Un lettore (Sergio Martella) mi ha mandato un contributo. Egli ha reagito a
un invito alla lettura messo in un «gruppo di discussione» in Internet.
Purtroppo non si è attenuto al tema dell'intero articolo, ma ha parlato
d'altro, prendendo solo spunto dall'introduzione. Alle sue affermazioni,
seguono le mie risposte passo per passo.
Sergio: La vecchia concezione homo homini lupus
è una pura forma di perversione mentale. Chi lo afferma parla di se
stesso. Ma non può né capire né tanto meno rappresentare il punto di
vista di chi non si sente una bestia. Avrai notato che nei luoghi
comuni del parlare popolare si fa riferimento al fatto che gli
animali sono di gran lunga più buoni e capaci d’affetto degli
uomini. Al tempo stesso, le medesime persone affermano che l’uomo si
tramuta periodicamente in bestia, quando esprime gli istinti più
feroci dell’animo. Come può passare inosservata questa
contraddizione? In realtà, né uomini né animali sono cattivi per
natura intrinseca. Sia uomini che animali possono diventare
aggressivi e cattivi in proporzione alla cattività di cui sono stati
fatti oggetto nelle loro relazione affettiva, in famiglia. |
Risposta: Vedo che non hai letto l’articolo, che parla di una sincera
amicizia tra uomini, ma ti sei fermato all’introduzione presente
nell’invito alla lettura e che corrisponde pressoché al primo
paragrafo dello stesso
articolo. Vedo che non hai menzionato per nulla il resto, ma hai preso
solo l’occasione per «sfogarti» rabbiosamente contro il
cristianesimo (constato che non lo conosci nella sua sostanza
biblica) e per reclamizzare alla fine i tuoi libri; farsi
pubblicità non è di per sé sbagliato, ma se i tuoi libri
contengono le stesse inesattezze di questo tuo scritto, non ci
fai una bella figura! |
Sergio: «Catto» viene da «capto» preso, legato, prigioniero, insomma non-libero. Da
catto derivano «cattolico» e «cattivo». |
Risposta: Non capisco che cosa c’entra ciò col tema «Lettera a un mio
amico». Comunque sebbene io non sia «cattolico romano», devo
dirti che quanto da te detto è etimologicamente e linguisticamente una «panzana». Infatti «cattolico» non proviene
dal latino capto, ma dal greco katholikós «generale, universale». |
Sergio: Fu Lattanzio a definire la religiosità cristiana come «religare» essere legati,
dipendere, obbedire. |
Risposta: Religio intendeva che il credente era legato
al suo Dio come suo devoto. La religione aveva a che fare con la
«devozione» e col «timor di Dio», e ciò era valutato
positivamente, perché ciò era visto l’origine della morale che
permetteva di «amare il prossimo come un se stesso». Le
strumentalizzazioni non fanno bene alla verità. Come faceva
Lattanzio (un fervente cristiano) a intenderla diversamente? |
Sergio: La cattività sviluppa sempre un resto d’accumulo di rifiuto di reazione
aggressiva, di distruttività. Rivolta contro se stessi o contro gli
altri. Da qui anche la dinamica del branco. Nel branco vige
l’appartenenza al corpo centrale del dominio. Nella metafora
cristiana del buon pastore e delle pecore, l’appartenenza è
condizione assoluta e non superabile. |
Risposta: Ti vedo prevenuto, quindi non libero. Oltre a ciò, mostri di non
conoscere per nulla la sacra Scrittura. La metafora del «buon
pastore» si trova già nell’Antico Testamento, in cui l’Eterno,
opponendosi ai cattivi capi dell’Israele del tempo (Ezechiele
34,8ss), affermava di voler intervenire e di prendersi cura dei
miseri del popolo, per proteggerli e riscattarli. «Come
un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in
mezzo alle sue pecore disperse, così io andrò in cerca delle mie
pecore, e le ritrarrò da tutti i luoghi dove sono state disperse
in un giorno di nuvole e di tenebre; e le trarrò di fra i popoli
e le radunerò dai diversi paesi, e le ricondurrò sul loro suolo,
e le pascerò sui monti d’Israele, lungo i ruscelli e in tutti i
luoghi abitati del paese» (Ezechiele 34,12s). E Dio
aggiunse ancora: «Io le pascerò in buoni pascoli, e i loro ovili
saranno sugli alti monti d’Israele; esse riposeranno quivi in
buoni ovili, e pascoleranno in grassi pascoli sui monti
d’Israele. 15 Io stesso pascerò le mie pecore, e io stesso le
farò riposare, dice il Signore, l’Eterno. Io cercherò la
perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, fortificherò
la malata…» (Ezechiele 34,14s).
