Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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INCONTRARSI DA CRISTIANI A CAPODANNO?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Incontrarsi da cristiani a Capodanno?». Alcuni rendono i loro gusti soggettivi norma oggettiva per tutti, e cioè anche nelle cose, di cui la Scrittura non afferma nulla di diretto e di chiaro, lasciando libertà. Io non sono tagliato per i festeggiamenti di alcun genere e non credo che esistano per i cristiani gentili giorni particolari (Rm 14,5). Tuttavia, non si può per questo strumentalizzare la Parola di Dio, per adeguarla ai propri gusti, visto che è chiesto di tagliarla rettamente (2 Tm 2,15).

     Ci sono cose lecite, ma non sempre sono utili né sempre edificano gli altri, ma al contrario possono creare dipendenze (1 Cor 6,12; 10,23); ce ne sono altre, però, che edificano e aiutano la comunione fraterna. Chiaramente non bisogna fare della libertà un arbitrio per la malizia e il male (1 Pt 2,16). Se ci sono modi illeciti e sbagliati di fare le cose, ce ne sono anche di leciti e corretti.

     Dio nell’AT e Gesù nel NT non hanno rimproverato Israele, per aver creato feste come quella dei Purim e quella della Dedicazione (o delle Luci), che non erano contemplate nella legge mosaica; Gesù partecipò a tutte le feste giudaiche senza farsi scrupolo. Tale principio vale anche per le feste civili odierne, fissate dalla legge dallo Stato italiano, come il Capodanno; lo si può passare insieme ad altri credenti alla gloria di Dio. Anche tali feste non stanno nella legge dell’antico o del nuovo patto, ma non disonorano Dio, se vissute in modo giusto e corretto.

     Tuttavia, i massimalisti fanno di tutta l’erba un fascio. Elencano presunte e false derivazioni mitologiche e pagane dell’attuale Capodanno, che è invece una convenzione prevista dalle leggi dello Stato, per dividere un anno dall’altro. Poi, buttano via il bimbo con tutta l’acqua sporca, ipotizzando che i credenti radunati, per ringraziare e lodare Dio, daranno sfogo alla loro carne e commetteranno peccati gravissimi. I massimalisti, avendo essi stessi la coscienza contaminata, schizzano il loro fango dappertutto, per poi pretendere con soddisfazione di ritrovarlo negli altri.

     È scritto: «Noi canteremo canti al suono degli strumenti a corda, tutti i giorni della nostra vita, nella casa dell’Eterno» (Is 38,20). Basta che non sia nei giorni avversi ai massimalisti! Si può essere tutti i giorni nel pari consentimento con gli altri credenti nel luogo di culto e per le case, prendendo «il cibo insieme con letizia e semplicità di cuore» e «lodando Dio» (At 2,46). Tuttavia, non nei giorni indicati a lutto dagli estremisti! Ci si può esortare gli uni gli altri tutti i giorni (Eb 3,13). Non però in quelli, proibiti dai nuovi farisei!

     Secondo la Scrittura, in ogni tempo si può benedire e lodare l’Eterno (Sal 34,1), vegliare, pregando (Lc 21,36), o pregare con ogni tipo di preghiera e supplica, vegliando (Ef 6,18). Ciò vale sempre, secondo gli ayatollah, tranne che nei giorni segnati come negativi sulla loro lista nera.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Claudia Biscotti

2. Nicola Carlisi

3. Giuseppe Lombardo

4. Claudio Bagno

5. Donatella N. Festa

6. Gianni Siena

7. Stefano Comune

8. Andrea Zappalà

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Claudia Biscotti}

 

Riunirsi per festeggiare, l’ultimo giorno dell’anno, è da sempre nei miei ricordi; ma dalla mia conversione, questo giorno è diverso. Io sono cambiata, se prima della conversione il massimo del divertimento era andare al veglione per ballare, oggi, è fondamentale «fermarsi» e ringraziare Dio per il suo sostegno, le sue benedizioni, il suo soccorso, ricordare di essere privilegiati ad avere Lui nella propria vita. Insieme ringraziamo e preghiamo Dio per il nuovo anno, che comincia e, se a Lui piace, avremo vita e potremo migliorare, crescendo spiritualmente. Ci sta pure condividere buon cibo tutti insieme, ringraziando Dio della sua generosità. Questo è per me oggi il Capodanno. {30-12-2014}

 

 

