Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Occultismo-esoterismo
 
 
 
 

L’occultismo viene presentato quale problema sociale, razionale e biblico.

  Alcuni dei temi principali sono i seguenti:

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La divinazione

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Lo spiritismo

La magia

La massoneria

La neostregoneria

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La religione

I fenomeni estatici e la falsa profezia

L'esoterismo

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CRISTIANI RIGENERATI MA POSSEDUTI?

 

 di Nicola Martella

 

1. Una questione contorta

2. Una presa di posizione

 

 

1.  UNA QUESTIONE CONTORTA: Da qualcuno mi era stato inviato uno studio, scritto di un pastore evangelico[1], chiedendomi che cosa ne pensassi. Egli, allarmato e confuso, si (e mi) chiedeva: «Può un credente essere posseduto da demoni?» (R.A.).

     È bene riassumere, quindi, l’argomentazione di tale pastore, aggiungendo subito alcune riflessioni e obiezioni.

     n L’autore parte dal grande mandato di Gesù (Mt 28,18ss), adducendo anche la fine dell’Evangelo di Marco (16,15-18 non presente in tutti i manoscritti), evidenziando «scacceranno i demoni». Poi si chiede se questi ultimi fossero da cacciare dagli increduli o anche dai credenti. Ammette che Gesù cacciò gli spiriti da coloro che, pur credendo a volte, non erano nate di nuovo. Poi cita i pochi brani del libro degli Atti (5,12.16; 8,6s; 16,16.18). Poi conclude giustamente: «Anche in questi tre casi la liberazione è avvenuta su persone non ancora credenti o su persone certamente attente alla predicazione e attratte dai prodigi operati dagli apostoli, ma probabilmente non ancora nate di nuovo. Se ci limitassimo, quindi, a quanto è possibile ricavare dalle Sacre Scritture, dovremmo concludere che i demoni vanno scacciati solo dai non credenti, o meglio da chi non è ancora nato di nuovo».

     n Poi lascia ciò che è scritto, per darsi a supposizioni su cosa succeda quando una persona si converte: «Qual è la sorte degli spiriti immondi presenti in una persona quando questa si converte e accetta Cristo nel suo cuore?». Come si vede l’autore presume a priori che una persona non credente sia comunque coabitata da demoni (!). La questione che si pone è se essi escano automaticamente al momento della conversione, se debbano essere cacciati o se rimangono tranquillamente coabitanti, finché il credente scopra il peccato corrispondente, smascheri gli spiriti ad esso associati e li bandisca dalla propria vita.

     n Ciò che contraddistingue il resto della trattazione è il tentativo di mostrare questi aspetti: ² 1) il peccato e gli spiriti sarebbero direttamente connessi; ² 2) Cristo potrebbe effettivamente convivere nel cuore dei credenti con delle presenze maligne; ² 3) gli spiriti vengono smascherati e poi scacciati dal credente solo nel momento in cui egli riesce a vedere e successivamente ad abbandonare tutto ciò che non è gradito al Signore. Per giustificare queste sue tesi si basa sulla «esperienza diretta» (interrogazione degli spiriti?) e sulla versettologia, ossia sull’abbinamento di versetti presi da contesti che non hanno nulla a che fare col tema.

     n Egli cita a sproposito Matteo 12,43ss, omettendo sia il contesto (il diverbio di Gesù contro i Giudei increduli) sia la frase finale: «Così avverrà a che a questa malvagia generazione». Gesù non parlò quindi di un individuo ma di un’intera generazione (!) e la citazione dello spirito immondo che tornò alla sua prima casa era solo illustrazione per coloro che, avendo rifiutato Gesù quale Messia, si mettevano in una pericolosa situazione. Il testo non parla che la persona liberata fosse credente; anzi può diventare rigenerato solo chi è stato liberato.

