Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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POTENZA DEL SANGUE? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo « Potenza del sangue?».

    Intanto qualcuno ha postato un’immagine, che descrivo: Una goccia di sangue con dentro tre croci e la scritta «Il potere del sangue di Gesù mette paura al nemico, per questo ci attacca». Sotto ha aggiunto il seguente testo biblico: «Entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna» (Ebrei 9,12). {Nunzio Lo Nardo; 29-06-2013}

    Vedo che i luoghi comuni religiosi sono difficili da morire. Tale verso esprime una verità storica e incontrovertibile. L’immagine, invece, è discutibile. Nella Bibbia non esiste un «potere del sangue» (una cosa), ma il «potere di Cristo» (una persona). Vedo che l’approssimazione del «romanticismo spiritualista», seguendo la convenzione dogmatica, fa fatica a tornare al linguaggio e al preciso contenuto della Bibbia.

     Nella Bibbia la potenza (forza, efficacia, ecc.) è legata sempre alla «persona», termine derivato latino e che non ricorre nel linguaggio al tempo della Bibbia, dove è indicato con termine come «anima, nome».

     Fu il pensiero magico dei pagani a insegnare che anche le cose, qualora assoggettate a riti, potessero immagazzinare una potenza e rilasciarla durante l’uso. Specialmente le «religioni dei misteri» (gr. mysterion = lat. sacramentum) mettevano un forte accento sull’uso sacramentale degli oggetti e delle sostanze consacrate all’interno di un rito. Quando alcuni esoteristi si convertirono all’Evangelo, cristianizzarono alcune dottrine e costumi delle «religioni dei misteri», accreditando così il pensiero magico e sviluppando una concezione e una prassi sacramentale nelle chiese. Allora si venne a credere che oggetti appartenuti a Gesù o a uno dei personaggi, che lo seguirono, possedessero una particolare potenza o energia. Da qui nacque il culto delle reliquie (presunte parti della croce, chiodi della crocifissione, indumenti, ossa, ecc.) e il sacramentalismo, secondo cui sostante (acqua, olio, ecc.), una volta consacrate, accumulassero in sé energie divine, che agirebbero nell’atto del loro uso. Tale idea sacramentale fu trasferita anche a parti del corpo di Gesù (sacro cuore, sangue) ed è stata tenuta in vita dal consenso religioso.

     Gli evangelici, sebbene si siano liberati dal pensiero magico e dal sacramentalismo religioso, conservano purtroppo ancora alcuni elementi di tale concezione gnostica, ad esempio quando parlano della «potenza del sangue di Gesù». Abbiamo visto che nella Bibbia una tale concezione non esiste per nulla. Gli evangelici e tutti i cristiani farebbero bene a dismettere una tale concezione e a smettere di invocare il «sangue di Gesù», poiché esso non potrà soccorrere. Solo Gesù Cristo nella sua interezza e nella sua potenza può soccorrere efficacemente.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Enzo Sinisi

2. Maurizio Ruffino

3. Antonio Capasso

4. Santina Rallo

5. Pietro Calenzo

6. Edoardo Piacentini

7. Rita Fabi

8. Andre Brando

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Enzo Sinisi}

 

Contributo: «Perciò Gesù disse loro: “In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi”» (Gv 6,53). «Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani, siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo» (Ef 2,13). «A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue» (Ap 1,5). {24-05-2013}

 

Nicola Martella: Non so che cosa tu volessi esprimere con tale collezione di versi, tolti dal loro contesto. In ogni modo, quello che tu hai evidenziato è l’uso del sangue quale mezzo. In Gv 6,53 nel suo contesto Gesù non parlava di Cena pasquale, ma dava una provocazione a quanti lo seguivano riguardo alla serietà della fede; egli voleva separare i veri seguaci da quanti lo seguivano per comodo. Nei brani menzionati non viene suggerito né un uso sacramentale, né viene affermato che il sangue abbia potenza in sé. La potenza ce l’ha il Signore, non il sangue, che è una sostanza. Nella Bibbia il sangue è solo la sostanza visibile per la vita, che è impalpabile. «La vita della carne è nel sangue. Per questo vi ho ordinato di porlo sull’altare per far l’espiazione per le vostre persone; perché il sangue è quello che fa l’espiazione, mediante la [ o a costo della] vita» (Lv 17,11). Quindi, il sangue è solo il simulacro della vita; a espiare è in effetti la vita, non il sangue, che ne è solo la rappresentazione. Infatti, è scritto: «Darai vita per vita» (Es 21,24). Anche Gesù è venuto «per dare la vita sua come prezzo di riscatto per molti» (Mt 20,28; cfr. 1 Gv 3,16). Quindi l’essenza è la vita, mentre il sangue è solo il simbolo visibile. Le sostanze non hanno potere, ma solo le persone. Nel pensiero magico però, si attribuisce alle sostanze un potere; così è nel sacramentalismo.

