Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

Filosofia e fede

 

 

 

 

La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
■ La questione della medicina e delle sue alternative
■ Guarigione e problematica
■ La medicina e la Bibbia

 

Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

   Ecco il procedimento usato per i singoli temi:
■ Presentazione del metodo o della problematica
■ Analisi critica scientifica, medica, razionale
■ Punto di vista biblico e valutazione della questione nel cristianesimo
■ Possibili alternative.

 

Inoltre ci sono anche queste parti:
■ Fatti, casi ed eventi nella paramedicina
■ Registro delle voci
■ Registro ragionato delle voci

 

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LA VECCHIA MITOLOGIA DEL NEO-PAGANESIMO

 

 di Nicola Martella

 

Un lettore (Sergio Martella) mi ha mandato un contributo. Egli ha reagito a un invito alla lettura messo in un «gruppo di discussione» in Internet. Purtroppo non si è attenuto al tema dell'intero articolo, ma ha parlato d'altro, prendendo solo spunto dall'introduzione. Alle sue affermazioni, seguono le mie risposte passo per passo.

 

Sergio: La vecchia concezione homo homini lupus è una pura forma di perversione mentale. Chi lo afferma parla di se stesso. Ma non può né capire né tanto meno rappresentare il punto di vista di chi non si sente una bestia. Avrai notato che nei luoghi comuni del parlare popolare si fa riferimento al fatto che gli animali sono di gran lunga più buoni e capaci d’affetto degli uomini. Al tempo stesso, le medesime persone affermano che l’uomo si tramuta periodicamente in bestia, quando esprime gli istinti più feroci dell’animo. Come può passare inosservata questa contraddizione? In realtà, né uomini né animali sono cattivi per natura intrinseca. Sia uomini che animali possono diventare aggressivi e cattivi in proporzione alla cattività di cui sono stati fatti oggetto nelle loro relazione affettiva, in famiglia.

Risposta: Vedo che non hai letto l’articolo, che parla di una sincera amicizia tra uomini, ma ti sei fermato all’introduzione presente nell’invito alla lettura e che corrisponde pressoché al primo paragrafo dello stesso articolo. Vedo che non hai menzionato per nulla il resto, ma hai preso solo l’occasione per «sfogarti» rabbiosamente contro il cristianesimo (constato che non lo conosci nella sua sostanza biblica) e per reclamizzare alla fine i tuoi libri; farsi pubblicità non è di per sé sbagliato, ma se i tuoi libri contengono le stesse inesattezze di questo tuo scritto, non ci fai una bella figura!

 

Sergio: «Catto» viene da «capto» preso, legato, prigioniero, insomma non-libero. Da catto derivano «cattolico» e «cattivo».

Risposta: Non capisco che cosa c’entra ciò col tema «Lettera a un mio amico». Comunque sebbene io non sia «cattolico romano», devo dirti che quanto da te detto è etimologicamente e linguisticamente una «panzana». Infatti «cattolico» non proviene dal latino capto, ma dal greco katholikós «generale, universale».

 

Sergio: Fu Lattanzio a definire la religiosità cristiana come «religare» essere legati, dipendere, obbedire.

Risposta: Religio intendeva che il credente era legato al suo Dio come suo devoto. La religione aveva a che fare con la «devozione» e col «timor di Dio», e ciò era valutato positivamente, perché ciò era visto l’origine della morale che permetteva di «amare il prossimo come un se stesso». Le strumentalizzazioni non fanno bene alla verità. Come faceva Lattanzio (un fervente cristiano) a intenderla diversamente?

 

Sergio: La cattività sviluppa sempre un resto d’accumulo di rifiuto di reazione aggressiva, di distruttività. Rivolta contro se stessi o contro gli altri. Da qui anche la dinamica del branco. Nel branco vige l’appartenenza al corpo centrale del dominio. Nella metafora cristiana del buon pastore e delle pecore, l’appartenenza è condizione assoluta e non superabile.