     n L’autore poi passa a Esodo 23,27-30, evidenziando la frase «Li scaccerò dalla tua presenza a poco a poco». Poi crea subito un parallelo fra la conquista di Canaan e il «cuore di Gesù», a cui il credente si protenderebbe mediante l’acquisizione del frutto dello Spirito (Gal 5,22). Per cui i «popoli che non avevano nessuna intenzione di andarsene» da Canaan vengono accostati al peccato e al demonio che, essendosi stabiliti «nel nostro cuore», non hanno nessuna intenzione di andarsene dai credenti. Solo combattendoli e vincendoli, li si scaccerà; poi cita Matteo 11,12 evidenziando «preso a forza e i violenti se ne impadroniscono», ma non si capisce il nesso. Poi conclude con l’abbinamento aprioristico: «E così come gli Ebrei dovettero affrontare i nemici uno alla volta per potersi insediare in quelle terre, anche noi dovremo fare altrettanto con il peccato e gli spiriti immondi presenti nel nostro cuore». l Verrebbe da chiedergli: «Scusa, dove è scritto?». Tutto ciò è paradossale, se si pensa che Dio aveva detto: «Non li scaccerò [= i Cananei] dalla tua presenza in un anno, affinché il paese non diventi un deserto, e le bestie dei campi non si moltiplichino a tuo danno» (Es 23,29). Qui c’era una motivazione del tutto pratica, che non permette nessuna speculazione d’altro genere.

     n Dopo ciò cita 1 Gv 1,8, chiedendosi se «egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» intende che tale purificazione sia «solo dall’azione peccaminosa in sé o anche da eventuali presenze maligne» (!?). Conosciamo la sua risposta. Poi afferma: «Se pensiamo che con la venuta di Gesù nelle nostre vite siamo diventati improvvisamente santi, liberi dal peccato e una nuova creatura conforme ai desideri di Dio, stiamo evidentemente sbagliando». Facendo nuovamente il parallelo con Canaan afferma che «la liberazione sarà lenta e progressiva». È chiaro che scambia la giustificazione e la rigenerazione (istantanee) con la santificazione (processo). Per lui essere liberati dalla forza di singoli peccati e dalla potenza dei demoni, è la stessa cosa. Perciò egli afferma: «Gli spiriti immondi, normalmente, entrano in un cuore e lo governano aggrappandosi ad un atteggiamento peccaminoso accettato e fatto proprio dalla persona in questione. E finché quel peccato non sarà visto, rifiutato e combattuto, lo spirito immondo non lascerà la presa perché si sentirà in diritto di continuare la sua azione condizionante su quella mente e su quel cuore». Questo abbinamento fra peccato e demonizzazione è pericoloso e letale; infatti è una falsa dottrina affermare che i singoli peccati permettano ai demoni di entrare nell’intimo dei credenti e di restarvi finché essi non siano individuati e confessati! Dove sta scritto palesemente nella Bibbia? Non basta citare Proverbi 4,18 (parla del perfezionamento dei giusti), per dimostrare una «salvezza progressiva», che non esiste nella Bibbia; infatti sarebbe un’opera dell’uomo e non salvezza per grazia mediante la fede. Che idea malsana abbinare peccati e spiriti immondi, per concludere che il Signore ci libererebbe da questi ultimi (come per i primi) solo quando come credenti ne diventiamo coscienti, ce ne pentiamo (pentirsi di essere demonizzato?) e ne vogliamo la liberazione. Si rifletta invece che molti dei veri indemoniati non si rendono conto di esserlo e, dopo essere usciti dal parossismo, non ricordano nulla di ciò che è stato e non credono a chi gli racconta i fatti; Gesù liberò dai demoni anche tale categoria in stato di incoscienza.

     n Poi seguono sue esperienze di esorcismo, citando ciò che i demoni dicono per bocca dei posseduti, ossia che non se ne vogliono andare. E ciò diventa la «chiave di lettura» e la base delle sue convinzioni dottrinali !?).

     n Quindi si chiede «E poi, per quale ragione lo Spirito di Gesù non potrebbe convivere nel cuore di una persona con dei demoni?». Per rendere l’idea, cita il fatto che nel prologo del libro di Giobbe si parla di Satana che aveva accesso alla presenza di Dio e poteva addirittura parlare con Lui (Gb 1,6-12).[2] Poi conclude: «In ogni caso Gesù, quando entra in noi, deve convivere col nostro peccato, con la nostra carne, cioè con una natura peccaminosa. E perché potrebbe coesistere con il peccato e non con un demone? Non hanno forse la stessa natura, la stessa origine?». l Come si vede, l’equiparazione fra peccati e demoni portano a tali malsane riflessioni. Probabilmente lo scrittore non conosce la differenza fra vivere nel peccato e cadere nel peccato, di cui parla Giovanni (cfr. 1 Gv 3,9).

     n L’autore conclude quindi, menzionando «le Scritture e soprattutto le esperienze dirette di anni di ministero», affermando la «possibilità che presenze maligne possano ancora annidarsi nel nostro cuore», dove farebbero la loro opera nefasta.

