1. I FATTI DI CRONACA: Quando divennero note le
cosiddette «Bestie di Satana», seguirono accese discussioni sui fatti
che furono loro addebitati. Alcuni giornalisti ed «esperti» paventarono
subito un fenomeno satanico molto diffuso, ossia di una rete italiana
del satanismo suddivisa in cellule autonome, magari controllate da uno o
più capi nascosti. Altri parlarono di loro solo come dei «poveri
diavoli».
1.1. LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI: Dalle notizie raccolte
dai vari mass-media risultò il seguente quadro. Fabio Tollis
(16 anni, di Cologno Monzese)
e Chiara Marino (19 anni,
di Corsico), due giovani appartenenti a questo gruppo con
passione satanistica, scomparvero il 17 gennaio 1998, senza lasciare
alcuna traccia. Ora, due
super-testimoni aiutano gli inquirenti a ricostruire i fatti. Si tratta
di due giovani, un ragazzo e una ragazza, ex affiliati alle cosiddette
«Bestie di Satana», che per sfuggire alla setta e
alle minacce di morte, si
confidarono con i propri genitori, che li protessero, e si allontanarono
da Milano. Già il 17 marzo 1999 un testimone aveva descritto ai
carabinieri di Cologno Monzese la composizione della setta.
Dopo il ritrovamento dei resti dei due ragazzi nei boschi di Somma
Lombardo, si viene a sapere che furono barbaramente massacrati dagli
altri membri delle «Bestie di Satana». Chiara era considerata da tutti loro la «vestale»
di Satana.
Ella aveva subito abusi sessuali rituali da parte
di tutti i componenti della setta.In
camera sua si era costruito un piccolo «altare». Fabio e Chiara
erano
due ragazzi che si erano
consacrati al rock satanico; essi stessi praticavano rituali esoterici
con candele, drappi neri, simboli diabolici eccetera. E proprio
il loro
bestiale assassinio è avvenuto durante un rituale satanico. ●
Chi ebbe modo di vedere la
camera di Paolo Leoni, detto «Ozzy» (dal nome del cantante Ozzy
Osbourne), uno dei
ragazzi del gruppo, afferma che era completamente nera, comprese le
lenzuola e i quadri; la sua grande passione era l’esoterismo e la musica
metallica. I resti di Fabio e Chiara sono stati identificati, oltre che dai
documenti, anche dagli abiti; cappotti, maglioni e scarpe erano tutti
rigorosamente neri. In casa di uno degli indagati è stato trovato, oltre
ad altri oggetti, un teschio umano.
Tutto iniziò 10 anni fa. Volpe, Sapone e Mario M. cantavano insieme.
Chiara Marino cantava in un altro complesso, ma conosceva tutti e
aveva sperimentato le loro violenze. C’erano anche Marco Zampollo, Eros
Monterosso, e Leoni. Mario M. era amico d’infanzia di Fabio Tollis e suo
«co-autore» nel
complesso di musica. Prima è solo musica
rock «hard metal», poi si aggiunse hashish, cocaina ed LSD e,
infine si passò al satanismo. Infatti, questo tipo
di musica era per loro tutti l’incubatrice delle suggestioni
sataniche. Ciò che avevano
esaltato nelle canzoni e nei discorsi, vendendo in
ciò un mezzo di iniziazione e di elevazione gerarchica, divenne così
atroce realtà. Essi, i «forti», per finanziarsi, si servivano dei
«deboli», a cui si somministrava pastiglie di LSD nella birra, poi gli
si faceva fare quello che si voleva, ad esempio dare un cospicuo obolo
per il gruppo, e lo si minacciava di morte.
Andrea Volpe ha raccontato agli inquirenti che, per sottomettere gli
altri membri, per controllarli e per plasmare la loro volontà, li
costringevano a imbottirsi di sostanze psichedeliche e di psicofarmaci.
Ciò impediva pure di essere traditi.
