Stefano aveva appena conosciuto il Signore e venne nella cura
pastorale per altri motivi. Facendo la mia analisi del suo caso a
360° gradi mediante domande mirate, mi accorsi che mi trovai davanti
un esperto occultista e che lo spirito guida, che lo aveva
manovrato da tempo, non lo avrebbe mollato così facilmente e che
avrebbe cercato di imbrogliare me e lui. In tali casi la presenza
degli spiriti li potevamo avvertire chiaramente intorno a noi.
Viste le
resistenze in Stefano, sebbene egli fosse sincero, mi preparai a
una cura pastorale a lunga scadenza. Intanto egli cercava di
«provarci» per vedere fino a che punto arrivasse la mia tenacia e la
mia pazienza. La prima manovra fu questa: «Perché i miei doni
non possono provenire da Dio?». Gli risposi che l’albero cattivo non
può fare frutti buoni. Poi seguì la seconda: «Perché Dio non può
servirsi dei miei doni nel suo regno, visto che ora sono diventato
credente?». Gli risposi che gli apostoli in Samaria non nobilitarono
le facoltà medianiche di Simone il Mago (At 8,9ss.21ss), né Paolo
mise al servizio di Dio le facoltà divinatorie della serva
demonizzata con lo spirito vaticinante (At 16,16ss).
Prima di arrivare a una «preghiera di rinuncia» sincera,
onesta e completa (senza se e senza ma), la strada è stata lunga. La
voglia di riprovare quella sensazione energetica, era grande. I
bisogni in famiglia e fra i conoscenti era una grande fonte di
tentazione a «risolvere» tutto con tali facoltà medianiche.
Resistere al diavolo non era facile, visto che veniva col
«miele» e le lusinghe.
Gli dicevo che doveva ritenersi benedetto dal Signore di non essere
capitato in un gruppo carismaticista tipo «fuoco di Toronto»:
il suo «dono» medianico si sarebbe trasformato subito in un
«carisma» spiritualista o gnostico! Essendo venuta a conoscenza
delle facoltà medianiche di Stefano, posso immaginarmi — come gli ho
a volte detto — che avrebbe avuto una grande carriera come «profeta»
e «guaritore» carismaticista, ma avrebbe perso l’anima sua! (Mt
7,15-23). {Nicola Martella} |
Non è facile per me scrivere cose, che ancora ho
difficoltà a superare, ma il vedere quanta superficialità e incompetenza
vengono evidenziate, quando si parla di cose che «sfiorano» (!)
l’esoterismo, m’impone d’esortare chi, attratto dal «canto delle
sirene», non s’accorge del suo avvicinarsi al punto da cui poi ritornare
risulta, in moltissimi casi, impossibile.
Ho un rapporto personale con il Signore dal 1999, anno in cui posso dire
con certezza che la mia vita ha subito un cambiamento fondamentale. Il
perché sarà facilmente immaginabile da chi avrà la pazienza di seguire
questo mio scritto che vuole diventare una testimonianza della
pericolosità delle lusinghe di Satana.
Può darsi che questo mio intervento possa mascherare delle
manipolazioni, chiaramente inconsapevoli, dell’avversario presenti nel
carismaticismo estremista, letto in alcuni interventi
anche su questo sito [►
Voglia di profeti e veggenti]. Con questo lungi da me dal pensare che chiunque delle persone (fratelli e no), di cui ho
letto sul sito, possano essere suoi strumenti, ma sento il dovere
d’esortare all’attenzione.
Avevo circa quindici anni, quando
mia nonna, una notte di Natale, mi trasmise uno strano «dono», quello di
«sapere le cose», come diceva lei, sulle persone. A quell’età
tutto viene preso ancora per gioco, ma oramai il cambiamento era in
atto. Piano piano i miei interessi verso le amicizie diventavano meno
pressanti. Mi accorgevo che isolarmi e rinchiudermi in me stesso, stava
contribuendo a crearmi un mondo, in cui tutto era come
desideravo. A questo punto, molti
diranno: «E cosa c’è di strano in ragazzo di quindici anni?». Lo strano
è che io non ero così, ero una ragazzo estroverso e pieno di vita. La
causa di questo disagio fu data chiaramente alla pubertà. Quale errore.
