1. LE PROBLEMATICHE: Salve, Nicola, sono un
appassionato delle tue letture; ti scrissi una volta e mi rispondesti
dopo un po’ di tempo, e spero che tu lo possa fare anche questa volta.
Ho conosciuto un ragazzo colombiano con il quale ho iniziato una
discussione biblica sopra il concetto di risurrezione e
reincarnazione. Miguel mi ha riportato vari passi della Bibbia, dove
secondo lui la parola, che noi traduciamo con risurrezione, in realtà
dovrebbe essere tradotta come reincarnazione.
Io ho cercato di rispondere passo a passo ma, anche se le mie risposte
sembrano plausibili,
siamo rimasti «sospesi», ognuno sulla sua sponda, incapaci di
accettare la verità dell’uno o dell’altro, e concludere il tema così:
«Va bene, devo ammettere che effettivamente…».
Mi capita spesso di avere delle discussioni simili, con fratelli o
pseudo tali, con i quali si discute, ci si confronta e ognuno facendo le
sue ricerche, però alla fine ciascuno rimane sempre con le sue
convinzioni, e questo mi svuota e mi scoraggia un poco, anche perché
a volte penso chissà se la mia è l’interpretazione giusta o chissà...
Studio la Bibbia da più di 10 anni, leggo tanto, di tutto, anche di
quelli che vogliono screditare e infangare Cristo, che molte volte sono
proprio quelli che più sanno rafforzare la mia fede. Mi piacciono i tuoi
scritti, con i quali trovo completa affinità, sempre. Per questo volevo
chiederti: Per quanto riguarda il tema della
reincarnazione, cosa potrei dire a questo amico per convincerlo della sua
insostenibilità esegetica? Questo è tutto per ora; grazie per tutto
quello che fai… {Manuele Scandizzo; 31-01-2011}
2. LE RISPOSTE
2.1. I TERMINI: Il significato dei termini greci
del NT non possono essere legati al nostro arbitrio. Il verbo greco
anístēmi
significa nel transitivo «far sollevare, innalzare, levare; far
ristorare, restaurare; far risuscitare», nell’intransitivo «sollevarsi,
innalzarsi, levarsi; risuscitare». Come in italiano, quindi, il verbo
significa «risorgere», ossia sorgere di nuovo o rialzarsi dallo
stato di morte, tornando in vita. Il sostantivo anástasis
significa «l’elevazione di qualcosa, la costruzione; il sorgere, il
levarsi, il risveglio; il rialzarsi, il rianimarsi; la risurrezione».
Poiché la morte fu paragonata al sonno, si parlava del fatto che «quelli
che dormono», si risveglieranno a nuova vita (1 Cor 15,18.20;
1 Ts 4,13). Il verbo greco in questione è qui egheirō
«destare, svegliare, risvegliare». Troviamo ambedue i termini insieme
qui: «Risvegliati [égheire], dormiente, e risorgi [anásta] dai morti,
e Cristo t’inonderà di luce» (Ef 5,14).
2.2. LA BASE DEL CONFRONTO: Il termine reincarnazione
non esiste nella Bibbia
e nessun termine descrive tale sedicente ciclicità di esistenze. Chi
afferma diversamente, non conosce la teologia biblica e vuole aggiogare
quest’ultima a ideologie orientali mediante speculazioni indebite. Chi
vuole conoscere la verità, non può fermarsi alle opinioni religiose, ma
deve esercitare esegesi contestuale del testo biblico: le
asserzioni devono essere ricondotte al contesto letterario, teologico e
culturale di chi scrive, non essere piegate alla logica ideologica di un
sistema esterno, come sono le religioni orientali. Ciò significa che,
per poter dire qualcosa di significativo a qualcuno, bisogna che questi
condivida la base ermeneutica (interpretativa), ad esempio secondo
cui la Bibbia s’interpreta con la Bibbia, altrimenti rimane solo un
dotto parlarsi fra sordi.