 

 

2. {Maurizio Ruffino}

 

Contributo: Anche a me aveva colpito che alcuni antitrinitari si appellassero al sangue di Gesù, non riconoscendolo nemmeno come Figlio di Dio, e la cosa mi aveva lasciato un po’ interdetto (come scrive la lettera agli Ebrei il sacrificio di Cristo non avrebbe senso, se fosse quello di un semplice uomo).

     Sono andato poco fa, leggendo il tuo stimolo, a vedere i passi della Scrittura legati al sangue e hai ragione sul fatto che il sangue non sia legato alla potenza; e pur tuttavia resta il fatto che il sangue di Gesù è legato indissolubilmente, da Lui stesso, all’alleanza e alla remissione dei peccati.

     Non sarà un modo figurato per parlare della guarigione interiore (potenza contro il peccato)? {24-05-2013}

 

Nicola Martella: L’alleanza e la remissione dei peccati sono dati da un Dio personale. Ogni potenza è legata nella Bibbia a una persona e mai a una cosa (neppure al sangue). Il contrario avviene nel pensiero magico e nel derivato sacramentalismo; ambedue credono al potenziamento rituale di sostanze. Il sangue non è una potenza, né tanto meno contro il peccato; esso è solo una sostanza organica, che rappresenta la vita, che viene data per un’altra vita. La potenza appartiene al Signore.

 

Maurizio Ruffino: Gesù disse: «Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: “Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi”» (Lc 22,20). Anche lui usò qui «sangue» come espressione. Ovviamente intendendo per «sangue» il suo sacrificio. In questo senso penso che il termine possa essere usato. {24-05-2013}

 

Nicola Martella: Certo che Gesù ha usato il termine «sangue»; ma che significa? Anche noi lo usiamo. Mica Cristo gli ha attribuito potenza. La locuzione «patto nel mio sangue» è strumentale e intende «patto mediante il mio sangue», ossia mediante il sacrificio, che stava per compiere. Gesù non ha comandato d’invocare il sangue o una presunta «potenza del sangue».

 

 

3. {Antonio Capasso}

 

Contributo: Penso che sia lecito usare delle espressioni che, pur non trovandosi letteralmente nella Scrittura, non sono però in contraddizione con le verità Scritturali. Dire, per esempio, che il sangue di Cristo è «potente» da purificarci dal peccato (1 Gv 1,7), pur non essendo scritto da nessuna parte, non si contraddice con il dato scritturale. {24-05-2013}

 

Nicola Martella: Una tale concezione di attribuire potenza a delle cose, è estraneo al pensiero biblico; infatti, la potenza è sempre personale. Ciò non è irrilevante. Il sangue non può decidere di purificarci (o se non farlo), ma è Cristo che lo fa mediante il suo sangue, che è solo un simulacro visibile per la realtà che sta dietro (vita per vita). In tal senso, il sangue è solo un mezzo o strumento per la purificazione (cfr. Eb 9,14.22). La potenza purificante è il Signore, che lo amministra.

     Ora, se ci abituiamo a un linguaggio non tarato su quello biblico, come mostra la storia, ci sarà un continuo scivolare, aggiungendo precetto sopra precetto. La cosiddetta «teologia dell’esperienza» è il viatico predestinato per la cristianizzazione del pensiero magico, quindi del sacramentalismo. Invocare la «potenza del sangue di Cristo», invece che il Signore stesso, è un campanello d’allarme, che mostra quanto si sia già immersi in tale concezione religiosa. Meglio sforzarsi di non andare di là da ciò, che sta scritto; così salvaguarderemo noi stessi e quanti ci ascoltano.

