Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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L’occultismo viene presentato quale problema sociale, razionale e biblico.

  Alcuni dei temi principali sono i seguenti:
■ La superstizione
■ La divinazione
■ L’astrologia
■ Medianismo e fenomeni extra-sensoriali
■ Lo spiritismo
■ La magia
■ La massoneria
■ La neostregoneria
■ Il satanismo
■ Il paranormale
■ La religione
■ I fenomeni estatici e la falsa profezia
■ L’esoterismo
■ La dottrina occulta
■ I fenomeni occulti nella prospettiva biblica

 

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HALLOWEEN, FESTA PER CRISTIANI?

 

 a cura di Nicola Martella

 

Mi sono ripromesso da anni di scrivere un articolo su Halloween. Poi mi ricordo sempre troppo tardi che il 31 ottobre arriva a giorni.

     Tempo addietro una lettrice mi ha scritto quanto segue a proposito di Halloween: «Shalom, sono certa che riuscirai a trattare in meglio questo tema e a trovare altri aspetti biblici... Ti ringrazio in anticipo» {Teresa Todisco; 17 ottobre 2009}.

     Ricordo che Gaetano Nunnari, padre con figliole in tenera età, scriveva quanto segue nel tema di discussione «Partecipazione al “travaglio del natale”»: «Comunque vorrei anche precisare che non tutte le festività moderne sono utili. Per esempio come genitore cristiano credo che sia bene non festeggiare la befana, perché le streghe “buone” non esistono! O ancora peggio Halloween, e mi sembra superflua qualsiasi precisazione in merito. Bisogna secondo me come credenti trovare il giusto equilibrio tra ciò che può essere utile (Natale e Pasqua), ciò che è innocuo (capodanno, carnevale per i bambini) e ciò che può essere dannoso (Halloween). Detto questo credo in ogni modo che ognuno, alla fine, su queste problematiche debba seguire il principio biblico che tutto ciò, che non viene da convinzione, è peccato». Non so se tale distinzione appagherà tutti, visto che il tema era un altro, in ogni modo rappresenta una buona introduzione nella problematica, che rimane comunque controversa.

     Sebbene con le mani piene di lavoro, mi ero riproposto quest’anno di affrontare questo argomento di importazione recente nella nostra cultura; tanto più che ero stato sollecitato dalla suddetta lettrice. Provvidenzialmente mi è venuto in soccorso, senza neppure richiederlo, Vincenzo Russillo (primo contributo). Non resta che discuterne insieme.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Vincenzo Russillo

2. Nicola Martella

3. Mimmo Tafuri

4. Annalisa Cini

5. Tonino Mele

6. Gaetano Nunnari

7. Nicola Martella

8.

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Vincenzo Russillo}

 

Entriamo in tema

     Halloween è una delle feste d’origine pagana che più ha spopolato negli ultimi anni. Molti tra bambini e adulti si dedicano ai preparativi di quest’evento. Molti la considerano esclusivamente una goliardata, per ridere e scherzare con amici e conoscenti, per altri invece è una macabra festa all’insegna del consumismo. Cerchiamo d’individuarne le origini e di esaminare meglio questo moderno «rito» di massa.

 

Un po’ di storia

     Questa festa coincide con la vigilia d’ognissanti. Infatti tale festa inizialmente si chiamava All Hallows Eve (= vigilia di tutti i santi). Andando a ricercare le origini di tale festa possiamo rintracciare l’inizio presso i Celti. In Wikipedia leggiamo quanto segue: «In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell’estate con Samhain, il loro capodanno. In gaelico Samhain significa infatti “fine dell’estate”. A sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal “sacro falò” curato dai druidi a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara. Nella dimensione circolare del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all’anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti (Tir na n’Og) s’assottigliava e i vivi potevano accedervi. I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno d’accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui l’usanza del trick-or-treat [“Dolcetto o scherzetto” in italiano, N.d.R.]. Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all’uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti. Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: “Dolcetto o scherzetto?” (“Trick or treat” nella versione inglese). Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse».