Sono finiti in carcere, tra altri, Andrea Volpe, Nicola Sapone e Pietro
Guerrieri. I primi due erano già in carcere, insieme a Elisabetta
Ballarin, la fidanzata del primo, perché accusati dell’omicidio della
ventisettenne Mariangela Pezzotta, la quale il 24 gennaio 2004 era stata
assassinata, in uno chalet di Golasecca,
con un
colpo al volto e finita a badilate. Quest’ultima sarebbe
stata uccisa, perché
aveva scoperto qualcosa di troppo compromettente per l’ex fidanzato, Andrea Volpe. Volpe sarebbe stato anche fra gli assassini
di Fabio Tollis e Chiara Marino. Furono proprio
le sue
prime, parziali ammissioni,
durante l’indagine
scaturita dopo l’omicidio di Mariangela Pezzotta, che hanno
portato
gli inquirenti nel bosco
del massacro
di Fabio e Chiara. Come se ciò non bastasse, la procura di Busto Arsizio
ha affermato di stare indagando anche su altre morti sospette, avvenute negli
ultimi anni proprio nella zona compresa tra Somma Lombardo,
Golasecca e Malpensa. Gli inquirenti sospettano che le «Bestie di Satana»
potrebbero aver istigato al suicidio due altri giovani in provincia di Varese;
essi parlano di «strani suicidi»: il primo si è impiccato davanti ad una scuola
e l’altro giovane si è impiccato ad un palo della luce. A ciò si aggiunga anche
l’ipotesi che la scomparsa di due ragazzi della zona potrebbe essere anch’essa
addebitata a questo folle gruppo satanico. Man mano che sono passati i giorni si sono aggiunte
altre accuse. Si è parlato di nuovi indagati, se non addirittura nuovi arresti.
Si parla di decessi molto strani
e di suicidi che destano perplessità. Il loro inquietante denominatore comune è
che tali persone erano tutti giovani che conoscevano e frequentavano Volpe.
Venne a galla l’omicidio della cantante Maddalena Russo
di 46 anni, uccisa nel 1985
con brutale ferocia dal
suo ex convivente a Trezzano sul Naviglio;
questi era il padre di uno dei ragazzi indagati con l’accusa di essere un
istigatore delle «Bestie di Satana». Gli inquirenti hanno parlato anche
dell’incidente che costò la vita ad Andrea Bontade, un altro membro del gruppo,
che nel 1999 si era schiantato a 180 chilometri orari contro un muro a Gallarate
(Va); tutto ciò avvenne dopo una discussione con Volpe e Sapone, i quali gli aveva ripetuto
come sempre: «Sei un traditore, devi morire». Gli
inquirenti hanno posto la loro attenzione anche su tre suicidi avvenuti
nell’Alto milanese e che hanno coinvolto altrettanti giovani che, in modo
diversi, gravitavano attorno alle cosiddette «Bestie di Satana».
Si afferma che un ragazzo si era
suicidato tempo fa proprio nel bosco maledetto, non lontano dalla fossa di
Fabio e Chiara. Si presume che il giovane non abbia retto al rimorso, alla paura e alle
minacce. Nel 2000, un altro ragazzo, che frequentava tale gruppo, morì la prima
volta che si «bucò»; quel decesso da overdose viene visto oggi in un’ottica
diversa. Il
gruppo detto le
«Bestie di Satana» era composto al momento dei fatti
di sette-otto persone. La sera
del delitto tra il 17 e il 18 gennaio del 1998 erano in cinque intorno alla
buca. ▪ 1) Nicola Sapone, allora di 20 anni, era il leader formale
e il contatto con un presunto gruppo superiore di adulti istruttori. Egli è
finito in carcere per l’omicidio Pezzotta; «O.» e Sapone erano indicati da molti
come le guide del gruppo.
▪ 2) Andrea Volpe, allora di 21 anni, un giovane eroinomane e
carismatico, era appena entrato nel gruppo.Egli, ora di 27 anni, quando ne aveva 18 appariva come un
ragazzo dalla faccia pulita, poi si convertì al satanismo e si trasformò; Volpe
divenne il punto di riferimento delle cosiddette «Bestie di Satana».
▪ 3)
Mario Maccione, all’epoca minorenne (di 17 anni e 10 mesi), aveva già allora
l’indole da piccolo capo. Secondo gli investigatori suo cugino Paolo, di Torino,
sarebbe uno degli adulti del «livello superiore» della setta.
▪ 4)
Fabio Tollis, di 16 anni, era amico d’infanzia di Maccione.
▪ 5) Chiara Marino, di 19 anni, era da un anno e mezzo amica
di Fabio, poi divenne la sua partner. Ella era considerata e usata come un
«altare» nei riti orgiastici celebrati dalle «Bestie di Satana». — Oltre a loro,
facevano parte del gruppo anche i seguenti personaggi, che non furono presenti
quella sera. ▪ 6)
Un certo «O» era ritenuto il capo indiscusso della setta; era un vero
trascinatore esaltato e si definiva «figlio di Belzebù». Una volta venne
sorpreso dalla polizia a camminare nelle gallerie della metropolitana milanese;
spesso, camminando per strada, decideva improvvisamente di picchiare qualcuno.