2. {Nicola Carlisi}

 

Contributo: Il nostro nuovo principio è stato e rimane nell’essere nati «dall’Alto» (nuova nascita), essendo divenuti figli di Dio. Un principio che è sempre presente e non ha bisogno di rinnovarsi. «Se alcuno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate; ecco, tutte le cose son fatte nuove» (2 Cor. 5,17; in Cristo: in comunione intima, vivente, personale con Cristo). {30-12-2014}

 

Nicola Martella: Quindi, che significa ciò per il nostro tema? Se dei credenti s’incontrano a Capodanno, per ringraziare Dio per l’anno civile precedente, per supplicarlo per quello venturo e per avere comunione con gli altri fratelli, fanno bene o fanno male per il Signore?

 

Nicola Carlisi: Pur non conoscendo le origini del capo d’anno, sono stato sempre contrario a festeggiarlo, e per questo sono stato anche vituperato. Mi sono sempre attenuto alla festa della domenica, la sola che viene menzionata in Apocalisse 1,10, giorno della resurrezione del nostro Signore Gesù.

     Essendo venuto a conoscenza delle origini di tale festa, comprendo la gravità che essa comporta per noi cristiani; quindi è un male quanto lo è la festa di natale. Sembra che le origini del capo d’anno siano Babilonesi, si praticava in Mesopotamia, feste dedicata al dio Marduk per la lotta avuta con la dea dei caos Chiamati. Lotta vinta da Marduk, a cui fu attribuito l’esistenza dell’universo per la sua vittoria contro la dea del caos Chiamati… Seguono le diverse feste praticate fra gli egizi gli antichi romani, ecc.

     Notevole è il rituale legato al capodanno degli ebrei e degno di una particolare attenzione. Ci sono le preghiere, c’è la penitenza, c’è il digiuno, c’è la confessione, c’è il pentimento, c’è una certa forma di rinascita spirituale, ma manca la cosa più importante, secondo noi, che dà valore a tutte queste cose: Gesù Cristo, il Messia, «l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo».

     Inutile dire che i cristiani dei primi secoli non hanno mai celebrato la festa del capodanno, come non hanno mai celebrato la festa di Natale. Ci troviamo di fronte quindi a una celebrazione, che sì è presentata come tradizione, e senza alcuna connotazione biblica, ma che fonda le profonde radici nella leggenda, nel paganesimo e nelle tradizioni degli uomini.

     È evidente che il drago del paganesimo non è stato ucciso, ma dorme e spesso partecipa travestito con gli abiti del cristianesimo alle feste, che per assurdo escludono Cristo o lo sostituiscono.

     Atteniamoci alla parola di Dio. 1 Pietro 4,1.6; Galati 4,8,10; Colossesi 2,12.17. {30-12-2014}

 

Nicola Martella: In Apocalisse 1,10 in greco non si parla della «domenica» (termine latino introdotto al tempo di Costantino), ma del «giorno del Signore», di cui parlano i profeti per il tempo della fine.

     ■ Non hai risposto alla mia domanda, ma ti sei rifugiato dietro a un luogo comune molto diffuso, preferendo tale scorciatoia.

     ■ Constato quanto segue: non hai letto l’intero articolo, in cui rispondo a tutte le tue obiezioni. Si fa sempre male a rispondere, prima di aver letto ciò, che un altro ha scritto. Perciò, ripeti luoghi comuni sulle presunte origini del Capodanno odierno. L’anno odierno è stabilito dalla legge repubblicana, nata nel secondo dopoguerra del 20° secolo, e non ha nulla a che fare con miti e paganesimo.

     ■ Come ho mostrato nell’articolo, Gesù festeggiava anche le feste non prescritte dalla legge (p.es. la festa della Dedicazione o delle Luci; i Purim). Era anche Gesù un trasgressore, che non si atteneva strettamente a ciò, che la legge comandava, ma seguiva le feste del giudaismo?

     Nicola Carlisi, ammetto che questa volta sono rimasto un po’ deluso. Non sei uscito fuori dello steccato dei luoghi comuni di certi ambienti religiosi, che ripetono cose non vere, scomodando qui Babilonia e alti miti e vedono serpeggiare il «drago del paganesimo» in ogni cosa, purtroppo anche in un incontro di ringraziamento, preghiera e comunione fra credenti a fine anno. Mi aspettavo da te più «spessore» teologico, più discernimento, più maturità e profondità. Purtroppo, non è stato così.