     Da questa citazione possiamo ben intendere quali sono le origini di tipo pagano di tale ricorrenza, in cui l’occulto si va a confondere con il goliardico. Tale rito venne «cristianizzato» e reso compatibile con gli insegnamenti della chiesa cattolica da papa Bonifacio IV. Infatti il 1° novembre si commemora la festa d’ognissanti e il 2 novembre la celebrazione della festa dei defunti, festa in cui si prega per l’anima dei propri cari. Il perpetuarsi di queste tradizioni d’origine pagana sotto forma di «sacro» andò a fondersi con altre credenze popolari. Infatti molte persone, nella notte del 31 ottobre, lasciavano del cibo e una lanterna affinché i defunti trovassero la strada per tornare nella propria dimora. Alla fine del 1700 tale usanza sbarcò dall’Europa negli Stati Uniti, portata dai coloni inglesi e tedeschi; quest’ultimi conservarono le loro leggende sulle streghe. Quest’ultime si unirono col tempo, in un grande sincretismo di culture, con le usanze dei popoli africani e hawaiani; ad esempio, i gatti neri venivano considerati animali «portatori di sventura» e della stregoneria vudù.

 

Tra zucche e zombie: cifre da business

     Facendo un salto temporale fino ai giorni nostri, possiamo individuare ancora una forte deriva di tipo pagano in questa festa. Soprattutto sull’onda della diffusione americana, Halloween ha avuto un grande ritorno anche in Europa. L’occulto fa breccia, infatti: fantasmi. vampiri e zombie hanno un grande fascino sulla popolazione. Anche i più piccoli, un po’ per gioco e un po’ per il senso d’attrazione suscitato da questo mondo misterioso, si riuniscono per festeggiare tale ricorrenza. Spesso sia i più giovani sia i più grandi si riuniscono in feste, con travestimenti vari e soprattutto ornamenti macabri come le zucche (elemento simbolo). Andando a guardare un po’ alle cifre spese in questi ultimi anni, ci possiamo accorgere che è un vero business. Infatti si parla di cifre esorbitanti, in Italia si stimano 370 milioni di euro spesi nel 2008 per festeggiare tale ricorrenza (cfr. La Stampa, Halloween, un business da 370 milioni d’euro).

 

Solo divertimento o di più: un cristiano cosa dovrebbe fare?

     Oltre alle cifre economiche, il divertimento legato all’occultismo produce altro. Innanzitutto il primo aspetto che viene all’occhio è che ormai fin dall’infanzia si viene bombardati da messaggi di tipo deleterio. Pensiamo alle storie dei mostri e ancor di più dei fantasmi, ovvero di spiriti di defunti che vagano. Bisogna riflettere ancor di più, poiché la cronaca dei nostri giornali ci parla di riti satanici e sette spiritiche che s’attivano particolarmente durante tale ricorrenza. Ciò provoca addirittura dei contro-riti all’interno della denominazione cristiana maggioritaria; si legga qui per credere: «Contro il “Capodanno di Satana” un rosario scaccia Halloween». Sembra d’assistere in ciò a uno scontro tra maghi. Purtroppo c’è una realtà più importante da delineare: in tutto questo il vincitore è Satana.

     Tutta questa realtà ci viene presentata come innocua e innocente, per questo motivo non bisogna farsi assuefare. Nella Bibbia ci viene raccontata la storia di Simon Mago e della sua punizione (Atti 8,9-24). Ci viene rigorosamente insegnato di non avvicinarci alle arti magiche. Più volte anche al popolo d’Israele viene ingiunto a non rivolgersi agli spiriti: «Se qualche persona si rivolge agli spiriti e agli indovini per prostituirsi andando dietro a loro, io volgerò la mia faccia contro quella persona, e la toglierò via dal mezzo del suo popolo» (Levitico 20,6). Durante questa festa, che assomiglia a un «carnevale lugubre», si portano avanti false verità. Partecipando a party vestiti in maschera, si rischia di non essere luce e di non dimostrare il proprio spirito redento in Cristo. «Soltanto, comportatevi in modo degno dell’Evangelo di Cristo, affinché […] senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede dell’Evangelo» (Filippesi 1,27). Quindi possiamo ben intendere che non si può festeggiare una festa pagana, in cui si tiene viva la fede in spiriti e non nel Dio vivente.

 

Conclusioni

     Non si può essere schiavi delle tenebre e della confusione morale dei nostri giorni, ma bisogna saper andare controcorrente. Per lanciare un messaggio forte di rottura, non bisogna lasciare che i bambini seguano credenze poco sane, né tantomeno dobbiamo farci trascinare noi stessi; anzi, dobbiamo denunciare la deriva della nostra società, che si sta spostando verso l’occultismo. È necessario non mischiarsi con ciò che può essere ambiguo, con feste che lanciano messaggi pagani o essere tempestati da film dell’horror. Infatti ci è stato detto quanto segue: «Esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male» (1 Ts 5,21s). Non bisogna confondersi con il «mondo»; infatti ci è stato comandato: «Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto» (Efesi 5,11s). Bisogna quindi armarsi in senso spirituale, per combattere ogni falsità che proviene dal male: «La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Romani 13,12).

