Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Entrare nella breccia 1

 

Occultismo-esoterismo

 

 

 

 

In prima linea — Entrare nella breccia 1:

   Qui sono contenuti i principi di cura d’anime generale. Ecco le parti principali:
■ Gli aspetti generali
■ La consulenza
■ Gli aspetti dottrinali
■ I problemi della consulenza

 

Fare fronte — Entrare nella breccia 2:

   Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Eccole parti principali:
■ Consulenza specifica
■ Approfondimento delle problematiche
■ Aspetti critici
■ Fatti, casi ed eventi
■ Dizionarietto dei termini
■ Fogli d’analisi
■ Excursus: Rimostranze verso fratelli  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

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OCCULTISMO FRA RELATIVISMO E BIBBIA

 

 di Paola Sandionigi - Nicola Martella

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA (Nicola Martella): Paola Sandionigi è una giornalista. Dalle notizie che ho reperito dal Web e da altre fonti, risulta che è direttrice de «La Goccia Briantea», un periodico locale a tiratura mensile e distribuito gratuitamente. Occasionalmente alcuni suoi scritti di cronaca o legati al territorio vengono pubblicati nel quotidiano «Libero» (p. es. su varie denominazioni). Ha curato una pubblicazione dal titolo «Peccatrici e uomini di malaffare», piena di leggende occulte della Bianza (p. es.), e un'altra dal titolo «Le signore del buon gioco», piena di racconti e leggende della Valsassina (p. es.). Ha partecipato attivamente,  col titolo di giornalista e studiosa, a conferenze sul tema «Miti, leggende e tradizioni» e su «Le signore del buon gioco: frammenti di tradizione popolare tra streghe, fattucchiere, guaritrici».

     Ella mi ha sollecitato diverse volte a un confronto su questioni dell’occultismo. Mi ha scritto: «A me interessa molto l’argomento occultismo e fede, ho anche scritto un libro… I suoi libri sono stupendi, li ho letti e riletti e sono stati anche argomento d’approfondimento da parte mia». E in seguito ha aggiunto: «…la mia volontà è proprio quella di aprire un dibattito costruttivo che non abbia forzature da nessuna parte. E ti assicuro che il tuo libro “La lieve danza delle tenebre” è qualcosa di unico, un approfondimento preciso e dettagliato». Per ciò che ho capito da lei stessa e da altra fonte, tutto ciò è dettato anche dal fatto che sta lavorando attualmente a un altro libro sull'argomento, per il quale sta cercando risposte.

     I tanti impegni mi hanno impedito di risponderle nel merito finora. L’altro aspetto è dato dal fatto che manca una base epistemologica comune e che il suo scritto ha un alto indice di relativismo. Mi ha dato l’impressione di una seria ricercatrice che, scavando in superficie di un enorme iceberg con le sue sole sole risorse, si convince dapprima di sapere come stanno veramente le cose, infine però diventa preda del dubbio e ipotizza addirittura che l'iceberg, in fondo, potrebbe non esistere… e probabilmente neppure lei stessa.

     Il titolo del del prossimo punto, ossia dello scritto della mia interlocutrice, è della redazione.

 

 

2.  MISTERO TRA INTERROGATIVI E RELATIVISMO (Paola Sandionigi): Potrei cominciare col farle tanti complimenti, col dirle che «La lieve danza delle tenebre» è scritta egregiamente, scorrevole e soprattutto è il risultato d’uno studio approfondito e dettagliato. Le direi solo la verità perché non sfugge al lettore la sua conoscenza dell’argomento. Però mi permetta di sollevare alcuni interrogativi. Premetto che non sono di fede evangelica, che ho un’impostazione cattolica come tante altre persone, ma che soprattutto sono interessata alla questione fede vista in tutte le sue sfaccettature. Una ricerca, uno studio che porto avanti da tempo. Del resto il suo libro è il regalo d’una cara amica che sa benissimo della mia passione per tutto quanto è mistero. Per tutto quanto c’è ma non è palpabile, non si può toccare ma solo percepire.