 

 

3. {Giuseppe Lombardo}

 

Contributo: Capodanno... notte di S. Silvestro! Festa pagana! {30-12-2014}

 

Nicola Martella: Allora, non hai proprio letto l’articolo, vero? Fallo e poi rispondi nel merito.

 

Giuseppe Lombardo: Non ti preoccupare, l’ho letto e lo riletto, ed è sempre pagano riunirsi per la veglia di S. Silvestro, e a mezzanotte gridare a squarcia gola «auguri!». Poi si fanno giochi in chiesa, per passare del tempo per rimanere insieme fino all’alba, stanchi di sonno, mangiando e bevendo, facendo solo una semplice preghiera prima di mangiare; e poi c’è tutto il divertimento fino alla mattina. Questo è secondo te, riunione cristiana? Oggi come oggi con i giovani credenti sai cos’è? Invece di uscire in discoteca, si riuniscono in chiesa, gridando, ballando musica mondana e glorificando Dio, mescolando santo e profano. Lascia perdere... chi è santo si santifichi viepiù e chi è contaminato si contamini viepiù! Anche il Natale oggi per molti credenti evangeliche possono festeggiarlo, appoggiando anche molti commenti positivi, a loro favore! {31-12-2014}

 

Nicola Martella: Vedo che hai fatto cattive esperienze. Peccato che dal tuo limitato orizzonte ti permetti di giudicare tutto e tutti riguardo a ciò, che i credenti di tutto il mondo fanno effettivamente a Capodanno. Tu, con la tua onniscienza, sai certamente, che dappertutto facciano solo una «preghierina» prima di mangiare, per poi darsi alla carnalità!

     Non ti passa proprio per la mente che altrove i credenti si radunano per altro, e nel «pari consentimento» ognuno dei presenti fa mente locale dinanzi agli altri sulle cose, che Dio ha fatto nella sua vita nell’anno trascorso, lo ringrazia insieme agli altri credenti e supplica il Signore per il nuovo anno.

     Come al solito si fa di tutta l’erba un fascio e si butta via il bimbo con tutta l’acqua sporca. Che Buona Notizia può una tale persona portare agli altri, con un siffatto atteggiamento? Che alcuni usano le occasioni per peccare, significa che tutti facciano così? Qui c’è veramente la conferma di questo brano: «Tutto è puro per quelli, che sono puri» (Tt 1,15). Per chi è contaminato di coscienza, nulla è puro, e vede il marcio anche nelle cose più nobili e salutari, quali ringraziare il Signore e pregarlo di essere ancora clemente.

 

Giuseppe Lombardo: Tutte queste sono scuse; vorrei vedere questi credenti, che rimangono nella comunione con il Signore fino alla mattina: ma ogni cosa sia per giustificare la sua propria voluttà. Io non giudico nessuno, io dico di quello che ho vissuto e di quello che si vede; io non posso parlare di quello che non si vede. Dico le stesse cose a quei credenti, evangelici che si giustificano come te: dicendo le medesime parole in torno al Natale; dicendo che Dio vede il cuore. Sì, e poi fanno l’albero, anche il presepio, certo che Dio vede il cuore, ma anche il fegato e i reni; pero ognuno si giustifica come può! Poi finendo quel giorno, si ritorna come prima, aspettando l’anno prossimo, per ripetere le medesime cose! Poi dov’è il problema? Altri dicono che non è giusto festeggiare, e perché tu voi giustificare che si può fare? È meglio astenersi, per non assomigliare al mondo, senza dimenticare altro!

     «Chi è leale nel poco, è anche leale nell’assai; e chi è ingiusto nel poco, è anche ingiusto nell’assai. Se dunque voi non siete stati leali nelle ricchezze ingiuste, chi vi fiderà le vere? E se non siete stati leali nell’altrui, chi vi darà il vostro? Niuno può servire a due signori; perché, o ne odierà l’uno, e amerà l’altro; ovvero, si atterrà all’uno, e sprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio, e a Mammona» (Luca 16,10-13). Un consiglio! Lasciate le cose del mondo al mondo, e le cose di Dio a Dio, non mescolate il santo con il profano! Che in queste ore le vostre idee siano chiare! {31-12-2014}

 

Nicola Martella: Quanta insalata mista d’idee singolari e di brani biblici, che non c’entrano nulla con questo tema. Ad esempio, un brano in cui Gesù parla di ricchezze (Luca 16,10-13), viene esteso alle feste! Quanti pregiudizi! Quanti sospetti! Meglio lasciarti nel tuo massimalismo, che si erge su tutti, sospetta di tutti e si arroga il diritto di giudicare la moralità e la spiritualità altrui. E poi seguono appelli spiritualistici agli altri credenti, considerati grandi peccatori, solo perché si riuniscono per ricordare il cammino di un anno col Signore, e per ringraziare e supplicare Dio! Quanto dovrai essere infelice nella tua solitudine, dopo che fai continuamente terra bruciata intorno a te!