 

Antonio Capasso: Io non ho parlato d’invocare la «potenza del sangue di Cristo», cosa che reputo non biblico. Ripeto, dire che il sangue di Cristo è «potente» da purificarci dal peccato, non lo trovo antiscritturale. È come dire che il sangue di Cristo è efficace, ha la capacità, la forza necessaria per purificare dal peccato. Questo concetto di capacità, efficacia, forza, io lo trovo nei tanti versi della Scrittura. Quindi, perché non potrei dire anche «potenza»? Va a inficiare qualcosa della Scrittura? Certo che devo avere sempre chiaro davanti a me e a chi mi ascolta, cosa voglio intendere con questa espressione, ossia né sacramentalismo né magia.

     Vittorio Subilia diceva che si può fare un sermone pieno di versetti biblici ed essere del tutto fuori dottrina. Viceversa, si può fare un sermone senza citare un solo verso biblico ed essere perfettamente coerenti con il pensiero biblico. Allo stesso modo, aggiungo, il linguaggio che si usa può non rispecchiare alla lettera le espressioni bibliche, ma essere perfettamente coerente con il dato biblico, mentre si può usare un linguaggio biblico ed essere del tutto fuori dalla sana dottrina biblica. Questo credo... poi correggimi se sbaglio. {24-05-2013}

 

Nicola Martella: È già un passo avanti parlare della «efficacia» del sangue di Cristo, distinguendo ciò dalla malsana convenzione d’invocare la presunta «potenza del sangue», da cui anche tu prendi le distanze.

     Ciò che Vittorio Subilia ha affermato, è interessante. Tuttavia, ci si aspetta da un conduttore che sia capace d’insegnare la Parola, tagliandola rettamente (testo nel contesto e senza cocktail versettologici) e dispensandola correttamente. Tra due abusi di segno contrario preferisco l’uso legittimo.

 

 

4. {Santina Rallo}

 

Contributo: Nicola, non tutto è scritto nella Bibbia. Nel sangue di Gesù v’è potenza! Ognuno di noi facciamo delle esperienze diverse dagli altri; Gesù non è solo lettera. Mi spiego meglio. All’inizio della fede una sorella anziana m’insegnò che, quando mi sarei trovata in difficoltà spirituale, dovevo invocare il sangue di Gesù. Io feci mio quel consiglio. In brevissimo tempo mi trovai in una situazione brutta: un uomo con il braccio stesso in alto (aveva fatto una seduta spiritica) mi diceva: «Farò potenti operazioni». Bene, cosa ho fatto? Invocai ad alta voce il sangue prezioso di Gesù. Nicola, ha funzionato: il suo braccio gli si abbassò all’improvviso; mi diceva: «Non capisco». Infatti, non poteva avere più quella potenza satanica! Potrei dirne tanti episodi in cui, invocando il sangue di Gesù, ha funzionato, eccome, in vari modi. Dio non è solo lettera, ma esperienza; tu non l’hai avuta e non ci credi! Ti posso dire ancora qualcosa? Quando prendo la Santa Cena, bevendo il vino, sento all’improvviso un calore a partire dalla bocca fino al petto; non l’ho mai detto questo a nessuno, è una realtà da anni. Se una persona non ha avuto tale esperienza, nemmeno può dire che non è vero ciò, che il Signore manifesta in noi. Non è scritto tutto sulla Bibbia; Dio comunica con noi come vuole Lui. Il Vangelo non è solo lettera, ma esperienza; vive in noi, ci insegna, ci fa scuola. Nel sangue di Gesù v’è liberazione, l’ho sperimentato non solamente io, ma tantissimi fratelli e sorelle in Cristo! Non possiamo farci maestri, se il Signore doveva scrivere tutto ciò, che può fare il sangue prezioso di Gesù, non basterebbe tutta la terra. Non dimentichiamo che, quando l’angelo passò, c’era il sangue sugli stipiti delle porte del popolo d’Israele, perché nel sangue v’è potenza; e satana trema solo quando invochiamo il sangue. Che dire di più, quando ho qualche malanno, invoco il suo sangue preziosissimo su di me, e mi libera! {24-05-2013}

 

Nicola Martella: Leggere per due volte «Non è scritto tutto sulla Bibbia» mi ha alquanto mortificato. Nella Bibbia è scritto tutto ciò che necessitiamo per la nostra vita di fede, per la nostra conoscenza e la nostra pratica devozionale. Inoltre essa ci informa che cosa hanno insegnato e praticato Gesù e gli apostoli; e in ciò non esiste una pratica di invocare il sangue!