Risposta: Ti vedo prevenuto, quindi non libero. Oltre a ciò, mostri di non conoscere per nulla la sacra Scrittura. La metafora del «buon pastore» si trova già nell’Antico Testamento, in cui l’Eterno, opponendosi ai cattivi capi dell’Israele del tempo (Ezechiele 34,8ss), affermava di voler intervenire e di prendersi cura dei miseri del popolo, per proteggerli e riscattarli. «Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io andrò in cerca delle mie pecore, e le ritrarrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di tenebre; e le trarrò di fra i popoli e le radunerò dai diversi paesi, e le ricondurrò sul loro suolo, e le pascerò sui monti d’Israele, lungo i ruscelli e in tutti i luoghi abitati del paese» (Ezechiele 34,12s). E Dio aggiunse ancora: «Io le pascerò in buoni pascoli, e i loro ovili saranno sugli alti monti d’Israele; esse riposeranno quivi in buoni ovili, e pascoleranno in grassi pascoli sui monti d’Israele. 15 Io stesso pascerò le mie pecore, e io stesso le farò riposare, dice il Signore, l’Eterno. Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, fortificherò la malata…» (Ezechiele 34,14s).

     Nel Nuovo Testamento accade similmente. Gesù creò un contrasto verso i capi politici e religiosi del suo tempo, parlando al riguardo di ladro e mercenario, il quale «non si cura delle pecore». Di sé invece disse: «Io sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore» (Giovanni 10,10ss). Al rapporto impersonale e solo affarista del mercenario, Gesù contrappose la sua cura e il suo rapporto personale con le sue «pecore», ossia i suoi discepoli: «Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie mi conoscono, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre; e metto la mia vita per le pecore» (Giovanni 10,13s).

 

Sergio: Ci pensa il cane-lupo a far rispettare la legge dell’appartenenza. La violenza nel branco serve soltanto a tenere unito il branco contro le spinte d’emancipazione dal legame obbligato. Non serve alla cosiddetta selezione naturale del più forte, queste sono panzane.

     Ora mettiamo a posti i punti dei ruoli sessuali.

     Il pastore non è il «padre» o pater familias: è esattamente il potere matriarcale intorno all’identità d’origine della madre, la quale detiene il segreto del potere del parto-creazione. Essa è il dio monoteista. Il dio dell’appartenenza, il D’IO del possesso sull’IO.

Risposta: Queste sono solo elucubrazioni mentali e nient’altro. Nella Bibbia Dio è il Riscattatore dalla schiavitù: «Io sono l’Eterno, il Dio tuo, che ti ho tratto dal paese d’Egitto, dalla casa di servitù» (Esodo 20,1). E questo pensiero si trova in tutto l’Antico Testamento. Nel Nuovo Testamento si dice similmente di Gesù Cristo, che è il Riscattatore. Gesù disse: «Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato a bandire la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare l’anno accettevole del Signore» (Lc 4,18).

 

Sergio: Il padre è solo il cancelliere, il cane lupo, il san pietro con le chiavi, il secondino della prigione, il mammasantissima delle famiglie di mafia… egli interpreta il volere istintuale della madre a cui corrisponde per un moto affettivo di simbiosi.

     Nella tradizione di cattività cristiana, la famiglia festeggia il figlio solo quando egli ha fallito ogni velleità d’autonomia e d’emancipazione, tornando scornato e sconfitto da figliol prodigo. Solo allora si fa festa. Bella parabola da raccontare ai bambini!i!

Risposta: Vedo che non conosci proprio la sacra Scrittura. La parabola del «figlio perduto», mostrava come l’uomo che aveva scelto la via dell’autonomia, aveva fallito; e quando egli tornò a suo padre, dopo aver dilapidato la sua eredità con le prostitute, il genitore lo accoglie con amore paterno, felice di aver ritrovato suo figlio. Questa era una buona notizia, visto il giovane scapestrato che aveva dilapidato la sua parte d’eredità, sapeva di non meritare più nulla e stava per morire di fame. È strano come si possano ribaltare le evidenze!

 

Sergio: Per tornare alla violenza del branco, questa forma di competizione irrazionale e bestiale non appartiene alla sfera del maschile: è esattamente un simbolo riconducibile all’appartenenza, al sangue, all’unità monodica e monoteista del corpo materno dell’origine. Il branco o il gregge è una esigenza del potere matriarcale, è affiliazione di mafia. Un potere sanguinario, già descritto nelle sue rappresentazioni storiche e sociali. Ne resta traccia nelle Baccanti d’Euripide, in Agave, la madre invasata che uccide il figlio e poi lo piange. Da lì nasce il cristianesimo.