Verso i diciotto anni, cominciai a prendere conoscenza delle mie
diversità. Vivevo in una famiglia cattolica, ma non praticante, ma
comunque salda in alcuni principi. Mi davano una discreta libertà e,
grazie proprio a questa mancanza d’imposizione, mi avvicinai alla
religione. Ma quale religione? Non certo quella salvifica, ma a
quella che si può leggere in alcuni scritti New Age. Erano gli
anni ‘80 del secolo scorso e questi movimenti settari esplodevano
quotidianamente.
Mi avvicinai, durante una festa, a un tavolo dove una persona leggeva i
tarocchi. Come mi avvicinai, questi s’alzò e mi lasciò il posto. Io
in quel momento risi, gli dissi che al limite potevo leggergli la marca
delle carte, ma lui estremamente serio mi disse: «Siediti e smettila di
scherzare…». Come presi le carte in mano, tutto mi divenne chiaro. Capii
immediatamente cosa voleva dire mia nonna. Sentii pervadermi da una
sensazione quasi di «potere», sapevo dire «cose» alle persone, e
queste persone ne traevano grande giovamento.
Iniziò così la mia «carriera» di guaritore, rabdomante,
preveggente, medium e di ogni altra cosa mi permettesse d’interagire in
modo paranormale con il mio prossimo.
Diventai membro del
Lectorium Rosicrucianum, avevo il mio «maestro spirituale», diventai
«esperto» di ermetismo e tutto questo, si badi bene, lo facevo in
nome di Dio! Ma quale era veramente questo Dio?
Nel frattempo ero diventato maestro di
Rejki di terzo livello, avevo le persone che aspettavano fuori casa il
mio ritorno, persone a cui «facevo del bene» imponendo loro le mani,
facendo
loro pranoterapia e così via. È interessante
notare che prima di ogni seduta pregavo (un Padrenostro e un’Avemaria) e
non chiedevo mai soldi, perché facevo mio il principio secondo cui
«gratis ho ricevuto e gratis dono».
E uno potrebbe dire: «Stefano, cosa c’è male in quello, che hai fatto?
Facevi del bene alle persone, qual era il male?».
Ero esausto, diminuiva sempre di più la mia presenza in famiglia. Le
premonizioni, che avevo, oramai neppure più richieste, uscivano da
sé. Chi sa quanto è doloroso preannunciare a una cara amica di
«controllare bene» una determinata parte del corpo, ma con la certezza
che era perfettamente inutile, perché oramai vedevo la sua «aura»
spegnersi? O passare nottate a vedere armadi e attaccapanni, che
volavano per casa? O fare riti tutti i venerdì sera per
allontanare coloro, che quotidianamente evocavo.
Ero
potente. Avevo il dono di far stare meglio le persone, ma quanto mi
costava? Sentivo sempre di più presenze, che mi attanagliavano,
mi parlavano. Le notti erano divenute oramai piene di visioni
e incubi. Nel frattempo avevo perso mia moglie e, nel nome d’un
Dio che evidentemente non conoscevo, la richiamavo con sedute
spiritiche, pregavo gli «angeli», che mi mettessero in contatto con
lei. E quante volte ho avuto modo di pensare che le avessi parlato.
Tutto in nome di Dio. Conoscevo l’Apocalisse a menadito. Il libro di
Daniele era fonte per me di visioni futuristiche. I
misteri rosacrociani per me cominciavano a non essere più tali. Alice
Bailey era il mio guru.
Pregavo Dio ogni volta che dovevo imporre le mani. Sentivo la
presenza di spiriti dentro le persone, li scacciavo nel nome di Dio,
ma «pregando» mai con l’autorità datami ora da Gesù Cristo. Ma uno
spirito si può scacciare con la preghiera? Non me lo chiesi mai.
Poi un giorno, ho conosciuto la
verità salvifica di Cristo Gesù. Ma quante lotte ancora dovevo fare,
dicevo a un caro fratello, Nicola Martella, che conobbi proprio
all’inizio del mio cammino spirituale.
E più gli dicevo: «Ma che male faccio a
curare le persone?», e più lui mi rispose serenamente: «Caro Stefano,
quando dici di pregare, anziché dire un Padrenostro e un’Avemaria, dì
così: «Signore, se viene da te questo dono sia fatta la tua volontà, se
non viene da te toglimelo!».
