Mi sono ripromesso da anni di scrivere un articolo su Halloween. Poi mi
ricordo sempre troppo tardi che il 31 ottobre arriva a giorni.
Tempo addietro una lettrice mi ha scritto quanto segue a proposito di
Halloween: «Shalom, sono certa che riuscirai a trattare in meglio questo
tema e a trovare altri aspetti biblici... Ti ringrazio in anticipo»
{Teresa Todisco; 17 ottobre 2009}.
Ricordo che Gaetano Nunnari, padre con figliole in tenera età, scriveva
quanto segue nel tema di discussione «Partecipazione al “travaglio del natale”»: «Comunque vorrei anche precisare che non tutte le festività moderne sono utili.
Per esempio come genitore cristiano credo che sia bene non festeggiare
la befana, perché le streghe “buone” non esistono! O ancora peggio
Halloween, e mi sembra superflua qualsiasi precisazione in merito.
Bisogna secondo me come credenti trovare il giusto equilibrio tra ciò
che può essere utile (Natale e Pasqua), ciò che è innocuo (capodanno,
carnevale per i bambini) e ciò che può essere dannoso (Halloween). Detto
questo credo in ogni modo che ognuno, alla fine, su queste problematiche
debba seguire il principio biblico che tutto ciò, che non viene da
convinzione, è peccato». Non so se tale distinzione appagherà
tutti, visto che il tema era un altro, in ogni modo rappresenta una
buona introduzione nella problematica, che rimane comunque controversa.
Sebbene con le mani piene di lavoro, mi ero riproposto quest’anno di
affrontare questo argomento di importazione recente nella nostra
cultura; tanto più che ero stato sollecitato dalla suddetta lettrice.
Provvidenzialmente mi è venuto in soccorso, senza neppure richiederlo,
Vincenzo Russillo (primo contributo). Non resta che discuterne insieme.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Vincenzo Russillo}
▲
Entriamo in tema
Halloween è una delle feste d’origine pagana che più ha spopolato negli
ultimi anni. Molti tra bambini e adulti si dedicano ai preparativi di
quest’evento. Molti la considerano esclusivamente una goliardata, per
ridere e scherzare con amici e conoscenti, per altri invece è una
macabra festa all’insegna del consumismo. Cerchiamo d’individuarne le
origini e di esaminare meglio questo moderno «rito» di massa.
Un po’ di storia
Questa festa coincide con la vigilia d’ognissanti. Infatti tale festa
inizialmente si chiamava All Hallows Eve (= vigilia di tutti i santi).
Andando a ricercare le origini di tale festa possiamo rintracciare
l’inizio presso i Celti. In
Wikipedia leggiamo quanto segue: «In Europa la ricorrenza si
diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell’estate con
Samhain, il loro capodanno. In gaelico Samhain significa
infatti “fine dell’estate”. A sera tutti i focolari venivano spenti e
riaccesi dal “sacro falò” curato dai druidi a Tlachtga, vicino alla
reale Collina di Tara. Nella dimensione circolare del tempo,
caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto
fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all’anno vecchio
e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei
morti (Tir na n’Og) s’assottigliava e i vivi potevano accedervi.
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla
tavola in segno d’accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da
qui l’usanza del trick-or-treat [“Dolcetto o scherzetto” in
italiano, N.d.R.]. Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti
non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi,
entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto
risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze
che intercorrevano appunto rispetto all’uomo. Secondo la leggenda, nella
notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche
pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi
di molte altre storie terrificanti. Si ricollega forse a questo la
tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da
streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono
minaccioso: “Dolcetto o scherzetto?” (“Trick or treat” nella
versione inglese). Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario
bussare a 13 porte diverse».