Risposta: Certo alle mistificazioni non c’è più limite! Il cristianesimo è nato a Gerusalemme il giorno di Pentecoste e fu da lì che lentamente si sviluppò. Solo chi è confuso e non conosce la storia, può affermare cose del genere. Il mito materno greco nella Bibbia è del tutto sconosciuto, poiché in Israele esisteva una società patriarcale.

 

Sergio: I Greci avevano fatto invece piazza pulita della ferocia matriarcale, inventando in alternativa la civiltà sociale degli scambi, del racconto, del mito e del commercio: la polis. La deriva e la civiltà d’Ulisse, Teseo, contro la caverna del deforme Polifemo e il labirinto dell’incesto nel quale s’aggirava l’altro figlio deforme, il Minotauro. La forma, la differenza, la generazione contro la deformità, la fusione alla caverna utero (di Platone) e la de-generazione inevitabile in chi non s’emancipa dall’incesto del labirinto matriarcale.

Risposta: Vedo che conosci il mondo greco, ma per nulla il mondo semita, Israelita e biblico, quanto meno la stessa sacra Scrittura. Stai psicologizzando dei miti. E per di più essi erano estranei al mondo biblico. Non ci fai una bella figura! È come mischiare oggi la cultura cinese con quella peruviana.

 

Sergio: Il cristianesimo ha reintrodotto il rito della morte del figlio. Con esso la caduta verticale della civiltà dei Greci e dei Romani nell’oscurantismo del medio evo (ancora presente). Mentre l’eroe greco lottava per l’emancipazione degli uomini dagli dei-genitori (Prometeo, Ercole, Teseo, Ulisse,…), i cristiani hanno reintrodotto l’obbligo della sconfitta del figlio eroe e la restaurazione perenne della vecchia strega sulla figlia (Maria, Biancaneve, Cenerentola, l’addormentata o avvelenata di turno sempre schiava della bestia che l’incatena). L’eroe non libera la fanciulla dal drago. Egli muore come premessa della sua esistenza. Morire per vivere, che perversione! Così la de-generazione s’afferma nella cultura cristiana, creando le premesse per la storica cattiveria dell’occidente: stragi, invasioni, guerre atomiche e roghi crematori.

Risposta: Vedo che continui a fare una grande confusione. Che Gesù Cristo sia volontariamente morto in croce non è un’invenzione del cristianesimo (che è nato solo dopo), ma è un fatto storico. Il sacrificio del figlio si trova già nella vita di Abramo (ca. 2.000 a.C.), quando Dio gli comandò di sacrificare Isacco per insegnargli il principio della grazia sostitutiva: Dio fermò la mano d’Abramo e diede al posto d’Isacco un montone: «E Abrahamo andò, prese il montone, e l’offerse in olocausto invece di suo figlio» (Genesi 22,12s). Allo stesso modo, Dio avrebbe riscattato la stirpe di Abramo. Nel Nuovo Testamento Gesù è l’Agnello di Dio che viene dato per la salvezza degli uomini (Giovanni 1,29). Chi crede è salvato per grazia mediante la fede (Efesini 2,8).

     L’uso strumentale della religione da parte di un clero per fini politici durante il corso della storia è altra cosa. Chi ha fatto ciò, secondo la Bibbia non può chiamarsi cristiano, contraddicendo il messaggio di Cristo. La tua prevenzione è sospetta e nasconde una contorta ideologia. Tu non ricerchi la verità, ma sei accecato da una qualche ideologia agnostica, che non ti permette di essere libero ma ottenebrato di mente.

     La Buona Notizia della Bibbia è che «chiunque crede in lui abbia vita eterna. Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3,15s). E ancora: «Chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Giovanni 6,40). E ancora: «Io sono la luce del mondo; chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8,12). E ancora: «Io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho podestà di deporla e ho podestà di ripigliarla» (Giovanni 10,17s). «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici» (Giovanni 15,12). Eccetera.

     Come sono diverse le parole di Gesù da quelle di chi non lo conosce. Gesù è risuscitato e vive e può dare la vita a chiunque crede in lui. Il resto è ideologia di morte.