     Ora però mi chiedo perché questa esasperazione nel voler abbattere a ogni costo tutto ciò che è «magico», così come è già stato fatto durante l’Inquisizione. Quell’Inquisizione che è stata la vergogna della Chiesa cattolica, ma ha lambito e toccato nel profondo tante altre fedi. La definiscono il periodo buio del Medioevo, ma se ne è così parlato da diventare uno dei momenti di maggior splendore. Quando si dice Inquisizione si dice guerra tra il bene e il male, dove l’uno cerca di prevalere sull’altro usando tutti i mezzi possibili. La Chiesa si nasconde dietro al «nemico», un Diavolo talmente inquietante da fare tanta invidia a chi vorrebbe eguagliarlo e superarlo. Consapevoli di quale ardua impresa sia riuscirci, capovolgono la situazione e lo dipingono di nefandezze. Intelligente però lo è pure il Diavolo e a difendersi neppure ci pensa: non ne ha bisogno. Una mossa astuta che amplifica il suo potere. Quel potere che forse non ha neppure mai avuto, ma che è il frutto del gioco delle parti e riporta al bene e al male. La Chiesa certifica il bene, mette l’imprimatur sulle buone azioni che servano o meno a guadagnare il paradiso. Chi certifica il male? Non la Chiesa la cui finalità è il bene. Potrebbe essere il Diavolo? Ma dov’è? E se Vangelo e Bibbia sono i Testi sacri del bene, quali sono i libri del male? Troppo facile dire che il male è il contrario del bene, e viceversa. Troppo semplice dire che il Diavolo non appare perché si nasconde, che sta nell’ombra quasi avesse paura. Forse non appare perché non ne ha bisogno, non teme il «nemico» anzi neppure lo considera. La Chiesa invece sa di non essere forte e compatta, lo dimostrano la storia passata e recente, l’incertezza diventa paura e si nasconde dietro ordini, congreghe, fedi più o meno intransigenti. S’inventa pure riti satanici e messe nere per spaventare il volgo credulone, per evitare che indaghi troppo e capisca la fragilità di un’istituzione che deve apparire la più coesa possibile. Riti che vanno contro le celebrazioni liturgiche cristiane, analizzandoli ci s’accorge che non hanno nulla di proprio e ci riportano al Sabba, all’incontro delle streghe dove si recitavano le preghiere al contrario cioè partendo dall’ultima parola, e facendo banchetti nei giorni di digiuno. Ma è possibile che il Diavolo sia così senza fantasia, che debba copiare la Chiesa? E se fosse il contrario. Se nessuno dei due esistesse e fosse tutto solo una farsa, una bella trovata teatrale dove il burattinaio muove genialmente i fili di tante marionette.

     Meister Eckhart diceva che dobbiamo pregare Dio di liberarci da Dio, ovvero che ci liberi da quel Dio che i religiosi affermano e gli atei negano, solo potremmo conoscere quel Dio che nessuno ha mai visto e che la carne della Parola ha rilevato. Se nessuno dei due esistesse e fosse tutto solo una farsa, una bella trovata teatrale dove il burattinaio muove genialmente i fili di tante marionette. A questo punto spero di non averla invasa coi miei pensieri e che non sia che l’inizio d’un proficuo colloquio. {3 maggio 2009} 

 

 

3.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella)

 

La necessità pastorale

     Ringrazio l’amica giornalista per i complimenti riguardo alle mie opere. Contrariamente a lei, che mostra una certa apertura per il mondo occulto-esoterico, io l’ho vissuto fin dalla mia infanzia nella sua drammaticità, poiché fenomeni non cercati e non oggetto di curiosità, si sono manifestati in famiglia e nella parentela, causando sofferenze, apprensione e morte. Quello occulto-esoterico non è un mondo neutrale, a cui ci si può accostare senza scottarsi. Se me ne sono interessato, è stato dapprima per necessità pastorale, poiché chi veniva a chiedere aiuto nella consulenza, aveva spesso tali problemi; poi li ho descritti con la distanza dello studioso. Ho visto persone letteralmente schiave di tali fenomeni, mi sono dovuto confrontare con entità che tenevano prigioniere e le manovravano come il burattinaio fa con le marionette. Ho visto pure molte persone liberate da tali potenze e da tali fenomeni nel nome di Gesù; esse hanno ora una vita trasformata da Cristo.