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Concordo con Vincenzo nella stragrande maggioranza delle cose che afferma. Halloween è una festa introdotta in Italia specialmente dai commercianti per anticipare gli affari natalizi.

     Di per sé è un doppione della «Befana» (che ironia della sorte! proviene da «epifania», ossia «manifestazione [del Signore]», il primo natale festeggiato in Egitto). Halloween aggiunge molti altri elementi pagani alla Befana, festa che era stata in qualche modo cattolicamente addomesticata.

     Halloween è un ritorno alla superstizione religiosa popolare presente in Italia da secoli, secondo cui i morti vanno in giro in quel periodo per visitare le loro case e i luoghi d’origine e, se non trovano luci e cibo sul cammino, non trovano la via né hanno abbastanza forze per continuare il cammino; la paura è che possano quindi vendicarsi dei viventi. Quand’ero ragazzo, questo era il lugubre clima che si respirava in quei giorni; a ciò si aggiungevano le macabre storie riguardo a ciò che i morti avrebbero fatto, dove non trovavano luci e cibo per via.

     Io personalmente il 31 ottobre di ogni anno preferisco pensare alla Riforma, la cui festa ricorre proprio in quel giorno. La Riforma ha liberato milioni di persone dai legami della superstizione religiosa cristianizzata, indicando loro la salvezza per grazia mediante la fede, così come ribadita dagli apostoli del Signore. Infatti il motto riformatorio è il seguente: «solo Cristo, solo la Parola, solo per grazia, solo mediante la fede». Ciò significa quanto segue, se detto con le parole apostoliche: «Nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù» (1 Cor 3,11). Paolo aggiunse però anche quanto segue: «Badi ciascuno come vi edifica sopra… l’opera d’ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà» (vv. 10.13); chi vi costruisce sopra opere senza valore, ne avrà il danno riguardo al premio (non alla salvezza; vv. 14s). Halloween, la Befana, carnevale e altre simili ricorrenze sono tra tali opere senza valore; specialmente Halloween è altresì una festa pagana e deleteria.

     Le commistioni spirituali fanno male allo spirito. Paolo diede al riguardo la seguente ingiunzione: «Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché quale comunanza v’è fra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar [= Belzebù, il diavolo]? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché noi siamo il tempio del Dio vivente, come disse Dio: “Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Perciò Uscite di mezzo a loro e separatevene, e vi sarò per Padre e voi mi sarete per figli e per figlie, dice il Signore onnipotente”» (2 Cor 6,14-18).

 

 

3. {Mimmo Tafuri}

 

Mi è molto piaciuta la spiegazione su Halloween. E pensare che anche io mi vestivo a carnevale non molto tempo fa. Ringrazio il Signore che mi ha liberato da questa schiavitù e mi ha fatto un suo figlio. Preghiamo affinché le persone vengano liberate da questa festa e che vengano alla salvezza. Grazie e che Dio vi benedica. {29-10-2009}

 

 

4. {Annalisa Cini}

 

Sono una mamma di due bambini, uno di 9 e uno di 5 anni, e ogni anno si presenta lo stesso dilemma: far capire ai miei figli che noi, che vogliamo seguire Gesù ed essergli ubbidienti, non dobbiamo partecipare a queste feste. Infatti, come famiglia, abbiamo deciso che non partecipiamo né alla festa di carnevale, né a quella di Halloween.

     Fino all’anno scorso, qui le scuole chiudevano per permettere ai bambini di andare per le case a chiedere «peticocone» (qui si dice così per dire «chiedi pane»). Sono davvero contenta che quest’anno le scuole resteranno aperte, anche se presumo che saranno poco affollate.

     Ritengo che queste feste siano davvero diaboliche; per i bambini può essere solo un gioco, un momento dove ricevono caramelle, pasticcini e soldi, ma per chi dona, il significato è davvero diverso. Loro danno in onore dei loro morti, altrimenti avranno delle sventure.

     Mi è capitato, l’anno scorso, mentre camminavo insieme alla mia figlia più piccola, per recarmi in chiesa, una signora anziana ci ha fermate, ha chiamato la bambina e le ha regalato una bustina con i dolcetti. È stato inutile spiegare a questa signora che non stavamo andando in giro per chiedere «peticocone». Naturalmente la bambina era felice del dono ricevuto, abbiamo ringraziato e abbiamo proseguito il nostro cammino. Questo fatto mi ha fatto capire ancora di più quanto le persone sono legate a queste tradizioni.

