Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
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«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’ALBERO DI NATALE? PARLIAMONE

 

 di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l'articolo « L’albero di Natale».

     Parlare dell’albero di Natale e dintorni, significa affrontare un tema classico per la divergenza di opinioni. La cosa salutare nel seguente confronto è che si è potuto discutere perlopiù pacificamente su un tema, che facilmente accalora gli animi, crea barricate e fa risaltare differenze e contraddizioni.

     Le posizioni sono diversificate. L’uno risalirà alle radici pagane nordiche dell’albero natalizio, per squalificarlo. L’altro, per riqualificarlo, vorrà risalire a tradizioni cristiane del periodo della Riforma o poco dopo. Un altro ancora evidenzierà la tradizione di famiglia. C’è chi farà riferimento al fatto che è un dato acquisito della nostra cultura occidentale e a chi fa l’albero interessa poco tutto il resto, ma lo fa perché è bello, gli ricorda la propria infanzia e crea un’atmosfera romantica e piacevole. C’è infine chi fa dell’albero, del Natale e degli annessi e connessi un’occasione per parlare del Signore a persone, che in questo periodo sono particolarmente sensibili.

     A me l’albero di Natale e dintorni mi lasciano indifferente, come per altro tante cose non peccaminose che credenti e non-credenti fanno tutto l’anno, ma che non sono nella mia ottica e nel mio stile di vita. È un tema secondario, per cui non conviene schierarsi. Nei non-credenti l’albero di Natale (come cose simili) non aggiunge nulla alla loro salvezza né vi toglie nulla. Nei credenti esso non aggiunge nulla alla loro fede in Cristo né vi toglie nulla. Fintantoché uno non venera o adora l’albero di Natale, mi asterrò da inutili giudizi o da discussioni in merito.

     Tutt’al più farò qualche battuta umoristica. Ad esempio, a chi mi chiede: «Che troverai quest’anno sotto l’albero di Natale?», risponderò: «Penso, le radici». Oppure, ci si immagini la gioia del proprio cane che, vedendo l’albero, penserà che finalmente potrà fare la pipì più agevolmente, visto che gli avete messo la luce nel suo «bagno»! Oppure ci si potrà lanciare in qualche massima a effetto: «Chi nel suo cuore non ha il Nato, ossia Gesù, non lo troverà neppure sotto l'albero di Natale».

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Silvano Creaco

2. Marco Demo

3. Alfonso Quadro

4. Anna Barbuzza

5. Eleonora Parisi

6. Pietro Calenzo

7. Paolo Brancè

8. Tore Reale

9. Sandro Carini

10. Guerino De Masi

11. Lorenzo Bendlin

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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1. {Silvano Creaco}

 

Contributo: L’albero di Natale: Commedia drammatica in 4 atti.

     Primo atto: Nella mia famiglia l’albero di Natale si è sempre fatto e, dopo la conversione di tutti noi membri, da mio padre in giù (siamo quattro fratelli), abbiamo continuato a farlo per la gioia dei nipotini. Il nostro cammino cristiano va avanti, e a nessuno di noi ha mai sfiorato l’idea che farlo era un qualcosa che andava contro l’insegnamento delle Scritture, in quanto lo vediamo come qualcosa che fa da semplice contorno a un periodo dell’anno dove il mondo pseudo-cristiano festeggia la nascita di Colui, che oggi alberga per grazia nel cuore di tutti noi.

     Secondo atto: Sono nato in una famiglia credente e, fin da piccolo, l’albero di Natale è stato demonizzato e considerato un qualcosa dei pagani, come lo erano i miei vicini, che lo facevano e scambiavano noi per dei marziani.

     Terzo atto: Io sono credente da anni, mio marito no. A lui piace fare l’albero di Natale, io non mi sono mai opposta per la pace comune e una serena convivenza. Credo che opponendomi, sarebbe controproducente e passerei per una credente bigotta e formale, danneggiando la testimonianza personale.

