Questo tema è partito dalla seguente richiesta di Argentino Quintavalle di avere
un chiarimento in merito, discutendone con i lettori: «Qui di seguito propongo
un tema di discussione, su cui sto riflettendo da tempo e che mi fa molto
pensare: "Chi è la sposa di Cristo?". So che se ponessi questa domanda a cento
evangelici risponderebbero spontaneamente: "La chiesa". Ma credo che in questo
sito non ci saranno risposte banali. La domanda sorge dal fatto che nell'Antico
Testamento c’è una straordinaria abbondanza di versetti molto espliciti che
sostengono cha la sposa è "Israele". Mentre nel Nuovo Testamento ci sono
pochissimi versetti che dichiarano che la chiesa sia la "sposa di Cristo",
mentre ce ne sono molti (espliciti) che affermano che la chiesa è il "corpo di
Cristo". Or dunque, la "sposa di Cristo" è Israele o la chiesa? Statisticamente
parlando il rapporto di versetti a favore d’Israele è schiacciante».
Che cosa pensare di questa concezione? Dove stanno i punti di forza e quelli
deboli in tale convinzione?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi
al Webmaster
(E-mail)
Attenzione! Non si
accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e
cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno
pseudonimo, se richiesto.
I contributi sul
tema
▲
(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno
sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica
sottostante
1. {Fiorina
Pistone} ▲
Io considero l’argomento di importanza fondamentale, ma nello stesso tempo
difficile, per me, perché devo tener conto di tante cose. Prima di tutto
bisogna considerare che cosa si intende per «sposa di Cristo».
L’Antico Testamento usava spesso l’immagine
degli sposi per suggerire l’amore fedele di Dio per il suo popolo (Osea
2,16.25). Mi sembra opportuno riandare a Genesi 2,24 che dice: «L’uomo
abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno
una sola carne». L’immagine del matrimonio esprime l’idea di una
profonda unione tra Dio e il popolo di Israele.
L’immagine ritorna nel Nuovo Testamento per
esprimere l’idea di una profonda unione tra Cristo e la chiesa (Apocalisse
21,9). Nel Nuovo Testamento a volte si fa uso anche dell’immagine della
chiesa-corpo di Cristo: essa equivale a quella della chiesa-sposa di Cristo,
infatti, in entrambi i casi, Cristo è il capo del corpo. Dice Efesini 1,22:
«[Dio] tutto ha sottomesso ai suoi piedi (di Cristo) e lo ha costituito
su tutte le cose a capo della chiesa, la quale è il suo corpo...». E
dice Colossesi 1,18: «Egli è anche il capo del corpo, cioè della chiesa».
Dice Efesini 6,28: «...i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il
proprio corpo, perché chi ama la moglie ama sé stesso. Nessuno mai, infatti,
ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa
Cristo con la chiesa, poiché siamo membra del suo corpo».
L’immagine della chiesa-corpo di Cristo, rispetto a
quella della chiesa -sposa di Cristo, si presta a esprimere in più il
concetto dei doni dello Spirito, dei differenti carismi che vengono dati a
ciascuno per l’utilità comune. Avendo doni dello Spirito differenti, carismi
differenti, noi siamo come le differenti membra del corpo, ciascuna delle
quali svolge una diversa funzione. (cfr. 1 Corinzi 12,4-27, di cui l’ultimo
versetto dice: «Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per
la sua parte»).
Nell’Antico Testamento Gesù non era
conosciuto: si attendeva il Messia, ma non si sapeva che Dio stesso si
sarebbe assunto questo compito nella persona del Figlio. Il Figlio, però,
era una sola cosa con il Padre; e chi era unito al Padre, perciò, era unito
anche al Figlio che era in Lui (Giovanni 1,18). Israele, dunque, essendo
sposa di Dio, era sposa del Figlio, poi incarnatosi in Gesù Cristo.
Israele era formato dai figli di Abramo, ma
chi erano i veri figli di Abramo? Chi era il vero Israele? Disse Gesù:
«Se siete veramente figli di Abramo, fate opere degne di Abramo! Invece ora
cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho ascoltato da Dio.