Da questa citazione possiamo ben intendere quali sono le origini di tipo
pagano di tale ricorrenza, in cui l’occulto si va a confondere con il
goliardico. Tale rito venne «cristianizzato» e reso compatibile con gli
insegnamenti della chiesa cattolica da papa Bonifacio IV. Infatti il 1°
novembre si commemora la festa d’ognissanti e il 2 novembre la
celebrazione della festa dei defunti, festa in cui si prega per l’anima
dei propri cari. Il perpetuarsi di queste tradizioni d’origine pagana
sotto forma di «sacro» andò a fondersi con altre credenze popolari.
Infatti molte persone, nella notte del 31 ottobre, lasciavano del cibo e
una lanterna affinché i defunti trovassero la strada per tornare nella
propria dimora. Alla fine del 1700 tale usanza sbarcò dall’Europa negli
Stati Uniti, portata dai coloni inglesi e tedeschi; quest’ultimi
conservarono le loro leggende sulle streghe. Quest’ultime si unirono col
tempo, in un grande sincretismo di culture, con le usanze dei popoli
africani e hawaiani; ad esempio, i gatti neri venivano considerati
animali «portatori di sventura» e della stregoneria vudù.
Tra zucche e zombie: cifre da business
Facendo un salto temporale fino ai giorni nostri, possiamo individuare
ancora una forte deriva di tipo pagano in questa festa. Soprattutto
sull’onda della diffusione americana, Halloween ha avuto un grande
ritorno anche in Europa. L’occulto fa breccia, infatti: fantasmi.
vampiri e zombie hanno un grande fascino sulla popolazione. Anche i più
piccoli, un po’ per gioco e un po’ per il senso d’attrazione suscitato
da questo mondo misterioso, si riuniscono per festeggiare tale
ricorrenza. Spesso sia i più giovani sia i più grandi si riuniscono in
feste, con travestimenti vari e soprattutto ornamenti macabri come le
zucche (elemento simbolo). Andando a guardare un po’ alle cifre spese in
questi ultimi anni, ci possiamo accorgere che è un vero business.
Infatti si parla di cifre esorbitanti, in Italia si stimano 370
milioni di euro spesi nel 2008 per festeggiare tale ricorrenza (cfr. La Stampa,
Halloween, un business da 370 milioni d’euro).
Solo divertimento o di più: un cristiano cosa dovrebbe fare?
Oltre alle cifre economiche, il divertimento legato all’occultismo
produce altro. Innanzitutto il primo aspetto che viene all’occhio è che
ormai fin dall’infanzia si viene bombardati da messaggi di tipo
deleterio. Pensiamo alle storie dei mostri e ancor di più dei fantasmi,
ovvero di spiriti di defunti che vagano. Bisogna riflettere ancor di
più, poiché la cronaca dei nostri giornali ci parla di riti satanici e
sette spiritiche che s’attivano particolarmente durante tale ricorrenza.
Ciò provoca addirittura dei contro-riti all’interno della denominazione
cristiana maggioritaria; si legga qui per credere: «Contro il “Capodanno
di Satana” un rosario scaccia Halloween». Sembra d’assistere in ciò a
uno scontro tra maghi. Purtroppo c’è una realtà più importante da
delineare: in tutto questo il vincitore è Satana.
Tutta questa realtà ci viene presentata come innocua e innocente, per
questo motivo non bisogna farsi assuefare. Nella Bibbia
ci viene raccontata la storia di Simon Mago e della sua punizione (Atti
8,9-24). Ci viene rigorosamente insegnato di non avvicinarci alle arti
magiche. Più volte anche al popolo d’Israele viene ingiunto a non
rivolgersi agli spiriti: «Se qualche persona si rivolge agli spiriti
e agli indovini per prostituirsi andando dietro a loro, io volgerò la
mia faccia contro quella persona, e la toglierò via dal mezzo del suo
popolo» (Levitico 20,6). Durante questa festa, che assomiglia a un
«carnevale lugubre», si portano avanti false verità. Partecipando a
party vestiti in maschera, si rischia di non essere luce e di non
dimostrare il proprio spirito redento in Cristo. «Soltanto,
comportatevi in modo degno dell’Evangelo di Cristo, affinché […] senta
dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme
con un medesimo animo per la fede dell’Evangelo»
(Filippesi 1,27). Quindi possiamo ben intendere che non si può
festeggiare una festa pagana, in cui si tiene viva la fede in spiriti e
non nel Dio vivente.