 

 

2.  UNA PRESA DI POSIZIONE: Abbiamo mostrato il pensiero contorto dello scrittore nel mostrare la sua tesi. Abbiamo anche aggiunto alcune spiegazioni e obiezioni per mostrare il fatto che egli non abbia dimostrato per nulla biblicamente quanto ha asserito e che il suo pensiero sia alquanto distante dalle chiare affermazioni della Parola di Dio. Aggiungiamo il fatto che su questo tema abbiamo scritto già abbondantemente altrove, a cui rimandiamo.[3] Qui di seguito aggiungiamo solo alcune altre riflessioni connesse allo scritto ricevuto.

     Come abbiamo visto, a una prima occhiata, l’argomentazione dell’autore pare logica. Ma in fondo non si fonda sulla chiara esegesi di brani biblici specifici al tema. L’argomentazione si basa, in fondo, su supposizioni che egli tenta di corroborare con esperienze e con brani di appoggio che col tema non hanno nulla a che vedere. Egli confonde pericolosamente il peccato o la natura peccaminosa con la possessione, ma la Scrittura distingue fra peccatori (anche molto empi) e i posseduti; questi ultimi sono in proporzione una piccolissima minoranza. Il pubblicano chiedeva a Dio di essere perdonato, non di essere liberato da demoni (Lc 18,13). Anche altre persone confessarono il loro peccato, ad esempio: il faraone (Es 9,27; 10,16), Balaam (Nu 22,34), Achan (Gs 7,20), Saul (1 Sm 15,30; 26,21), Davide (2 Sm 12,13; 24,17; Sal 41,4; 51,4), Sion (Mi 7,9), Giuda (Mt 27,4) e Il figlio prodigo (Lc 15,18.21). Di queste persone solo di due si parla di una certa attività demonica: Saul e Giuda.

     Nel caso di Saul, come recita il testo ebraico, lo spirito cattivo gli veniva addosso in certi momenti ed egli usciva di sé (1 Sm 18,10; 19,9 ebr. «venne sopra Saul»). Qui non si tratta di possessione, ma di ossessione diabolica. Qui Saul venne dato «in man di Satana» — per usare un termine del NT (1 Cor 5,5; 1 Tm 1,20) — a causa delle sue disubbidienze, per essere punito e disciplinato, ma non era posseduto. Anche nel NT, quando qualcuno era dato «in man di Satana», ciò aveva a che fare con la «perdizione della carne» (1 Cor 5,5) e con una pesante disciplina (1 Tm 1,20), non con la penetrazione interiore del demone.

     Premettiamo che il caso di Giuda l’Iscariota sia un fatto particolare, avvenuto prima della nascita della chiesa. Nel caso di Giuda è scritto che il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda di tradire Gesù (Gv 13,2); ma ciò non lo rendeva un «posseduto». Poi, improvvisamente «Satana entrò in lui» (v. 27). Si noti che non è scritto: «Satana si impossessò di lui». Questo stesso procedimento fu spiegato così da Luca: «E Satana entrò in Giuda… Ed egli andò a conferire coi capi sacerdoti…» (Lc 22,3s). Si tratta dell’azione personale di Satana e della sua istigazione improvvisa che spinse Giuda a compiere il tradimento che aveva già concepito; lo stesso raptus può spingere ancora oggi delle persone a compiere atti malsani e «pazzie». Ma ciò non significa già di per sé essere posseduti; infatti, la maggior parte dei posseduti non si rendono conto di ciò che fanno, mentre Giuda contrattò il prezzo con gli altri cospiratori (Lc 22,4s). Gli Evangelisti vogliono evidenziare l’apertura specifica di Giuda alla seduzione diabolica. Essi parlano anche del suo rincrescimento e pentimento, dopo il tradimento (Mt 27,3); ciò mostra che non si tratta di una possessione (che è uno stato) ma di una demonizzazione momentanea.

