Questo
articolo prende spunto dal seguente articolo:
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Lezioni dalla storia 2:
Separazione della chiesa dalle sue radici giudaiche e origine della
«teologia della sostituzione»
{Argentino Quintavalle}. Leggendolo, mi sono posto delle domande e ciò
mi ha portato alle seguenti riflessioni. Lo scopo è quello di continuare
a dialogare nella ricerca della verità. Tralasciamo molte delle
questioni che si potrebbero porre e ci limitiamo solo ad alcune
rilevanti. Per le altre obiezioni rimandiamo al seguente articolo:
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La questione della «cultura biblica» alla luce del giudaismo 1.
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Da una parte si mette in forse la fonte citata
da Eusebio (i cristiani giudei abbandonarono Gerusalemme prima della sua
distruzione e si trasferirono a Pella), dall’altra non si fornisce
alcun’altra fonte storica che affermi il contrario. Da una parte si
afferma che «il semplice atto li avrebbe marchiati per sempre
come traditori», ossia quelli che avrebbero abbandonato Gerusalemme
prima dell’assedio (in effetti, però, tra i preparativi all’assedio di
Gerusalemme da parte di Vespasiano e l’assedio vero e proprio di Tito
passarono degli anni, segnati dal fatto che Vespasiano fu acclamato re),
dall’altra parte si afferma: «Essere contro la guerra non significava
necessariamente essere dei traditori» (per giustificare alcuni Farisei).
■
Prima si afferma che «i cristiani giudei siano
rimasti nella città a fianco dei loro compatrioti durante la Prima
Rivolta» (68-70 d.C.) e anche durante la seconda (2° sec.), poi si
aggiunge che «molti cristiani giudei sono morti durante le due guerre,
anche se non c’è alcuna registrazione storica della chiesa che parli
dell’uccisione di cristiani giudei». Se non ci sono fonti certe per
affermarlo, sono solo supposizioni, no?
■ Si parla a ragione di pagine oscure della storia della chiesa contro
il giudaismo storico. Si dimenticano però la varie pagine oscure del
Talmud e degli altri scritti giudaici. in cui Gesù Cristo, l’Evangelo e
i cristiani vengono dipinti e descritti nei modi più infamanti
(cfr. I.B. Pranaitis, I segreti della dottrina rabbinica
(Effedieffe 2005; testo integrale scaricabile qui:
http://vho.org/aaargh/fran/livres5/pranaitisital.pdf).
Si può parlare sia di «sudditanza psicologica nei confronti della
chiesa», come scrive l'autore, sia di «sudditanza psicologica nei
confronti del giudaismo», come egli fa trapelare.
Nota redazionale: Un cristiano
mi ha fatto notare che lo scritto di I.B. Pranaitis, russo
originario del Turkestan e sacerdote cattolico, sia caro agli
antisemiti di tutto il mondo. Ha inoltre aggiunto che la casa
editrice effedieffe sia antisemita, perciò molto cara a siti
cattolici antisemiti come Holy War (recentemente oscurato dalle
autorità giudiziarie), a gruppi neonazisti e simili. Noi chiaramente
prendiamo le distanze da tutto ciò. Bisogna perciò per prima cosa
distinguere lo scritto originario di tale monsignore (pubblicato nel
1892!) dall'uso che tali organizzazioni ne fanno oggigiorno. Per
seconda cosa, consigliamo di servirsi di tale scritto solo per
identificare i brani critici del Talmud che contengono asserzioni
negative su Gesù di Nazareth e sui cristiani, poi però si fa bene a
verificare tali brani direttamente in un Talmud.
Prendiamo qui le distanze da ogni tipo di antisemitismo. A noi
interessa qui solo l'accertamento di una verità storica in un
periodo particolare qual è quello medioevale, che era pregno di
specifiche problematiche sia nel giudaismo sia nel cristianesimo.
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■ È
errato affermare che «la chiesa, prima centrata su Gerusalemme, è
diventata prevalentemente gentile» solo al tempo dell’imperatore Adriano
(117-138 d.C.), come invece si suggerisce. Ciò è avvenuto già in epoca
apostolica; non a caso le sette lettere dell’Apocalisse furono
indirizzate dal Signore Gesù a conduttori le cui chiese erano presenti
nella provincia Asia (nell’attuale Turchia) e non nella Giudea. Anche
l'attività missionaria del gruppo di Paolo era indirizzata fuori della
Giudea e la maggior parte delle sue epistole erano indirizzate a chiese
a maggioranza gentile.
