1. UNA QUESTIONE PIENA DI
PERPLESSITÀ:
Ultimamente qualcuno si è rivolto a me con una domanda su questo spinoso
tema. Ecco le sue testuali parole: «[…] Una persona che conosco è appassionata di magia e "affini"...
afferma anche di essere cristiana e che Dio non condanna queste cose
nella Bibbia. Parlando ha tirato fuori questa distinzione, dicendo che
nella Bibbia viene condannata la stregoneria, ma non la magia». Questa è la sua
spiegazione sulla differenza tra magia e stregoneria: «Vedi la magia
si può affermare che considera e fa proprie le stesse domande della
religione. Essa afferma il dogma della divinità e offre una serie di
modi per giungere a Dio. Nel dizionario teologico viene anche aggiunto:
“...le pratiche magiche possono trovarsi negli uomini della Bibbia a
servizio dell’annuncio sull’opera e sulla parola di Dio”. La stregoneria
invece è quel complesso di azioni che dimostrano negli uomini e nelle
donne un sentimento di indipendenza dalla sovranità di Dio... Gli
stregoni pretendono di agire per virtù propria, dunque
irresponsabilmente».
Poi ha aggiunto: «Già il fatto che offra una serie di modi per giungere a Dio non
è per niente cristiano, ma non so cosa rispondere a quello che dice sia
scritto su questo "dizionario teologico". Inoltre non so come provargli
che la magia in qualsiasi sua forma va contro all’insegnamento di Gesù».
2. LA RISPOSTA DELLA
BIBBIA:
Qui accenniamo soltanto alla
problematica, rimandando per l’approfondimento alla letteratura posta in
calce. l
Tale presunto «dizionario teologico» mente, poiché i profeti, Gesù
stesso e gli apostoli non si sono serviti della magia o della
stregoneria, ma è stato Dio a intervenire. La fonte di un
prodigio è la cosa più importante! Infatti, è scritto sull’epoca
apostolica: «Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro,
con dei segni e dei prodigi, con opere potenti svariate, e con doni
dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà» (Ebrei 2,4).
La sacra Scrittura parla anche di segni e prodigi fatti mediante
l’efficacia di Satana, ma ciò è assolutamente condannato da Dio.
La Bibbia condanna ogni specie di arte occulta e di esoterismo, senza
distinzioni. Ecco qui di seguito alcuni esempi.
«I savi e gli incantatori» del Faraone furono chiamati «magi d’Egitto»
che praticavano le «arti occulte» (Esodo 7,11). Tali maghi imitarono i
primi prodigi che Dio fece mediante Mosè, poi però quando cercarono con
i loro incantesimi di produrre le zanzare, non riuscirono (Es 8,18);
essi stessi constatarono che era all’opera la presenza personale di Dio
che impediva loro di agire (v. 19). Molti secoli dopo, in Babilonia il
re Nebukadnezar chiamò «i magi, gli astrologi, gli incantatori e i
Caldei» (= una casta di sacerdoti e maghi di Babilonia), per farsi
interpretare un sogno fatto (Daniele 2,2). Daniele, nel dare la
spiegazione da parte di Dio, li contrappose al Signore (vv. 27s). La
stessa cosa avvenne una seconda volta, mostrando l’incapacità di tali
occultisti e l’intervento divino per rivelare tale cosa a Daniele (Dn
4,7; 5,7.15).
Nell’AT si parla a proposito di Izebel, la moglie di Achab, il re
d’Israele, delle sue «fornicazioni» (spirituali), ossia della sua
devozione al culto di Ba`al, e ciò fu chiamato «stregonerie» (2 Re 9,6).
Manasse, il re di Giuda, fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno,
provocandolo a ira, dandosi «alla magia, agli incantesimi, alla
stregoneria», e istituendo «di quelli che evocavano gli spiriti e
predicevano l’avvenire» (2 Cronache 33,6); in 2 Re 21,6 si parla
negativamente solo di «magia e incantesimi».
La Parola di Dio non conosce nessuna differenza fra mago e stregone.
