Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

Cultura e fede

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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INCONTRARSI DA CRISTIANI A CAPODANNO?

 

 di Nicola Martella

 

Non sono qualcuno, che ama particolarmente feste e festeggiamenti. Mi ascrivo alla fazione di colui, che «stima tutti i giorni uguali» (Rm 14,5). Tuttavia, non amo argomentifasulli contro alcune festività civili, che quindi nell’uso odierno non sono direttamente legate all’idolatria (feste di personaggi biblici, ecc.), ai miti creati dal consumismo (Babbo Natale, albero di Natale, ecc.) o all’occultismo (befana, halloween). Neppure bisogna partire dai propri gusti. Che poi nelle mani degli empi tutto possa essere occasione di atti malvagi, questa è un’altra storia.

     Uno di questi argomenti contro alcune festività civili è risalire o all’etimologia o a una qualche radice pagana, vera o presunta che sia. Questo è il caso di Capodanno. Casualmente ho letto alcuni scritti; ne riporto il pensiero, facendo seguire le mie osservazioni.

 

 

1.  FACCIAMO ALCUNI ESEMPI

 

1.1.  CAPODANNO, GIANO E I CELTI: «Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant’Eligio (morto nel 659 o nel 660), che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro: “A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l’andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l’usanza di doni augurali o di libagioni eccessive”» (tratto da Wikipedia).

     Il Capodanno è un festività di indubbia origine pagana, che il mondo festeggia, e ancora oggi è intrisa di superstizione, augure, riti scaramantici, e quindi il cristiano deve assolutamente astenersi.

     «Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà» (Romani 12,2). {Andrea Zappalà; 27-12-2014}

 

La cosa singolare è che Andrea Zappalà cita di tale articolo di Wikipediasolo ciò, che si vuole, e addirittura taglia la citazione di Eligio di Noyon come e dove gli aggrada, mentre essa continua così: «Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica». Quelli qui descritti non erano i festeggiamenti odierni usuali, ma tradizioni legati a riti magico-esoterici di una cultura pagana, che permeava l’intera società delle Fiandre (cfr. qui). I druidi erano i sacerdoti e maghi degli antichi Celti. La stragrande maggioranza delle persone non fa a Capodanno «sortilegi con il fuoco» e altri riti esoterici simili, né va da chi li esegue.

 

1.2.  CAPODANNO FRA CREDENTI È UN’OFFESA A DIO?: Alcuni, come Giancarlo Oppedisano, prospettano che l’origine del Capodanno sia la Babilonia del secondo millennio a.C. Quando però si cercano argomenti comprovanti si rimane delusi. Allora si fa una lunga carrellata: il capodanno fra gli antichi egizi, fra le civiltà indo-iraniane, fra gli antichi Romani e così via, per affermare che esso sia d’origine pagana (cfr. Indagine sul Capodanno). Egli scrive un articolo pieno di bizzarrie, perlopiù attinto da altre opere, e che più del 90% non hanno proprio nulla a che fare con Capodanno nostrano.

     Non è il solo a usare tali carrellate di bizzarrie sul Capodanno, come se tutti si comportassero secondo tali stravaganze elencate (senza neppure citare le proprie fonti, copiate di sana pianta); e non è il solo a usare certi brani fuori contesto (Ef 4,17ss; 5,7-11). Si veda, ad esempio, lo scritto «Perché il Capodanno non va festeggiato» di Giacinto Butindaro, che marcia allo stesso modo e argomenta con la stessa logica. La lista di coloro, che la pensano così, sarebbe troppo lunga per questo articolo.

     Poi Giancarlo Oppedisano riporta una domanda legittima: «Dopo queste considerazioni qualcuno dirà: D’accordo ma che male c’è nello stare assieme a capodanno? Non è forse una buona occasione per condividere comunione fraterna?». Invece di dare una risposta seria, se la prende con gli auguri di buon anno e con tutto ciò, che è pagano. Scomoda al riguardo Efesini 5,8-11, ma tale brano parla di uomini ribelli (v. 7), delle tenebre (v. 8) e della partecipazione alle «opere infruttuose delle tenebre» (v. 11), ossia di cose talmente disoneste, fatte di nascosto, che fa scandalo già solo a menzionarle (v. 12). Questa sarebbe la risposta a quella domanda? Si rimane esterrefatti! Fratelli, che si riuniscono insieme per ringraziare Dio, lodarlo e supplicarlo e per godere la comunione fraterna, anche a tavola, e che si scambiano a mezzanotte benedizioni per l’anno nuovo, parteciperebbero alle «opere infruttuose delle tenebre» e a cose tenebrose e disoneste? Qui si è proprio perso la bussola morale e spirituale, oltre che quella scritturale.

