1. ENTRIAMO IN TEMA
(Nicola Martella): Paola Sandionigi è una giornalista.
Dalle notizie che ho reperito dal Web e da altre fonti, risulta che è
direttrice de «La
Goccia Briantea», un periodico locale a tiratura mensile e
distribuito gratuitamente. Occasionalmente alcuni suoi scritti di
cronaca o legati al territorio vengono pubblicati nel quotidiano «Libero»
(p.
es.
su varie denominazioni). Ha curato una pubblicazione dal titolo
«Peccatrici e uomini di malaffare», piena di leggende occulte della
Bianza (p.
es.), e un'altra dal titolo «Le signore del buon gioco», piena di
racconti e leggende della Valsassina (p.
es.). Ha partecipato attivamente, col titolo di giornalista e
studiosa, a
conferenze sul tema «Miti, leggende e tradizioni» e su «Le signore
del buon gioco: frammenti di tradizione popolare tra streghe,
fattucchiere, guaritrici».
Ella mi ha sollecitato diverse volte a un confronto su questioni
dell’occultismo. Mi ha scritto: «A me interessa molto l’argomento
occultismo e fede, ho anche scritto un libro… I suoi libri sono
stupendi, li ho letti e riletti e sono stati anche argomento
d’approfondimento da parte mia». E in seguito ha aggiunto: «…la mia
volontà è proprio quella di aprire un dibattito costruttivo che non
abbia forzature da nessuna parte. E ti assicuro che il tuo libro “La
lieve danza delle tenebre” è qualcosa di unico, un
approfondimento preciso e dettagliato». Per ciò che ho capito da lei
stessa e da altra fonte, tutto ciò è dettato anche dal fatto che sta
lavorando attualmente a un altro libro sull'argomento, per il quale sta
cercando risposte.
I tanti impegni mi hanno impedito di risponderle nel merito finora.
L’altro aspetto è dato dal fatto che manca una base epistemologica
comune e che il suo scritto ha un alto indice di relativismo. Mi ha dato
l’impressione di una seria ricercatrice che, scavando in superficie di
un enorme iceberg con le sue sole sole risorse, si convince dapprima di
sapere come stanno veramente le cose, infine però diventa preda
del dubbio e ipotizza addirittura che l'iceberg, in fondo, potrebbe non
esistere… e probabilmente neppure lei stessa.
Il titolo del del prossimo punto, ossia dello scritto della mia
interlocutrice, è della redazione.
2. MISTERO TRA INTERROGATIVI E
RELATIVISMO
(Paola Sandionigi): Potrei cominciare col farle tanti
complimenti, col dirle che «La
lieve danza delle tenebre» è scritta egregiamente,
scorrevole e soprattutto è il risultato d’uno studio approfondito e
dettagliato. Le direi solo la verità perché non sfugge al lettore la sua
conoscenza dell’argomento. Però mi permetta di sollevare alcuni
interrogativi. Premetto che non sono di fede evangelica, che ho
un’impostazione cattolica come tante altre persone, ma che soprattutto
sono interessata alla questione fede vista in tutte le sue
sfaccettature. Una ricerca, uno studio che porto avanti da tempo.
Del resto il suo libro è il regalo d’una cara amica che sa benissimo
della mia passione per tutto quanto è mistero. Per tutto quanto
c’è ma non è palpabile, non si può toccare ma solo percepire.
Ora però mi chiedo perché questa esasperazione nel voler abbattere a
ogni costo tutto ciò che è «magico», così come è già stato fatto durante
l’Inquisizione. Quell’Inquisizione che è stata la vergogna della
Chiesa cattolica, ma ha lambito e toccato nel profondo tante altre fedi.