Conclusioni
Non si può essere schiavi delle tenebre e della confusione morale dei
nostri giorni, ma bisogna saper andare controcorrente. Per lanciare un
messaggio forte di rottura, non bisogna lasciare che i bambini seguano
credenze poco sane, né tantomeno dobbiamo farci trascinare noi stessi;
anzi, dobbiamo denunciare la deriva della nostra società, che si sta
spostando verso l’occultismo. È necessario non mischiarsi con ciò che
può essere ambiguo, con feste che lanciano messaggi pagani o essere
tempestati da film dell’horror. Infatti ci è stato detto quanto segue: «Esaminate
ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male» (1
Ts 5,21s). Non bisogna confondersi con il «mondo»; infatti ci è stato
comandato: «Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre;
piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle
cose che costoro fanno di nascosto» (Efesi 5,11s). Bisogna quindi
armarsi in senso spirituale, per combattere ogni falsità che proviene
dal male: «La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque
via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Romani
13,12).
2. {Nicola Martella}
▲ Concordo
con Vincenzo nella stragrande maggioranza delle cose che afferma.
Halloween è una festa introdotta in Italia specialmente dai
commercianti per anticipare gli affari natalizi.
Di per sé è un doppione della «Befana» (che ironia della sorte!
proviene da «epifania», ossia «manifestazione [del Signore]», il primo
natale festeggiato in Egitto). Halloween aggiunge molti altri elementi
pagani alla Befana, festa che era stata in qualche modo cattolicamente
addomesticata.
Halloween è un ritorno alla superstizione religiosa popolare
presente in Italia da secoli, secondo cui i morti vanno in giro in quel
periodo per visitare le loro case e i luoghi d’origine e, se non trovano
luci e cibo sul cammino, non trovano la via né hanno abbastanza forze
per continuare il cammino; la paura è che possano quindi vendicarsi dei
viventi. Quand’ero ragazzo, questo era il lugubre clima che si respirava
in quei giorni; a ciò si aggiungevano le macabre storie riguardo a ciò
che i morti avrebbero fatto, dove non trovavano luci e cibo per via.
Io personalmente il 31 ottobre di ogni anno preferisco pensare alla
Riforma, la cui festa ricorre proprio in quel giorno. La Riforma ha
liberato milioni di persone dai legami della superstizione religiosa
cristianizzata, indicando loro la salvezza per grazia mediante la fede,
così come ribadita dagli apostoli del Signore. Infatti il motto
riformatorio è il seguente: «solo Cristo, solo la Parola, solo per
grazia, solo mediante la fede». Ciò significa quanto segue, se detto
con le parole apostoliche: «Nessuno può porre altro fondamento che
quello già posto, cioè Cristo Gesù» (1 Cor 3,11). Paolo aggiunse
però anche quanto segue: «Badi ciascuno come vi edifica sopra…
l’opera d’ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la
paleserà» (vv. 10.13); chi vi costruisce sopra opere senza valore,
ne avrà il danno riguardo al premio (non alla salvezza; vv. 14s).
Halloween, la Befana, carnevale e altre simili ricorrenze sono tra tali
opere senza valore; specialmente Halloween è altresì una festa pagana e
deleteria.
Le
commistioni spirituali fanno male allo spirito. Paolo diede al riguardo
la seguente ingiunzione: «Non vi mettete con gli infedeli sotto un
giogo che non è per voi; perché quale comunanza v’è fra la giustizia e
l’iniquità? O quale comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia
fra Cristo e Beliar [= Belzebù, il diavolo]? O che v’è di comune tra il
fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gli idoli?