     Se ciò non bastasse, Giancarlo Oppedisano cita come prova Deuteronomio 12,30ss, dimenticando che in tale brano si parla di culti idolatrici ad altri dèi! I fratelli riuniti insieme per la comunione e la preghiera, servirebbero altri dèi? Qui il sestante del discernimento è proprio rotto!

     E nonostante tale modo di argomentare inconcludente e singolare, egli conclude così: «L’osservanza del capodanno è una tradizione degli uomini e i comandamenti di Dio che abbiamo citato lo proibiscono». Sinceramente di prove scritturali ad hoc non ne ho viste per nulla, ma solo luoghi comuni, strumentalizzando brani presi fuori contesto. Secondo la logica massimalista dell’autore, se come credenti stiamo insieme a Capodanno, contamineremmo con il paganesimo di questo mondo, contamineremmo il luogo di culto (singolarmente chiamato «la casa di Dio»), significherebbe prendere alla leggera gli impegni sacri, correremmo frettolosamente al male e cose simili. Forse Giancarlo Oppedisano non ha capito che i credenti, che hanno posto tale domanda, non intendevano andare in un bordello, in una discoteca erotica o in un luogo simile, ma incontrarsi insieme a Capodanno come credenti!

 

2.  ALCUNI APPROFONDIMENTI

 

2.1.  DI CHE COSA PARLIAMO?: Dopo quanto abbiamo affermato sopra come obiezioni, ci preme aggiungere che non tutto ciò che la gente fa oggigiorno in connessione col Capodanno sia da approvare dai cristiani biblici, come vari riti scaramantici (biancheria intima di colore rosso, gettare dalla finestra degli oggetti, ecc.) e di buon auspicio (mangiare lenticchie il 31/12, baciarsi sotto il vischio, ecc.), convenzioni dettate perlopiù dall’ignoranza.

     Inoltre, bisogna tener presente che il Capodanno è in Italia una festa civile, stabilita dalla legge. Il 31 Dicembre conclude un ciclo, ad esempio, per lo Stato, le amministrazioni pubbliche, gli istituti di credito (interessi, ecc.), le aziende (programmazione, chiusura dei conti, ecc.), le persone fisiche (tasse, stipendi, pensioni, ecc.) e così via. L’anno fiscale o anno finanziario inizia il 1º Gennaio e termina il 31 dicembre.

     Nel mondo di oggi, l’anno civile termina, per legge, il 31 Dicembre e ne inizia un altro il 1° di Gennaio. Ciò non ha nulla a che fare con il paganesimo. Noi viviamo nel nostro secolo e nel nostro mondo d’oggi.

 

2.2.  L’ONESTÀ INTELLETTUALE: Non sono uno, a cui piace celebrare feste. Tuttavia, per onestà, bisogna ammettere che il 99,99% delle persone non festeggia Capodanno per le sue origini pagane, vere o supposte che siano, anzi non ne sa proprio nulla.

 

     ■ Anche Israele aveva un capodanno civile: Faccio notare che Israele aveva ben due capodanni: uno civile in autunno (festa delle Trombe; Lv 23,23ss; Nu 29,1ss) e uno religioso in primavera (cominciava con gli Azzimi, quindi con la Pasqua). Quindi, era comandato che si festeggiasse lo rôš haššānāh «capo dell’anno» civile (in autunno), annunziato con il suono dello šofar, con una santa convocazione in onore del Signore (il termine ebraico ricorre in Ez 40,1). Quanto all’inizio dell’anno liturgico (in primavera), si legge: «Questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell’anno» (Es 12,2). Anche nella mente di Dio c’era il senso dell’anno quale unità ciclica, visto che promise che i suoi occhi sarebbero stati sulla Terra Promessa «dal principio dell’anno fino alla fine dell’anno» (Dt 11,12).

 

     ■ L’applicazione per noi: Sebbene non siamo sotto la legge mosaica e non siamo legati a giorni, noviluni e festività giudaiche (Col 2,16s), ciò non significa che i credenti non possano radunarsi in famiglia o come assemblea per tale occasione. Il senso delle feste legittime era, oltre a celebrare Dio, il seguente: mangiare e rallegrarsi dinanzi all'Eterno, facendo parte anche agli altri (Lv 23,40; Dt 12,12.18; 27,7).

     Ringraziare Dio per la protezione vissuta nell’anno passato e supplicarlo per l’anno che viene, non è sbagliato.

 

2.3.  ESSERE PROPOSITIVI

     ■ Anche Israele aveva altre feste oltre a quelle canoniche: Nella Bibbia Israele si è creato, nel corso del tempo, delle ulteriori feste legittime che andavano di là da quelle comandate nella legge mosaica, ad esempio: «festa dei Purim» (Est 9,26-32) e «festa delle Luci» o «festa della Dedicazione». Quest’ultima fu introdotta al tempo dei Maccabei, quando il tempio fu riconsacrato al Signore; non si trova neppure menzionata nei libri canonici, eppure Gesù la celebrò (Gv 10,22). Gesù non condannò le feste del giudaismo, ma da buon Giudeo festeggiava le feste canoniche e quelle supplementari (cfr. Gv 2,23; 4,45; 5,1 una festa; 6,4; 7,2.8s.11.14.37). Egli parlò di sé come la «luce del mondo» (Gv 8,12; 9,5) proprio durante la festa delle Luci.