▪ 7)
Pietro Guerrieri, un giovane con problemi psichici e consumatore abituale di
cocaina, ha affermato di aver scavato la fossa, dove furono sepolti vivi Tollis
e Marino. Ma pare che a scavarla siano stati tutti coloro che erano al corrente.
In ogni modo, egli era poco sicuro del suo ruolo nella setta e aveva temuto più
volte per la sua stessa incolumità.
▪ 8) Un altro «debole» del gruppo era Andrea Bontade, sebbene fosse uno degli anziani del
gruppo. Egli si rifiutò di partecipare al rito. Come abbiamo già detto, morì un
anno dopo, schiantandosi a 180 km all’ora, dopo aver incontrato Nicola Sapone e
aver assunto LSD. Egli era stato vessato per settimane dai capi della setta con
una terrificante richiesta, che se non avesse adempito gli sarebbe costata la
vita.
1.2. I RITI D’INIZIAZIONE:
Secondo i due testimoni, si entrava a far parte della setta dopo un rito
d’iniziazione si consumava nei boschi. L’aspirante satanista veniva
incappucciato e lui e il suo presentatore venivano tagliuzzati sulle
braccia. Il loro sangue veniva mischiato e lasciato gocciolare in una
singola coppa e, infine, bevuto. I capi si facevano marchiare a fuoco la
croce rovesciata sul corpo.
1.3. IL RITO MORTALE:
Due giorni prima di quel tragico 17 gennaio del 1998,
Andrea Volpe si rivolse a Pietro Guerrieri
detto «Wedra», ora ventinovenne di Brugherio, un giovane il cui cervello
era già cotto dalla cocaina. Gli diede l’ordine di andare nei boschi di
Somma Lombardo a scavare una fossa profonda due metri. Egli gli intimò
di andare senza fare domande; poi aggiunse che la fossa sarebbe servita
per raccogliere il sangue durante il sacrificio rituale che avrebbero
fatto la notte di plenilunio. Il Guerrieri andò, eseguendo quanto gli fu
comandato, senza approfondire l’argomento. Si deve sapere che le sette
sataniche compiono i loro sacrifici al plenilunio e specialmente nel
mese del segno zodiacale di chi compie il rito. La fossa doveva fungere
da «altare» per il sacrificio. ●Quella
sera erano tutti pieni di droga e l’alcool; droga, allucinogeni e
cocaina erano una costante del gruppo. ● Erano partiti dal pub
«Midnight» di Milano. Questo pub è un luogo di ritrovo per amanti del
metal, ma anche per satanisti; in esso si può vedere un affresco di
sapore diabolico-mostruoso.
Non è quindi un caso che fosse uno dei luoghi di ritrovo dei membri
delle «Bestie di Satana»; «Ozzy», uno di loro, l’anno scorso lavorava
proprio al bancone di quello stesso Midnight Pub. ● Quella sera
di una notte d’inverno, quando partirono da lì, le vittime
pensavano che stavano recandosi in un luogo dove partecipare a una messa
nera. Infine, si ritrovarono in quel bosco di castagni ai margini di un cimitero di campagna e arrivarono là
dove c’era la fossa. Il
piccolo gruppo, composto di cinque persone, era lì riunito
silenziosamente in cerchio, nel freddo, attorno a quella fossa. Tutti,
tranne Chiara, sapevano che quella notte sarebbe stato compiuto un
sacrificio umano. Erano mesi che i capi del gruppo discutevano della sua
morte. Sembra che avessero ricevuto ordini in tal senso da chi stava in
alto. I capi avevano deciso che anche Tollis dovesse morire perché,
essendo considerato un debole, non era adatto al loro gruppo.
Si è venuto a sapere
le «Bestie di Satana» avevano già tentato precedentemente di uccidere
Fabio e Chiara, dando fuoco alla loro auto. Essi, pensando a un
incidente e fidandosi degli amici, seguirono nel bosco i loro aguzzini.