 

Per non essere imbrogliati

     Da quanto detto risulta che il mondo occulto-esoterico non è un oggetto neutrale, che si possa osservare senza precauzioni e senza un punto d’osservazione. Sarebbe come voler entrare nudi in una centralina dell’alta tensione per verificarne il funzionamento, toccando a proprio arbitrio, ora qui, ora lì. Inoltre essendo un mondo che sfugge, si può essere facilmente ingannati. All’inizio del mio ministero pastorale, essendo allora ancora con poca esperienza in merito, durante la consulenza di persone affette da problemi occulti, gli spiriti si manifestavano e cercavano di influenzarmi con le loro informazioni. Poi capii che, essendo il diavolo «bugiardo e padre della menzogna», oltre che «omicida fin dal principio» (Giovanni 8,44), non gli si poteva dare credito; perciò ho impedito loro di parlare.

     Per capire il mondo occulto-esoterico c’è bisogno di rivelazione verace e genuina da parte di chi conosce tale mondo e lo avversa: Dio stesso. Mosè insegnava a Israele da parte di Dio: «Le cose occulte appartengono all’Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli, in perpetuo, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa istruzione» (Deuteronomio 29,29). Nella Torà sono contenute precise istruzioni riguardo al mondo magico-esoterico; essa vieta ogni forma di divinazione, di magia, di pratica esoterica e superstiziosa, di contatto con operatori dell’occulto, di falsa profezia, di negromanzia e contatti con i morti, di astromanzia e di divinazione astrale, di consultazione degli idoli vaticinanti, eccetera. Il Dio vivente, conoscendo tale mondo più che ogni altro, sapeva ciò che diceva e comandava. In Israele la decadenza spirituale e morale è cominciata sempre con la pratica di tali cose, e ciò è finito sempre con una catastrofe storica. Ad esempio, fra «ciò che è male agli occhi dell’Eterno» nella vita di Manasse, l’apostata re di Giuda, sono menzionati espressamente, oltre all’idolatria astrale e al sacrificio dei suoi figli, queste cose: magia, incantesimi, stregoneria, quelli che evocavano gli spiriti e predicevano l’avvenire (2 Cronache 33,5ss).

     Gli insegnamenti del Nuovo Testamento ribadiscono le stesse cose e aggiungono altri particolari. Fra coloro che «non erediteranno il regno di Dio» sono menzionati espressamente le seguenti «opere della carne»: idolatria e stregoneria (Galati 5,20s). Viene espressamente detto che, tra altre categorie, quanto «agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda» (Ap 21,8). Non a caso alla fine della Bibbia si trova questa esecrazione di Gesù: «Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna» (Apocalisse 22,15).

     La rivelazione biblica diventa quindi la base per analizzare e valutare tale mondo. Chi non s’attiene a tali prescrizioni, sarà facilmente incantato e imbrogliato. Allora perderà la percezione spirituale e morale delle cose: il bene e il male gli sembreranno la stessa cosa; penserà che ci sia una magia buona («bianca») e una cattiva («nera»), sebbene provengano dalla stessa fonte torbida; crederà che ci siano facoltà paranormali naturali e che esse si possano mettere al servizio del bene; penserà che chi pratica magia o esoterismo «a fin di bene», non possa essere manovrato da un burattinaio. Secondo la rivelazione biblica tutto ciò è un imbroglio del «padre della menzogna», il diavolo.