Nel Nuovo Testamento accade similmente. Gesù creò un
contrasto verso i capi politici e religiosi del suo tempo,
parlando al riguardo di ladro e mercenario, il quale «non si
cura delle pecore». Di sé invece disse: «Io
sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le
pecore» (Giovanni 10,10ss). Al rapporto impersonale e
solo affarista del mercenario, Gesù contrappose la sua cura e il
suo rapporto personale con le sue «pecore», ossia i suoi
discepoli: «Io sono il buon
pastore, e conosco le mie, e le mie mi conoscono, come il Padre
mi conosce e io conosco il Padre; e metto la mia vita per le
pecore» (Giovanni 10,13s). |
Sergio: Ci pensa il cane-lupo a far rispettare la legge dell’appartenenza. La violenza
nel branco serve soltanto a tenere unito il branco contro le spinte
d’emancipazione dal legame obbligato. Non serve alla cosiddetta
selezione naturale del più forte, queste sono panzane.
Ora mettiamo a posti i punti dei ruoli sessuali.
Il pastore non è il «padre» o pater familias: è esattamente il potere matriarcale
intorno all’identità d’origine della madre, la quale detiene il
segreto del potere del parto-creazione. Essa è il dio monoteista. Il
dio dell’appartenenza, il D’IO del possesso sull’IO. |
Risposta: Queste sono solo elucubrazioni mentali e nient’altro. Nella
Bibbia Dio è il Riscattatore dalla schiavitù: «Io sono l’Eterno, il Dio tuo, che ti ho tratto dal paese d’Egitto,
dalla casa di servitù» (Esodo 20,1). E questo pensiero si trova in tutto l’Antico Testamento. Nel Nuovo
Testamento si dice similmente di Gesù Cristo, che è il Riscattatore. Gesù disse: «Lo
Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per
evangelizzare i poveri; mi ha mandato a bandire la liberazione
ai prigionieri, e ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in
libertà gli oppressi, e a predicare l’anno accettevole del
Signore» (Lc 4,18). |
Sergio: Il padre è solo il cancelliere, il cane lupo, il san pietro con le chiavi, il
secondino della prigione, il mammasantissima delle famiglie di
mafia… egli interpreta il volere istintuale della madre a cui
corrisponde per un moto affettivo di simbiosi.
Nella tradizione di cattività cristiana, la famiglia festeggia il
figlio solo quando egli ha fallito ogni velleità d’autonomia e
d’emancipazione, tornando scornato e sconfitto da figliol prodigo.
Solo allora si fa festa. Bella parabola da raccontare ai bambini!i! |
Risposta: Vedo che non conosci proprio la sacra Scrittura. La parabola del
«figlio perduto», mostrava come l’uomo che aveva scelto la via
dell’autonomia, aveva fallito; e quando egli tornò a suo padre,
dopo aver dilapidato la sua eredità con le prostitute, il
genitore lo accoglie con amore paterno, felice di aver ritrovato
suo figlio. Questa era una buona notizia, visto il giovane
scapestrato che aveva dilapidato la sua parte d’eredità, sapeva
di non meritare più nulla e stava per morire di fame. È strano
come si possano ribaltare le evidenze! |
Sergio: Per tornare alla violenza del branco, questa forma di competizione irrazionale e
bestiale non appartiene alla sfera del maschile: è esattamente un
simbolo riconducibile all’appartenenza, al sangue, all’unità
monodica e monoteista del corpo materno dell’origine. Il branco o il
gregge è una esigenza del potere matriarcale, è affiliazione di
mafia. Un potere sanguinario, già descritto nelle sue
rappresentazioni storiche e sociali. Ne resta traccia nelle Baccanti
d’Euripide, in Agave, la madre invasata che uccide il figlio e poi
lo piange. Da lì nasce il cristianesimo. |
Risposta: Certo alle mistificazioni non c’è più limite! Il cristianesimo è
nato a Gerusalemme il giorno di Pentecoste e fu da lì che
lentamente si sviluppò. Solo chi è confuso e non conosce la