     La cosa che mi fa stare più male, è sentire e vedere credenti che partecipano a queste feste. Giustificandosi che loro non credono a queste feste, ma lo fanno solo per far divertire i loro figli e che in fondo non c’è niente di male. Ma un domani, quando questi bambini avranno 12-13 anni o più, con che faccia proibirgli d’andare con i loro amici a festeggiare Halloween o il carnevale, quando fino a qualche anno prima li hanno accompagnati loro stessi? Io ritengo che sin da piccoli devono comprendere che queste feste non vengono da Dio, non portano gloria a Lui, e fargli conoscere il vero significato di queste feste. Noi come famiglia, offriamo loro delle alternative diverse, facendo con loro qualcosa che apprezzano, così, rientrando a scuola avranno comunque qualcosa da raccontare. Mi è stato pure detto che sto privando i bambini di divertirsi con i loro compagnetti; sarà, ma io preferisco allontanarli da queste cose, che non danno niente di buono, e offrire loro principi biblici che daranno loro molto di più di questi momentanei divertimenti. «Inculca al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne dipartirà» (Proverbi 22,6). {30 ottobre 2009}

 

 

5. {Tonino Mele}

 

Noto una certa discrepanza tra le parole di Nunnari, che aprono questa discussione, e le parole dell’ultimo contributo, di Annalisa. Nunnari dice «innocuo» il «carnevale per bambini», mentre Annalisa dice che «questa cosa la fa star male» e che i bambini «fin da piccoli devono comprendere che queste feste non vengono da Dio».

     Non voglio dare al primo inciso, più valore di quello che l’autore voleva dargli, rilevo che lui distingue tra Halloween e il carnevale per bambini, però richiama un certo modo di considerare certe feste, come la befana, il carnevale e Halloween, in relazione ai bambini. Annalisa parla da mamma, parla per sé e parla in modo soggettivo. Però anche lei richiama una questione oggettiva, cioè: queste feste hanno un valore didattico o sono semplicemente un momento ludico (ammesso e non concesso che il gioco non sia un momento didattico) e di socializzazione per i nostri bambini? È sufficiente «addomesticare» queste feste, dandogli una connotazione diversa da quella con cui sono nate? È certo che la crescita cancellerà ogni cosa, perché i nostri bambini «allora» capiranno come stanno veramente le cose, mentre ora sarebbe esporli a un’inutile sofferenza, privandoli di quelle cose che fanno anche i loro «compagnetti»? Oppure continueranno a perpetuare consuetudini che, per tutta la vita considereranno «cose da bambini»?

     Non voglio dare io una risposta a queste domande, ma spero che rinvigoriscano il confronto su questa questione. {31 ottobre 2009}

 

 

6. {Gaetano Nunnari}

 

Può esserci una certa discrepanza, come dice Mele, ed essa è dovuta al fatto di come si considerano e s’affrontano queste situazioni. Per quanto riguarda il carnevale, non ritengo che per i bambini, che si travestono da cowboy, Zorro, o come le mie figlie da principessa, sia qualcosa di contaminante oppure di dannoso per la loro futura crescita e attaccamento al Signore.

     Io stesso ricordo che quando da bambino mi vestivo e giocavo con i miei compagni immedesimandoci nei personaggi, di cui c’eravamo travestiti, facevamo lavorare la fantasia. Mi divertivo molto. Poi, in quei giorni, invece di fare lezione con la classe, andavamo a mangiarci la «maccheronata» e passavamo la giornata giocando. Quando sono cresciuto, già nell’adolescenza, mi è passata da sola la voglia di mascherarmi.

     Nei carnevali degli adulti la cosa è diversa. Molti approfittano per ubriacarsi, «lasciarsi andare». Spesso durante il carnevale che viene festeggiato dagli adulti avvengono episodi che sfociano in risse e tafferugli vari. Gli adolescenti, che non hanno timore di Dio, durante tali feste si divertono a fare i teppisti, molte volte a commettere atti di vandalismo, e così via...

     Se, come dice Annalisa, inculchiamo la condotta al fanciullo, a un certo punto questi sa che si deve fermare quando il gioco fantasioso si trasforma in un altro gioco, che innocente più non è. Soprattutto come genitori, se dimostriamo coerenza, mostrando sani principi nella nostra vita, i nostri figli avranno un motivo valido per non fare certe cose e anche un esempio valido da seguire. Si spiegherà loro che il periodo dell’innocenza nel festeggiare tale festa è ormai passato, e partecipare adesso a una tale festa è sconveniente per i motivi e i rischi descritti poc’anzi.