Infatti, nella Legge è scritto che qualunque specie di arte
occulta è in abominio a Dio: «Non si trovi in mezzo a te chi faccia
passare il suo figlio o la sua figlia per il fuoco [= rito esoterico con
sacrificio cruento], né chi eserciti la divinazione, né pronosticatore,
né augure, né mago, né incantatore, né chi consulti gli spiriti, né chi
dica la buona fortuna, né negromante. Infatti, chiunque fa queste cose è
in abominio all’Eterno» (Deuteronomio 18,10ss). Per queste pratiche
Dio punì Israele nel 722 a.C., facendolo deportare dagli Assiri (2 Re
17,16ss). La mano di Dio sarebbe stata contro «quelli consulteranno
gli idoli, gli incantatori, gli evocatori di spiriti e gl’indovini»
(Isaia 19,3). Dio avrebbe distrutto la stessa Babilonia, madre di tutte
le magie e stregonerie, a motivo dei suoi incantesimi e sortilegi (Is
47,9.12). La stessa cosa è detta di Ninive (Nahum 3,4), ma anche dei
Giudei che praticavano tali cose (Malachia 3,5).
Dio comandava mediante Geremia: «Voi dunque non ascoltate i vostri
profeti, né i vostri indovini, né i vostri sognatori, né i vostri
pronosticatori, né vostri maghi… poiché essi vi profetizzano menzogna»
(Gr 27,9s). Essi attingono a energie diaboliche, ma la loro potenza è
limitata (Dn 2,10).
I maghi sono stati da sempre o seduttori d’anime o aperti avversari
dell’Evangelo. In Cipro Paolo si scontrò con un «mago, un falso profeta
giudeo, che aveva nome Bar-Gesù» (= figlio di Gesù!), il quale si
opponeva agli apostoli e cercava di distogliere il proconsole Sergio
Paolo dalla fede, che Paolo stava comunicandogli (At 13,6ss). Qui il
greco ha il termine mágos «mago, stregone»; di per sé era un
termine persiano che significava «sacerdote astrologo, interprete dei
sogni, eccetera». L’Apostolo colpendolo da parte di Dio con la cecità,
lo chiamò uomo «pieno d’ogni frode e d’ogni furberia, figlio del
diavolo, nemico d’ogni giustizia» che cercava di «pervertire le diritte
vie del Signore» (vv. 10s).
Nel NT idolatria e stregoneria sono citate insieme come «opere della
carne» che escludono dal regno di Dio (Gal 5,20). Qui la parola greca
usata da Paolo è farmakeia
«miscela di veleni, magia, stregoneria, incantesimo, arte magica,
sortilegio, malia»; il latino ha veneficia, che richiama l’idea
di chi si serve di intrugli per praticare magie e malefici (cfr. it.
veneficio; cfr. le «medicine alternative»). l Più esplicitamente l’Apocalisse menzione in sequenza
«fornicatori, stregoni, idolatri e tutti i bugiardi», dichiarando che
«la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la
morte seconda» (Ap 21,8). Qui il termine greco usato da Giovanni è
farmakoi «miscellatori di veleni (quindi avvelenatori), maghi,
stregoni» (lat. veneficis)
l Anzi, Gesù stesso, parlando
della città futura di Dio, nella nuova creazione, comanda: «Fuori i
cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque
ama e pratica la menzogna!» (Ap 22,15). Qui ricorre lo stesso
termine greco (farmakoi).
Ribadiamo ciò che dice la Scrittura sull’antiteticità fra Dio e il
diavolo e fra le loro rispettive opere: «Quale comunione c’è fra la
luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar?… E quale accordo
fra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché noi siamo il tempio del Dio
vivente…» (2 Corinzi 6,14ss). Il greco del NT permette come risposta
alle domande solo un no assoluto! Beliar è il nome giudaico del dio Bel
o Ba`al, che nel NT è usato come nome del diavolo (cfr. Ba`al-Zebub 2 Re
1,2s.6.16 con Beelzebub Mt 12,24.27). Nel NT «luce» è una metafora per
Dio e «tenebra» per il diavolo e l’occultismo. È attestato che «Dio è
luce e che in Lui non vi sono tenebre alcune» (1 Gv 1,5; 2,8); Dio
ci ha «chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce» (1 Pt
2,9). I cristiani devono accettare la luce e rifiutare le tenebre (cfr.