     È scritto: «Io benedirò l’Eterno in ogni tempo; la sua lode sarà del continuo nella mia bocca» (Sal 34,1). Non capisco perché ciò possa valere ogni giorno, tranne che per quelli, che non piacciono ai massimalisti, Capodanno compreso. L’ingiunzione di Gesù «Vegliate dunque, pregando in ogni tempo» (Lc 21,36), vale sempre, tranne che per i giorni, che non piacciono agli estremisti!? O sommi maestri, mandateci la lista dei tempi e dei momenti, in cui non bisogna mettere in pratica questa raccomandazione apostolica: «Pregatein ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza» (Ef 6,18).

 

Giuseppe Lombardo: Ecco dov’è il tuo sbaglio: io sono felice e gioioso così nel Signore! Perché lo lodo tutti i giorni, e non devo ringraziarlo in quello specifico giorno per l’anno, che ho passato; perché l’ho sempre pregato e non posso pregarlo, in quel specifico giorno, per quelli avvenire, perché il giorno dopo lo pregherò ancora. Dunque, il Signore mi ha reso libero, e non sono schiacciato da questi pesi di correre a comprare e pensare a quel cenone del capodanno, sapendo e riconoscendo che vi sono dei miei fratelli, che vivono nella povertà nel freddo e nel dolore e, come tu scrivi, per abitudine: «Io benedirò l’Eterno in ogni tempo; la sua lode sarà del continuo nella mia bocca». Allora, perché tutto questo tumulto, in questo giorno mondano? {31-12-2014}

 

Nicola Martella: Rieccoci ai tabù di tale logica prigioniera di una fede, che rasenta la superstizione spiritualizzata: lodo Dio «tutti i giorni», tranne in «quello specifico giorno», in cui «non posso pregarlo»! Chi lo fa, pecca, è da considerare contaminato e un malfattore! Non viene in mente ai massimalisti che, già per matematica, se alcuni giorni sono considerati tabù, allora non sono «tutti i giorni».

     Che logica bizzarra: visto che domani sarò in cammino e potrò pregare Dio per strada, giorno per giorno, è inutile che lo preghi all’inizio del cammino e lo ringrazi alla fine! Eppure gli uomini di Dio lo fecero, pensando all’aiuto di Dio ricevuto durante il viaggio (Gdc 18,5s; Esd 8,21; cfr. Gn 24,40.42.56; 28,20; 35,3; Gs 24,17). Visto che, costruendo la casa, posso pregare Dio passo per passo, è inutile che affidi al Signore l’intera costruzione all’inizio e che lo ringrazia alla fine! Eppure, vediamo preghiere all’inizio della costruzione del tempio e preghiere di consacrazione alla fine! (1 Re 8,29; 9,3).

     Vedo solo che i pregiudizi sono così radicali, che si ricorre solo a sospetti e false motivazioni. Per tale rigorismo non c’è medicina; si è affetti dalla «sindrome di Elia», pensando di essere rimasto l’unico giusto nel Paese. Tale alto scanno nel sinedrio mentale rende soltanto soli e infelici, oltre che fonte d’infelicità per gli altri.

 

 

4. {Claudio Bagno}

 

Contributo: Anch’io, Nicola sono tra quelli, che stimano tutti i giorni uguali. Come interpreti quel verso in Galati, quando. Paolo dice: «Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni! Io temo di essermi affaticato invano per voi» [Gal 4,10s; N.d.R.]. Non condanno chi augura «buon anno» o «buon natale», ma per quanto mi riguarda proprio non mi riesce. {31-12-2014}

 

Nicola Martella: Paolo affrontava qui un problema specifico. I Galati erano Gentili e avevano creduto all’Evangelo per mezzo di Paolo. Poi, però, partito l’apostolo, erano stati «abbordati» dai giudaizzanti e indotti a osservare la legge mosaica, comprese le leggi alimentari e quelle cerimoniali (anno liturgico giudaico), poiché la grazia da sola non sarebbe bastata. Paolo scrisse tale severa epistola, per rendere loro chiaro, che se volevano raggiungere la perfezione mediante la legge mosaica, Cristo non gli sarebbe servito a nulla.