     Quarto atto: Siamo ancora qui a parlare se giusto o meno fare l’albero di Natale. Fra un po’ il Signore ritorna e, invece che far fruttare i talenti ricevuti per portare anime a Cristo ed edificare la sua chiesa, saremmo trovati a fare questioni inutili e discussioni vane. Esse non servono a niente, anzi servono solo ad alimentare uno spirito di polemica in nome della «sana dottrina». In ciò siamo ignari o forse tragicamente coscienti che stiamo navigando nel mare della grazia a bordo di un’imbarcazione che fa acqua dappertutto, perché la poppa e strapiena di casse di legno con sopra etichette con scritte del tipo «legalismo, darbysmo, massimalismo, fariseismo», e in cima sventola una bandiera con su scritto «religione». {22-12-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Più che «quattro atti» sono «quattro (re)azioni» natalizie. Gli atti di una commedia sono costruiti l’uno sull’altro in un’azione in sviluppo. Qui ci sono quattro punti di vista sullo stesso argomento, vero Silvano?

 

Replica (Silvano Creaco): Naturalmente il titolo «Commedia drammatica in 4 atti» era solo un modo ironico per introdurre certamente quattro punti di vista, presi per altro dalla realtà natalizia delle famiglie. In quanto agli atti di una commedia sono, sì, costruiti uno dietro l’altro e più che per un’azione di sviluppo, per un «finale» a volte a sorpresa!

     Infine, le (re)azioni sono sempre interessanti da riportare perché mostrano chiaramente il variopinto mondo «evangelico». In quest’ultimo troppo spesso parecchi credenti sono pieni d’idee, commenti, osservazioni, ecc. su argomenti come questi. Tuttavia, mi sorprendo del silenzio altrui, che spesso accompagna le tue note (e qualcuna delle mie), sebbene si mettano alla luce problematiche serie e importanti legate alla vita cristiana, ai combattimenti in tema di fede e santificazione; eppure su di ciò scende il «gelo»; scusami per questo mio ultimo appunto, dove vado fuori tema; è solo una mia personale (re)azione. Un carissimo saluto fraterno e... buone feste. {22-12-2010}

 

 

2. {Marco Demo}

 

Condivido pienamente la risposta di Nicola Martella e aggiungo, sull’argomento del Natale in generale, che il popolo d’Israele aveva e ha delle ricorrenze, che ricordano dei momenti topici della loro storia, nonché dei grandi interventi di Dio.

     Pur non perseguendo la cultura commerciale ed estremamente esteriore del mondo occidentale, per noi cristiani, figli di Dio, è importante avere un giorno o un periodo, in cui ricordiamo che Dio si è fatto uomo, è venuto e ha abitato in mezzo a noi, come uno di noi, affinché noi potessimo essere salvati. Si tratta di un miracolo straordinario e di un evento che ha cambiato la storia e la vita di coloro, che entrano in un patto con Lui!

     Infine, ricordo che l’avversione per il Natale è presente solo in certe sette religiose, tipo quella dei Testimoni della Torre di Guardia, e in alcuni ambienti evangelici italiani. {22-12-2010}

 

 

3. {Alfonso Quadro}

 

Contributo: Perfetto. In ogni caso vi consiglio di leggere qui «Una lettera particolare». {Verso la Vita; 22-12-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Giorni fa ho ricevuto nuovamente tale testo, sebbene compaia sotto differenti titoli: «Letterina di Natale», «Una lettera particolare», «Party natalizio senza il nato», eccetera. Ecco la mia reazione in merito, che scrissi a tale amico e che vale anche qui, di là dalle buone intenzioni di chi propone tali «lettere dal cielo».

     Mi dispiace, ma non condivido tale «apocrifo» (per altro conosciuto da anni), in cui si mettono in bocca a Gesù parole, che Lui non ha mai pronunciato. Ciò che ha detto il Signore Gesù si trova nel NT in quattro versioni (Mt, Mc, Lc, Gv); non ce n’è bisogno di un altra. Inoltre ha scritto sette lettere ad altrettanti conduttori di chiesa (Ap 2-3). Quindi, sebbene molti dei contenuti sono condivisibili, la forma no. Chi fa dire a Gesù cose che non ha mai detto così e si permette di scrivere o diffondere lettere che Gesù non ha mai scritto, si rende colpevole e dovrà rendere conto a Lui. Chi ha qualcosa da dire lo dica a suo proprio nome!

    Aggiungo che conosco tale testo da anni, visto che si trova già su questo sito [► Natale fra dubbi, attese e contorno, contributo 5]; rimando al commento posto all'inizio d'esso.