 

Sergio: L’eroe sconfitto trascina il mondo nella tragedia. Cristo o Amleto non hanno storia perché privati della proprietà del ruolo sessuale.

Risposta: Che idiozia è mai questa? È scritto: «E Gesù, quando cominciò anch’egli a insegnare, aveva circa trent’anni» (Luca 3,23). Solo un maschio adulto conscio di se stesso poteva insegnare in Israele ed essere un rabbino! È scritto che Gesù passo per la tentazione come ogni uomo (Matteo 4,1). Il Nuovo Testamento gli dà questa testimonianza, ossia che Gesù «è stato tentato come noi in ogni cosa, però senza peccare» (Ebrei 4,15). La tentazione sessuale è la più frequente per i maschi.

 

Sergio: Per la bibliografia in proposito, valgono gli ottimi testi di Erich Neumann, in particolare «Storia delle origini della coscienza».

Risposta: Ah, Erich Neumann! Il fatto che l’opera menzionata sia stata edita dall’Astrolabio (1978), editrice di testi esoterici, la dice lunga. La prefazione fu scritta nel 1949 da Carl Gustav Joung, noto iniziato che ha applicato alla psicologia il simbolismo dell’esoterismo! Non è un caso che questo testo venga proposto proprio da librerie e gruppi esoterici. Ecco la grande «liberazione» dell’antica mitologia messa a nuovo dal neo-paganesimo!

 

Sergio: Oppure è sufficiente comprare il noto «Donne che corrono coi lupi» per capire le connessioni tra l’ancestrale sanguinario del sesso delle madri con la logica del branco e della violenza.

Risposta: Ah, la neo-mitologia misticheggiante del sangue! L’essere «selvaggio» sotto la pelle della femmina, il mito della donna selvaggia, il matriarcato e quant’altro di simile. Anche lei (Clarissa Pinkola Estès) legata a Carl Gustav Jung. E per ritrovare «l’essenza femminile» la donna dovrebbe farsi ispirare dai miti e praticare tecniche di meditazioni simil-esoteriche in veste psicologizzante e seguire le «dieci regole dei lupi» per riscoprire una vera «natura selvaggia» da «donna lupo». È questa la base di «verità» da cui si vuol argomentare!? Gli sbranamenti sono aperti!

  Sono tesi di frangia e costruzioni arbitrarie molto discutibili e tutte da dimostrare, su cui studiosi seri scuotono la testa e che non pendono neppure in seria considerazione. Il neo-paganesimo con i suoi riferimenti agli antichi riti di sangue e alla loro mistica sanguinaria vuole diventare guida verso la libertà!?

 

Sergio: In proposito ci sono anche due miei testi:

Pinocchio eroe anticristiano. Il codice della nascita nei processi di liberazione, Edizioni Sapere, Padova.

Risposta: Ah, Pinocchio, una figura usata dalla massoneria per l’iniziazione e il percorso dell’iniziato. Che bella favola! Che argomentazione usare Pinocchio come «eroe» e per di più «eroe anticristiano». Teste di legno producono segatura!

 

Sergio: Il furore di Nietzsche. La nascita dell’eroe e della differenza sessuale, CLEUP, Padova.

Risposta: Ah, Nietzsche e il suo superuomo: ecco l’altro eroe. Finito demente ad abbracciare un cavallo. Che superuomo, per Zaratustra! Proprio Nietzsche uno dei padri dei «superuomini nazisti», i quali avevano affinità gnostiche, massoniche ed occultistiche! Niente male come antesignani!

 

Per l’approfondimento rimando a queste opere dell’autore:

     ■ Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992). Su tutto lo spettro dell’occultismo dal punto di vista razionale e biblico e le sue implicazioni sociali, umane, esistenziali e spirituali per chi pratica una delle arti occulte.

     ■ Nicola Martella, La salute fra scienza, religioni e ideologie, Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003).

     ■ Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003). Tutto ciò che si vuol sapere sulle cosiddette «medicine alternative», sulla loro genesi, sulla loro filosofia orientale o esoterica, su ciò che affermano la scienza e la medicina al riguardo e che cosa se ne deve pensare dal punto di vista biblico.

 

Ateismo

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Mitologia_paganesimo_MeG.htm

10-01-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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