     A chi mi dice «Buon Natale», non preferendo fare polemiche sul «Natale», rispondo: «Dio ti benedica»; poi, se c’è l’opportunità, posso spiegargli il vero significato della nascita di Cristo, che non è più bambino da millenni. A chi mi dice «Buon anno», posso rispondere «Dio ti benedica», o semplicemente ricambiare, magari con la seguente versione: «Buon anno nel Signore (in Cristo, ecc.)». A benedire, dire bene, desiderare il bene per l’altro non ci sono limiti. Addirittura Gesù insegnò: «Benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che v’oltraggiano» (Lc 6,28). Perché non farlo verso coloro, che auspicano il nostro bene?

     Il problema è l’ideologia diffusa, che ha creato un consenso tale, che genera sensi di colpa. Il tutto comincia già dall’ideologizzazione dell’etimologia di termini come «augurare» e simili. [► Auguri tra incertezze e ideologia] «Cristo ci ha liberati, perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù» (Gal 5,1). Ciò vale sia per il giogo giudaista (e avventista), sia per quello delle tradizioni religiose, sia per quello dell’ideologia massimalista, che genera solo dipendenza e sensi di colpa. «Tutto è puro per quelli che sono puri» (Tt 1,15). Ciò vale anche per incontri di ringraziamento, preghiera e comunione in qualsiasi momento dell’anno, anche a Capodanno.

 

 

5. {Donatella Nancy Festa}

 

Anch’io ho stabilito in cuor mio che tutti i giorni sono uguali, ma non disprezzo mai i periodi festivi da passare con la famiglia. Sono occasioni, in cui si ha maggior tempo libero, nessun impegno scolastico, o ridotti impegni lavorativi; e allora, quale occasione migliore per fare cose, che di solito ci vengono più difficili!? Si visitano parenti lontani, s’invitano amici a pranzo o cena, ci si dedica maggiormente a qualche passatempo. L’unica cosa, che tengo sempre a mente, è quella di rendere grazie a Dio per ogni cosa e non dare culto a niente fuorché a Lui. Ad esempio, m’invitano a un cenone? Se mi va di andarci, ci vado, e rendo grazie a Dio, ma non m’immergo mai nello spirito di questo mondo, perché tributa, più che tradizione, un culto alle date e alle attività. Del resto, in questa vita, Dio ci dona molta libertà, l’importante è non fare di questa libertà un manto per coprire la malizia. Pace e saluti a tutti di cuore in Cristo. {31-12-2014}

 

 

6. {Gianni Siena}

 

Ciao Nicola, auguri di un buon anno con le benedizioni del Signore... «Gesù Cristo», tanto per non sbagliarmi! Ho aspettato a rispondere; sinceramente non ne avevo nessuna voglia, ma ora ho desiderio di farlo.

     Anch’io sono convinto di non dover festeggiare nessuna ricorrenza estranea alla fede. Vivo ancora con un senso di stanchezza il periodo Natale-Epifania; vorrei che non arrivasse mai, esso stravolge il normale tran-tran quotidiano. Ho le mie abitudini da pensionato e vorrei che tutti i giorni fossero «uguali», ma poi accetto la normale alternanza calendariale del tempo.

     Mi ha telefonato mio fratello Leonardo e m’ha fatto gli auguri di Natale e m’ha domandato se «poteva»... ho risposto di sì. Ho detto: «So che Gesù non è nato il 25 dicembre, ma ti risparmio il predicozzo. Se una persona, che mi vuole bene, pensa di farmi gli auguri per questo periodo, li accetto come espressione dei suoi sentimenti d’affetto». Mio fratello sa bene che sono evangelico e i miei genitori gli hanno parlato più volte della loro fede in Cristo e della libertà rispetto ai giorni di festa.