●Come per ogni rito satanico, anche quella notte venne formato un cerchio,
ma al loro centro c’era quella sinistra fossa già pronta. A
mezzanotte esatta, gli sguardi dei capi puntarono Chiara, e
all’improvviso i suoi amici diventarono i suoi carnefici.
Il silenzio meditativo venne interrotto, quando scattarono due coltelli,
quindi un martello e la furia omicida si consumò. Fabio si
ribellò; egli era alto più di un metro e ottanta e pesava novanta chili,
e per sopraffarlo, gli saltano addosso in tre. Chiara cercò di
difendersi con un coltello. Gli altri finirono tutti e due con
coltellate e martellate. Specialmente Andrea Volpe teneva Fabio per la
gola e lo accoltellava; poi riempì di coltellate anche Chiara. Li
buttarono nella fossa ancora vivi, poi Volpe scese nella fossa e li finì
col badile. ● A sei anni e quattro mesi di distanza da quei fatti, quando
i carabinieri trovarono gli scheletri delle due vittime, verificarono
che i polsi delle vittime presentavano lesioni ossee, segno che i due
avevano tentato di ripararsi, e i loro cappotti avevano decine di tagli.
Per le «Bestie di Satana» si trattò di un «sacrificio».
Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti,
il «sacrificio» di Chiara si sarebbe reso necessario per tali satanisti,
perché qualcuno aveva identificato la ragazza come l’immagine della
Madonna. ●
Tutti si tolsero i guanti e li bruciarono insieme alle foglie macchiate
di sangue. La scena del massacro aveva scosso alcuni di loro. I capi
minacciarono gli altri, mettendoli in guardia dal denunciare l’accaduto.
Due giorni dopo Volpe tornò sul luogo del
delitto e vi versò sopra litri di ammoniaca, per impedire ai cani di
sentire l’odore. Alcuni giorni dopo quella notte di plenilunio, Pietro Guerrieri venne a
sapere che nel gruppo delle «Bestie di Satana» mancavano Fabio e Chiara.
Allora cominciò a capire che cosa fosse successo e a trovare le
conferme. Volpe e Sapone fecero sentire le loro minacce, sapendo della
paura folle che Pietro Guerrieri. Questi sapeva che non si sarebbe mai
più liberato di loro. Quando fu arrestato, si sentì alleggerito, poiché
era consapevole che la prossima vittima sarebbe stato proprio lui.
1.4. LA CUPOLA FATTA DI CELLULE:
Sapone fu accusato da Volpe di essere il capo della
setta. Egli avrebbe preso ordini, a sua volta, da un misterioso
personaggio di Torino.
Guerrieri parlò di
un «anticristo», un personaggio
adulto che avrebbe fatto da eminenza grigia per il gruppo. Saranno le
indagini a mostrare la veracità di tutto ciò, se mai c’è stato un«terzo
livello», gente più ricca e adulta che ispiravano le «Bestie di
Satana» dall’esterno, magari rifornendoli pure di denaro. Oppure se è
pura strategia difensiva, ossia un tentativo di scaricabarile. Sta di
fatto che, come hanno accertato gli inquirenti, uno dei giovani
arrestati ha un parente in un’altra regione del Nord, che è a sua volta
implicato in riti satanici perpetuate da sette del genere. La
cellula-setta delle «Bestie di Satana», sarebbe stata composta di 8-10
persone; qui c’era chi comandava e chi eseguiva. Sola uno di loro
avrebbe avuto contatti con il livello esterno; quest’ultimo avrebbe
commissionato i riti e garantito l’approvvigionamento di soldi, di
cocaina e di LSD. Si è ipotizzato anche l’esistenza di varie
cellule del genere, e tutte insieme avrebbero formato una rete. L’obiettivo interno di cellule del genere è sempre
quello della
gerarchia finalizzata al potere. C’è il
potere sessuale: le affiliate donne sono,
consensualmente o no, a disposizione di tutti. C’è il
potere di ordinare il dolore e finanche la morte. Il capo ha il
potere di avere contatti con le realtà superiori.
Tutto ciò fa sentire gli affiliati così onnipotenti.
Fabio e Chiara sarebbero stati uccisi
perché il gruppo doveva dimostrare il proprio valore nei confronti del capo
dell’organizzazione, che aveva chiesto una prova. L’omicidio rituale doveva
anche dimostrare la fedeltà assoluta della cellula satanica all’organizzazione.