 

Fede e mistero

     La «fede» è biblicamente la fiducia nelle promesse del Dio vivente. Usare tale termine nel senso di una «fede vista in tutte le sue sfaccettature», ossia applicandola alle credenze superstiziose ed esoteriche, è fuorviante. La «passione per tutto quanto è mistero», per il paranormale e l’ipersensibile, crea fascinazione, ma è tanto pericoloso come chi si avventura in mari sconosciuti e pericolosi senza una bussola; non sempre c’è un ritorno per chi si arrischia ai margini di un vortice, perché è affascinato e lo vuol capire.

 

Discernere per rimanere incolumi

     Quello che ha fatto l’Inquisizione cattolica romana è una delle pagine più tristi e drammatiche della storia. Spesso si dichiarava che qualcuno praticasse una delle arti magiche o divinatorie, solo per impadronirsi dei suoi possedimenti. Inoltre la maggior parte delle vittime erano cristiani dissidenti (p.es. Catari, Valdesi, Albigesi, riformatori) e spesso gli abitanti di interi villaggi furono massacrati senza pietà. Nel nuovo patto non è prescritto un potere temporale delle chiese, un clericalismo né un mandato per le chiese a mettere fine alla vita dei peccatori, chiunque essi siano o facciano. L’unico mandato del Cristo risorto agli apostoli è quello missionario: annunciare alle genti l’Evangelo e istruire i discepoli nell’insegnamento di Gesù (Matteo 28,19s).

     Per tali motivi bisogna distinguere ciò che ha fatto la chiesa di Roma da ciò che insegna la Bibbia sul diavolo e sull’occultismo. Per non ripetermi, sul fenomeno multiforme dell’occultismo rimando a «La lieve danza delle tenebre» e sulla dottrina esoterica e quella biblica sul diavolo rimando in esso specialmente nell’articolo «La dottrina occulta e la Bibbia» alle pagine 402ss. Sull’esoterismo nelle sue diverse sfaccettature rimando al «Dizionario delle medicine alternative» (Malattia e guarigione 2). La Bibbia presenta il diavolo con molte facce, dal leone ruggente e famelico (1 Pietro 5,8) al seduttore che si presenta travestito da angelo di luce (2 Corinzi 11,14). È sorprendente come l’amica giornalista prenda ella stessa le difese del diavolo, dando a intendere di conoscerlo bene per descriverlo così come fa!

     È comunque una ingenuità credere che il diavolo non avrebbe bisogno di difendersi, non avrebbe alcun potere, ma sarebbe «il frutto del gioco delle parti e riporta al bene e al male». Biblicamente parlando, il diavolo è un nemico temibile, ma già sconfitto da Cristo sulla croce (Colossesi 2,15; Ebrei 2,14), in vista del compimento di tutte le cose e del suo giudizio finale (Apocalisse 12,9; 20,2s.10). Gente che era schiava del diavolo, che era succube di inquietanti e drammatici fenomeni, facoltà e poteri paranormali e che, disperati sono stati nella cura pastorale (mia e di altri), sono stati liberati nel nome di Gesù, dopo aver accettato Cristo come Salvatore e Signore della propria vita; ora vivono da persone libere e benedette. Rimando al riguardo, per alcuni «Fatti, casi ed eventi», a «Entrare nella breccia», pp. 368-380.

 

Attenti al risucchio del relativismo

     Tutta la questione della definizione del bene e del male è oziosa. La Bibbia definisce sia il bene, sia il male. Questo non ha nulla a vedere con ciò che fa o dice la nomenclatura cattolico-romana. Tanto sono chiari i canoni del bene e del male nella sacra Scrittura, che Dio fa dire: «Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che mutano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che mutano l’amaro in dolce e il dolce in amaro! Guai a quelli che si reputano esperti e si credono intenditori» (Isaia 5,20s).