 

Replica (Alfonso Quadro): Mi scuso per la divulgazione della «Lettera particolare» fra i credenti. Ma vi assicuro che fa molto riflettere chi non ha conosciuto Gesù. Li fa riflettere! Grazie. {Verso La Vita; 23-12-2010}

 

 

4. {Anna Barbuzza}

 

Ho letto l’intero articolo e sono più che d’accordo! Benché l’albero di Natale possa passare in secondo piano nella vita di un credente, personalmente non mi dispiace affatto farlo. Esso fa parte della mia cultura familiare. L’unica cosa che mi rattrista è che spesso, durante questa ricorrenza, mi ritrovo a scontrarmi contro la ristretta mentalità di una corrente cristiana evangelica, che vede nella festività natalizia una pratica non solo pagana ma addirittura diabolica... quasi da considerare il fratello o la sorella «contaminati»!

     In realtà ci sarebbero cose molto più valide, alle quali vale la pena porre mente e mettersi in discussione. Infatti, come hai fatto notare nel tuo articolo, sarebbe più opportuno che ogni singolo credente faccia un attento esame della sua vita, poiché molte delle cose, di cui si dispone, proviene dal mondo. Anche l’usanza del festeggiare il compleanno pare che abbia la sua origine nelle antiche religioni pagane! Con questo non intendo assolutamente criticare la scelta di coloro, che non sentono alcuna attrattiva nei confronti di questa ricorrenza; essi sono liberi di agire secondo la loro coscienza. La questione è comprendere che si possano avere opinioni diverse! Buone feste! {22-12-2010}

 

 

5. {Eleonora Parisi}

 

Contributo: Debbo dire che leggendo l’articolo al riguardo, mi sono ritrovata d’accordo al 100%. Io personalmente non amo fare l’albero di Natale, anche se i miei figli spesso lo fanno. Amo di più il presepe perché esprime meglio il senso del Natale, certamente non lo faccio per fini adorativi. Purtroppo la cosa che mi dispiace di più, è scontrarmi con la ristrettezza mentale, che vige tra i credenti evangelici; a volte ho l’impressione che si cola il moscerino e s’ingoia il cammello (forse paragone non appropriato). […] Viviamo in un contesto pagano e, secondo tale logica, dovremmo uscire completamente dal nostro modo di vivere, magari dovremmo recarci in Israele, per poterci conformare di più alla Scrittura. Vorrei inoltre aggiungere una cosa riguardo il presepe: tra i credenti è molto condannato, perché si pensa che sia a fini adorativi; vorrei precisare che non è proprio così, perché esistono cose a fini adorativi e cose rappresentative. Purtroppo qui si fa di tutta l’erba un fascio. Porto l’esempio del quadro che rappresenta l’ultima cena (come c’è ne sono molti altri): quello è solo una raffigurazione, è arte. Se invece prendiamo un quadro della madonna o del cuore di Gesù, quelli credo che nascono proprio con l’intento di adorare (su questo tema, mi piacerebbe che anche il fratello Martella direbbe la sua). Comunque un abbraccio a tutti nell’amore di Gesù. {23-12-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Lo so che alcuni vorrebbero parlare qui anche del presepe, ma tale tema ci porterebbe lontano. È giusto distinguere tra immagini cultuali e solo rappresentative (p.es. a fini didattici nella scuola domenicale). Il problema è che i confini sono ancora da analizzare e distinguere; qui non è il luogo. Le immagini hanno un fascino in sé, e ci vuole una grande disciplina mentale per distinguere fra arte e immagine cultuale. La stessa immagine può stare in un museo o in una chiesa; l’uso sarà chiaramente differente. Chiaramente chi, per uso didattico, spiega ai bambini la storia di Gesù con un libro illustrato, con il flanellografo o altri strumenti, non vuole spingere i bambini a venerare tali immagini; al riguardo ci viole però saggezza. Mi fermo qui, perché tale tema ci porterebbe lontano.

 

 

6. {Pietro Calenzo}

 

Personalmente non mi sentirei in libertà nella mia piccola dimora, se dovessi introdurvi un albero di Natale, ma questa è un posizione prettamente personale. Comunque non è tanto il conoscere o meno, la derivazione senza dubbio pagana di tale tradizione che ci deve condizionare, poiché se invece dell’albero introducessimo le cosiddette stelle di Natale, e le addobbassimo con le stesse luminarie, il problema non si muoverebbe di un millimetro.

