1.
Attenzione alle facili ideologie
Ho trovato tale immagine in rete e vi ho fatto le mie
osservazioni critiche su di essa. Si afferma: «Quando cambi il
modo di osservare le cose, le cose che osservi cambiano». Poi si
attribuisce ciò falsamente alla «fisica quantistica» e si firma il tutto
con «Meditazioni e chakra»; l’autore è quindi un seguace della filosofia
e della religione orientali.
Tale affermazionenon è
vera
e non c’entra nulla con la fisica quantistica.
La fisica quantistica non c’entra nulla con le meditazioni e i chakra!
Si vuole fare solo effetto, per accreditarsi. Mentre la fisica
quantistica ha a che fare con cose reali, la filosofia orientale
vuol far credere che tutto sia
illusione, ossia che uno non vedrebbe le cose reali, ma solo
chimere. Tuttavia, l’oggetto non si può ridurre alla sua proiezione;
questo sì che ce lo insegna la scienza.
Le cose non cambiano sostanza, cambia soltanto la prospettiva di
chi guarda. E se, osservando le cose, non si tengono presenti le altre
prospettive, ma ci si fissa su una soltanto, si prenderanno solo
cantonate. La sostanza rimane coerente con se stessa di là dalle
nostre prospettive su di essa. Ad esempio, chi lavora in una fabbrica di
cioccolato, non può pensare che questo suo modo di osservare le cose
trasformi il mondo in cioccolata.
Si tratta della solita tattica delle filosofie orientali, che
strumentalizzano non solo la realtà, ma anche la scienza, per
accreditarsi e accreditare le proprie illusioni. In pratica, si tratta
di un falso sillogismo, usato per accreditare una prospettiva
esoterica della realtà. 2.
La realtà delle cose
L’unica
cosa vera di tale immagine, è quanto segue. Osservando le cose, non
bisogna rigidamente credere che il proprio punto di vista
coincida con tutta la realtà, ma bisogna avere la mente aperta, per
cogliere le diverse angolazioni
e sfumature e per addivenire a un’analisi e a una concezione il più
globale possibile e il più vicino possibile alla realtà delle cose. Ad
esempio, se si analizzano le molecole dell’H2O da
tutti i punti di vista, si prenderà atto che sul nostro pianeta esse non
si trovano soltanto allo stato liquido (acqua dal rubinetto), né
soltanto a quello solido (ghiaccio nel frigo), né soltanto a quello
gassoso (vapore nella sauna). Qui il modo di osservare le cose, non muta
la realtà, ma arricchisce la nostra concezione d’essa. 3.
Rimanere realisti
Come abbiamo visto, si tratta di una concezione irrealistica e
ideologica, basata sul falso sillogismo. Ad esempio, se nel nostro Paese
la pressione fiscale è una delle più alte d’Europa, quando cambio
il modo di osservare tale cosa, dovrebbe cambiare la cosa stessa;
tuttavia il mio modo di guardare la pressione fiscale, non la fa
abbassare né cambia il fatto che debba faticare per arrivare a fine
mese.
Se un
fascista si mette a osservare un comunista, quest’ultimo non cambia
per questo, ma magari il primo analizzando a fondo la dottrina del
secondo si converte al comunismo.
L’osservazione non muta le cose o un sistema, ma l’osservatore stesso;
egli se tiene presente le varie prospettive della cosa o del sistema,
può decidere di adeguarsi al meglio a esso o di farsi promotore di un
cambiamento, se necessario. Se per
arrivare alla strada principale, che in linea d’aria dista 50 metri
da casa mia, non sarà il mio modo di osservare le cose a cambiarle, ma o
accetto di fare tutto il lungo percorso per arrivarci, o mi faccio
promotore che il comune costruisca finalmente una strada diretta. Questo
è realismo. L’osservazione da sola non cambia nulla. 4.
Uso corretto delle cose
Certo, tale immagine si può usare correttamente per mostrare come
esempio (metafora, similitudine) per rendere evidente la parzialità
percettiva e, quindi, cognitiva della coscienza. Tuttavia, ciò è
un’altra questione e non modifica le cose nella loro sostanza, ma
asserisce che per addivenire a una concezione realistica della realtà,
bisogna affinare i sensi, fare un’analisi più accurata e non
fossilizzarsi soltanto sul proprio punto di vista. Ciò vale ad esempio
in tutti i confronti e diatribe interpersonali, sociali,
politiche, cliniche, scientifiche, eccetera.
Ora, guardando tale oggetto, se uno afferma di vedere un cerchio e un
altro un quadrilatero, l’oggetto non cambia di sostanza. Per sondare la
realtà delle cose, si può chiedere alle persone coinvolte dapprima di
prendere il punto di vista dell’altro; poi, si chiederà ad ambedue di
prendere altri punti di osservazione rispetto all’oggetto;
infine, si potrà suggerire alle persone coinvolte di toccare l’oggetto.
Alla fine tutte le persone in causa addiverranno alla consapevolezza che
si tratta di un cilindro. Quest’ultimo non è cambiato
durante il processo cognitivo, ma soltanto il modo di osservarlo da
parte dei partecipanti. Infatti, esiste il punto di vista dell’uno e
dell’altro, poi esiste la realtà delle cose. Quindi, è sbagliato
dire pure che «quando cambi il punto di osservazione, tutto cambia»; le
cose reali rimangono uguali in se stesse, muta soltanto il modo di
osservarle e ci si rende maggiormente conto della realtà.
Neppure uno
specchio mi modifica. Uno specchio anche dietro di me mi mostra ciò,
che abitualmente non vedrei. Un filmato su di me mi rende
consapevole di come mi vedono gli altri. Tuttavia, ciò non muta la mia
sostanza, mi rende soltanto consapevole di me stesso e può indurmi a
cambiare in meglio alcune cose nella mia vita. Il mio modo di guardarmi
non cambia la mia sostanza di base, con la mia indole, i miei anni e
così via. Anche mettermi nei panni degli altri, non mi rende gli
altri, ma mi aiuta magari a comprenderli. ► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Real_prospet_MeG.htm
18-04-2013; Aggiornamento: |