     La cosiddetta «dottrina dell’esperienza» è una cattiva consigliera per la fede biblica. Paolo ingiunse a Timoteo di tagliare rettamente la Parola della verità, per essere approvati da Dio e per non essere operai confusi (2 Tm 2,15). Che le cose «funzionino», non significa che siano vere o bibliche.

     In nessuna parte della Scrittura il sangue è chiamato «potenza» o viene detto che in esso ci sia potenza. Nella Bibbia la potenza è legata a persone, non a cose; il contrario avviene nella magia e nel sacramentalismo, che nasce dalla prima. Il sangue è formato di sostanze organiche e non può soccorrere nessuno. Il sangue nella Bibbia sta per la vita, che viene offerta (vita per vita). Cristo ha potenza ed è Lui, che bisogna invocare.

     Il sangue sugli stipiti non aveva nessuna potenza, ma metterlo rappresentava un atto di ubbidienza e testimoniava che una vita era stata data per coloro, che abitavano in tale casa. La potenza stava nel Signore e in Lui soltanto.

     Invocare il sangue di Cristo (per altro in terra non esiste più, essendo fatto di sostanze, che deperiscono), invece che il Signore stesso (come la Bibbia ci comanda), è un resto del sacramentalismo cattolico rimasto fra gli evangelici e che si alimenta nuovamente in campo carismaticista. È scritto: «Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato», non chi invocherà il sangue; «nome» sta nella Bibbia per persona.

 

Santina Rallo: Nicola, io rispetto la Parola di Dio per eccellenza, sopra ogni cosa! I versi biblici, che mi citi non posso ignorarli, ma tu non puoi scartare le esperienze fatte, da anni, da molteplici fratelli in Cristo! Come ho citato sopra, non tutto è scritto nella Bibbia; non credo che tu limiti Dio e credi solamente che tutto finisce a ciò, che scritto nella Bibbia. Dio ha svariati modi per comunicare con noi e agire come vuole!

     Tu non credi che quell’uomo aveva una potenza satanica; solo invocando il sangue di Gesù, non ha potuto più agire. Satana non caccia satana! Lo so che non e scritto che nel sangue di Gesù c’è potenza, ma lo abbiamo sperimentato. Persone ammalate, invocando il sangue di Gesù, hanno avuto liberazione. Satana non può fare questo! Sarebbe contraddittorio, perché si ringrazia il Signore in tali avvenimenti o guarigioni! A che pro? Io rispetto gli altri con le loro vedute, ma non bisogna scartare l’esperienze degli altri, perche non si è avuto questo privilegio di sperimentarlo! La mia non e una dottrina carismaticheggiante, ma vivente ed efficace. Potrei io dire di te, che la tua dottrina è solamente con risposte teologiche di Nicola Martella! Senza offesa, lo dico con rispetto ! Visto che tu dai aggettivi qualificativi.

     Nicola io non voglio contendere con nessuno, ma dire ciò che io ho vissuto col Signore per molti anni, insieme con cristiani di altre chiese pentecostali. {25-05-2013}

 

Nicola Martella: Leggo nuovamente che «non tutto è scritto nella Bibbia», e vengo tacciato di credere «solamente che tutto finisce a ciò, che scritto nella Bibbia», come se fosse una pecca. Che mortificazione sentirsi dire tali cose. Sì, tutto ciò, che Dio ha voluto comunicarci su se stesso, sulla salvezza, sulla morale biblica, sulle dottrine e sulla devozione biblica, è scritto tutto nella Bibbia e solo in essa! Sì, «sola Scrittura!». «Alla legge! alla testimonianza. Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui alcuna aurora! Andrà errando…» (Is 8,20s).

     Anch’io nel passato, incontrandomi con ossessionati e demonizzati, mi sono appellato alla «potenza del sangue di Gesù» nell’affrontarli. Poi, lo studio della Parola di Dio mi ha convinto che ciò è erroneo (di là se funziona o meno) e che devo invocare la «potenza di Gesù», che è una persona, e non quella di una cosa (sangue, che è fatto di sostanze organiche), che non può capire né rispondere. Perciò, mi rincresce leggere come esegeta della Parola che le risposte teologiche, che do, siano solo mie.