Rm 13,12; Ef 5,8; 1 Ts 5,5; 1 Gv 2,8s).
Per la Bibbia l’unica via che porta a Dio è assolutamente solo una: Gesù
Cristo stesso: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al
Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6). Tutte le altre vie sono
mistificazioni e portano alla perdizione (cfr. 2 Cor 2,5; 4,3; Fil
3,18s; Eb 10,39). Gli apostoli hanno parlato di falsi profeti e «falsi
dottori che introdurranno di soppiatto eresie di perdizione» (2 Pt
2,1s). Pietro parlando degli scritti di Paolo, disse che già allora «gli
uomini ignoranti e instabili [li] torcono, come anche le altre
Scritture, a loro propria perdizione» (2 Pt 3,16). Paolo stesso mise
in guardia per i tempi futuri che alcuni di quelli che dicono di essere
cristiani «apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori
e a dottrine di demoni» (1 Tm 4,1). Per questi motivi, l’apostolo
Giovanni comandava ai credenti: «Non credete a ogni spirito, ma
provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi
profeti sono usciti fuori nel mondo» (1 Gv 4,1).
Riguardo a quelli che pensano che la magia e l’esoterismo siano una
delle tante vie legittime per arrivare a Dio, si fa bene ad avere le
idee chiare su quanto afferma veramente la sacra Scrittura. Per cui si
fa bene a prendere sul serio la minaccia di Dio, data per mezzo di
Isaia: «Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che
mutano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che mutano l’amaro in
dolce e il dolce in amaro! Guai a quelli che [al riguardo] si reputano
esperti e si credono intenditori!» (Is 5,20s).
Per quanto ci riguarda seguiamo volentieri la raccomandazione apostolica
che ingiunge a imparare a «praticare il “non oltre quel che è
scritto”» (1 Cor 4,6). Questa è una caratteristica essenziale dei
veri discepoli di Gesù: «Se perseverate nella mia parola, siete
veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà
liberi» (Gv 8,31s). Queste riflessioni sono basate sulle seguenti
opere:
■
Nicola Martella,
La lieve danza delle tenebre
(Veritas, Roma 1992): Si tratta di un’analisi razionale e
biblica dell’occultismo, alla luce della vittoria di Cristo. Il
libro affronta Œ il problema dell’occultismo
(seduzione e sfida),
le varie forme in cui i fenomeni si presentano e Ž la loro analisi alla
luce della Bibbia.
■
Nicola Martella,
Entrare nella breccia
(Punto°A°Croce, Roma 1996), due parti: Œ La prima parte
dell’opera affronta il tema della consulenza generale. La seconda parte
tratta la cura d’anime specifica al problema dell’occultismo. Questa
opera aiuta a risolvere alcuni problemi spirituali personali e anche
a imparare ad aiutare gli altri nella consulenza. Essa è destinata a
chi ha un carisma pastorale, ma può far del bene a chiunque. Il
libro mostra le basi della cura d’anime biblica e vuole aiutare a
esercitare il carisma del discernimento. Sono trattati temi come
l’oppressione spirituale, la depressione e l’analisi differenziale
dei casi. Quest’opera è adatta a chi voglia imparare a esercitare
il discernimento spirituale, così da riuscire ad aiutare gli altri
in questi problemi.
■
Nicola Martella,
Malattia e guarigione(Punto°A°Croce, Roma
2003).lPrimo volume: «Lasalutefrascienza, religioni
eideologie». Questo
volumeimposta il problema sulle medicine alternative,
l’occultismo, le religioni orientali e l’esoterismo alla luce della
scienza e della Bibbia. lSecondo
volume: «Dizionario delle medicine
alternative». Questo volumeapprofondisce il problema sulle
medicine alternative, l’occultismo, le religioni orientali e
l’esoterismo alla luce della scienza e della Bibbia; gli articoli
sono disposti in ordine alfabetico per facilitare la consultazione. |
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Stregoneria_magia-Oc.htm
24-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010 |