     Naturalmente, come ben detto e specificato dal fratello, l’avversione di larghi strati del popolo evangelico, o la personale diffidenza per questa pratica di festeggiamento, deriva da un comprensibile e derivato dissapore, giustificabilissimo, per tutte le tradizioni introdotte, con compromessi, a volte deplorevoli, per finalità politiche e di potere dal nascente proto-cattolicesimo di fine terzo secolo e inizio del quarto (festività del «sole invictus» riguardo al giorno del 25 dicembre). Diversamente la specifica pratica dell’albero natalizio iniziò molti secoli dopo, e tanto per chiarire i fatti, con una aperta condanna di uno dei maggiori dei riformatori, Martin Lutero, che ne sminuì apertamente l’uso.

     Personalmente, non mi meraviglio, se molti o pochi credenti, non la pensino più o meno alla mia maniera, ma non ne tengo a fare un fatto dogmatico. Non mi troverei in alcuna difficoltà ad andare in una dimora, dove altri fratelli si sentissero liberi di addobbare le loro dimore con alberi e luminarie, il più delle volte per la gioia dei figliuoli. Concludo, che sarei più felice delle sole luminarie, ma ciò non è a mio avviso un fatto preminente, l’importante è che lo spirito del Natale non intacchi il vero Natale nei nostri cuori, e ci conduca a fare prigioniero ogni evento e ogni occasione in Cristo Gesù, per annunciare, testimoniare la nascita del Salvatore nelle nostre vite, con una vita consacrata, santificata e coerente alla celeste vocazione in Cristo e alla nuova nascita in Gesù, allorquando Egli ci ha fatto rinascere a nuova vita. Questo è il vero Natale di ogni credente rigenerato da Dio. Un abbraccio fraterno in Gesù Cristo il Re in eterno. {22-12-2010}

 

 

7. {Paolo Brancè}

 

Vedo che ancora si parla di cose che non sono essenziali. Comunque sia, considerate il fatto che il Signore è venuto per conquistare ciò, che era perduto. Questo significa di cristianizzare ciò, che non è cristiano, ma che può arricchire il significato del Natale. L’albero, che uno dei simboli della vita, appartenenti alla cultura nordico-pagana, è stato conquistato a significare uno dei simboli della vita cristiana. Perché dobbiamo perderci in chiacchiere? In fin dei conti Gesù è venuto per salvare ciò che era perso, e questo vale anche le tradizioni costruite dagli uomini. Anche il 25 di dicembre non dovrebbe essere così scandaloso. Sappiamo che Cristo non è nato il 25 di dicembre. La data è sconosciuta, ma si può prospettare il periodo autunnale o all’inizio primavera. Ma avere una data convenzionale non dovrebbe dare adito a scandali o rifiuti. Giochiamo su queste forme culturali per conquistare la gente a Cristo, senza andare a demonizzare né la data né l’albero o il presepe (che non è stato menzionato). Altrimenti la gente ci additerà come Testimoni di Geova. E francamente preferisco essere cattolico che passare per Testimone di Geova. {22-12-2010}

 

 

8. {Tore Reale}

 

Contributo: La nascita di Cristo non avvenne a dicembre, ma presumibilmente fra la fine di settembre e i primi di ottobre. È risaputo che un certo pseudo-cristianesimo apostata s’impegnò a mantenere le feste pagane di stato cambiando i nomi agli idoli, ma non le mansioni. Il Gesù di quel cristianesimo aveva analogie con Mitra e altri idoli, che indicativamente venivano adorati nei saturnali. L’albero natalizio è tradotto dal sincretismo fra i culti pagani celti e latini. A dicembre il sole rinasce e bene lo sapevano gli astronomi antichi. Cristo è la luce del mondo e su questo presupposto lo si è sostituito ad altre divinità solari. Ma si tratta di tradizioni create dalla mente umana nel tentativo, vano, di dare forma all’imponderabile. L’albero di Natale, i regali, le belle mangiate alla meridionale sono un modo affettivo per fare la conta dei parenti e degli amici superstiti. Il Natale mi fa pensare al Cristo annunciatore e portatore di salvezza, ma anche al Cristo escatologico, giudice e imperatore. {22-12-2010}

 

Osservazioni (Paolo Brancè): Beh, non dici niente di nuovo. Il Natale è la festa della riconciliazione, che è in intima connessione con la sua passione. Quindi, è la festa delle luci e dei colori, dello scambio dei doni e della grande mangiate luculliane. C’è forse qualcosa di peccaminoso in tutto questo? No, perché il credente ha assunto il vero significato dell’essere venuto al mondo: io esisto, perché esiste il mio Creatore e il mio Redentore. È in lui che ho vita, e la vita va vissuta pienamente e passionalmente. A tutti buon Natale. {22-12-2010}