     Il resto delle asserzioni della mia interlocutrice (che ne sia cosciente o meno) è un miscuglio di concezioni tipiche dello gnosticismo, il quale ribalta le definizioni di bene e male, o li relativizza, o li presenta come due facce della stessa medaglia e così via. E sarebbe proprio tale relativismo la chiave d’accesso alla «conoscenza»? Ciò mi ricorda proprio un certo discorso del «serpente antico» rivolto a Eva (Genesi 3). Non è incredibile che l’amica giornalista prenda le difese del «povero» diavolo? Il colmo si raggiunge laddove ella afferma che la chiesa romana si inventerebbe «riti satanici e messe nere per spaventare il volgo credulone». Sarebbe, come dire, che le efferate «bestie di Satana» erano, in effetti, solo chierichetti cattolici camuffati. [ Bestialità in nome di Satana] Se lei lo pensa veramente, qui rasentiamo la paranoia. Farebbe meglio a informarsi presso gli esperti di criminologia delle forze dell’ordine.

 

Sterili disquisizioni o ricerca della verità?

     Di là dalle rappresentazioni popolari di sabba, messe nere e altro, se la mia interlocutrice pensa che esse siano solo incontri di boyscout, mostra di non conoscere per nulla tale mondo, ma solo le rappresentazioni fiabesche di fate buone e filantropiche. Poi si chiede se tutto non sia una farsa e ipotizza un burattinaio (e chi sarebbe, vista la tanta gnosi che si ritiene d’avere?). Sinceramente io mi fido di più di persone che sono state in tale mondo fino al collo come praticanti attivi, che hanno esercitato vari poteri e facoltà e hanno subito vari danni; la loro uscita da tale complesso e drammatico mondo è stato pieno di lotte e solo grazie alla loro fede, esercitata caparbiamente nel Signore Gesù Cristo, quale Salvatore e Signore personale, sono diventati liberi. [ Un ex-occultista sull’esoterismo cristianizzato] Altri ci sono stati come vittime in tale mondo, subendo atroci e indicibili sofferenze. Essi confermano pure tutto ciò che la Bibbia (quindi non una qualsiasi chiesa) afferma sul mondo magico-esoterico.

     Ciò che il mistico, teologo e filosofo tedesco del Medioevo, Meister Eckhart (1260-1327 ca.), avrebbe affermato, semmai l’avesse fatto, è qui poco rilevante per me. E questo tanto più che, come viene scritto: «Non esiste né un’immagine autentica di Eckhart né un manoscritto originale. Anche l'attribuzione delle sue prediche e dei trattati in tedesco è talora controversa». Per il mistico Meister Eckhart c’è un’idea monistica e panteistica, rivestita di concetti cristiani, che confonde Dio col mondo e col cuore umano, talché si può parlare di «Dio» quasi come il prodotto del pensiero umano e di una divinizzazione dell’uomo mediante il processo mistico. Questo è gnosticismo cristianizzato e, come tale, del tutto estraneo al pensiero biblico. [Per approfondire il «monismo» e il «panteismo» si vedano nel «Dizionario delle medicine alternative» (Malattia e guarigione 2), gli articoli: «Dio e paramedicina», pp. 127-130; «Realtà e paramedicina 1: gnosticismo», pp. 475ss.] Al contrario, la mia «bussola» e la mia «livella» rimangono la rivelazione biblica (non i precetti di una qualsiasi chiesa); applicando i suoi principi, ciò mi ha permesso di curare pastoralmente tante persone affette da inquietanti e drammatici fenomeni paranormali e occulti.

     Quanto alla falsa comprensione di se stessi, di Dio, della trascendenza e del mondo dei demoni, quale fonte reale di molti problemi spirituali e morali, rimando in «Entrare nella breccia» alla sezione «Gli aspetti dottrinali», pp. 95-121. Qui illustro anche le soluzioni.