Abramo non ha mai fatto così! Voi non vi comportate come lui, ma come il
vostro vero padre...Voi avete il diavolo per padre, e vi sforzate di fare
ciò che egli desidera» (Giovanni 8,39-41.44; Traduzione
Interconfessionale in Lingua Corrente). Non era sufficiente, quindi, essere
figli di Abramo per sangue: occorreva esserlo per la fede, e questo si
vedeva dalle opere.
E ora, chi è la chiesa? Tutti coloro che hanno fede
in Cristo, e questo si vede dalle opere.
2. {Fiorina
Pistone} ▲
Nota redazionale iniziale: Avevo scritto a Fiorina, tra altre cose, che
la questione non è tanto sul «corpo di Cristo» ma sulla «sposa del Messia» in Ap
19,7ss. Ciò l'ha «provocata» a ribadire meglio il suo pensiero. Sebbene a tale
domanda io abbia risposto dettagliatamente in un libro sull’escatologia di
prossima pubblicazione, affido ad Argentino una risposta per il sito, essendo
lui il referente per questo tema. In ogni modo, bisogna apprezzare
l’attaccamento alla Parola di Dio da parte di Fiorina. Vorremmo vedere più
cattolici coraggiosi che sappiano sondare la Bibbia con lo studio e argomentare
con essa! Ora segue il secondo contributo di Fiorina. {Nicola Martella}
Secondo me i versetti che definiscono la chiesa «corpo di Cristo» si possono
sommare a quelli che la definiscono «sposa di Cristo», perché esprimono lo
stesso concetto: questo lo dico per un raffronto numerico (che però non so
se sia a favore della chiesa), dato che Argentino sembra porsi il problema;
ma a me pare che non abbia importanza. È più importante considerare che la
chiesa è il popolo della Nuova Alleanza, nata dal sangue di Cristo (Luca
22,20; Matteo 26,28; Marco 14,24), voluta da Dio dall’eternità e prevista in
Genesi 3,13, dove si legge: «Metterò inimicizia tra te e la donna, tra la
tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai
il calcagno». La stirpe della donna che schiaccerà la testa al serpente
è soprattutto Gesù.
La sposa di Apocalisse 19,7 (descritta ancora più
chiaramente e più e più dettagliatamente in Ap 21-22) è la realizzazione
piena del progetto di salvezza del Padre nei confronti dell’umanità.
Israele, sposa di Dio (e quindi, ma non esplicitamente, anche di Cristo,
come ho detto nel mio primo intervento), rappresenta un livello intermedio
di perfezione.
Gesù, riferendosi a Giovanni Battista, disse: «Tra
i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni; però il più piccolo
nel regno di Dio è più grande di lui» (Luca 7,28). Giovanni Battista è
il più grande degli uomini, per la particolare missione che gli è stata
affidata (annunziare e preparare la venuta di Gesù) e non per altro,
tuttavia egli appartiene ancora alla vecchia economia di salvezza; egli sta
solo nell’atrio della Nuova Alleanza.
La sposa di Apocalisse 21 e 22 rappresenta quindi
la realizzazione piena della relazione sponsale tra Dio, nella persona di
Gesù, e il suo popolo.
Nota redazionale finale: Qui seguono alcune domande per alimentare la
discussione. A chi viene paragonata «la sposa, la moglie dell’Agnello» in
Ap 21,9? Come mai si parla nel testo delle 12 porte (v. 12) e dei 12 fondamenti
(v. 14)? Chi rappresentano le prime e i secondi? Che cosa ha da dirci tutto ciò
ai fini dell'identificazione chi sia la sposa del Messia in Ap 19-22? {Nicola
Martella}
Sulla valutazione teologica di Gn
3,15 da parte degli scrittori biblici dell’AT e del NT e, in genere, nella
controversia teologica, rimandiamo ai seguenti approfondimenti:
■ Nicola Martella, «Il protoevangelo», Temi delle origini,
Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 304ss.
■ Nicola Martella, «Il verdetto sul serpente [Gn] 3,14-15», Esegesi delle origini,
Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 227-231.
■ Nicola Martella, E voi, chi dite ch’io sia?