■ I primi ad aderire a una «fede pagana e apostata, a causa
dell’introduzione di rituali e concetti che hanno a volte avuto le loro
radici, non nelle Scritture, ma nelle pratiche pagane e nella filosofia
greca» sono stati proprio correnti del giudaismo. Non a caso la gnosi è
provenuta dal giudaismo che ha fatto una commistione della tradizione
biblica con il platonismo (cfr. Filone d’Alessandria), con le religioni
dei Misteri e con l’esoterismo (cfr. cabala, alchimia). Le «scuole
teologiche» cristiane (p.es. quella d’Alessandria) hanno spesso imparato
i loro metodi d’interpretazione ellenistici proprio dalle «scuole
teologiche» giudaiche (cfr. Origene e l’allegoria che fu poi usata per
la «teologia della sostituzione»).
■ Si circonda i «cristiani giudei» con un nembo di salvatori del
cristianesimo («il solo gruppo che poteva salvare la cristianità dagli
errori…»), dimenticando che molte dottrine anti-trinitarie e
simil-ariane sono provenute proprio da loro (cfr. Ebioniti e gruppi
simili).
■ La questione del «giorno» si trova già negli scritti del NT. Paolo
considerò inutile l’osservanza da parte dei Gentili dei «giorni»
giudaici, anzi era un sintomo preoccupante di una giudaizzazione
strisciante (Gal; Col). Dall’altra parte prevedeva che i Giudei
cristiani osservassero il «giorno», come che i cristiani non-giudei
decidessero di fare altrimenti (Rm 14). La trattazione della questione
del sabato e della domenica da parte di Argentino è quindi viziata da
uno schierarsi che non tiene presente i fatti già presenti nel NT,
secondo il quale c’è piena libertà di farlo o di non farlo.
■ Le responsabilità della gerarchia ecclesiastica nei secoli contro il
popolo giudeo (cosa certamente deplorevole) non sminuisce la
responsabilità della gerarchia giudaica nell’aver condannato a morte
Gesù. Il fatto che Gesù sia sia offerto volontariamente (Gv 10,17s) non
sminuisce il fatto che i discepoli, da Pentecoste in poi, dissero ai
Giudei: «Voi lo avete messo a morte» (cfr. At 2,23.36).
■ L’analisi di Argentino contiene molti aspetti di verità storica.
Essendosi però ideologicamente schierato, fa spesso un’analisi di parte.
Per tali motivi, il complesso quadro storico viene abbastanza
semplificato e indirizzato in una sola direzione. Da ciò risulta che i
Giudei storici (e secondariamente quelli cristiani) sono stati sempre
vittime e mai carnefici, hanno sempre ragione e mai torto, hanno
proclamato solo e sempre verità e mai menzogne, hanno sempre avuto la
patente dell’originalità e della purezza e non si sono mai macchiati di
scelleratezze religiose e di commistioni dottrinali. Già gli Evangeli,
il libro degli Atti e le epistole del NT mostrano che le cose fin
dall’inizio non sono state proprio così.
■ La decisioni storiche e teologiche del concilio di Gerusalemme — in
cui fu dato torto ai giudaisti (At 15,1s), ossia ai Farisei cristiani
che intendevano mettere sui cristiani gentili il giogo della legge e
delle loro tradizioni (v. 5) — mostra che il giudaismo cristiano (con i
suoi usi, costumi e tradizioni) non può vantarsi di avere la «patente di
originalità» sul cristianesimo. I quattro punti (dei migliaia pretesi
dai giudaisti, come risulta dai corposi scritti giudaici) furono
stabiliti per non rendere localmente impossibile la comunione dei
cristiani gentili con quelli giudaici (v. 21). In pratica nel concilio
di Gerusalemme, per preservare l’unità del cristianesimo intorno a Gesù
quale Messia, fu sancita la legittimità di due grandi confessioni
cristiane: il cristianesimo di stampo giudaico (caratterizzato da
costumi e tradizioni giudaiche) e il cristianesimo di stampo gentile
(caratterizzato da costumi e tradizioni inerenti al singolo gruppo
etnico-culturale). In Rm 14 Paolo evidenziò tale legittimità di ambedue
questi gruppi del cristianesimo, li invitò alla tolleranza e diede loro
delle motivazioni teologiche al riguardo.
Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella,
Šabbât(Punto°A°Croce, Roma
1999) gli articoli: «Questioni intorno al sabato ebraico», pp.
46-50; «La questione della legge», pp. 51-56; cfr. pure «La
questione della domenica», pp. 57-69. |
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Cultura_biblica_giudaismo_UnV.htm
13-02-2007; Aggiornamento: 30-06-2010 |