storia, può affermare cose del genere. Il mito materno greco
nella Bibbia è del tutto sconosciuto, poiché in Israele esisteva
una società patriarcale. |
Sergio: I Greci avevano fatto invece piazza pulita della ferocia matriarcale,
inventando in alternativa la civiltà sociale degli scambi, del
racconto, del mito e del commercio: la polis. La deriva e la civiltà d’Ulisse, Teseo, contro la
caverna del deforme Polifemo e il labirinto dell’incesto nel quale
s’aggirava l’altro figlio deforme, il Minotauro. La forma, la
differenza, la generazione contro la deformità, la fusione alla
caverna utero (di Platone) e la de-generazione inevitabile in chi
non s’emancipa dall’incesto del labirinto matriarcale. |
Risposta: Vedo che conosci il mondo greco, ma per nulla il mondo semita,
Israelita e biblico, quanto meno la stessa sacra Scrittura. Stai
psicologizzando dei miti. E per di più essi erano estranei al
mondo biblico. Non ci fai una bella figura! È come mischiare
oggi la cultura cinese con quella peruviana. |
Sergio: Il cristianesimo ha reintrodotto il rito della morte del figlio. Con
esso la caduta verticale della civiltà dei Greci e dei Romani
nell’oscurantismo del medio evo (ancora presente). Mentre l’eroe
greco lottava per l’emancipazione degli uomini dagli dei-genitori
(Prometeo, Ercole, Teseo, Ulisse,…), i cristiani hanno reintrodotto
l’obbligo della sconfitta del figlio eroe e la restaurazione perenne
della vecchia strega sulla figlia (Maria, Biancaneve, Cenerentola,
l’addormentata o avvelenata di turno sempre schiava della bestia che
l’incatena). L’eroe non libera la fanciulla dal drago. Egli muore
come premessa della sua esistenza. Morire per vivere, che
perversione! Così la de-generazione s’afferma nella cultura
cristiana, creando le premesse per la storica cattiveria
dell’occidente: stragi, invasioni, guerre atomiche e roghi
crematori. |
Risposta: Vedo che continui a fare una grande confusione. Che Gesù Cristo
sia volontariamente morto in croce non è un’invenzione del
cristianesimo (che è nato solo dopo), ma è un fatto storico. Il
sacrificio del figlio si trova già nella vita di Abramo (ca.
2.000 a.C.), quando Dio gli comandò di sacrificare Isacco per
insegnargli il principio della grazia sostitutiva: Dio fermò la
mano d’Abramo e diede al posto d’Isacco un montone: «E
Abrahamo andò, prese il montone, e l’offerse in olocausto invece
di suo figlio» (Genesi 22,12s). Allo stesso modo, Dio
avrebbe riscattato la stirpe di Abramo. Nel Nuovo Testamento
Gesù è l’Agnello di Dio che viene dato per la salvezza degli
uomini (Giovanni 1,29). Chi crede è salvato per grazia mediante
la fede (Efesini 2,8).
L’uso strumentale della religione da parte di un clero
per fini politici durante il corso della storia è altra cosa.
Chi ha fatto ciò, secondo la Bibbia non può chiamarsi cristiano,
contraddicendo il messaggio di Cristo. La tua prevenzione è
sospetta e nasconde una contorta ideologia. Tu non ricerchi la
verità, ma sei accecato da una qualche ideologia agnostica, che
non ti permette di essere libero ma ottenebrato di mente.
La Buona Notizia della Bibbia è che «chiunque crede in lui abbia vita eterna. Poiché Dio ha tanto amato il
mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna»
(Giovanni 3,15s). E ancora: «Chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno» (Giovanni 6,40). E ancora: «Io sono la luce del
mondo; chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8,12). E ancora: «Io
depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho podestà di deporla e ho podestà di
ripigliarla» (Giovanni 10,17s). «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io
ho amato voi. Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici» (Giovanni 15,12).
Eccetera.