 

 

9. {Sandro Carini}

 

Contributo: Vediamo i lati positivi di questo periodo natalizio: La gente è più sensibile all’ascolto del messaggio evangelico. A noi ci capitano più occasioni per divulgare l’Evangelo. E allora sfruttiamo questo periodo nel miglior modo possibile e... buon lavoro per il Signore e buon Natale a tutti. {22-12-2010}

 

Osservazioni (Paolo Brancè): Senz’altro il Natale va visto come un momento di annuncio. Ma va anche visto come evento solenne della nostra nuova nascita. Siamo veramente nati in Cristo? Ci moviamo come Gesù ci ha insegnato, viviamo in comunione con noi stessi, con il nostro Signore e con il nostro compagno di umanità e con il nostro fratello? Beh, queste sono domande d’obbligo e così possiamo arginare le sciocche, pretestuose speculazioni sulle origini del natale, e la liceità se va festeggiato o meno. Rimango del parere che la ricorrenza delle festività natalizie e, se volete, anche di fino anno sono momenti di grande, seria, responsabile riflessione su chi siamo noi, che ci professiamo cristiani evangelici, più che essere un momento di evangelizzazione. {23-12-2010}

 

 

10. {Guerino De Masi}

 

Grazie, Nicola! Mi sembra chiaro e sufficiente quanto hai scritto, adesso e prima ancora.

     Porto un piccolo aneddoto personale. Sono andato alla festa della scuola del mio nipotino. Mi aspettavo almeno qualche «addobbo» natalizio, invece niente! Tra le varie bancarelle, con giochi e intrattenimenti per gli alunni e i genitori, c’era un bel banco di libri: favole, storielle fantasiose, racconti di bimbi e tra questi alcune storielle di Abdul, Ibrahim, Alì, ecc. Non un solo libretto, che facesse riferimento a Gesù oppure al Natale. Sono rimasto francamente deluso.

     Ho avuto la stessa delusione, guardando l’altra sera una tra le tante inutili trasmissioni televisive. Si faceva riferimento al Natale, all’impegno nell’accettazione dell’altro e al buonismo sdolcinato dilagante, ma senza mai pronunciare il nome di Gesù !!!

     Allora, ben venga che i cristiani facciano festa, checché se ne dica della data, dell’origine pagana, della diatriba di questa festa.

     Abbiamo occasione di parlare dell’incarnazione. Approfittiamo, quindi, per annunciare il Vangelo, che salva... anche a Natale. {24-12-2010}

 

 

11. {Lorenzo Bendlin}

 

Contributo: Sono pienamente d’accordo riguardo alla cultura biblica, ma presento un’altra questione: invece di giudicare e criticare se l’albero di Natale è giusto o sbagliato, perché non facciamo un’altra cosa, cioè usare un po’ di creatività e sfruttare il momento per presentare Cristo. Se si pensa, si può fare tanti paragoni, per esempio l’albero di Natale è un pino, che è sempre verde (vivo) e, come tale, può ripresentare la vita eterna, che abbiamo in Cristo. Di solito c’è una stella in cima all’albero; Gesù è la stella del mattino! Ci sono le luci; Gesù è la luce del mondo! Ci sono gli ornamenti, che possono rappresentare il frutto dello Spirito! Ci sono anche dei regali sotto l’albero, che possono rappresentare i doni dello Spirito. Come si vede, si può usare anche l’albero di Natale per predicare Cristo, se abbiamo un po’ di creatività! Il Signore vi benedica! {24-12-2010}

 

Osservazioni (Paolo Brancè): Infatti, Lorenzo, ho ribadito in un mio intervenendo che Cristo è venuto per cristianizzare ciò, che non è cristiano; e i credenti sono chiamati a fare questo lavoro. Ma devo ancora una volta registrare che negli ambienti evangelici c’è una mentalità filo-Testimoni di Geova. {24-12-2010}

 

Replica 1 (Lorenzo Bendlin): Paolo, grazie, per la tua risposta. Direi che negli ambienti evangelici, a volte, più che una mentalità filo-Testimoni di Geova, c’è un po’ di fariseismo! {24-12-2010}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Facciamo bene a rispettare le convinzioni altrui, sia che siamo d’accordo o contrari al cosiddetto «albero di Natale» o, permettetemi una battuta, al «cactus di Pasqua». Paragonare chi rifiuta l’albero di Natale ai seguaci della Torre di guardia o ai Farisei, non lo trovo rispettoso né appropriato.