Offensiva intorno a Gesù 2 (Punto°A°Croce, Roma 2000), pp. 75ss (La vittoria del «seme» della
donna). |
3.
{Argentino
Quintavalle} ▲
Giovanni, nell’Apocalisse, ha la visione di una
santa città, la Nuova Gerusalemme che discende dal cielo e che sembra atterrare
sul suolo della nuova terra. Questa città è descritta «come una sposa adorna
per il suo sposo» (Ap 21,2). Giovanni fa attenzione a dire che la città non
è la sposa ma che è come (assomiglia a) una sposa. [N.d.R: Dopo però un angelo
dichiara esplicitamente che «la sposa, la moglie dell’Agnello» (v. 9) è la
«santa città Gerusalemme» (v. 10) che Giovanni vide.] Questa città è la dimora
eterna di tutti i santi. È il luogo dove la moglie del Messia rimarrà per
sempre. Solo coloro i cui nomi si trovano scritti nel libro della vita
dell’Agnello (Ap 21,27) potranno entrare in questa città. Questa città sarà il
posto dove la promessa di Dio al popolo d’Israele («io abiterò in mezzo a
loro») trova una realizzazione perfetta che racchiude anche il resto
dell’umanità. Là, tutti coloro che sono stati salvati di tutte le età potranno
vedere la faccia di Dio (Ap 22,4). La Gerusalemme celeste accoglie sia gli
Israeliti che i credenti gentili che si recheranno lì da tutte le nazioni.
Per tutta l’eternità
le dodici porte della Nuova Gerusalemme saranno impresse con i nomi delle
dodici tribù d’Israele (Ap 21,12), mentre i dodici fondamenti porteranno
sempre i nomi dei dodici apostoli di Gesù (Ap 21,14). Tutti si dovranno
ricordare che l’accesso alla salvezza è attraverso le promesse del patto con
Israele, in generale, e attraverso il Messia promesso a Israele in particolare.
Quando i cittadini guarderanno le pietre di fondazione si ricorderanno che gli
apostoli sono i fondamenti della città, essendo essi i primi che hanno
confessato che l’Agnello, Gesù, è il Messia, il Figlio di Dio.
4.
{Nicola Martella}
▲
Personalmente credo che la «sposa» nell'Apocalisse sia l'intero popolo di Dio,
ossia i credenti dell'antico e del nuovo patto. Come sarebbe strano che i
credenti dell'AT siano esclusi dalle «nozze dell'Agnello» (Ap 19), ossia dal
rinnovamento del patto escatologico, lo sarebbe anche se si volesse escludere la
chiesa proprio da tale fondamentale momento della storia della salvezza. Faccio
notare che la «sposa» è rappresentata con la nuova Gerusalemme (città e suoi
abitanti), il solo popolo di Dio che esisterà nel nuovo mondo, il quale
costituirà un'unita, sebbene non sarà mischiato e irriconoscibile; ciò è
mostrato dai fondamenti della nuova città di Dio che porteranno i nomi dei
dodici apostoli del Signore e dalle porte che avranno i nomi delle dodici tribù
d'Israele (Ap 21,12ss). Proprio riguardo alla chiesa in contrasto con il
giudaismo storico (Sinai, Gerusalemme presente) viene detto che «la
Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre» (Gal 4,24ss). È
chiaro che la nuova Gerusalemme è messa in stretta connessione con la chiesa,
composta di Giudei e Gentili; essa è però anche il luogo in cui vivranno i
credenti dell'antico patto.
Per gli approfondimenti rimando nel libro «Escatologia
biblica essenziale» (Escatologia
1) ai seguenti articoli: «Chi è la sposa in Apocalisse?», pp. 240-245; «Quando risorgeranno i santi dell’AT?»,
pp. 302-307; «Nuovi cieli e nuova terra», pp. 329-338.
5.
{}
▲
6.
{}
▲
7.
{}
▲
8.
{}
▲
9.
{}
▲
10.
{}
▲
11.
{}
▲
12.
{}
▲
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Sposa_Israele_chiesa_Lv.htm
06-04-2007; Aggiornamento: 12-04-2009 |