Sono
stati chiamati i «razzisti del sabato sera» quelli che hanno
dapprima accecato con una bomboletta spray un uomo proveniente
dall’India, che dormiva su una panca della stazione di Nettuno (RM), poi
lo hanno pestato a sangue, lo hanno completamente ricoperto di benzina e
quindi dato alle fiamme. Infine i tre hanno lasciato il poveretto lì
solo a bruciare all’interno della stazione. È stato detto che per i tre
(17, 20 e 30 anni) prima c’è stata una serata da sballo, probabilmente a
base d’alcool e droga, poi verso le quattro della mattina avrebbero
deciso di concludere tutto sfogando la loro rabbia contro un senzatetto.
Una volta individuati dalle forze dell’ordine, hanno spiegato che
volevano fare un «gesto eclatante». Dopo tale crimine, hanno mandato SMS
in giro agli amici, vantandosi e parlando del poveretto con termini tali
come se fosse stato un animale da sopprimere o un’erbaccia da estirpare.
L’Indiano, è stato salvato dai carabinieri, ma i medici hanno constatato
ustioni sul 40 per cento del suo corpo.
Negli ultimi anni, questo specifico fenomeno di dare alle fiamme uno
straniero o un «diverso» (p.es. un barbone), ha avuto vari casi accaduti
sul suolo nazionale.
Che dire?
Che squallore!!! Gente che vuol fare un «gesto eclatante» verso una
persona, disprezzandone la vita. E poi non si capisce perché, in tali
articoli di cronaca e in trasmissioni televisive, persone di 20-30 anni
siano chiamate «ragazzi»; mi sembra proprio un «pregiudizio» tutto
italiano. Con l’avvento della maggiore età, si diventa «adulti». Che
gente senza morale e senza ideali si mette a fare un «gesto eclatante»
del genere, mostra come il clima morale in Italia si sia talmente
abbassato, che non si sente più orrore ad alzare la mano contro un
essere vivente. Che miseria umana!
Italiani che fanno gesti del genere, come chi abusa di persone deboli e
inermi, sono una vergogna per l’intero popolo italiano. Certamente il
sentimento che viene è che bisognerebbe estradarli tutti in un’isola
disabitata e con coste scoscese in mezzo all’oceano Pacifico e lasciarli
lì fra di loro, senza possibilità di ritorno.
In che
miseria umana devono trovarsi persone del genere, mettendosi a fare
cose che mai neppure un animale farebbe mai. Che involuzione psichica e
che corruzione mentale! Sadismo, crudeltà, empietà, abuso e quant’altro
vengono praticati con sfrontatezza e senza sentirsi minimamente
colpevoli. C’è solo da temere per la nostra società, se cose del genere
si moltiplicheranno e se si daranno pene blande ai carnefici rimasti e
chiamati «ragazzi».
Come è distante tutto ciò dai comandamenti di Dio. Egli dichiarò
già nell’Antico Testamento: «L’Eterno, il vostro Dio...
ama lo straniero e gli dà pane e vestito.
Amate dunque lo straniero»
(Deuteronomio 10,17-19). E lanciò questo anatema: «Maledetto
chi conculca il diritto dello
straniero, dell’orfano e della vedova!» (Deuteronomio 27,19).
Anche Gesù Cristo ricordò il comandamento divino: «Ama il tuo
prossimo come te stesso» (Evangelo di Matteo 19,19; 22,39). La
stessa cosa fu ribadita dagli apostoli del Signore, aggiungendo: «Chi
ama il prossimo ha adempiuto la legge... L’amore non fa male alcuno al
prossimo; l’amore, quindi, è l’adempimento della legge» (Romani
13,8-10). L’apostolo Pietro dichiarò dinanzi al romano Cornelio e alla
gente in casa sua: «Voi sapete come non sia lecito a un Giudeo
d’avere
relazioni con uno straniero o
d’entrare da lui; ma Dio mi ha
mostrato
che non debbo chiamare alcun uomo impuro o contaminato» (Atti degli
apostoli 10,28).
È chiaro che tale gente che ha fatto un gesto così odioso verso
un essere vivente, non conosce Dio, né la sua grazia e il suo amore, non
ha un cuore rigenerato dallo Spirito di Dio, non conosce l’Evangelo né
ha accettato personalmente Gesù Cristo quale Salvatore e Signore. A chi
fa gesti così crudeli, s’adatta la parola di Gesù, che Egli pronuncerà
alla fine dei tempi quale giudice: «Andate via da me,
maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi messaggeri! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete
e non mi deste da bere;
fui forestiero e non m’accoglieste;
ignudo, e non mi rivestiste; infermo e in prigione, e non mi visitaste»
(Matteo 25,41-43).
L’apostolo Paolo ha descritto come una società, un gruppo e una singola
persona possano
involversi moralmente: «E siccome non si sono curati di ritenere
la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati a una
mente reproba, perché facessero le
cose che sono sconvenienti, essendo essi ricolmi d’ogni
ingiustizia,
malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, d’omicidio,
di contesa, di frode, di malignità; delatori, maldicenti, abominevoli a
Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi,
inventori di mali, disubbidienti ai genitori, insensati, senza
fede nei patti, senza affezione naturale,
spietati; i quali, pur conoscendo che secondo il giudizio di Dio
quelli che fanno codeste cose son degni di morte, non soltanto le fanno,
ma anche approvano chi le commette» (Romani 1,28-32). L’apostolo ha
anche presentato cose del genere come segni della fine dei tempi:
«Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi
difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro,
vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori,
ingrati, irreligiosi, senz’affezione naturale, mancatori di fede,
calunniatori, intemperanti,
spietati, senza amore per il bene, traditori, temerari, gonfi, amanti
del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma
avendone rinnegata la potenza» (2 Timoteo 3,1-5).
Sul piano spirituale e morale, è l’Evangelo che può cambiare i cuori e
rigenerarli, portando così ad amare Dio e il prossimo, chiunque egli
sia, e perfino i nemici. Sul piano sociale sono leggi giuste e la loro
puntuale applicazione a impedire che il male rovini la società come la
cancrena. Quando una società si mostra indulgente verso i carnefici, sta
preparando la prossima catastrofe nazionale. Quando si occupa invece di
rendere sano e forte il più debole dei suoi anelli, la società sarà una
catena robusta e solidale.
►
Razzismo e legge del branco
{Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Bruciate_straniero_Esc.htm
04-02-2009; Aggiornamento: 06-02-2009 |