     Bene facciamo a usare ogni occasione per annunciare Cristo. Lo stesso vale per il compito di «cristianizzare» la cultura intorno a noi, portandovi il timore di Dio e un’alfabetizzazione biblica.

     Quanto all’allegoria dell’albero di Natale, come sopra menzionata, essa è certamente affascinante e pittoresca. Ammetto però che non è nelle mie preferenze, visto che privilegio i fatti storici e l’esegesi contestuale della Parola. Con l’allegoria si può far dire alle cose ciò che si vuole, questo o il suo contrario. Quanto alla creatività, essa è positiva, se conforme alla sacra Scrittura e aiuta a spiegare i fatti biblici, di là dalle mie riserve verso l’allegoria.

 

Replica 2 (Lorenzo Bendlin): Carissimo Nicola, voglio solo chiarire un punto: non ho mai detto che chi non accetta l’albero di natale, è un fariseo e non ho mancato di rispetto; quello che ho detto è che a volte gli evangelici (fra i quale sono anch’io) si comportano come farisei, è ti dico perché. Perché noi possiamo avere tutta la cultura biblica, che vogliamo, possiamo credere a tutta la Bibbia, ma se la Parola di Dio e lo Spirito di Dio non cambiano il nostro cuore, se non cambiano il nostro uomo interiore, diventiamo veramente farisei! Ancora peggio finiamo di parlare solo a noi stessi, perché nessun ci ascolta. Quello che conta non è la sana dottrina, quello che conta è la sana dottrina vissuta. Se vogliamo palare di apologetica, dobbiamo anche guadagnare il diritto di essere ascoltati. Abbiamo bisogno di due cose: prima il perdono dei nostri peccati, che Cristo ha compiuto sulla croce, e abbiamo bisogno anche che la vita di Cristo sia manifesta in noi. Così queste due cose contano: il perdono e la vita di Cristo in noi. Il Signore ti benedica. {25-12-2010}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Ringrazio Lorenzo per la precisazione. Non ostante che ho letto e corretto il contributo, non ho capito che cosa tutto ciò abbia a che fare col tema di discussione. Sono certamente cose apprezzabili, ma il tema è un altro e su di esso bisogna esprimersi nel merito e senza apostrofare in nessun modo i propri interlocutori. E questo vale a maggior ragione se si ha un cuore cambiato da Cristo e la sua vita si manifesta in lui.

 

 

12.. {Autori vari}

 

Sara M. Reali: Credo che tutto dipenda dalla situazione. Premetto che io l’albero di solito lo faccio solo perché è una tradizione di famiglia. Comunque credo che possa essere strumento di unione della famiglia in alcune circostanze. Se invece crea scalpore o scandalizza delle persone, credo che se ne possa fare a meno. Quindi, credo che dipenda tutto dall’intenzione e dalle conseguenze che potrebbe portare. {22-12-2010}

Maria Angela Vender: Grazie Nicola per avermi suggerito di leggere il tuo articolo che condivido. Io personalmente non faccio l’albero di Natale, ma non ho nessun problema ad augurare buon Natale, anche se aggiungo che per i figli di Dio dovrebbe essere Natale tutto l’anno. Come dici tu, Gesù è nato nei nostri cuori e allora ben venga un buon Natale per ogni giorno dell’anno! Che Dio ti benedica e benedica il tuo lavoro al suo servizio. {22-12-2010}

Eliseo Paterniti: Carissimo Nicola ho letto il tuo scritto in merito all’albero di Natale e mi trovi concorde al 100%, Infatti a casa mia non si è mai usato né presepe né albero di Natale, però non mi scandalizza affatto chi ha tale usanza tra la fratellanza evangelica. Secondo me c’è ben altro, di cui scandalizzarsi... ossia delle attitudini negative, che spesso si riscontrano più o meno in ogni uno di noi e da questi dobbiamo correggerci. Io sono uno di questi e ringrazio Dio per il lavoro che sta facendo nella mia vita, per cui credo che sono un cantiere aperto, dove Dio sta lavorando. Shalom. {22-12-2010}

 