Come potrei mai raccontare lo stato, in cui mi sentii, quando feci
questa preghiera con fede. Mille macigni mi si tolsero dalle spalle.
È inutile dire che queste «guarigioni» sparirono, le visioni sparirono,
il «dono» della preveggenza sparì e così via.
Ma fu difficile. Difficile perché all’inizio la preghiera che dicevo era
quasi «sottovoce», quasi volessi che il Signore non l’ascoltasse… In
effetti all’inizio non succedeva nulla; e io, tutto tronfio, tornavo da
Nicola dicendo: «Vedi che è da Dio?». Nicola mi sorrideva e diceva: «Ma
hai pregato con il cuore o solo con la bocca?».
Nel momento in cui pregai con il desiderio che tutto smettesse, in
effetti ciò avvenne. Quando veramente mi pentii e mi ravvedi, perché
capii i miei errori con il Signore e l’implorai che mi togliesse
tutto ciò, che non veniva da Lui, questo accadde! Ma dovetti
«vedere» ancora cose che prego il Signore di farmele dimenticare al più
presto.
Qualcuno potrebbe chiedersi: «Va bene, Stefano, mi spieghi il perché di
questo tuo scritto?». Voglio avvisare. Voglio mettere in guardia.
Posso dire che la mia esperienza in campo esoterico è grande e
so che significa parlare con gli spiriti, so che significano le
lusinghe degli spiriti, so che significa sperimentare in che modo
subdolo si possono appropriare della tua mente, facendoti passare per
«sacre» cose, che sacre non sono. So quanto sia facile avere potere e
considerazione con le lusinghe dell’avversario.
Ed è per questo che trovo l’opera di Nicola meritoria.
Mettere in guardia contro l’avversario. Satana tentò Gesù con l’uso
storpiato della Parola. Io curavo le persone imponendo le mani, credendo
di farlo in nome di Dio, ma lo facevo in realtà per mezzo di Satana.
È doloroso vedere come Satana
tuttora mi lusinga, e solo grazie a una preghiera sincera e tramite
l’aiuto del Signore riesco a cacciarlo via.
Esorto quindi tutti i cari fratelli, che sentono d’avere dei doni,
di chiedersi veramente da chi provengono. Li esorto a pregare
sinceramente il Signore che glieli tolga, se non venissero da Lui.
Già immagino quanti diranno: «Stefano, quella è la tua esperienza; i
miei sono doni, che vengono dal Signore». Anch’io la pensavo così. Vi
lascio con Matteo 26,41: «Vegliate e pregate, affinché non cadiate in
tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
Per l’approfondimento delle tematiche toccate rimandiamo alla seguente
letteratura:
■ Occultismo: Nicola Martella,
La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992).
■ Esoterismo e medicine alternative: Nicola Martella, La salute fra scienza,
religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003). Nicola Martella,
Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2(Punto°A°Croce, Roma 2003).
■ Cura pastorale di problemi occultistici: Nicola Martella,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996).
■ Carismaticismo: Nicola Martella,
Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995). |
°*°*°*°*°*°*°*°*
«Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da pecore, ma
dentro son lupi rapaci. 16Voi li riconoscerete dai loro
frutti. Si colgono forse delle uve
dalle spine, o dei fichi dai triboli? 17Così, ogni
albero buono fa frutti buoni; ma
l’albero cattivo fa frutti cattivi. 18Un
albero buono non può far frutti
cattivi, né un albero cattivo
far frutti buoni. 19Ogni albero che non fa buon frutto, è
tagliato e gettato nel fuoco. 20Voi li riconoscerete dunque
dai loro
frutti.
21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei
cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22Molti
mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi
profetizzato in nome tuo, e in nome tuo
cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte
opere potenti?”.
23E allora dichiarerò loro: “Io non vi conobbi mai; dipartitevi da
me, voi tutti operatori d’iniquità”»
(Mt 7,15-23).
►
Uscire dalla morsa dell’occultismo {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A2-Esoterismo_cristianizzato_Oc.htm
15-11-2007; Aggiornamento: 18-06-2015 |