Da quanto emerge dall’inchiesta,
le cosiddette «Bestie di Satana» sarebbero solo una cellula all’interno
di un’organizzazione a rete e a struttura piramidale, radicata nel Nord
Italia. Le cellule sarebbero a
compartimenti stagni, di cui solo il vertice conoscerebbe tutti i membri
e tirerebbe le fila. Nicola Sapone o Andrea Volpe, le guide della delle
«Bestie di Satana», sarebbero andati a riferire a un capo supremo, che
avrebbe abitato in una città non lontana da Milano. Costui è definito
«il figlio primogenito del diavolo».
2. ANALISI DEL FENOMENO
2.1. IL FENOMENO SATANISTA: Esiste il satanismo
organizzato, ad esempio quello di Anton Szandor LaVey, il fondatore
della «Church of Satan». Esso afferma di essere di stampo illuminista e
di collocarsi come razionale e ateista opposizione alle religioni di
massa, specialmente al cristianesimo. È fuor di dubbio però che i siti
Internet di queste organizzazioni «tradizionali» siano la fonte di
ispirazione per molti giovani e molte cellule sataniste irregolari. È
preoccupante prendere atto che in Internet, usando un motore di ricerca,
alla voce «Satana» ci sono 157 mila elementi. ● Secondo le stime degli
esperti, i satanisti organizzati sarebbero in Italia al massimo 250, ma
nessuno lo sa con precisione. Essi sono organizzati e le loro attività
sono regolari. I satanisti irregolari, i cosiddetti «cani sciolti»,
sarebbero dai 2.000 ai 5.000. Alcuni esperti parlano di un numero di
simpatizzanti col fenomeno satanista, influenzati dal rock metallico e
da Internet, che arriverebbe addirittura a 500.000. In effetti, nessuno
sa dire nulla di preciso, e vi è un balletto delle cifre. Le pratiche
del «satanismo acido» — detto così perché unisce l’ideologia al consumo
di droghe — sono decisamente più pericolose dei gruppi organizzati. Tali
adepti del «satanismo fai da te» si nutrono di contatti con la
subcultura satanica e sono incontrollabili. Poiché essi non hanno sedi
ufficiali e non pubblicano nulla, restano nella clandestinità finché non
vengono alla ribalta per qualche fatto grave che li coinvolge.
2.2. ISPIRATI DAL NICHILISMO DIABOLICO:
Fabio Tollis, una delle vittime, nel suo diario scriveva: «Insieme
risorgeranno gli antichi con a capo il signore delle tenebre».
Descriveva la sua ex amica così: «Tu sinuosa e
bella come una pantera / famelica e sinistra come un branco di lupi
affamati / alla luce della luna piena sei avvolta da oscurità e luce mia
dolce strega / in un bosco, circondata sei, da candele, e in mano ancora
stringi il cuore palpitante del bambino sacrificato alla tenebre /…Tu
sei il mio sogno il mio incubo il mio destino/ tu sarai la mia morte, il
mio suicidio. Entra nel cerchio di fuoco o Satania / Entra nel nero
giardino del mio castello / Bevi il mio sangue perché così io faccia
parte di te/ il mio abbraccio mortale sarà sempre con te». Il
resto del diario è su questa falsariga.
2.3. NON C’È SCAMPO: Una volta entrati in
un gruppo satanista del genere,
in genere è difficile fuggire. Chi ci prova, paga talvolta con la vita,
sia che viene ucciso, sia che, per così dire, viene suicidato. Chi si
rifiuta di eseguire gli ordini tassativi dei capi, mette in pericolo la
sua stessa vita. I traditori sono destinati a morire, così chi scappa.
2.4. ASPETTI CONCLUSIVI
■ La logica conseguenza: In nome della letteratura, dell’arte,
dei film e di altre espressioni «culturali», si è tollerato che
varie ideologie abbiano propagandato l’arbitrio morale, l’esibizione
della trasgressione e la prevaricazione deviante dei più forti sui più
deboli. Non meraviglia, quindi, che anche i satanisti lo abbiano fatto e
che abbiano considerato le loro vittime solo oggetti della loro sete di
onnipotenza e di sadico piacere. Ciò che varie ideologie hanno
propagandato in nome di una certa «modernità», usando una «maschera
culturale», i satanisti lo hanno fatto in modo esplicito.
