Non
sono qualcuno, che ama particolarmente feste e festeggiamenti. Mi
ascrivo alla fazione di colui, che «stima tutti i giorni uguali»
(Rm 14,5). Tuttavia, non amo argomentifasulli contro
alcune festività civili, che quindi nell’uso odierno non sono
direttamente legate all’idolatria (feste di personaggi biblici, ecc.),
ai miti creati dal consumismo (Babbo Natale, albero di Natale, ecc.) o
all’occultismo (befana, halloween). Neppure bisogna partire dai
propri gusti. Che poi nelle mani degli empi tutto possa
essere occasione di atti malvagi, questa è un’altra storia.
Uno di questi argomenti contro alcune festività civili è risalire o
all’etimologia o a una qualche radice pagana, vera o presunta che
sia. Questo è il caso di Capodanno. Casualmente ho letto alcuni scritti;
ne riporto il pensiero, facendo seguire le mie osservazioni.
1. FACCIAMO ALCUNI ESEMPI
1.1. CAPODANNO, GIANO E I CELTI: «Il Capodanno risale alla
festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre,
seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al
nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant’Eligio (morto nel
659 o nel 660), che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro: “A
Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l’andare mascherati
da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola
tutta la notte né segua l’usanza di doni augurali o di libagioni
eccessive”» (tratto da Wikipedia).
Il Capodanno è un festività di indubbia origine pagana, che il mondo
festeggia, e ancora oggi è intrisa di superstizione, augure, riti
scaramantici, e quindi il cristiano deve assolutamente astenersi.
«Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il
rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza
quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà»
(Romani 12,2). {Andrea Zappalà; 27-12-2014}
La
cosa singolare è che Andrea Zappalà cita di tale articolo di
Wikipediasolo ciò, che si vuole, e addirittura taglia la
citazione di Eligio di Noyon come e dove gli aggrada, mentre essa
continua così: «Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i
sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera
diabolica». Quelli qui descritti non erano i festeggiamenti odierni
usuali, ma tradizioni legati a riti magico-esoterici di una cultura
pagana, che permeava l’intera società delle Fiandre (cfr.
qui). I druidi erano i sacerdoti e maghi degli antichi Celti. La
stragrande maggioranza delle persone non fa a Capodanno «sortilegi con
il fuoco» e altri riti esoterici simili, né va da chi li esegue.
1.2. CAPODANNO FRA CREDENTI È UN’OFFESA A DIO?: Alcuni,
come Giancarlo Oppedisano, prospettano che l’origine del Capodanno sia
la Babilonia del secondo millennio a.C. Quando però si cercano
argomenti comprovanti si rimane delusi. Allora si fa una lunga
carrellata: il capodanno fra gli antichi egizi, fra le civiltà
indo-iraniane, fra gli antichi Romani e così via, per affermare che esso
sia d’origine pagana (cfr.
Indagine sul Capodanno). Egli scrive un articolo pieno di
bizzarrie, perlopiù attinto da altre opere, e che più del 90% non
hanno proprio nulla a che fare con Capodanno nostrano.
Non è il solo a usare tali carrellate di bizzarrie sul Capodanno, come
se tutti si comportassero secondo tali stravaganze elencate (senza
neppure citare le proprie fonti, copiate di sana pianta); e non è il
solo a usare certi brani fuori contesto (Ef 4,17ss; 5,7-11). Si veda, ad
esempio, lo scritto «Perché
il Capodanno non va festeggiato» di Giacinto Butindaro, che marcia
allo stesso modo e argomenta con la stessa logica. La lista di coloro,
che la pensano così, sarebbe troppo lunga per questo articolo.
Poi Giancarlo Oppedisano riporta una domanda legittima: «Dopo
queste considerazioni qualcuno dirà: D’accordo ma che male c’è nello
stare assieme a capodanno? Non è forse una buona occasione per
condividere comunione fraterna?». Invece di dare una risposta
seria, se la prende con gli auguri di buon anno e con tutto ciò,
che è pagano. Scomoda al riguardo Efesini 5,8-11, ma tale brano parla di
uomini ribelli (v. 7), delle tenebre (v. 8) e della partecipazione alle
«opere infruttuose delle tenebre» (v. 11), ossia di cose talmente
disoneste, fatte di nascosto, che fa scandalo già solo a menzionarle (v.
12). Questa sarebbe la risposta a quella domanda? Si rimane
esterrefatti! Fratelli, che si riuniscono insieme per ringraziare Dio,
lodarlo e supplicarlo e per godere la comunione fraterna, anche a
tavola, e che si scambiano a mezzanotte benedizioni per l’anno nuovo,
parteciperebbero alle «opere infruttuose delle tenebre» e a cose
tenebrose e disoneste? Qui si è proprio perso la bussola morale e
spirituale, oltre che quella scritturale.
Se ciò non bastasse, Giancarlo Oppedisano
cita come prova Deuteronomio 12,30ss, dimenticando
che in tale brano si parla di culti idolatrici ad altri dèi! I
fratelli riuniti insieme per la comunione e la preghiera, servirebbero
altri dèi? Qui il sestante del discernimento è proprio rotto!