Poiché noi siamo il tempio del Dio vivente, come disse Dio: “Io abiterò
in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno
mio popolo. Perciò Uscite di mezzo a loro e separatevene, e vi sarò per
Padre e voi mi sarete per figli e per figlie, dice il Signore
onnipotente”» (2 Cor 6,14-18).
3.
{Mimmo Tafuri}
▲
Mi è molto piaciuta la spiegazione su Halloween. E pensare che anche io
mi vestivo a carnevale non molto tempo fa. Ringrazio il Signore che mi
ha liberato da questa schiavitù e mi ha fatto un suo figlio. Preghiamo
affinché le persone vengano liberate da questa festa e che vengano alla
salvezza. Grazie e che Dio vi benedica. {29-10-2009}
4.
{Annalisa Cini}
▲
Sono una mamma di due bambini, uno di 9 e uno di 5 anni, e ogni anno si
presenta lo stesso dilemma: far capire ai miei figli che noi, che
vogliamo seguire Gesù ed essergli ubbidienti, non dobbiamo partecipare a
queste feste. Infatti, come famiglia, abbiamo deciso che non
partecipiamo né alla festa di carnevale, né a quella di Halloween.
Fino all’anno scorso, qui le scuole chiudevano per permettere ai
bambini di andare per le case a chiedere «peticocone» (qui si dice così
per dire «chiedi pane»). Sono davvero contenta che quest’anno le scuole
resteranno aperte, anche se presumo che saranno poco affollate.
Ritengo che queste feste siano davvero diaboliche; per i
bambini può essere solo un gioco, un momento dove ricevono caramelle,
pasticcini e soldi, ma per chi dona, il significato è davvero diverso.
Loro danno in onore dei loro
morti, altrimenti avranno delle sventure.
Mi è capitato, l’anno scorso, mentre camminavo insieme alla mia figlia
più piccola, per recarmi in chiesa, una signora anziana ci ha fermate,
ha chiamato la bambina e le ha regalato una bustina con i dolcetti. È
stato inutile spiegare a questa signora che non stavamo andando in giro
per chiedere «peticocone». Naturalmente la bambina era felice del dono
ricevuto, abbiamo ringraziato e abbiamo proseguito il nostro cammino.
Questo fatto mi ha fatto capire ancora di più quanto le persone sono
legate a queste tradizioni.
La cosa che mi fa stare più male, è sentire e vedere credenti che
partecipano a queste feste. Giustificandosi che loro non credono a
queste feste, ma lo fanno solo per far divertire i loro figli e che in
fondo non c’è niente di male. Ma un domani, quando questi bambini
avranno 12-13 anni o più, con che faccia proibirgli d’andare con i loro
amici a festeggiare Halloween o il carnevale, quando fino a qualche anno
prima li hanno accompagnati loro stessi? Io ritengo che sin da piccoli
devono comprendere che queste feste non vengono da Dio, non portano
gloria a Lui, e fargli conoscere il vero significato di queste feste.
Noi come famiglia, offriamo loro delle alternative diverse,
facendo con loro qualcosa che apprezzano, così, rientrando a scuola
avranno comunque qualcosa da raccontare. Mi è stato pure detto che
sto privando i bambini di divertirsi con i loro compagnetti; sarà,
ma io preferisco allontanarli da queste cose, che non danno niente di
buono, e offrire loro principi biblici
che daranno loro molto di più di questi momentanei divertimenti. «Inculca
al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non
se ne dipartirà» (Proverbi 22,6). {30 ottobre 2009}
5.
{Tonino Mele}
▲
Noto una certa
discrepanza tra le parole di Nunnari, che aprono questa discussione,
e le parole dell’ultimo contributo, di Annalisa. Nunnari dice «innocuo»
il «carnevale per bambini», mentre Annalisa dice che «questa cosa la fa
star male» e che i bambini «fin da piccoli devono comprendere che queste
feste non vengono da Dio».