■ L’abdicazione delle guide: Quando accade un altro delitto
efferato, perpetuato da
giovani che aderiscono al culto satanico, i giornalisti ed esperti fanno
a gara per analizzare le cause e spiegare le motivazioni. Si parla, ad
esempio, di caduta dei valori, di passione per l’estremo o semplicemente
di noia. Dal punto di vista cristiano prendiamo atto che le persone si
dispongono a credere a tutto, quando smettono di avere punti chiari di
riferimento nel campo della fede e dell’etica. Qui le guide hanno
abdicato nel loro ruolo e hanno fallito. Quando un giovane perde la
bussola, il disorientamento può spingerlo a credere a qualsiasi cosa,
anche alle cose peggiori e più devastanti.
■ Il dovere degli adulti: Qui si tratta dell’investimento nel
fattore umano da parte di coloro che sono preposti come guide dei
ragazzi e dei giovani. Un gran ruolo lo hanno al riguardo la famiglia (genitori,
parenti), i pedagoghi (insegnanti)
e le compagnie (gruppi di aggregazione). Gli adulti devono smetterla di
abdicare al loro ruolo di guida, ma devono
costruire in sé stessi una struttura virtuosa interiore, orientata a
sani principi, a forze positive, e all’amore per ciò che è vero, buono e
bello. Partendo da tale base, gli adulti devono investire nel
contatto personale verso
gli adolescenti e i giovani, creando con loro
un’intimità psicologica tale da permettere una condivisione profonda
della vita.
■ Come i cristiani possono aiutare nella pratica:
I conduttori di chiese, per essere efficaci curatori d’anime, devono
sviluppare la capacità di porre attenzione alla gente, di ascoltarla e
di dialogare con essa. Guai a chiudersi in una «torre d’avorio» fatta
solo di dottrine e di una comoda comunione. ● Le persone
implicate nei fenomeni del satanismo hanno bisogno dell’aiuto pastorale
e dell’aiuto psicologico. È necessario
esaminare la situazione personale della persona in questione, non
tralasciando di porre attenzione alla dinamica del gruppo d’appartenenza
e al ruolo dell’eventuale personalità emergente che in esso trascina gli
altri. ● I nostri contemporanei sono attraversati da molte inquietudini.
Per aiutarli a superarle e a non gettarsi nelle braccia di fenomeni
inquietanti e di esponenti spregiudicati, bisogna avere il coraggio di
rendersi disponibili a coloro che stanno intorno a loro, d’entrare nella
loro vita e di mettersi dalla loro parte per aiutarli a superare tali
disagi interiori, prima che essi scatenino fissazioni o disturbi
mentali. Dove la cura pastorale da sola non basta, essa si deve avvalere
dell’aiuto competente di psicologi dichiaratamente cristiani.
Il 15 maggio 2007 la seconda corte d'Assise d'Appello di Milano ha
confermato i due ergastoli a Nicola Sapone e l'ergastolo con
isolamento diurno per nove mesi a Paolo Leoni. Pene inasprite per
Marco Zampollo, condannato a 29 anni e tre mesi e per Eros
Monterosso, condannato a 27 anni e tre mesi (in primo grado ai due
erano stati inflitti rispettivamente a 24 e 26 anni di reclusione).
Il sostituto procuratore generale aveva chiesto la condanna
all'ergastolo per tutti, ad eccezione della Elisabetta Ballarin, per
la quale l'accusa ha ottenuto uno sconto di pena dai 24 anni e 3
mesi inflitti in primo grado a 23 anni. Il verdetto della Corte
d'Appello di Milano per gli altri due membri della setta era
arrivato il 16 giugno dello scorso anno: vent'anni per Andrea Volpe
e 12 anni e 8 mesi per Pietro Guerrieri. Anche loro erano accusati
dell'omicidio di Chiara Marino e di Fabio Tollis.
I cinque, per i quali si è pronunciato il tribunale, sono
stati accusati dell'omicidio e dell'occultamento di cadavere di
Mariangela Pezzotta, Fabio Tollis e Chiara Marino, nel gennaio del
1998, poi sepolti nel bosco di Somma Lombarda, e dell'induzione al
suicidio di Andrea Bontade: il giovane anche lui del gruppo che il
21 settembre del 1998 andò a schiantarsi contro un muro con la sua
macchina lanciata ad alta velocità a Gallarate. |
Una versione ridotta di questo articolo è stata pubblicata su «Oltre»
di giugno 2007.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Bestie_di_satana_Oc.htm
29-06-2007; Aggiornamento: 30-06-2010 |