E nonostante tale modo di argomentare inconcludente e singolare, egli
conclude così: «L’osservanza del capodanno è una tradizione
degli uomini e i comandamenti di Dio che abbiamo citato lo proibiscono».
Sinceramente di prove scritturali ad hoc non ne ho viste per
nulla, ma solo luoghi comuni, strumentalizzando brani presi fuori
contesto. Secondo la logica massimalista dell’autore, se come credenti
stiamo insieme a Capodanno, contamineremmo con il paganesimo di questo
mondo, contamineremmo il luogo di culto (singolarmente chiamato «la casa
di Dio»), significherebbe prendere alla leggera gli impegni sacri,
correremmo frettolosamente al male e cose simili. Forse Giancarlo
Oppedisano non ha capito che i credenti, che hanno posto tale domanda,
non intendevano andare in un bordello, in una discoteca erotica o in un
luogo simile, ma incontrarsi insieme a Capodanno come credenti!
2. ALCUNI APPROFONDIMENTI
2.1. DI CHE COSA PARLIAMO?: Dopo quanto abbiamo affermato
sopra come obiezioni, ci preme aggiungere che non tutto ciò che la gente
fa oggigiorno in connessione col Capodanno sia da approvare dai
cristiani biblici, come vari riti scaramantici
(biancheria intima di colore rosso, gettare dalla finestra degli
oggetti, ecc.) e di buon auspicio (mangiare lenticchie il 31/12,
baciarsi sotto il vischio, ecc.), convenzioni dettate perlopiù
dall’ignoranza.
Inoltre, bisogna tener presente che il Capodanno è in Italia una
festa civile, stabilita dalla legge. Il 31 Dicembre conclude un
ciclo, ad esempio, per lo Stato, le amministrazioni pubbliche, gli
istituti di credito (interessi, ecc.), le aziende (programmazione,
chiusura dei conti, ecc.), le persone fisiche (tasse, stipendi,
pensioni, ecc.) e così via. L’anno fiscale o anno finanziario
inizia il 1º Gennaio e termina il 31 dicembre.
Nel mondo di oggi, l’anno civile termina, per legge, il 31
Dicembre e ne inizia un altro il 1° di Gennaio. Ciò non ha nulla a che
fare con il paganesimo. Noi viviamo nel nostro secolo e nel
nostro mondo d’oggi.
2.2. L’ONESTÀ INTELLETTUALE: Non sono uno, a cui piace
celebrare feste. Tuttavia, per onestà, bisogna ammettere che il 99,99%
delle persone non festeggia Capodanno per le sue origini pagane,
vere o supposte che siano, anzi non ne sa proprio nulla.
■ Anche Israele aveva un capodanno civile: Faccio notare che
Israele aveva ben due capodanni: uno civile in autunno (festa
delle Trombe; Lv 23,23ss; Nu 29,1ss) e uno religioso in primavera
(cominciava con gli Azzimi, quindi con la Pasqua). Quindi, era comandato
che si festeggiasse lo rôš haššānāh
«capo dell’anno» civile (in autunno), annunziato con il suono
dello
šofar, con una santa convocazione in onore del Signore (il termine
ebraico ricorre in Ez 40,1). Quanto all’inizio dell’anno liturgico
(in primavera), si legge: «Questo mese
sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell’anno»
(Es 12,2). Anche nella mente di Dio c’era il senso dell’anno
quale unità ciclica, visto che promise che i suoi occhi sarebbero stati
sulla Terra Promessa «dal principio dell’anno fino alla fine
dell’anno» (Dt 11,12).
■
L’applicazione per noi: Sebbene non siamo sotto la legge mosaica e
non siamo legati a giorni, noviluni e festività giudaiche (Col
2,16s), ciò non significa che i credenti non possano radunarsi in
famiglia o come assemblea per tale occasione. Il senso delle feste
legittime era, oltre a celebrare Dio, il seguente:
mangiare e rallegrarsi dinanzi all'Eterno,
facendo parte anche agli altri (Lv 23,40; Dt 12,12.18; 27,7).
Ringraziare
Dio per la protezione vissuta nell’anno passato e supplicarlo per
l’anno che viene, non è sbagliato.
2.3. ESSERE PROPOSITIVI
■ Anche Israele aveva altre feste oltre a quelle canoniche: Nella
Bibbia Israele
si è creato, nel corso del tempo, delle ulteriori feste legittime
che andavano di là da quelle comandate nella legge mosaica, ad esempio:
«festa dei Purim» (Est 9,26-32) e «festa delle Luci» o «festa della
Dedicazione». Quest’ultima fu introdotta al tempo dei Maccabei, quando
il tempio fu riconsacrato al Signore; non si trova neppure menzionata
nei libri canonici, eppure Gesù la celebrò (Gv 10,22). Gesù non
condannò le feste del giudaismo, ma da buon Giudeo festeggiava le feste
canoniche e quelle supplementari (cfr. Gv
2,23; 4,45; 5,1 una festa; 6,4; 7,2.8s.11.14.37). Egli parlò di
sé come la «luce del mondo» (Gv 8,12; 9,5) proprio durante la festa
delle Luci.