     Abbiamo visto che Giuda è un caso particolare, accaduto prima della pentecoste. Anche ai credenti del nuovo patto viene raccomandato: «Non fate posto al diavolo!» (Ef 4,27); ma questa espressione non intende: «Non fate entrare il diavolo in voi, perché vi possegga». Ciò significa, invece, i credenti non debbano permettere all’avversario di influenzarli in modo malsano, poiché egli è un abile seduttore (oltre che un leone ruggente); ma ciò è un fenomeno diverso dalla possessione. Che cosa sia o faccia normalmente un posseduto, è mostrato con la persona e gli atti del Geraseno, prima e dopo la liberazione (Lc 8,27ss.35.38s).

     Confondere la natura peccaminosa con la possessione e il peccato con la presunta demonizzazione (presenza di demoni nella vita intima) dei credenti), è tragico e fatale. Ciò significherebbe che fino al momento della morte non si può essere sicuri di essere veramente liberi (!?). Esistono due atti immediati che avvengono, tra altri, nel momento di una conversione vera e sincera: ² 1) la «santificazione puntuale»: Dio dichiara il credente come sua speciale proprietà (1 Cor 6,11; Eb 10,10); ² 2) il suggellamento mediante lo Spirito Santo: lo Spirito di Dio diventa il sigillo sul credente, lo rende impermeabile ad altre potenze, in vista della redenzione finale (Ef 1,13; 4,30). La «santificazione puntuale» permette poi al credente di realizzare nella sua vita una «santificazione processuale» (2 Cor 7,1 uomo; 1 Ts 5,23 Dio). Il suggellamento mediante lo Spirito Santo permette al credente di combattere contro i principati e le potestà delle tenebre e le loro insidie (Ef 6,11s); qui le potenze sono esterne e non interne! l Cristo e i demoni, che convivono nel cuore dell’uomo, è una dottrina falsa e tragica. Per la Scrittura la luce e le tenebre non hanno comunione come Cristo e Beliar non hanno armonia fra di loro (2 Cor 6,14s). Paolo, elencando una serie di peccatori (non di posseduti), aggiunge: «E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito del nostro Dio» (1 Cor 6,9ss).

     L’Apostolo Giovanni fa una netta distinzione fra chi, dicendo di conoscere e amare Dio, vive in effetti nel peccato (1 Gv 3,6); questi non appartiene a Dio, anzi «è dal diavolo» (v. 8). «Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non vive nel peccato; ma colui che nacque da Dio si preserva, e il maligno non lo tocca» (1 Gv 5,18). Anche il credente può cadere occasionalmente nel peccato, ma ne può subito uscire (1 Gv 2,1).

     La problematica dei «credenti posseduti» nasce non dalla Parola di Dio ma dalla pratica di un «cristianesimo all’acqua di rose», basato sulla grazia a poco prezzo, sulla mera dichiarazione verbale, sull’adesione mentale, su esperienze mistiche e su segni psichici, senza un vero mutamento, senza genuine opere di ravvedimento e senza frutti della fede. Allora può veramente succedere che tali «credenti», non essendo mai «nati dall’alto» mediante lo Spirito di Dio, mostrino a un certo punto i segni di una demonizzazione, perché essa non è mai venuta meno, ma è diventata solo latente. In altri casi la «fede» di tali persone rappresenta più il «desiderio di credere», senza riuscirci veramente, invece di essere la fede che permette a Cristo di liberare tale persona dal maligno e allo Spirito di Dio di creare in lui una completa rigenerazione. Una persona legata da uno spirito cattivo non potrà essere rigenerata dallo Spirito di Dio, fintantoché non sia liberata completamente; solo allora potrà essere suggellata.



      [1]       Tale studio l’ho trovato poi al seguente indirizzo internet: Lamberto Fontana,Può un credente essere posseduto da demoni? (http://www.incontraregesu.it/commenti edificazione/possessioni.htm).

      [2]       Qui Satana compare dinanzi a Dio, perché è un suddito di Dio, unico Padrone di tutto. Ma a tale relazione d’ufficio non corrisponde una comunione di fatto.

      [3]       Cfr. Nicola Martella, Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), specialmente i capitoli «I credenti nella ragnatela dell’occultismo», pp. 275ss; «Lo spettro della contaminazione», pp. 301ss.

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Rigenerati_posseduti-Oc.htm

24-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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