Come sono diverse le parole di Gesù da quelle di chi
non lo conosce. Gesù è risuscitato e vive e può dare la vita a
chiunque crede in lui. Il resto è ideologia di morte. |
Sergio: L’eroe
sconfitto trascina il mondo nella tragedia. Cristo o Amleto non
hanno storia perché privati della proprietà del ruolo sessuale. |
Risposta: Che idiozia è mai questa? È scritto: «E
Gesù, quando cominciò anch’egli a insegnare, aveva circa
trent’anni» (Luca 3,23). Solo un maschio adulto
conscio di se stesso poteva insegnare in Israele ed essere un
rabbino! È scritto che Gesù passo per la tentazione come ogni
uomo (Matteo 4,1). Il Nuovo Testamento gli dà questa
testimonianza, ossia che Gesù «è
stato tentato come noi in ogni cosa, però senza peccare»
(Ebrei 4,15). La tentazione sessuale è la più frequente per i
maschi.
|
Sergio: Per la
bibliografia in proposito, valgono gli ottimi testi di Erich
Neumann, in particolare «Storia delle origini della coscienza». |
Risposta: Ah, Erich Neumann! Il fatto che l’opera menzionata sia stata
edita dall’Astrolabio (1978), editrice di testi esoterici, la
dice lunga. La prefazione fu scritta nel 1949 da Carl Gustav
Joung, noto iniziato che ha applicato alla psicologia il
simbolismo dell’esoterismo! Non è un caso che questo testo venga
proposto proprio da librerie e gruppi esoterici. Ecco la grande
«liberazione» dell’antica mitologia messa a nuovo dal
neo-paganesimo! |
Sergio: Oppure è
sufficiente comprare il noto «Donne che corrono coi lupi» per capire
le connessioni tra l’ancestrale sanguinario del sesso delle madri
con la logica del branco e della violenza. |
Risposta: Ah, la neo-mitologia misticheggiante del sangue! L’essere
«selvaggio» sotto la pelle della femmina, il mito della donna
selvaggia, il matriarcato e quant’altro di simile. Anche lei
(Clarissa Pinkola Estès) legata a Carl Gustav Jung. E per
ritrovare «l’essenza femminile» la donna dovrebbe farsi ispirare
dai miti e praticare tecniche di meditazioni simil-esoteriche in
veste psicologizzante e seguire le «dieci regole dei lupi» per
riscoprire una vera
«natura selvaggia» da «donna lupo». È questa la base di «verità»
da cui si vuol argomentare!? Gli sbranamenti sono aperti!
Sono tesi di frangia e costruzioni arbitrarie molto discutibili e
tutte da dimostrare, su cui studiosi seri scuotono la testa e
che non pendono neppure in seria considerazione. Il
neo-paganesimo con i suoi riferimenti agli antichi riti di
sangue e alla loro mistica sanguinaria vuole diventare guida
verso la libertà!? |
Sergio: In proposito ci sono anche due miei testi:
Pinocchio eroe anticristiano. Il codice della nascita nei processi di liberazione, Edizioni
Sapere, Padova. |
Risposta: Ah, Pinocchio, una figura usata dalla massoneria per
l’iniziazione e il percorso dell’iniziato. Che bella favola! Che
argomentazione usare Pinocchio come «eroe» e per di più «eroe
anticristiano». Teste di legno producono segatura! |
Sergio: Il furore di Nietzsche. La nascita dell’eroe e
della differenza sessuale, CLEUP, Padova. |
Risposta: Ah, Nietzsche e il suo superuomo: ecco l’altro eroe. Finito
demente ad abbracciare un cavallo. Che superuomo, per
Zaratustra! Proprio Nietzsche uno dei padri dei «superuomini
nazisti», i quali avevano affinità gnostiche, massoniche ed
occultistiche! Niente male come antesignani! |
Per l’approfondimento rimando a queste opere dell’autore:
■ Nicola Martella,
La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992). Su tutto lo spettro dell’occultismo dal punto di vista
razionale e biblico e le sue implicazioni sociali, umane, esistenziali e spirituali per chi pratica una delle
arti occulte.
■ Nicola Martella, La salute fra scienza, religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003).
■ Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003). Tutto ciò che si vuol sapere
sulle cosiddette «medicine alternative», sulla loro genesi, sulla loro filosofia orientale o esoterica, su ciò che affermano la
scienza e la medicina al riguardo e che cosa se ne deve pensare dal punto di vista biblico. |
►
Ateismo
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Mitologia_paganesimo_MeG.htm
10-01-2007; Aggiornamento: 30-06-2010 |