Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Cultura e fede

 

 

 

 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA CONVENZIONE DEL CAPODANNO

 

 di Nicola Martella

 

1. Le questioni intorno al Capodanno

     Per alcuni sarà un «capo d’anno», per altri solo un «capo del danno». Il Capodanno occidentale non coincide con nessun evento astronomico, storico o altro, tanto meno biblico. È una data, che si regge sulla convenzione, che è stata assunta dallo Stato per disciplinare il ciclo fiscale. Col nuovo ciclo scattano anche nuove tariffe. È una soglia psicologica all’interno di una cultura.

     Certo l’anno occidentale sta prendendo sempre più piede nel mondo, ma, ma non esiste il «capodanno», ma i «capodanni». Ogni cultura ha il suo. Basta dare uno sguardo alla sezione «Capodanni di altre culture» all’interno dell’articolo «Capodanno» su Wikipedia, per rendersene conto. Inoltre, essendo il mondo tondo, ha varie fasce orarie. E quando a Sidney già festeggiano l’anno nuovo, da noi stanno appena a pranzare.

     No, non voglio fare un’apologetica pro e contro il Capodanno. Con la propria cultura e le sue convenzioni bisogna farci i conti. Mi meravigliano un po’ coloro, che fanno una severa e accesa crociata contro il Natale, ma poi accettano questa convenzione senza battere ciglio, come se nel consiglio di Dio ci fosse il calendario occidentale! E come se nella Bibbia fosse comandato il capodanno, ossia quello nostrano! Ricordo a chi non lo sa, che in Israele il capodanno civile comincia nella luna di settembre (Tišri); quello religioso nella luna di marzo (Nisan). Ma nel nuovo patto non siamo legati a nessuno degli šabbat ebraici; durante il Concilio di Gerusalemme (At 15) i credenti delle nazioni furono esonerati da tutta la legge ebraica.

     Ammetto di appartenere alla fazione di chi «stima tutti i giorni uguali» (Rm 14,5). Tutti i giorni particolari del calendario, le feste in genere, le celebrazioni particolari e quant’altro mi stanno strette; preferisco un camino costante col Signore. Tuttavia, per coerenza, rispetto chi «stima un giorno più d’un altro», perché così «convinto nella propria mente». Quindi, mi guarderò dal giudicare il fratello o dal disprezzarlo, solo perché segue tale convenzione occidentale, sapendo che «tutti compariremo davanti al tribunale di Dio» (vv. 10.12). Farò attenzione a non «porre una pietra d’inciampo sulla via del fratello, o essergli una occasione di caduta» (v. 13), quanto meno per cose del genere (cfr. vv. 14-21). Le convinzioni sono personali ed esistono dinanzi a Dio (v. 22); esse non servono come motivo per «essere di intoppo al fratello» (v. 21).

 

2. Alcuni approfondimenti

     Qualcuno potrebbe chiedermi: «E allora, che faresti nella tua comunità, se essa si incontra per ringraziare il Signore per l’anno convenzionale appena trascorso e per pregare per il nuovo?». Ricordo nel merito quel brano molto appropriato: «Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8). Quindi, per coerenza non mi opporrei, né scoraggerei chi sente tale necessità psicologica di chiudere l’anno convenzionale in modo particolare. Per ringraziare, lodare, supplicare il Signore, è sempre tempo! E ciò prosciuga l’acqua al pantano della carne. È vero che non mi piacciono le cose artificiali, imposte dalle convenzioni, ma il cammino costante col Signore, tuttavia non sarò io a scoraggiare i fratelli, che vogliono incontrarsi per tale nobile scopo. E se io sarò fra loro, non farò pesare le mie convinzioni, ma contribuirò alla mutua edificazione. Magari sarò più silente del solito. Magari mi rallegrerò della comunione a tu per tu, usando l’occasione per parlare e incoraggiare personalmente. L’importante è che per i credenti un simile evento non diventi una occasione per la carne, come avviene nel mondo; questo sì che sarebbe triste. In simili occasioni, anche certi cristiani pensano di avere, purtroppo, una dispensa morale e diventano licenziosi.

 

 

3. Aspetti conclusivi

     Qualcuno potrebbe chiedermi: «E allora, che faresti, se qualcuno ti augura buon Capodanno o buon anno nuovo?». Non c’è problema. A chi mi augura del bene, non posso che rispondere col bene. Augurare del bene o benedire, a ciò siamo chiamati noi credenti (cfr. Lc 6,28; Rm 12,14).

     Perciò, sebbene io appartenga alla fazione di «tutti i giorni uguali» (Rm 14,5) e sebbene il nostro «fine d’anno» sia solo una convenzione fiscale e psicologica, imposta dagli uomini, ciononostante auguro a tutti i credenti biblici un cammino costante col Signore e ricche benedizioni da parte sua nel proseguo del percorso di vita, anche oltre la soglia di quest’anno, che abbiamo chiamato con un numero, e per tutto l’anno nuovo.

     La cosa principale non è come festeggeremo il fine d’anno, ma come cammineremo durante tutto l’anno, se per lo spirito o per la carne, se nell’ubbidienza al Signore o nell’arbitrio, se nella santificazione o nell’impurità, se nel pari consentimento con i credenti fedeli o nel dissidio, se nell’edificazione della comunità o lontano dalla comunione dei santi, e così via.

     La cosa consolante è che l’Eterno, il nostro Dio, rimane Colui, i cui «giudizi sono su tutta la terra» (Sal 105,7). Inoltre, il Signore è «il giusto giudice» (2 Tm 4,8); «il Signore è un vendicatore in tutte queste cose» (1 Ts 4,6). Egli garantisce di anno in anno la sua azione costante di salvezza e di giustizia. «L’Eterno è il nostro giudice, l’Eterno è il nostro legislatore, l’Eterno è il nostro re, egli è colui che ci salva» (Is 33,22). Egli giudicherà fra uomo e uomo (1 Sm 24,13) e darà a ciascuno secondo le sue opere (Gr 11,20; Rm 2,6; 2 Tm 4,14; Ap 2,23; 22,12). Quindi, si fa bene a «tararsi» su Dio oggi e a emendare le proprie vie, sapendo che si dovrà rendere conto a Lui (Rm 14,12; Eb 13,17).

     Sul Dio vivente, sulla sua clemenza e sulla sua bontà posso confidare oggi, domani e sempre. Anche il mio Salvatore Gesù rimane «lo stesso Cristo, ieri, oggi e in perpetuo» (Eb 13,8).

 

Botti da orbi {Nicola Martella} (T)

Incontrarsi da cristiani a Capodanno? {Nicola Martella} (T/A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Capodanno_Sh.htm

31-12-2013; Aggiornamento: 30-12-2014

 

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