Pierluigi Prozzo: Ripeto qui quello che ho scritto in un commento sempre su tale argomento, scrivendo a un lettore. «Il cosiddetto albero di Natale è un residuo di paganesimo del nord Europa trasposto nella religione “cristiana” e l’unica utilità, che vedo io personalmente in tale simbolo, è che bambini e adulti si divertono ad addobbarlo e a rivestirlo di giochi di luce nel periodo invernale (ovviamente chi può economicamente), perché farlo in estate sarebbe da “anticonformisti”. Come giustamente dici [Luigino], il Natale è sempre... perché ogni giorno è adatto affinché Cristo Gesù e il Padre, attraverso lo Spirito Santo, vengano ad albergare in ciascun figlio amato fino alla morte, e alla morte di croce». {22-12-2010}

 

Ylenia Basti: È un bell’articolo, obiettivo, mi trovo d’accordo. È vero che in Italia tra gli evangelici gioca il fattore culturale anti-cattolico, me lo diceva giorni fa anche una credente. Per quel che mi riguarda, io faccio l’albero e il presepe, e preparo i piatti tradizionali, che mi ha insegnato mia nonna! Non mi sento di assolutamente di fare peccato! È una scelta personale che non va giudicata. Fröhliche Weihnachten! {22-12-2010}

 

Salvatore Paone: Gesù è venuto sulla terra più di duemila anni fa. Nella Bibbia non c’è nessuna data inerente alla sua nascita. In questo momento mi viene in mente un motto del fratello Nicola: «I massimalisti rendono grande ciò, che per Dio è piccolo; i liberali rendono piccolo ciò, che per Dio è grande».

     Nella Bibbia si vedono tante date importanti riguardo a eventi storici sopratutto dell’AT. Ma della nascita di Cristo non c’è una ricorrenza. Questo dimostra semplicemente che bisogna vedere la venuta di Cristo sotto un’ottica spirituale e non materiale. Grazie, Gesù, che sei venuto per salvare anche me. A volte facciamo come gli Ebrei di quel tempo, che aspettavano un liberatore che li liberasse dal dominio dei Romani, ma non dal dominio di Satana, che riguardava l’anima, che è di maggiore importanza. Buone feste. {23-12-2010}

 

Annegret Martella: Se volete vedere il mio albero di Natale, è tra le mie foto! Buon Natale a tutti! P.S.: Attenti agli elementi pagani nelle vostre vite, tipo: «buona fortuna», «in bocca al lupo», gettare il riso ai matrimoni, mangiare le lenticchie a Capodanno, eccetera. Menomale che Babbo Natale è un’invenzione moderna del signor Coca Cola... {23-12-2010}

 

Samuele Maodda: Sono pienamente d’accordo con quanto detto dal fratello Nicola Martella. E non ritengo inutile l’aver affrontato tale argomento, in quanto molti si fanno di questi quesiti nella propria mente. Leggere un articolo come que-sto è edificante in ogni caso. Dio benedica tutti i lettori, concedendo se-condo la sua meravigliosa grazia di passare delle bellissime festività quest’anno. Pace. {23-12-2010}

 

Carmine Calabrese: Il Natale è tutti i giorni, basta avere il cuore aperto verso Gesù. Per quanto riguarda oggi il Natale, è consumismo; però non bisogna mai genera-lizzare, perché ci sono uomini che danno la loro vita per il prossimo. Il 25 dicembre è una data di convenienza fatta dai pagani; invece i veri cristiani festeggiano non la data bensì l’evento storico, che ha cambiato la vita dell’umanità, grazie alla sua nascita e alla sua resurrezione siamo diventati suoi figli, cioè cristiani. Ti adoro, Gesù. {24-12-2010}

Antonino Messina: Dietro a ogni «tradizione» si nasconde sempre «lo spirito dell’errore»! Del resto, se l’uomo non vuol ricevere «la verità», avrà certamente «una menzogna»! Dio ci guardi e ci custodisca dall’offrire, in questi «ultimi tempi», ciò che il popolo desidera (emozioni, sensazioni, feste, musica, coreografie, insomma: intrattenimento), ma ciò che Dio ci consiglia, e a volte ci ordina! Del resto la chiesa di Laodicea (come piace al popolo) è già presente tra noi! {24-12-2010}

 

Natale e apologetica cristiana {Nicola Martella} (A)

 

► URL di origine: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Albero_natale_OiG.htm<

23-12-2010; Aggiornamento: 27-12-2010

 

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