Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SEMPLICITÀ DI FEDE E MANCANZA DI CONOSCENZA

Sapienza biblica o alibi per una «santa ignoranza»?

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Mi arrivano continuamente contributi, in cui si fa l’elogio della «semplicità di fede»; di per sé non ho nulla in contrario, visto che anch’io mi esercito a confidare con semplicità di cuore e timore di Dio nel Signore e nelle sue promesse (cfr. At 2,46s; Ef 6,5; Col 3,22). Nella Bibbia, però, ciò non è sinonimo di una «santa ignoranza» o mancanza di conoscenza; il contrario di ciò non è lo studio della Bibbia (cfr. 2 Tm 2,15). Alla «semplicità di fede», radicata nello studio della Scrittura, si contrappone invece lo sviamento da quest’ultima, per seguire le seduzioni di falsi maestri, ora gnostici, ora agnostici.

     Ad esempio, ciò era successo a Corinto, allorché i credenti diedero credito a presunti «superapostoli» (= santoni, «unti») giudaici, che spiritualizzarono l’esoterismo e lo introdussero nella chiesa. Essi predicavano in modo sottile un altro Cristo, un altro Evangelo e un altro Spirito; e ciò produsse che le menti dei credenti si erano «corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purità rispetto a Cristo» (2 Cor 11,3ss.13ss).

     Il caso opposto è quello dell’agnosticismo. Filosofi agnostici mettono mano alla Bibbia e, nella veste di presunti teologi, la mitizzano e la dissacrano. La reazione a ciò di alcuni è quello di rifiutare ogni tipo di studio della Bibbia e di trincerarsi in una contemplazione mistica e spiritualista della Scrittura, interpretata a proprio uso e consumo e insegnata a proprio arbitrio.

 

 

2.  UN CASO SPECIFICO

 

2.1.  LE TESI IN UNA CONFESSIONE: Anni or sono, un anziano cristiano, all’epoca di 77 anni, mi ha dato lo spunto per questo tema. Egli mi scrisse allora, tra altre cose, quanto segue: «[…] Ti premetto che sono tutt’altro che letterato, motivo per cui mi piacciono gli argomenti brevi e stringati (anche le prediche...) in modo da fare meno fatica nel ricordare. […] Per quanto mi riguarda quindi la mia limitata educazione scolastica e religiosa mi pone al riparo dai... rischi di approfondimenti culturali troppo intelligenti ed elaborati, che potrebbero compromettere in noi lo studio lineare e la semplicità dell’Evangelo a fronte di una cultura, a volte, pericolosamente mancante di una componente essenziale: la felicità di essere creature di Dio redente dal Cristo che salva.

     Leggevo infatti — non ricordo più in quale rivista specializzata — che la maggior parte dei quotatissimi teologi tedeschi, tuttora residenti nella patria, dove è iniziata e si è sviluppata la Riforma — con tutta la loro scienza, intelligenza e cultura — sono giunti a conclusioni talmente raffinate ed elevate da risultare... perfettamente atei e di conseguenza infelici; ne consegue che forse è meglio essere degli ignorantelli (...relativi) e accettare le verità bibliche senza troppe elucubrazioni cerebrali rischiose per la nostra fede, e accettare il tutto come bambini innocenti ecc. ccc. perfettamente credenti». {Giacomo Pastorino; 06-04-2007}

 

2.2.  ALCUNE RIFLESSIONI IN MERITO: Nelle asserzioni di questo anziano credente c’è un fondo di verità, basato sulla sua esperienza negli anni. In ogni modo, gli esempi estremi dei teologi agnostici non rendono giustizia alla verità, né ciò onora tutti gli apologeti cristiani, che hanno difeso la verità scritturale nei secoli, anche a costo della loro vita. Il rischio è di fare di tutta l’erba un fascio e di gettare via il bambino con tutta l’acqua sporca. Egli stesso ha ammesso di leggere riviste specializzate; a me ha mandato anche vari testi, scritti da lui o collezionati nel tempo. Qui nasce il problema se la «semplicità della fede» non possa coniugarsi con una «conoscenza intellettuale», come egli l’ha chiamata, ancorata nel timor di Dio e basata sulla verità rivelata nella Bibbia. In fondo, la sua critica ha riguardato i filosofi agnostici in veste di teologi e non gli studiosi cristiani, che hanno donato al cristianesimo importanti libri di studi della Bibbia e approfondimenti teologici, che hanno contribuito alla conoscenza scritturale. A essi bisogna aggiungere gli apologeti di tutti i tempi, che hanno difeso strenuamente la verità rivelata nella Scrittura, spesso a costo della loro vita.

     Uno dei motti di «Fede controcorrente» (e di «Punto°A°Croce») è appunto «La fede che pensa». Se bisogna guardarsi dalle «elucubrazioni cerebrali rischiose per la nostra fede», come dare biblicamente delle risposte a tanti problemi presenti nel mondo e nella cultura dominante? Come «accettare la sfida nel nostro tempo»?

 

 

3.  UN PROBLEMA MOLTO DIFFUSO: Purtroppo, tale paravento di una «santa ignoranza», basata sul fraintendimento delle parole di Gesù, è molto diffusa; la cosiddetta «semplicità della fede» viene spesso usata come un paravento o, addirittura, come un’arma. In genere si fa volentieri riferimento alle parole di Gesù in Luca 10,21: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai sapienti e agli esperti e le hai rivelate ai piccoli». Analizziamo brevemente tali parole, facendo alcune significative osservazioni.

     ■ 1. Tali sapienti ed esperti erano gli scribi giudaici, che rifiutarono Gesù quale Messia.

     ■ 2. Dio aveva rivelato le cose e si potevano conoscere e insegnare.

     ■ 3. I «piccoli» erano i discepoli di Gesù, come Egli li chiamava affettuosamente.

     ■ 4. Agli scribi dei Farisei Gesù non contrappose una beata «santa ignoranza», ma la conoscenza biblica: «Per questo, ogni scriba, che è ammaestrato per il regno dei cieli, è simile a un padrone di casa, il quale trae fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie» (Mt 13,52).

     ■ 5. Gli apostoli, pur essendo considerati da scribi e farisei dei «popolani senza istruzione» (At 4,13), insegnavano la dottrina di Gesù nelle chiese e fuori di esse (At 2,42; 5,21).

     ■ 6. Gli apostoli del Signore ingiunsero ai credenti di crescere in conoscenza biblica e in maturità (2 Pt 1,5; 3,18).

 

Perché allora vari cristiani si rifugiano in comodi luoghi comuni, per continuare a praticare la loro «santa ignoranza», se non addirittura la loro «dotta insipienza»? Nei primi due contributi del tema di discussione riporto alcuni casi concreti.

 

Semplicità di fede e mancanza di conoscenza? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Evviva la «santa ignoranza»? {Davide Forte - Nicola Martella} (T/A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Fede_conoscenza_Mds.htm

29-06-2012; Aggiornamento: 20-03-2014

 

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