto sperato, cioè la salvezza (se questo sarà sempre il mio più grande desiderio).

     La felicità si rende concreta in noi per la «speranza», una speranza, però, che esclude ogni dubbio, perché poggia sulle promesse di Dio, che non possono venir meno. {01-04-2013}

 

Nicola Carlisi: Caro Antonio, è scritto: «Poiché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù, mi ha affrancato dalla legge del peccato e della morte» (Rom 8,2). E ancora: «Ora, essendo stati affrancati dal peccato, voi siete fatti servi della giustizia» (Rom. 6,18,19). La libertà la riceviamo subito, la santificazione è progressiva e continuerà sino alla fina, e lo farà Dio stesso (1 Tess 5,23-24). {01-04-2013}

 

Nicola Martella: Per chi è entrato nel patto di Cristo ed è stato rigenerato, la salvezza e i doni sono sicuri e certi, poiché è il Signore stesso a garantirli.

     ● Sperare significa attendere fiducioso ciò, che Dio ha promesso. Chi è nato veramente da Dio, persevera, essendo ciò nella sua natura di figlio di Dio. «Salvati in speranza» significa salvati già ora, in attesa del compimento della salvezza. A noi viene chiesto di santificarci fino alla fine; allora è affar di Dio conservarci in stato di grazia e di salvezza, e di questo possiamo stare sicuri e certi: Egli sa quel che fa, e mantiene quanto ha promesso.

     ● Il meglio sta davanti, così per la libertà e la felicità; la gloria coincide con la risurrezione. Tuttavia, già ora abbiamo la «caparra», l’anticipo di ciò, che ci verrà elargito per intero ai rigenerati.

 

Antonio Strigari: Caro fratello Nicola Carlisi, allora tu sei uno che ha «perseverato» nella sua Parola e sei diventato «veramente» suo discepolo, hai conosciuto la Verità e sei diventato libero. Ma permettimi di chiederti: Hai «finito di perseverare» o ancora dovrai farlo? Hai conosciuto la Verità interamente o solo in parte? Per quanto riguarda la mia persona, ho solo avuto dal Signore la «possibilità» di essere libero per il suo Spirito e la conoscenza «parziale» della Verità, una conoscenza che Dio amplia giorno per giorno in virtù della mia sottomissione e del mio amore per Lui. {01-04-2013}

 

Nicola Martella: Chi è nato da Dio, persevererà fino alla fine e porta frutto; i «credenti» non rigenerati vivono in modo pericoloso, essendo solo credenti di nome, religiosi o aggregati. La salvezza coincide con la giustificazione da parte di Dio in Cristo, con la rigenerazione e col suggellamento mediante lo Spirito Santo per il giorno della redenzione (= risurrezione). Garante di tutto ciò è Cristo, non la nostra perseveranza.

     Che il meglio stia davanti, è vero; tuttavia, abbiamo già ora la caparra dell’eredità e lo Spirito Santo ce la dischiude. Che un giorno conosceremo pienamente, è vero; tuttavia, abbiamo già ora la rivelazione di Dio nella sua Parola, che è sufficiente.

     Torniamo, per favore, al tema principale. Tale divagazione dottrinale è stata interessante, ma appesantisce il tema e ci fa deviare dall’obiettivo.

 

Antonio Strigari: Nicola Martella, è scritto: «E perché l’iniquità sarà moltiplicata, la carità dei più si raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato» (Matteo 24,12-13) e questo significa che alcuni possono non perseverare fino alla fine. Io non credo alla dottrina della predestinazione, così come infelicemente viene interpretata e proposta da molti. Dopo questa doverosa precisazione (fuori tema solo perché da te «trascinato»), mi taccio. {01-04-2013}

 

Nicola Martella: È evidente che Gesù parlò a Giudei e disse ciò all’interno della sua «Apocalisse» per la generazione di Giudei, che si sarebbe trovata durante il «Giorno del Signore», appena prima del suo ritorno in gloria. Prima di ciò, Egli parlò anche del suo avvento come un fulmine e del fatto che avrebbe attirato a sé i credenti (vv. 27s; rapimento). Poi, parlò della tribolazione finale e della sua apparizione «con gran potenza e gloria» (vv. 29s; Millennio), per radunare i suoi servi nel regno (v. 31). In tale periodo, i Giudei vedranno «l’abominazione della desolazioneposta in luogo santo» (v. 15), ossia nel tempio, che verrà ricostruito. In tale contesto di apostasia (cfr. vv. 9-12.15) s’inserisce il v. 13: «Ma chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvato», intendendo che verrà «salvaguardato» per poter scampare nel regno messianico.

     Non bisogna prendere tali versi, che parlavano del tempo della fine (oltre che adombravano già in parte il 70 d.C., quando furono distrutti Gerusalemme e il tempio), e generalizzarli, traendone una dottrina particolare, valida per i credenti del nuovo patto; né bisogna trarre da tale brano la dottrina derivata della cosiddetta perdita della salvezza.

 

 

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12. {Autori vari}

 

Santina Rallo: La mia felicità più grande? La gloriosa presenza di Dio nella mia vita, la sua benedizione, il suo amore! Non c’è gioia più grande di questa felicità. Ogni problema svanisce, ogni difficoltà si annulla, lodando, pregando. Lo dichiaro e lo confermo! {02-04-2013}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Libero_felice_OiG.htm

31-03-2013; Aggiornamento: 02-04-2013

 

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