     Sono abbondantemente al corrente delle implicazioni mitologiche d’origine delle festività «cristiane» attuali, aggiustate dalla chiesa cattolica; per distogliere i pagani forzati a convertirsi dai loro precedenti idoli. Ma il panettone e lo spumante sono eccezionali: non è il cibo che ci rende graditi al Signore. Il regno di Dio non consiste in cibo e bevande. È anche accaduto che abbiamo rinunciato, come chiesa a questa riunione: era morto un parente a uno di noi e non abbiamo giudicato opportuno fare questa «festa»!

     Anche noi parliamo, ancora, di queste feste «sentenziando» negativamente sulle origini, ma per il Capodanno abbiamo l’abitudine consolidata di riunirci e trascorrere le ultime ore dell’anno precedente e le prime del successivo, mangiando e bevendo, pregando e lodando il Signore. Poi trascorrendo le ultime ore insieme con gare di quiz biblici, tirando a indovinare con quali tratti somatici e di chi sono state costruite alcune facce molto improbabili. Ti assicuro che il divertimento, più che sano, di tutti i presenti è incontenibile; una di queste facce l’ho commentata stamattina all’una e qualcosa dicendo: «A questa “racchiona” mancano solo i baffi». Molto «vero»... solo che nel fotomontaggio il sorriso, un vero ghigno, era di mio figlio David.

     Se vivessimo in un periodo di contrasto, come quello che vissero i nostri predecessori, anch’io mi asterrei da queste «feste», completamente, anche dal Capodanno. Se la società si paganizzasse nuovamente, sarebbe l’occasione per tagliare ogni ponte con tutto questo. Tuttavia, il Capodanno è solo un momento di riflessione e di comunione, di «agape» fraterna, con qualche concessione a passatempi innocenti, che non scandalizzano nemmeno i non-credenti: stanotte erano presenti circa dieci parenti di una famiglia di fedeli. Hanno gradito questa riunione, che ha «abbracciato» anche loro, senza nessuna discriminazione.

     I «massimalisti» hanno anche un forte senso discriminatorio verso gli estranei alla loro cerchia, in genere, verso i non-credenti. Ma costoro hanno anche delle riserve verso credenti loro congeneri, accusati di non vivere secondo uno standard biblico molto elevato... «elaborato» appositamente da essi stessi! Situazioni del genere le ho vissute e nella mia chiesa; vi sono credenti che un tempo frequentavano questi gruppi: una di queste «chiese» oggi è interamente confluita nel nostro mezzo, avendovi trovato amore, accoglienza e comunione fraterna... non aggiungo altro.

     Ieri sera, 31 dicembre 2014, l’impegno è cominciato presto per me e la mia famiglia. Era serata di culto ordinario, ho contattato gli anziani, non perfettamente autosufficienti, da trasportare con il pullmino alla riunione. Ho usato la mia macchina per trasportare una sola persona 87nne, gli altri hanno preferito restarsene a casa o erano assenti dalla città. Dopo questa incombenza sono tornato a casa per trasportare mia moglie e mio figlio con le teglie del cibo preparato per la cena. Mia moglie aveva lavorato sino alle ore 15,00 e, stanca, era tornata a casa un’ora dopo per mettersi a «spignattare».

     Finita la riunione ho riaccompagnato l’anziana sorella a casa sua. La mattina, dopo i festeggiamenti, abbiamo riaccompagnato a casa una coppia di anziani fratelli in una zona della città, alquanto difficoltosa da raggiungere, sulle alture del centro storico cittadino. Al ritorno sono passato a riprendere mio figlio e per riaccompagnare un’altra sorella, una giovane d’origine brasiliana, a casa sua. Con sorpresa il locale era chiuso, avevano finito il suo riordino, ma il pastore, con moglie e due bimbi piccoli «stramazzati» dal sonno, aveva ospitato in macchina mio figlio a causa della rigida temperatura notturna: per aspettare il mio ritorno. Insomma, siamo tornati a casa intorno alle quattro del mattino, mi sono addormentato stanco e felice di una nottata diversa dal solito, ma con la pace di Dio e la consapevolezza d’aver seminato una buona impressione in una decina di persone non-convertite, che hanno gradito, favorevolmente impressionati, di essere stati partecipi di una riunione evangelica di fine anno: una vera novità per essi tutti.

     Non ho sentito invocazioni ad altri dèi, nessuno aveva corna di cervo o si è mascherato da «animale»; se v’è stato qualche scherzo, era nei limiti. Non vi sono stati screzi e ci siamo congedati con la pace del Signore, com’è di nostra consuetudine.