La definiscono il periodo buio del Medioevo, ma se ne è così parlato da
diventare uno dei momenti di maggior splendore. Quando si dice
Inquisizione si dice guerra tra il bene e il male, dove l’uno cerca di
prevalere sull’altro usando tutti i mezzi possibili. La Chiesa si
nasconde dietro al «nemico», un Diavolo talmente inquietante da
fare tanta invidia a chi vorrebbe eguagliarlo e superarlo. Consapevoli
di quale ardua impresa sia riuscirci, capovolgono la situazione e lo
dipingono di nefandezze. Intelligente però lo è pure il Diavolo e a
difendersi neppure ci pensa: non ne ha bisogno. Una mossa astuta che
amplifica il suo potere. Quel potere che forse non ha neppure mai avuto,
ma che è il frutto del gioco delle parti e riporta al bene e al male.
La Chiesa certifica il bene, mette l’imprimatur sulle buone azioni che
servano o meno a guadagnare il paradiso. Chi certifica il male? Non la
Chiesa la cui finalità è il bene. Potrebbe essere il Diavolo? Ma dov’è?
E se Vangelo e Bibbia sono i Testi sacri del bene, quali sono i libri
del male? Troppo facile dire che il male è il contrario del bene, e
viceversa. Troppo semplice dire che il Diavolo non appare perché si
nasconde, che sta nell’ombra quasi avesse paura. Forse non appare perché
non ne ha bisogno, non teme il «nemico» anzi neppure lo considera. La
Chiesa invece sa di non essere forte e compatta, lo dimostrano la storia
passata e recente, l’incertezza diventa paura e si nasconde dietro
ordini, congreghe, fedi più o meno intransigenti. S’inventa pure riti
satanici e messe nere per spaventare il volgo credulone, per evitare
che indaghi troppo e capisca la fragilità di un’istituzione che deve
apparire la più coesa possibile. Riti che vanno contro le celebrazioni
liturgiche cristiane, analizzandoli ci s’accorge che non hanno nulla di
proprio e ci riportano al Sabba, all’incontro delle streghe dove si
recitavano le preghiere al contrario cioè partendo dall’ultima parola, e
facendo banchetti nei giorni di digiuno. Ma è possibile che il Diavolo
sia così senza fantasia, che debba copiare la Chiesa? E se fosse il
contrario. Se nessuno dei due esistesse e fosse tutto solo una farsa,
una bella trovata teatrale dove il burattinaio muove genialmente i fili
di tante marionette.
Meister Eckhart diceva che dobbiamo pregare Dio di liberarci da Dio,
ovvero che ci liberi da quel Dio che i religiosi affermano e gli atei
negano, solo potremmo conoscere quel Dio che nessuno ha mai visto e che
la carne della Parola ha rilevato. Se nessuno dei due esistesse e fosse
tutto solo una farsa, una bella trovata teatrale dove il
burattinaio muove genialmente i fili di tante marionette. A questo punto
spero di non averla invasa coi miei pensieri e che non sia che l’inizio
d’un proficuo colloquio. {3 maggio 2009}
3. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI
(Nicola Martella)
La
necessità pastorale
Ringrazio l’amica giornalista per i complimenti riguardo alle mie opere.
Contrariamente a lei, che mostra una certa apertura per il mondo
occulto-esoterico, io l’ho vissuto fin dalla mia infanzia nella sua
drammaticità, poiché fenomeni non cercati e non oggetto di curiosità, si
sono manifestati in famiglia e nella parentela, causando sofferenze,
apprensione e morte. Quello occulto-esoterico non è un mondo neutrale, a
cui ci si può accostare senza scottarsi. Se me ne sono interessato, è
stato dapprima per necessità pastorale, poiché chi veniva a chiedere
aiuto nella consulenza, aveva spesso tali problemi; poi li ho descritti
con la distanza dello studioso. Ho visto persone letteralmente schiave
di tali fenomeni, mi sono dovuto confrontare con entità che tenevano
prigioniere e le manovravano come il burattinaio fa con le marionette.
Ho visto pure molte persone liberate da tali potenze e da tali fenomeni
nel nome di Gesù; esse hanno ora una vita trasformata da Cristo.