Non voglio dare al primo inciso, più valore di quello che l’autore
voleva dargli, rilevo che lui distingue tra Halloween e il
carnevale per bambini, però richiama un certo modo di considerare certe
feste, come la befana, il carnevale e Halloween, in relazione ai
bambini. Annalisa parla da mamma, parla per sé e parla in modo
soggettivo. Però anche lei richiama una questione oggettiva, cioè:
queste feste hanno un valore didattico o sono semplicemente un
momento ludico (ammesso e non concesso che il gioco non sia un momento
didattico) e di socializzazione per i nostri bambini? È sufficiente «addomesticare»
queste feste, dandogli una connotazione diversa da quella con cui sono
nate? È certo che la crescita cancellerà ogni cosa, perché i
nostri bambini «allora» capiranno come stanno veramente le cose, mentre
ora sarebbe esporli a un’inutile sofferenza, privandoli di quelle cose
che fanno anche i loro «compagnetti»? Oppure continueranno a
perpetuare consuetudini che, per tutta la vita considereranno «cose
da bambini»?
Non voglio dare io una risposta a queste domande, ma spero che
rinvigoriscano il
confronto su questa questione. {31 ottobre 2009}
6.
{Gaetano Nunnari}
▲
Può esserci una certa discrepanza, come dice Mele, ed essa è
dovuta al fatto di come si considerano e s’affrontano queste situazioni.
Per quanto riguarda il
carnevale, non ritengo che per i bambini, che si travestono da
cowboy, Zorro, o come le mie figlie da principessa, sia qualcosa di
contaminante oppure di dannoso per la loro futura crescita e
attaccamento al Signore.
Io stesso
ricordo che quando da bambino mi vestivo e giocavo con i miei compagni
immedesimandoci nei personaggi, di cui c’eravamo travestiti, facevamo
lavorare la fantasia. Mi divertivo molto. Poi, in quei giorni, invece di
fare lezione con la classe, andavamo a mangiarci la «maccheronata» e
passavamo la giornata giocando. Quando sono cresciuto, già
nell’adolescenza, mi è passata da sola la voglia di mascherarmi.
Nei
carnevali degli adulti la cosa è diversa. Molti approfittano per
ubriacarsi, «lasciarsi andare». Spesso durante il carnevale che viene
festeggiato dagli adulti avvengono episodi che sfociano in risse e
tafferugli vari. Gli adolescenti, che non hanno timore di Dio, durante
tali feste si divertono a fare i teppisti, molte volte a commettere atti
di vandalismo, e così via...
Se, come dice Annalisa, inculchiamo la condotta al fanciullo, a un certo
punto questi sa che si deve fermare quando il gioco fantasioso si
trasforma in un altro gioco, che innocente più non è. Soprattutto come
genitori, se dimostriamo coerenza, mostrando sani principi nella
nostra vita, i nostri figli avranno un motivo valido per non fare certe
cose e anche un esempio valido da seguire. Si spiegherà loro che
il periodo dell’innocenza nel festeggiare tale festa è ormai passato, e
partecipare adesso a una tale festa è sconveniente per i motivi e i
rischi descritti poc’anzi.
Altro discorso per Hallowen. Tale festa è dichiaratamente
spiritica. Un giorno parlando con una mia parente, che insegna alle
scuole elementari, stavamo discutendo su Hallowen, e lei banalizzava
tale festa. Io replicai dicendo di farmi capire che cosa ci fosse
d’educativo per un bambino parlare di morti, mostri e spettri. Questa
mia parente non replicò.
Il premio nobel Sir John Eccles studioso del cervello, aveva sostenuto
che una persona che s’interessa allo spiritismo dimostra già di per sé
una forma di malattia mentale. Non mi sembra dunque che Hallowen possa
eludere da tale affermazione, fatta da un luminare della psichiatria.