 

     ■ L’esempio della festa dei Purim: La festa dei Purim fu introdotta da Mardocheo e da Ester per decreto nell’impero persiano, per celebrare il ribaltamento della loro situazione storica (Est 9). Si pensi che tale festa non fu introdotta a Gerusalemme, né presso il tempio, né per mezzo di un profeta di Dio, né per rivelazione soprannaturale. L’evento storico straordinario indusse i Giudei a trovare un consenso per il ricordo annuale e per il festeggiamento. Non era neppure tanto una festa religiosa classica. Leggiamo quanto segue: «I Giudei della campagna, che abitano in città non murate, fanno del quattordicesimo giorno del mese di Adar un giorno di gioia, di conviti e di festa, nel quale gli uni mandano dei regali agli altri» (Est 9,19; cfr. v. 22 comando). Abbiamo visto che essa non era tra le feste canoniche della legge; Dio non la proibì, anzi dal suo tacito consenso si evince che la permise.

 

     ■ La lezione da trarre: Quindi, di là dai propri gusti riguardo alle feste come Capodanno, bisogna guardarsi dal fare «terrorismo ideologico», creando falsi spauracchi. Al contrario, l’esortazione, che bisogna fare ai credenti, è di usare il Capodanno per cose nobili e che onorano Dio. Infatti è scritto: «Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8).

     Inoltre, ecco il principio da usare per i cibi e per altre cose: «Tutto quel che Dio ha creato è buono; e nulla è da riprovare, se usato con rendimento di grazie; perché è santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera» (1 Tm 1,4s).

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Come abbiamo visto, i massimalisti strumentalizzano i brani, che ingiungono ai rigenerati di non associarsi personalmente agli empi, per compiere atti malvagi, e li applicano ai rapporti fra i credenti. Essi confondono il festeggiare con gli empi con la comunione fra credenti, per rallegrarsi dinanzi al Signore, per ringraziarlo per la sua fedeltà nell’anno trascorso, per supplicarlo per il nuovo anno e per benedirsi reciprocamente in vista del nuovo e continuato cammino, che sta dinanzi. I massimalisti vedono il marcio anche laddove c’è il candore della neve e dove i credenti mettono Cristo al centro! «Tutto è puro per quelli, che sono puri» (Tt 1,15). È evidente che il problema principale dei massimalisti è la loro coscienza contaminata, che fa vedere il male anche nelle cose nobili.

     Devo pensare al riguardo a coloro, che risalgono sempre alle etimologie (auguri, ecc.) e alle presunte origini pagane di qualcosa; essi dimenticano che usano essi stessi tante parole e convenzioni, che in qualche modo hanno o potrebbero avere un’origine pagana, ma loro non se ne fanno scrupolo. [► Auguri tra incertezze e ideologia] Se fosse per loro, non dovremmo pronunciare neppure i giorni della settimana [ I giorni settimanali e gli dèi] e certi mesi, poiché ricordano gli dèi pagani. Se fosse per loro, uscirebbero volentieri da questo mondo (cfr. 1 Cor 5,10) e fonderebbero la loro isola-stato «Utòpia» massimalista, in cui accogliere solo quelli, che sono al 100% come loro.

     Così facendo, è come se vivessero in un mondo, che non c’è più, o da extraterrestri. La gente, che sente tali discorsi da alieni, scuote soltanto la testa; chi perde la credibilità su tali cose astruse, la perde anche riguardo alla testimonianza. I nostri contemporanei non necessitano di simili atteggiamenti, ma di chi indica loro l’Evangelo e come fare le cose col timore di Dio.

     Coloro, che cercano sempre il pelo in ogni uovo e buttano sempre via il bambino con l’acqua sporca, non saranno mai più credibili. Il mondo non necessita di massimalisti, che non sanno distinguere, facendo di tutta l’erba un fascio, ma di annunciatori della Buona Notizia in ogni tempo.

     L’uso legittimo è il mezzo migliore per prosciugare le fetide paludi dell’uso illegittimo delle cose. Quindi, mettere Cristo al centro anche a Capodanno, è il modo migliore, perché esso non venga usato secondo la carne e non alimenti nuovi paganesimi.

 

Incontrarsi da cristiani a Capodanno? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Botti da orbi {Nicola Martella} (T)

La convenzione del Capodanno {Nicola Martella} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Capod_crist_Avv.htm

30-12-2014; Aggiornamento: 01-01-2015

 

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