Per
non essere imbrogliati
Da quanto detto risulta che il mondo occulto-esoterico non è un oggetto
neutrale, che si possa osservare senza precauzioni e senza un punto
d’osservazione. Sarebbe come voler entrare nudi in una centralina
dell’alta tensione per verificarne il funzionamento, toccando a proprio
arbitrio, ora qui, ora lì. Inoltre essendo un mondo che sfugge, si può
essere facilmente ingannati. All’inizio del mio ministero pastorale,
essendo allora ancora con poca esperienza in merito, durante la
consulenza di persone affette da problemi occulti, gli spiriti si
manifestavano e cercavano di influenzarmi con le loro informazioni. Poi
capii che, essendo il diavolo «bugiardo e padre della menzogna»,
oltre che «omicida fin dal principio» (Giovanni 8,44), non gli si
poteva dare credito; perciò ho impedito loro di parlare.
Per capire il mondo occulto-esoterico c’è bisogno di rivelazione
verace e genuina da parte di chi conosce tale mondo e lo avversa: Dio
stesso. Mosè insegnava a Israele da parte di Dio: «Le cose occulte
appartengono all’Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi
e per i nostri figli, in perpetuo, perché mettiamo in pratica tutte le
parole di questa istruzione» (Deuteronomio 29,29). Nella Torà
sono contenute precise istruzioni riguardo al mondo magico-esoterico;
essa vieta ogni forma di divinazione, di magia, di pratica esoterica e
superstiziosa, di contatto con operatori dell’occulto, di falsa
profezia, di negromanzia e contatti con i morti, di astromanzia e di
divinazione astrale, di consultazione degli idoli vaticinanti, eccetera.
Il Dio vivente, conoscendo tale mondo più che ogni altro, sapeva ciò che
diceva e comandava. In Israele la decadenza spirituale e morale è
cominciata sempre con la pratica di tali cose, e ciò è finito sempre con
una catastrofe storica. Ad esempio, fra «ciò che è male agli occhi
dell’Eterno» nella vita di Manasse, l’apostata re di Giuda, sono
menzionati espressamente, oltre all’idolatria astrale e al sacrificio
dei suoi figli, queste cose: magia, incantesimi, stregoneria, quelli che
evocavano gli spiriti e predicevano l’avvenire (2 Cronache 33,5ss).
Gli insegnamenti del Nuovo Testamento ribadiscono le stesse cose
e aggiungono altri particolari. Fra coloro che «non erediteranno il
regno di Dio» sono menzionati espressamente le seguenti «opere della
carne»: idolatria e stregoneria (Galati 5,20s). Viene espressamente
detto che, tra altre categorie, quanto «agli stregoni, agli idolatri
e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e
di zolfo, che è la morte seconda» (Ap 21,8). Non a caso alla fine
della Bibbia si trova questa esecrazione di Gesù: «Fuori i cani, gli
stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e
pratica la menzogna» (Apocalisse 22,15).
La
rivelazione biblica diventa quindi la base per analizzare e valutare
tale mondo. Chi non s’attiene a tali prescrizioni, sarà facilmente
incantato e imbrogliato. Allora perderà la percezione spirituale e
morale delle cose: il bene e il male gli sembreranno la stessa cosa;
penserà che ci sia una magia buona («bianca») e una cattiva («nera»),
sebbene provengano dalla stessa fonte torbida; crederà che ci siano
facoltà paranormali naturali e che esse si possano mettere al servizio
del bene; penserà che chi pratica magia o esoterismo «a fin di bene»,
non possa essere manovrato da un burattinaio. Secondo la rivelazione
biblica tutto ciò è un imbroglio del «padre della menzogna», il diavolo.
Fede e mistero
La «fede» è biblicamente la fiducia nelle promesse del Dio vivente.