2.3. TEOLOGIA BIBLICA SU MORTE E RISURREZIONE: L’idea di
poter morire e tornare ciclicamente in vita proviene dalle religioni
orientali, non dalla Bibbia. In quest’ultima la morte era vista come uno
stato, in cui l’uomo da solo non può liberarsi né uscirne. Ecco la
norma: «È stabilito che gli uomini
muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio» (Eb
9,27). La religione biblica non conosce la ciclicità, ma l’unica chance.
Quando a Davide morì il figlioletto, egli disse a quanti si
meravigliarono di aver smesso il lutto: «Quando il bambino era vivo
ancora, digiunavo e piangevo, perché dicevo: “Chi sa che l’Eterno non
abbia pietà di me e il bambino non resti in vita?”, Ma ora che egli è
morto, perché digiunerei? Posso io farlo ritornare?
Io me ne andrò a lui, ma egli non ritornerà a me!» (2 Sm 12,22).
Nella rivelazione, che Gesù diede del ricco e Lazzaro, Abramo disse al
primo che non c’era possibilità di ritorno sulla terra per chi era già
morto (Lc 16).
La risurrezione dei morti è un evento unico così come lo è stata
quella di Cristo (1 Ts 4,14). È pure un evento finale, oltre che
definitivo (vv. 15ss). La convinzione, secondo cui la risurrezione è un
evento unico e finale, posto alla fine dei tempi, fu espresso da Marta,
a cui era morto il fratello Lazzaro; quando Gesù le annunziò: «Tuo
fratello risusciterà», ella gli disse: «Lo so che risusciterà,
nella risurrezione, nell’ultimo giorno» (Gv 11,23s). Gesù non
contrastò tale convinzione legittima, ma agganciò la risurrezione alla
sua persona: «Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me,
anche se muoia, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà mai»
(vv. 25s). Quello che avvenne al «tempio del suo corpo», dopo tre giorni
dalla morte (Gv 2,19ss), sarebbe diventato la caparra della
risurrezione di tutti i credenti alla fine dei tempi, quando egli li
richiamerà in vita con voce potente: «Il Signore stesso, con potente
grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo,
e i morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi,
che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a
incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore»
(1 Ts 4,16s).
Tale evento avverrà per i credenti, morti durante la grande
tribolazione, poco prima dell’inizio del regno finale del Messia in
terra (Ap 20,4.6); gli altri credenti erano già resuscitati prima, visto
che sono la sua «sposa» e ritornano con lui in terra (Ap 19,1.6-9.11-14;
20,4). Per gli increduli tale momento sarà dopo tale regno messianico,
quando i morti risorgeranno per essere giudicati (vv. 5.12ss).
2.4. CONCLUSIONI: Come si vede, se si analizza onestamente
la Bibbia, si prenderà atto che in essa non c’è spazio per una presunta
dottrina della reincarnazione. Essa proviene dallo gnosticismo,
dall’esoterismo, dallo spiritismo e dalle religioni orientali. Per
l’approfondimento rimando a quanto segue:
►
La reincarnazione è una dottrina biblica? {Nicola Martella} (T)
►
Risurrezione e rapimento (vari articoli)
■ Sulla reincarnazione si vedano in Nicola Martella,
Dizionario delle medicine alternative, Malattia
e guarigione2 (Punto°A°Croce, Roma 2003), gli articoli: «Antropologia e paramedicina», pp. 49ss; «Esoterismo e
guarigione: 3.2», pp. 156s; «Induismo e buddismo», p. 250; «Karma», p.
272.
■ Per l’approfondimento della Teologia Biblica riguardo
all’escatologia personale, si vedano in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Sce’ol», pp. 323ss; «Speranza trascendentale», pp. 335s; «Vita dopo la morte», p. 382.
■ Per gli aspetti escatologici, si vedano in Nicola Martella (a
cura di), Escatologia biblica essenziale,
Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), la sezione «Lo stato intermedio», pp. 182-212, e l’articolo «La risurrezione», pp.
220-223; cfr. qui anche «Quando risorgeranno i santi dell’AT?», pp. 302-307.
►
Reincarnazione o risurrezione? Parliamone {Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Reincarn_risurr_MeG.htm
06-02-2011; Aggiornamento: 09-02-2011 |