     Parlando con gli altri, affermiamo che dobbiamo basarci soltanto sulla Scrittura e non su altre autorità (tradizioni, convenzioni, esperienze); poi per le nostre cose disattendiamo tale principio e ci basiamo sulle esperienze soggettive e discutibili!? Che coerenza è questa, sminuendo così l’autorità della Parola di Dio agli occhi degli altri e riducendola a «lettera» o mettendo accanto a lei altre autorità, tra cui le nostre esperienze!

     Quando veniamo in contatto col le potenze del male, Dio ci ascolta ed esaudisce, perché ci rivolgiamo a Lui con fede, per avere aiuto, non perché usiamo false formule come invocare la «potenza del sangue». Il Signore ti avrebbe soccorsa anche senza tale formula estranea alla prassi degli apostoli, come ha fatto con me tante volte.

     «Dio ha svariati modi per comunicare con noi»? Anche i falsi profeti dicono la stessa cosa, propinando le loro ideologie religiose e le loro esperienze e affermando che Dio ha parlato loro (Gr 14,14). Ma come fare per sapere, se esse sono legittime o meno? Come si vede, è molto pericoloso, quando sminuiamo la Parola (solo «lettera»), quando le affianchiamo altre autorità (tradizioni, convenzioni, esperienze) o quando le mettiamo le briglie delle nostre convinzioni o esperienze religiose. Molte false dottrine nascono da mezze verità, spostando gli accenti e modificando il linguaggio biblico e i suoi contenuti. Non di rado esse nascono da esperienze soggettive. È salutare per noi e per quanti ci ascoltano di tornare alla «sana dottrina». Di tutto ciò dovremo rendere conto a Dio; e, per chi ha già la salvezza, da ciò dipende il suo premio.

 

 

5. {Pietro Calenzo}

 

Caro Nicola, l’argomento, che hai trattato, è molto vasto. Anni addietro feci un’osservazione benevola a due care sorelle e dissi loro sul tema della grazia: «Anche se involontariamente, il culto evangelico è, a volte, suo malgrado, ancora sofferente di alcune incrostazioni della religione ufficiale». Loro mi risposero: «Fratello, perché ci dici questo!». Ricordo dal loro tenero sguardo che furono amareggiate, anche se per affetto, non mi dissero nulla. Successivamente portai loro un libro molto noto, e ricordo la loro espressione non certamente entusiasta. Qualche tempo dopo, ebbero a dirmi: «Gloria a Dio, ma queste cose non le avevamo mai ascoltate». Ciò ovviamente è un esempio, ma è il classico parametro, per sottolineare come spesso noi tutti, siamo vittime di luoghi comuni non scritturali. È ciò è capitato anche al sottoscritto in tre casi negli ultimi tempi. Voglio precisare che non tutte le tradizioni, pur non essendo scritturali, sono anti-bibliche. Basta far l’esempio delle scuole domenicali che, pur non essendo citate nella Parola di Dio, non sono certamente anti-scritturali.

     Ciò premesso, vengo al tema: invocare il sangue di Gesù, il Signore. Io penso soggettivamente che tranne alcune frange non molto addentro alle Scritture, che lo evocano quasi come il viatico a ogni turbamento spirituale, quasi come una «formula» che da tutto affranca, tale pratica penso sia esercitata da gruppi (fortunatamente) marginali. Coloro, che lo invocano con un sentimento di osservare le Scritture, anche erroneamente, sono in numero più consistente. Ovviamente errano, ma probabilmente la disinformazione è additabile più ai ministri o anziani di dette assemblee o ancora alla pigrizia di qualche fedele.

     Altra cosa, penso, sia nominare il sangue di Gesù, ad esempio quando un credente si confessa con il Signore per dei propri peccati, e chiede all’Onnipotente per i meriti del sacrificio e il sangue di Gesù, il perdono; reputo che ciò sia Scritturale.

     Come comportarci allorquando veniamo corretti dalla Scrittura per mezzo degli anziani, dai dottori, da un fratello maturo o direttamente dalla Parola di Dio? Non c’e alcun dubbio che dovremmo tutti catturare e fare prigioniero ogni nostro pensiero e ogni nostra credenza e sottometterla alla Parola di Dio. Coloro che scientemente rifiutano le correzioni della Scrittura, pur avendo preso effettivamente coscienza che il loro credere non sia conforme in toto alla eterna Parola di Dio, senza dubbio hanno da rivedere il personale rapporto con Dio e con la propria anima. {25-05-2013}

 

 

6. {Edoardo Piacentini}

 

È vero, la Scrittura c’invita a invocare il Nome di Gesù, piuttosto che il Sangue di Gesù; ed è altresì vero che alcuni credenti, nella semplicità, invocano il sangue di Gesù in situazioni di pericolo, ricevendo anche risposta da Dio, a motivo della benignità divina, che premia la fede. Ma chi conosce la Scrittura sa perfettamente che, quando il Nuovo Testamento menziona il sangue di Cristo, si riferisce in modo inequivocabile alla sua morte, cioè alla vita di Gesù presentata come sacrificio di espiazione per il peccato del mondo.