Usare tale termine nel senso di una «fede vista in tutte le sue
sfaccettature», ossia applicandola alle credenze superstiziose ed
esoteriche, è fuorviante. La «passione per tutto quanto è mistero»,
per il paranormale e l’ipersensibile, crea fascinazione, ma è tanto
pericoloso come chi si avventura in mari sconosciuti e pericolosi senza
una bussola; non sempre c’è un ritorno per chi si arrischia ai margini
di un vortice, perché è affascinato e lo vuol capire.
Discernere per rimanere incolumi
Quello che ha fatto l’Inquisizione cattolica romana è una delle
pagine più tristi e drammatiche della storia. Spesso si dichiarava che
qualcuno praticasse una delle arti magiche o divinatorie, solo per
impadronirsi dei suoi possedimenti. Inoltre la maggior parte delle
vittime erano cristiani dissidenti (p.es. Catari, Valdesi, Albigesi,
riformatori) e spesso gli abitanti di interi villaggi furono massacrati
senza pietà. Nel nuovo patto non è prescritto un potere temporale delle
chiese, un clericalismo né un mandato per le chiese a mettere fine alla
vita dei peccatori, chiunque essi siano o facciano. L’unico mandato del
Cristo risorto agli apostoli è quello missionario: annunciare alle genti
l’Evangelo e istruire i discepoli nell’insegnamento di Gesù (Matteo
28,19s).
Per tali motivi bisogna distinguere ciò che ha fatto la chiesa di
Roma da ciò che insegna la Bibbia sul diavolo e sull’occultismo. Per non
ripetermi, sul fenomeno multiforme dell’occultismo rimando a «La
lieve danza delle tenebre» e sulla dottrina esoterica e
quella biblica sul diavolo rimando in esso specialmente nell’articolo
«La dottrina occulta e la Bibbia» alle pagine 402ss. Sull’esoterismo
nelle sue diverse sfaccettature rimando al «Dizionario
delle medicine alternative»
(Malattia
e guarigione 2).
La Bibbia presenta il diavolo con molte facce, dal leone ruggente e
famelico (1 Pietro 5,8) al seduttore che si presenta travestito da
angelo di luce (2 Corinzi 11,14). È sorprendente come l’amica
giornalista prenda ella stessa le difese del diavolo, dando a intendere
di conoscerlo bene per descriverlo così come fa!
È comunque una
ingenuità credere che il diavolo non avrebbe bisogno di difendersi, non
avrebbe alcun potere, ma sarebbe «il frutto del gioco delle parti e
riporta al bene e al male». Biblicamente parlando, il diavolo è un
nemico temibile, ma già sconfitto da Cristo sulla croce (Colossesi 2,15;
Ebrei 2,14), in vista del compimento di tutte le cose e del suo giudizio
finale (Apocalisse 12,9; 20,2s.10). Gente che era schiava del diavolo,
che era succube di inquietanti e drammatici fenomeni, facoltà e poteri
paranormali e che, disperati sono stati nella cura pastorale (mia e di
altri), sono stati liberati nel nome di Gesù, dopo aver accettato Cristo
come Salvatore e Signore della propria vita; ora vivono da persone
libere e benedette. Rimando al riguardo, per alcuni «Fatti, casi ed
eventi», a «Entrare
nella breccia», pp. 368-380.
Attenti al risucchio del relativismo
Tutta la questione della definizione del bene e del male è
oziosa. La Bibbia definisce sia il bene, sia il male. Questo non ha
nulla a vedere con ciò che fa o dice la nomenclatura cattolico-romana.
Tanto sono chiari i canoni del bene e del male nella sacra Scrittura,
che Dio fa dire: «Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il
bene, che mutano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che mutano
l’amaro in dolce e il dolce in amaro! Guai a quelli che si reputano
esperti e si credono intenditori» (Isaia 5,20s).