     Nella mia chiesa, di cui sono membro, stiamo vivendo un buon periodo spirituale. Vi sono conversioni e nuovi simpatizzanti, le attività coinvolgono tutti e, in particolare, i più giovani: Vivendo e mettendo in pratica la Parola di Dio persuadiamo gli altri a riconciliarsi con Lui, ravvedendosi e accettando la grazia salvifica. Ma certuni, in nome di una «ortodossia» che dovrebbe essere applicata anche agli aspetti meno importanti della vita (soprattutto degli altri), dico che costoro sarebbero capaci di distruggere le fatiche di un’intera vita di lavoro edificatorio cristiano: distruggerebbero un’intera comunità, pur di vedere realizzate determinate loro vedute. […]

     Perciò, non accetto «lezioni» di etica e ortodossia bibliche da nessuno di costoro: sia profeti che filantropi improvvisati. Ancor più non mi piego davanti alle dichiarazioni di certuni, su questioni riguardanti il calendario, non la vita cristiana vissuta, che si presentano con una aura di ortodossia «superiore» a quella mostrata dal Signore nei brevi anni del suo mandato terreno. Infatti qualcuno disse che: «Non si può essere più realisti del re», e se poi il Re si chiama Gesù... non aggiungo altro. Ancora buon anno a tutti, il Signore benedica ciascuno. {01-01-2015}

 

 

7. {Stefano Comune}

 

Contributo: Grazie, Nicola, per aver trattato questo argomento. Sono rimasto edificato anche dai contributi, persino dai massimalisti (nel prenderne le distanze però).

Ormai da anni per me il capodanno è un occasione per rivedere amici (di mia moglie principalmente, che stanno vicino a Stoccarda e dove passiamo le vacanze dai suoi genitori).

     Ho qualche problema ad augurare, è vero, «buon anno», probabile retaggio dell’ambiente in cui sono vissuto (chiesa dei Fratelli). Cerco sinonimi validi, anche se non suonano granché bene. L Se riesco, cerco di dire qual è l’ingrediente essenziale, perché sia un buon anno, e di trasmettere speranze certe per l’avvenire, perché se ne percepisce la mancanza intorno.

     Per quanto riguarda i botti, da adolescenti mi piacevano un sacco e usavo la mia paghetta per comprarli. Ora, a 35 anni di età (ma già da parecchi anni), non comprerei neanche più una miccetta. È veramente uno spreco, un divertimento malsano e pure pericoloso; e ringrazio Dio che in quegli anni non mi sia successo mai niente, benché ci sia andato molto vicino a farmi del male. Ora, dopo questo articolo e le testimonianze che ho letto, comincio a pensare cosa dire a mio figlio, quando entrerà nell’età in cui vorrà averli a tutti i costi. Qualche consiglio? Ben accetto.

     Un caro saluto e uno sprono a tenerci tutti molto stretti al Signore, per esperimentare anche nel nuovo anno le sue benedizioni.

 

Nicola Martella: Grazie della tua testimonianza. Ho già mostrato sopra che nel benedire, dire del bene e auspicare il bene al nostro prossimo non si può mai fare qualcosa di sbagliato, visto che Gesù ce lo ha comandato addirittura per i nostri nemici; allora figuriamoci, se non possiamo farlo per amici e conoscenti! L’unico errore, che si può fare, è dire banalità rituali e di circostanza.

     Quanto ai fuochi d’artificio, ne faccio a mano per principio. Non solo per l’inquinamento dell’aria e della terra, che producono, oltre a eventuali danni fisici e materiali ai malcapitati, ma per l’insensatezza. Se tutti gli italiani avessero donato i soldi spesi per i botti, avrebbero potuto contribuire a sfamare una nazione del Terzo Mondo o avrebbero aiutato magari la ricerca a debellare una delle malattie perniciose. Per non dilungarmi, rimando al tema «Botti da orbi».

 

 

8. {Andrea Zappalà}

 

Contributo: Né Gesù né gli apostoli si sarebbero mai sognati di festeggiare una festa di indubbia origine pagana, anche se fosse stata «ripulita» da sortilegi con il fuoco e riti magici vari. Purtroppo a voi piace osservare le tradizioni degli uomini. {07-01-2015}

 

Nicola Martella:Vedo troppi giudizi sommari. Già Romani 14,5s dovrebbe insegnarti diversamente. Chi ha parlato di «festeggiare una festa»? Il titolo recita «Incontrarsi da cristiani a Capodanno?». Pregare e vegliare «in ogni tempo» e «ogni giorno», non solo non è sbagliato, ma è comandato dalla Scrittura. Perché dovrebbe essere allora sbagliato, se ciò accade a Capodanno? Non è esso un giorno come gli altri?