Io rispetto le
convinzioni degli altri, ma come avevo citato nel mio contributo sul
natale, tutto ciò che non è convinzione è peccato. Se Annalisa ritiene
meglio procedere così, è libera di farlo. Io invece credo che si faccia
bene a non imporre troppi pesi sui nostri bambini.
Posso affermare che le mie bambine quando vedono i costumi da
Hallowen al supermercato, o nei negozi, dimostrano ed esternano
esplicitamente la loro disapprovazione. Sanno che certe cose Gesù non le
approva, ed è per loro normale non volerci avere a che fare. Così lo
fanno anche a scuola. Ho potuto constatare con mia profonda gioia che
nel loro piccolo sanno dare una testimonianza ai loro compagni, non
vergognandosi del vangelo.
Ecco che con la nostra esperienza famigliare affermo tranquillamente che
inculcare la condotta, non significa sempre proibire qualcosa.
Certamente le proibizioni vanno fatte spesso, ma quando l’educazione
cristiana è impartita con successo, il cuore del fanciullo è custodito
dal timore del Signore, che preserva dagli eccessi spesso riscontrabili
in questa società.
Posso invece dire che molte cose scioccanti e che mi hanno
segnato da bambino, sono state altre, come assistere spesso e volentieri
a manifestazioni spiritiche tipiche sia degli ambienti pentecostali sia
di quelli carismatici, a cui molto spesso, per non dire sempre, ho
dovuto obbligatoriamente assistere terrorizzato. Era peggio che guardare
un film horror. Mi hanno causato molti più traumi e contaminazioni
frequentare questi posti, che non aver festeggiato il carnevale a
scuola. {31 ottobre 2009}
7.
{Nicola Martella}
▲
Non so se la risposta di Gaetano esaudirà del tutto le attese di
Annalisa e di Tonino; vedremo. Penso che abbiano ambedue la loro
parte di ragione. Infatti l’ambiente culturale, in cui si vive, ha
un grande ruolo nel porre certe domande e nel dare determinate risposte
(p.es. riguardo al «carnevale dei bambini», come lo chiama Gaetano,
distinguendolo dal «carnevale degli adulti»). Nel giudizio di tali cose,
un gran ruolo lo hanno anche le esperienze personali del passato e del
presente.
In ogni modo, trovo molto positivo il loro franco e sincero
dialogo su tali cose. Trovo anche molto positivo che essi come genitori
non subiscano la cultura dominante per i loro figli, ma sono esercitati
a fare un cammino di maturità con loro e a trovare alternative
onorevoli per le cose, che disapprovano, invece di proibirle solamente.
Sebbene le loro soluzioni in alcuni aspetti si differenzino, sia a causa
del diverso sfondo culturale, sia per le differenti convinzioni in
alcuni punti, essi mostrano di prendere sul serio il bene di loro
figli e il gravoso «mestiere» di genitori.
In ogni modo, comunque pensiamo nel dettaglio, dopo che avremo fatto il
meglio possibile per i nostri figli, comunicando loro sapienza, fede e
timor di Dio, avremo pur sempre bisogno della grazia di Dio,
perché essi rimangano nella via del Signore. Se il nostro insegnamento e
il nostro esempio saranno stati sufficientemente positivi, lo sapremo
solo in seguito. Fatto sta che, quando saremo diventati abbastanza
esperti per educare i nostri figli, in genere essi se ne saranno già
andati via di casa. Speriamo soltanto che abbiano con sé sempre come
eredità l'esempio della nostra fede e come bussola il timore
di Dio.
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►
Festa della Riforma o Halloween? {Nicola Martella} (T)
►
Halloween alla luce della Bibbia {Giada Pietrangeli} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Halloween_festa_cristiani_Oc.htm
26-10-2009; Aggiornamento: 6-10-2012 |