Il resto delle asserzioni della mia interlocutrice (che ne sia cosciente
o meno) è un miscuglio di concezioni tipiche dello gnosticismo, il quale
ribalta le definizioni di bene e male, o li relativizza, o li presenta
come due facce della stessa medaglia e così via. E sarebbe proprio tale
relativismo la chiave d’accesso alla «conoscenza»? Ciò mi ricorda
proprio un certo discorso del «serpente antico» rivolto a Eva (Genesi
3). Non è incredibile che l’amica giornalista prenda le difese del
«povero» diavolo? Il colmo si raggiunge laddove ella afferma che la
chiesa romana si inventerebbe «riti satanici e messe nere per spaventare
il volgo credulone». Sarebbe, come dire, che le efferate «bestie di
Satana» erano, in effetti, solo chierichetti cattolici camuffati. [►
Bestialità in nome di Satana] Se lei lo pensa veramente, qui
rasentiamo la paranoia. Farebbe meglio a informarsi presso gli esperti
di criminologia delle forze dell’ordine.
Sterili disquisizioni o ricerca della verità?
Di là dalle rappresentazioni popolari di sabba, messe nere e altro, se
la mia interlocutrice pensa che esse siano solo incontri di boyscout,
mostra di non conoscere per nulla tale mondo, ma solo le
rappresentazioni fiabesche di fate buone e filantropiche. Poi si chiede
se tutto non sia una farsa e ipotizza un burattinaio (e chi
sarebbe, vista la tanta gnosi che si ritiene d’avere?).
Sinceramente io mi fido di più di persone che sono state in tale mondo
fino al collo come praticanti attivi, che hanno esercitato vari
poteri e facoltà e hanno subito vari danni; la loro uscita da tale
complesso e drammatico mondo è stato pieno di lotte e solo grazie alla
loro fede, esercitata caparbiamente nel Signore Gesù Cristo, quale
Salvatore e Signore personale, sono diventati liberi. [►
Un ex-occultista sull’esoterismo cristianizzato] Altri
ci sono stati come vittime in tale mondo, subendo atroci e indicibili
sofferenze. Essi confermano pure tutto ciò che la Bibbia (quindi non una
qualsiasi chiesa) afferma sul mondo magico-esoterico.
Ciò che il mistico, teologo e filosofo tedesco del Medioevo, Meister
Eckhart
(1260-1327 ca.), avrebbe affermato, semmai l’avesse fatto, è qui poco
rilevante per me. E questo tanto più che, come viene
scritto: «Non esiste né un’immagine autentica di Eckhart né un
manoscritto originale. Anche l'attribuzione delle sue prediche e dei
trattati in tedesco è talora controversa». Per il mistico Meister
Eckhart c’è un’idea monistica e panteistica, rivestita di concetti
cristiani, che confonde Dio col mondo e col cuore umano, talché si può
parlare di «Dio» quasi come il prodotto del pensiero umano e di una
divinizzazione dell’uomo mediante il processo mistico. Questo è
gnosticismo cristianizzato e, come tale, del tutto estraneo al pensiero
biblico. [Per approfondire il «monismo» e il «panteismo» si vedano nel «Dizionario
delle medicine alternative» (Malattia
e guarigione 2), gli articoli: «Dio
e paramedicina», pp. 127-130; «Realtà
e paramedicina 1: gnosticismo», pp. 475ss.] Al contrario, la mia
«bussola» e la mia «livella» rimangono la rivelazione biblica
(non i precetti di una qualsiasi chiesa); applicando i suoi principi,
ciò mi ha permesso di curare pastoralmente tante persone affette da
inquietanti e drammatici fenomeni paranormali e occulti.
Quanto alla
falsa comprensione di se stessi, di Dio, della trascendenza e del
mondo dei demoni, quale fonte reale di molti problemi spirituali e
morali, rimando in «Entrare
nella breccia» alla sezione «Gli aspetti dottrinali», pp.
95-121. Qui illustro anche le soluzioni.