     Qualche domanda, a cui vorrei delle risposte oneste:

     ■ Tu festeggi il tuo compleanno? Se sì, dove è scritto nella Bibbia?

     ■ Tu celebri la domenica come «giorno del Signore»? Se sì, dove è comandato esplicitamente nella Bibbia: «Osserverete la domenica»? (non voglio deduzioni derivate, ma un preciso comando apostolico).

     ■ Se tu sei sposato, tu festeggi il tuo anniversario di matrimonio? Se sì, dove è scritto nella Bibbia?

 

Quindi, per questo a te «piace osservare le tradizioni degli uomini»? Sii più serio e razionale, per favore.

     Tra cielo e terra ci sono tante cose, che non sono sbagliate di per sé e che la Parola di Dio non condanna, ma fanno parte dell’essere uomini, che vivono all’interno di una società e di una cultura. I massimalisti fanno di tutta l’erba un fascio; poi, buttano via il bimbo con tutta l’acqua sporca. Al contrario, Paolo prescriveva: «Del rimanente, fratelli, tutte le cosevere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8).

 

 

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11. {Vari e medi}

 

Jonathan Seitanidis: Mi è piaciuta la tua riflessione, fratello. Mi è sembrata una visione equilibrata. Dio benedica nel 2015 te, la tua famiglia e la tua chiesa. Noi riponiamo la nostra fiducia non nell’anno nuovo, ma in Colui che ci rinnova il cuore ogni giorno anche per il 2015! {31-12-2014}

 

Nicola Martella: Le cose legittime, che possiamo fare ogni giorno e in ogni tempo (lodare Dio, pregarlo, supplicarlo, curare la comunione e il pari consentimento), come la Scrittura ci esorta, lo possiamo fare anche nei giorni listati in nero dai massimalisti e nei quali gli empi commettono nefandezze. Tutto è puro per i puri (Tt 1,15), «chi è giusto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora» (Ap 22,11b). E accada senza licenze ed eccezioni.

 

Adamo Montalbini: Ci sono delle feste pagane, che sono state cristianizzate, questo è un fatto storico ammesso da più parti e documentato; ma non è il caso del capodanno. La nostra libertà in Cristo ci permette di viverlo con uno spirito nuovo . {01-01-2015}

 

Samuele Maodda: Demonizzare tutto! Ecco la nuova moda! Il Signore ci benedica in questo nuovo anno, che sta per entrare, concedendo ai suoi fede, costanza, speranza e amore. {30-12-2014}

 

Elpidio Pezzella: Ogni eccesso farà sempre difetto, o quanto meno ci priverà di momenti, che sarebbero potuti essere migliori e/o più pieni. {02-01-2015}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Creaco Silvano: Nicola, buon capodanno e divine benedizioni, un abbraccio. {30-12-2014}

 

Nicola Martella: Buon capo e coda d’anno con tutto ciò, che sta in mezzo, ogni cosa guidata dall’Onnipotente!

 

Gaetano Nunnari: Caro Nicola, grazie per questo utilissimo articolo, che spazza via tutte le superstizioni, che si annidano nelle argomentazioni massimaliste di sette e bigotti. {31-12-2014}

 

Edoardo Piacentini: Buon anno anche a te, caro fratello Nicola. Dio ti benedica! {31-12-2014}

 

Ida Fortunato: Noi a mezzanotte, invece di sparare, abbiamo pregato ed è stata una bella serata. {01-01-2015}

 

Andrea Giorgianni: È bello, se lo trascorso in preghiera, e poi è importante non eccedere. {01-01-2015}

 

Claudia Biscotti: Felice Anno Nuovo con il Signore a te, Nicola, e ai tuoi cari. {01-01-2015}

 

Nicola Martella: Felice Anno Nuovo nel Signore anche a te!

 

Guerino De Masi: Che sia un anno, in cui le nostre priorità siano quelle di piacere al Signore. {01-01-2015}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Capod_crist_Lv.htm

01-01-2015; Aggiornamento: 07-01-2015

 

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