     La mia interlocutrice ritorna nuovamente alla farsa, alla «bella trovata teatrale dove il burattinaio muove genialmente i fili di tante marionette». Bene, ci dica ella, da gnostica esperta, chi sia il burattinaio allora. Anzi, mettendola in farsa, si potrebbe chiederle, domanda per domanda: «E se la marionetta sei tu stessa?». Come si vede, relativizzando tutto, non si addiviene mai alla verità. Ella è una buona candidata all’agnosticismo o al suo contrario, lo gnosticismo. Per capire la verità ci vuole la metanoia, la trasformazione della mente mediante lo Spirito di Dio (Romani 12,2). Voler penetrare la realtà e specialmente la trascendenza (quella divina o quella occulta) con la propria psiche, è un’impresa fallimentare che creerà sempre più dubbi che certezze; l’uomo necessita di rivelazione da parte del Dio vivente. L’apostolo Paolo scrisse: «Ora un uomo psichico non riceve ciò che è dello Spirito di Dio, perché gli è pazzia; e non lo può riconoscere, perché lo si distingue spiritualmente» (1 Cor 2,14). Questo è il dramma della mia interlocutrice.

 

 

4.  ASPETTI CONCLUSIVI (Nicola Martella)

 

Il relativismo porta a un mirabile nulla

    La parola preferita nello scritto di Paola Sandionigi è «farsa», che lei applica a bene e male, addirittura al diavolo e a Dio, sospettando ella che di là da tutto ci sia un «burattinaio» sconosciuto che tenga misteriosamente i fili in mano. Sarebbe veramente tutto una «farsa»? Senza una base sicura di valutazione, tutto le appare confuso e preda del nulla, e il relativismo si fa strada nella sua stessa mente. Da ciò consegue, perciò, che si potrebbe nutrire la convinzione che anche il suo intento reale sia «farsa» e lei stessa si senta, se non un burattino in mano a forze misteriose, come una palla in balia di un cieco destino, di cui non riesce a venirne a capo. Pare che neppure i corsi biblici per corrispondenza, che lei ha fatto, e il contatto con gli evangelici specialmente carismaticisti (qui le interessava specialmente il miracolismo) abbiano cambiato qualcosa.

    Che impressioni si possono nutrire da tutto ciò? Chi si concede al nulla del relativismo, rischia anche di diventarlo... con risultati imprevedibili. Chi si espone al fuoco, rischia di bruciarsi. Chi è confuso, ricercando una «fede» in ogni cosa, può diventare suo malgrado fonte di confusione; chi è sedotto da falsi miraggi e false ideologie, rischia anche di diventare strumento di seduzione. Forse, invece di voler essere «esperta» di un  fenomeno particolare, quale quello occulto — che lei non comprende fino in fondo, per cui sembra abbastanza simpatizzare  e che rischia di penetrarla e sopraffarla — farebbe probabilmente bene a seguire il semplice e salutare consiglio di questo proverbio tedesco: «Ciabattino, rimani alle tue suole» o, adattato all'attuale ruolo: «Giornalista, rimani alle tue cronache di provincia».

 

Il ricco mistero di Dio è ben altro

     Quanto a un possibile «inizio d’un proficuo colloquio», devo ammettere che siffatti confronti, faticosi e senza verità, tendenti solo a speculare e divagare, oltre a rappresentare un dispendio di tempo, non mi ispirano più di tanto né mi edificano. Se la base comune del confronto è il relativismo, oltre all’anticlericalismo, ciò è una lastra di ghiaccio molto sottile, su cui non ho piacere di permanere. Preferisco dimorare su una base molto più solida, ossia mirare «a tutte le ricchezze della piena certezza dell’intelligenza, per giungere alla completa conoscenza del mistero di Dio: cioè di Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. Questo io dico affinché nessuno v’inganni con parole seducenti…» (Colossesi 2,2ss).

 

Occultismo fra relativismo e Bibbia? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Occult_relativ-BB_EnB.htm

03-06-2009; Aggiornamento: 09-06-2009

 

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