Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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CARNEVALE: CARNE VALE SOTTO LA MASCHERA

 

 di Vincenzo Russillo - Maria Piazza

 

Prologo redazionale

 

Mi ha raggiunto il seguente articolo, scritto a quattro mani. Il titolo originario era semplicemente «Il carnevale». Il nuovo titolo, che ho dato, vuole esprimere che a Carnevale, oltre agli aspetti folkloristici, si prende occasione per far valere proprio la «carne» (lussuria, concupiscenza, ecc.); e questo tanto più che tutto avviene dietro alla maschera, in incognito. È una rinnovata occasione per riflettere su questo aspetto della cultura specialmente dei paesi a maggioranza cattolica.

     Non aggiungerò nulla all’articolo stesso, se non le ovvie correzioni redazionali per aumentarne la leggibilità e la comprensione, confidando che coloro, che interverranno nella discussione, contribuiranno in modo appropriato al tema. {Nicola Martella}

 

 

1. Entriamo in tema

     Il Carnevale ha una grande importanza in Italia e anche nei paesi del Sudamerica. Soprattutto in Brasile è una festa, che ha grande rilevanza, i carri e l’allegria si riversano per le strade. Bisogna segnalare che tale periodo conta anche molti feriti ed è motivo di confusione morale. Ci proponiamo di analizzare tale ricorrenza, passandola al setaccio della lente d’ingrandimento biblica.

 

2. Origini del carnevale

     La parola Carnevale deriva dal latino «carnem levare», che significa astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima. È una festa che si collega alla confessione cattolica. Nel Medioevo venivano offerti cibi e bevande ed era l’occasione per appagare certi piaceri sensuali. Inoltre si bruciava il cosiddetto fantoccio, fatto che si ricollega al Carnevale di Sciacca, dove si brucia l’ultimo carro. Esso è anche collegato all’inizio dell’anno agricolo. Nel mondo greco, in tale occasione si adorava il dio Dionisio, dio del vino. A Roma si esaltava il dio Saturno, e per quel giorno non c’era più nessuna differenza tra schiavo e padrone. Tutto ciò rappresentava, quindi, una valvola di sfogo concessa ai meno ricchi.

     Il travestimento inoltre, permetteva di nascondere la propria identità e non permetteva agli altri di riconoscere chi si nascondesse sotto una maschera, che variava a seconda dei gusti. L’attuale usanza di mascherarsi prende a consolidarsi nel 1655, quando il Re Sole comparve mascherato a una festa. Inoltre tutti i festeggiamenti legati al periodo, oggi chiamato carnevale, hanno degli elementi in comune: la propiziazione e il rinnovamento della fecondità, in particolare della terra, attraverso l’esorcismo della morte.

 

3. Il carnevale oggi

     Il carnevale è momento di festeggiamenti all’insegna dell’allegria. Ieri come oggi, è manifestazione d’eccessi tra le gozzoviglie e il gusto di mascherarsi; è un modo di vivere momenti all’insegna della sregolatezza e della lussuria.

     Le manifestazioni sono tante dal famoso carnevale di Venezia a quello di Acireale, dove il folkloristico s’arriva a mischiare con il divertimento. In motto è questo: «A carnevale ogni scherzo vale…». Coriandoli, schiume e stelle filanti, accompagnano i carri, che fanno sfoggio di fantasia e sono motivo di ritrovo. Diviene un corteo, dove lo sfoggio del corpo e dell’eccesso sono al primo posto; basti pensare il corteo di Rio de Janeiro, dove le ballerine si sfidano a suon di samba. Tale festività è molto sentita in Italia. Varie maschere, che nel tempo si sono venute a creare, sono ad esempio Pulcinella o Arlecchino. Allora verrebbe spontaneo chiedersi: «Un cristiano cosa dovrebbe fare?».