     Altro discorso per Hallowen. Tale festa è dichiaratamente spiritica. Un giorno parlando con una mia parente, che insegna alle scuole elementari, stavamo discutendo su Hallowen, e lei banalizzava tale festa. Io replicai dicendo di farmi capire che cosa ci fosse d’educativo per un bambino parlare di morti, mostri e spettri. Questa mia parente non replicò.

     Il premio nobel Sir John Eccles studioso del cervello, aveva sostenuto che una persona che s’interessa allo spiritismo dimostra già di per sé una forma di malattia mentale. Non mi sembra dunque che Hallowen possa eludere da tale affermazione, fatta da un luminare della psichiatria.

     Io rispetto le convinzioni degli altri, ma come avevo citato nel mio contributo sul natale, tutto ciò che non è convinzione è peccato. Se Annalisa ritiene meglio procedere così, è libera di farlo. Io invece credo che si faccia bene a non imporre troppi pesi sui nostri bambini.

     Posso affermare che le mie bambine quando vedono i costumi da Hallowen al supermercato, o nei negozi, dimostrano ed esternano esplicitamente la loro disapprovazione. Sanno che certe cose Gesù non le approva, ed è per loro normale non volerci avere a che fare. Così lo fanno anche a scuola. Ho potuto constatare con mia profonda gioia che nel loro piccolo sanno dare una testimonianza ai loro compagni, non vergognandosi del vangelo.

     Ecco che con la nostra esperienza famigliare affermo tranquillamente che inculcare la condotta, non significa sempre proibire qualcosa. Certamente le proibizioni vanno fatte spesso, ma quando l’educazione cristiana è impartita con successo, il cuore del fanciullo è custodito dal timore del Signore, che preserva dagli eccessi spesso riscontrabili in questa società.

     Posso invece dire che molte cose scioccanti e che mi hanno segnato da bambino, sono state altre, come assistere spesso e volentieri a manifestazioni spiritiche tipiche sia degli ambienti pentecostali sia di quelli carismatici, a cui molto spesso, per non dire sempre, ho dovuto obbligatoriamente assistere terrorizzato. Era peggio che guardare un film horror. Mi hanno causato molti più traumi e contaminazioni frequentare questi posti, che non aver festeggiato il carnevale a scuola. {31 ottobre 2009}

 

 

7. {Nicola Martella}

 

Non so se la risposta di Gaetano esaudirà del tutto le attese di Annalisa e di Tonino; vedremo. Penso che abbiano ambedue la loro parte di ragione. Infatti l’ambiente culturale, in cui si vive, ha un grande ruolo nel porre certe domande e nel dare determinate risposte (p.es. riguardo al «carnevale dei bambini», come lo chiama Gaetano, distinguendolo dal «carnevale degli adulti»). Nel giudizio di tali cose, un gran ruolo lo hanno anche le esperienze personali del passato e del presente.

    In ogni modo, trovo molto positivo il loro franco e sincero dialogo su tali cose. Trovo anche molto positivo che essi come genitori non subiscano la cultura dominante per i loro figli, ma sono esercitati a fare un cammino di maturità con loro e a trovare alternative onorevoli per le cose, che disapprovano, invece di proibirle solamente. Sebbene le loro soluzioni in alcuni aspetti si differenzino, sia a causa del diverso sfondo culturale, sia per le differenti convinzioni in alcuni punti, essi mostrano di prendere sul serio il bene di loro figli e il gravoso «mestiere» di genitori.

    In ogni modo, comunque pensiamo nel dettaglio, dopo che avremo fatto il meglio possibile per i nostri figli, comunicando loro sapienza, fede e timor di Dio, avremo pur sempre bisogno della grazia di Dio, perché essi rimangano nella via del Signore. Se il nostro insegnamento e il nostro esempio saranno stati sufficientemente positivi, lo sapremo solo in seguito. Fatto sta che, quando saremo diventati abbastanza esperti per educare i nostri figli, in genere essi se ne saranno già andati via di casa. Speriamo soltanto che abbiano con sé sempre come eredità l'esempio della nostra fede e come bussola il timore di Dio.

 

 

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Festa della Riforma o Halloween? {Nicola Martella} (T)

Halloween alla luce della Bibbia {Giada Pietrangeli} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Halloween_festa_cristiani_Oc.htm

26-10-2009; Aggiornamento: 6-10-2012

 

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