■ L’esempio della festa dei Purim: La festa dei Purim fu
introdotta da Mardocheo e da Ester per decreto nell’impero persiano, per
celebrare il ribaltamento della loro situazione storica (Est 9). Si
pensi che tale festa non fu introdotta a Gerusalemme, né presso il
tempio, né per mezzo di un profeta di Dio, né per rivelazione
soprannaturale. L’evento storico straordinario indusse i Giudei a
trovare un consenso per il ricordo annuale e per il festeggiamento. Non
era neppure tanto una festa religiosa classica. Leggiamo quanto segue: «I
Giudei della campagna, che abitano in città non murate, fanno del
quattordicesimo giorno del mese di Adar un giorno di gioia, di
conviti
e di festa, nel quale gli uni mandano dei regali agli
altri» (Est 9,19; cfr. v. 22
comando). Abbiamo visto che essa non era tra le feste canoniche
della legge; Dio non la proibì, anzi dal suo tacito consenso si evince
che la permise.
■ La lezione da trarre: Quindi, di là dai propri gusti riguardo
alle feste come Capodanno, bisogna guardarsi dal fare «terrorismo
ideologico», creando falsi spauracchi. Al contrario,
l’esortazione, che bisogna fare ai credenti, è di usare il Capodanno
per cose nobili e che onorano Dio. Infatti è scritto: «Del rimanente,
fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose
giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di
buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano
oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8).
Inoltre, ecco il principio da usare per i cibi e per altre cose: «Tutto
quel che Dio ha creato è buono; e nulla è da riprovare, se usato con
rendimento di grazie; perché è santificato dalla parola di Dio e
dalla preghiera» (1 Tm 1,4s).
3. ASPETTI CONCLUSIVI: Come abbiamo visto, i
massimalisti
strumentalizzano i brani, che ingiungono ai rigenerati di non
associarsi personalmente agli empi, per compiere atti malvagi, e li
applicano ai rapporti fra i credenti. Essi confondono il
festeggiare con gli empi con la comunione fra credenti, per rallegrarsi
dinanzi al Signore, per ringraziarlo per la sua fedeltà nell’anno
trascorso, per supplicarlo per il nuovo anno e per benedirsi
reciprocamente in vista del nuovo e continuato cammino, che sta dinanzi.
I massimalisti vedono il marcio anche laddove c’è il candore
della neve e dove i credenti mettono Cristo al centro! «Tutto è puro
per quelli, che sono puri» (Tt 1,15). È
evidente che il problema principale dei massimalisti è la loro
coscienza contaminata, che fa vedere il male anche nelle cose
nobili.
Devo pensare al riguardo a coloro, che risalgono sempre alle
etimologie (auguri, ecc.) e alle presunte origini pagane di
qualcosa; essi dimenticano che usano essi stessi tante parole e
convenzioni, che in qualche modo hanno o potrebbero avere un’origine
pagana, ma loro non se ne fanno scrupolo. [►
Auguri tra incertezze e ideologia] Se fosse per loro, non
dovremmo pronunciare neppure i giorni della settimana [►
I giorni settimanali e gli dèi] e certi mesi, poiché
ricordano gli dèi pagani. Se fosse per loro, uscirebbero volentieri da
questo mondo (cfr. 1 Cor 5,10) e fonderebbero la loro isola-stato «Utòpia»
massimalista, in cui accogliere solo quelli, che sono al 100% come loro.
Così facendo, è come se vivessero in un mondo, che non c’è più, o da
extraterrestri. La gente, che sente tali discorsi da alieni, scuote
soltanto la testa; chi perde la credibilità su tali cose astruse,
la perde anche riguardo alla testimonianza. I nostri contemporanei non
necessitano di simili atteggiamenti, ma di chi indica loro l’Evangelo e
come fare le cose col timore di Dio.
Coloro, che cercano sempre il pelo in ogni uovo e buttano sempre via il
bambino con l’acqua sporca, non saranno mai più credibili. Il
mondo non necessita di massimalisti, che non sanno distinguere, facendo
di tutta l’erba un fascio, ma di annunciatori della Buona Notizia
in ogni tempo.
L’uso legittimo è il mezzo migliore per prosciugare le fetide
paludi dell’uso illegittimo delle cose. Quindi, mettere Cristo al
centro anche a Capodanno, è il modo migliore, perché esso non venga
usato secondo la carne e non alimenti nuovi paganesimi.
►
Incontrarsi da cristiani a Capodanno? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
►
Botti da orbi
{Nicola Martella} (T)
►
La convenzione del Capodanno
{Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Capod_crist_Avv.htm
30-12-2014; Aggiornamento:
01-01-2015 |