La mia interlocutrice ritorna nuovamente alla farsa, alla «bella
trovata teatrale dove il burattinaio muove genialmente i fili di tante
marionette». Bene, ci dica ella, da gnostica esperta, chi sia il
burattinaio allora. Anzi, mettendola in farsa, si potrebbe chiederle,
domanda per domanda: «E se la marionetta sei tu stessa?». Come si vede,
relativizzando tutto, non si addiviene mai alla verità. Ella è una buona
candidata all’agnosticismo o al suo contrario, lo gnosticismo. Per
capire la verità ci vuole la metanoia, la trasformazione della
mente mediante lo Spirito di Dio (Romani 12,2). Voler penetrare la
realtà e specialmente la trascendenza (quella divina o quella occulta)
con la propria psiche, è un’impresa fallimentare che creerà sempre più
dubbi che certezze; l’uomo necessita di rivelazione da parte del
Dio vivente. L’apostolo Paolo scrisse: «Ora un uomo psichico non
riceve ciò che è dello Spirito di Dio, perché gli è pazzia; e non lo può
riconoscere, perché lo si distingue spiritualmente» (1 Cor 2,14).
Questo è il dramma della mia interlocutrice.
4. ASPETTI CONCLUSIVI
(Nicola Martella)
Il
relativismo porta a un mirabile nulla
La parola preferita nello scritto di Paola Sandionigi è «farsa»,
che lei applica a bene e male, addirittura al diavolo e a Dio,
sospettando ella che di là da tutto ci sia un «burattinaio» sconosciuto
che tenga misteriosamente i fili in mano. Sarebbe veramente tutto una
«farsa»? Senza una base sicura di valutazione, tutto le appare confuso e
preda del nulla, e il relativismo si fa strada nella sua stessa mente.
Da ciò consegue, perciò, che si potrebbe nutrire la convinzione che
anche il suo intento reale sia «farsa» e lei stessa si senta, se non un
burattino in mano a forze misteriose, come una palla in balia di un
cieco destino, di cui non riesce a venirne a capo. Pare che neppure i
corsi biblici per corrispondenza, che lei ha fatto, e il contatto con
gli evangelici specialmente carismaticisti (qui le interessava
specialmente il miracolismo) abbiano cambiato qualcosa.
Che impressioni si possono nutrire da tutto ciò? Chi si concede
al nulla del relativismo, rischia anche di diventarlo... con risultati
imprevedibili. Chi si espone al fuoco, rischia di bruciarsi. Chi è
confuso, ricercando una «fede» in ogni cosa, può diventare suo malgrado
fonte di confusione; chi è sedotto da falsi miraggi e false ideologie,
rischia anche di diventare strumento di seduzione. Forse, invece di
voler essere «esperta» di un fenomeno particolare, quale quello
occulto — che lei non comprende fino in fondo, per cui sembra abbastanza
simpatizzare e che rischia di penetrarla e sopraffarla — farebbe
probabilmente bene a seguire il semplice e salutare consiglio di questo
proverbio tedesco: «Ciabattino, rimani alle tue suole» o, adattato
all'attuale ruolo: «Giornalista, rimani alle tue cronache di provincia».
Il ricco mistero di Dio è ben altro
Quanto a un possibile «inizio d’un proficuo colloquio», devo
ammettere che siffatti confronti, faticosi e senza verità, tendenti solo
a speculare e divagare, oltre a rappresentare un dispendio di tempo, non
mi ispirano più di tanto né mi edificano. Se la base comune del
confronto è il relativismo, oltre all’anticlericalismo, ciò è una lastra
di ghiaccio molto sottile, su cui non ho piacere di permanere.
Preferisco dimorare su una base molto più solida, ossia mirare «a
tutte le ricchezze della piena certezza dell’intelligenza, per giungere
alla completa conoscenza del mistero di Dio: cioè di Cristo, nel quale
sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. Questo
io dico affinché nessuno v’inganni con parole seducenti…» (Colossesi
2,2ss).
►
Occultismo fra relativismo e Bibbia? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Occult_relativ-BB_EnB.htm
03-06-2009; Aggiornamento: 09-06-2009 |