 

4. Il carnevale alla luce della Bibbia

     Spesso tali eventi sono occasione per lo «sballo», per il consumo d’alcool, per eccessi sessuali e addirittura di stupri. Sicuramente siamo chiamati a non conformarci a questo mondo (Romani 12,2) e dobbiamo vivere in coerenza con la Parola di Dio (Efesini 4,22s). Da figli di Dio, dobbiamo essere irreprensibili e rifiutare ogni tipo di licenziosità. Bisogna sicuramente rigettare tutto ciò, che di propiziatorio ancora viene portato avanti dal cattolicesimo; si veda la simbologia cattolica delle ceneri, che ripropone una prescrizione mosaica superata dall’efficacia purificatoria del sacrificio di Gesù Cristo (Ebrei 9,11-14). Tuttavia, seppur non condivido tale festa, non possiamo assumere un atteggiamento dogmatico nei confronti del carnevale. La Parola ci dice che c’è «un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare» (Ecclesiaste 3,4); condividere dei momenti gioiosi in luoghi sani non sono da condannare. L’apostolo Paolo ci dice, però, di non abbandonarci alle opere della carne o a gozzoviglie (Galati 5,19-21; Romani 13,13). Dio bada al perché facciamo una determinata cosa. Si può arrivare a designare biblicamente il carnevale come cosa non gradita a Dio? Abbiamo visto quali sono le origini, ma le Sacre Scritture non fanno menzione di tali festeggiamenti, né vi è fatto riferimento nei principi di Romani 14. Quindi, c’è qualcosa di male nel condividere dei momenti in allegria vestiti nei panni del proprio personaggio preferito?

 

5. Aspetti conclusivi

     Come abbiamo potuto vedere, la Bibbia ci dà delle indicazioni generali, di non conformarci alle dissolutezze del mondo. Oggigiorno, ci sono chiese che, pur rigettando le origini di tale usanza, usano questi momenti per organizzare delle feste in maschera in comunità, allo scopo d’evangelizzare. In tali occasioni, molti scelgono vestiti da clown, da principesse o da supereroi; per altri sarebbe ancora meglio se si usassero dei vestiti per rappresentare il proprio personaggio biblico preferito. Secondo loro, questi momenti dovrebbero essere motivo d’unione; al riguardo ricordano che tutto è puro per quelli, che sono puri (Tito 1,15); bisogna vagliare se Paolo intendesse cose del genere. Altri preferiscono organizzare delle feste con rappresentazioni teatrali, in cui la condivisione della Parola di Dio in modo recitato diventa un modo alternativo per condividere l’Evangelo; questo lo si può fare certo tutto l’anno.

     Non dobbiamo sicuramente conformarci al mondo; e anche nei festeggiamenti o nell’abbigliamento dobbiamo riflettere la nostra vita redenta: «Soltanto, comportatevi in modo degno dell’Evangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede dell’Evangelo» (Filippesi 1,27).

 

Un nota finale redazionale

 

Non entro nel merito del fatto che in famiglia i bambini si mascherino per gioco a carnevale o tutto l’anno; ciò ci porterebbe lontani nella discussione. Qui i genitori credenti necessitano di discernimento e sapienza per agire secondo il timore di Dio e in modo conforme alla fede cristiana. Ciò che si semina, si miete; e questo vale nell’etica sia per il massimalismo, sia per il liberalismo.

     Resta da riflettere se i locali della comunità siano il luogo adatto per organizzare «carnevalate». Non credo che si possa combattere così «insieme con un medesimo animo per la fede dell’Evangelo» (Fil 1,27). Se il mondo entra nelle chiese, mischiando così luce e tenebre, l’Evangelo risulterà annacquato e quindi sterile e inefficace. L’alternativa biblica è di portare la luce nel mondo.

     Faccio presente che, al tempo del NT, i baccanali e feste simili erano un grande richiamo folkloristico e sensuale anche per i cristiani, che erano in pericolo di essere trascinati. Valga qui, quindi, l’esortazione dell’apostolo Pietro: «Voi dunque, diletti, sapendo queste cose innanzi, state in guardia, che talora, trascinati anche voi dall’errore degli scellerati, non scadiate dalla vostra fermezza» (2 Pt 3,17; cfr. 1 Cor 12,2).

     Inoltre, mi preme concludere con questa esortazione dell’apostolo Paolo: «Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; il che è il vostro culto razionale. E non siate conformi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento del senno, affinché siate in grado di provare quale sia la volontà di Dio: quella buona e gradita e perfetta» (Rm 12,1s). {Nicola Martella}

 

Carnevale: carne vale sotto la maschera? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A2-Carneval_mascher_Mds.htm

23-02-2011; Aggiornamento: 04-03-2014

 

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