     Il sangue di Gesù ricorda a satana che è stato sconfitto per l’eternità mediante quel sangue versato sul duro legno della croce da Gesù, per la nostra redenzione; e, pertanto, per lui e per tutti i demoni si sono spalancate le porte dello stagno ardente di fuoco e di zolfo, dove saranno tormentati nei secoli dei secoli. Ed è per questo che, in occasione di un esorcismo, questa invocazione provoca nei demoni uno spavento terribile e il desiderio impellente di fuggire lontano dai figli di Dio, che ricordano a essi la loro fine imminente! Ma è evidente che, a liberare l’indemoniato, è la persona di Cristo e non una parte anatomica di Lui. Tenendo presente ciò, possiamo parlare di vittoria mediante il sangue di Gesù sul nemico delle anime nostre nel combattimento, che il cristiano deve sostenere «contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti» (Efesini 6,12). Satana è un nemico sconfitto, malgrado egli del continuo accusi i figli di Dio; ma lo fa invano, perché essi sono purificati dal sangue dell’Agnello: «Allora udii una gran voce nel cielo, che diceva: Ora è venuta la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte» (Apocalisse 12,10-11). {25-05-2013}

 

 

7. {Rita Fabi}

 

Caro Nicola, sono d’accordo con te che a volte la tendenza a spiritualizzare le cose lette nella Bibbia, ci porta ad andare spesso oltre ciò, che è scritto. Questo di certo può essere un motivo, perché si portino alcune nostre convinzioni all’interno della Parola di Dio; è pur vero che non si può sempre vedere ciò, che è scritto, senza considerare che nella nostra lettura c’è molto del nostro rapporto con Dio e di ciò, che nella conoscenza ci proviene dallo Spirito Santo stesso. Se andare oltre è un grave errore, è un errore a mio parere, anche leggere in maniera troppo fredda, senza considerare che molte volte alcuni accostamenti o visioni ci provengono da Dio stesso; non so se riesco a spiegarmi bene...

     Comunque venendo ora al tema del tuo articolo concordo che molti carismatici pentecostaleggianti, diano un enfasi particolare al sangue di Cristo, come danno anche un enfasi speciale alla potenza dello Spirito Santo, arrivando a volte a dimenticare che anche lo Spirito Santo è un «forma» della potenza di Dio. Ricordiamo cosa disse l’angelo a Maria: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua» (Luca 1,35). Comunque, volendo anche considerare che non sempre tutti siano in cattiva fede, in ciò che dicono o fanno, mi viene anche da pensare che forse per alcuni dire la potenza del sangue di Cristo, può essere inteso che il sangue è una propiziazione per il peccato. «...il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d’esso, per dimostrare la sua giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza» (Romani 3,25). Certo è che, come dici tu, troppo spesso si fanno degli accostamenti che poi nella mente ci portano ad «adattare quest’ultima [= la Parola] al tuo mondo d’idee, facendo uso di allegorie, spiritualizzazioni arbitrarie e “salti mortali” interpretativi». E di certo l’unica vera potenza da invocare in ogni cosa, è quella del Nome di Gesù. Tutte le altre cose sono solo forme di questa potenza, che ci provengono da Lui stesso; e invocarle, è solo una dimostrazione di un nostro percorso nella chiesa cattolica o in chiese carismatiche, che portano la forma della potenza a essere molto più importante della potenza vera, che è solo Cristo. Per cui è sempre meglio tagliare rettamente la Parola della verità, perché andare oltre può di certo portarci ad adulterare la Scrittura (2 Cor 2,15), come ben hai detto tu. {26-05-2013}

 

 

8. {Andre Brando}

 

Contributo: Atti 20,28 «Dio ci ha salvati con il suo sangue»; Romani 3,25 «la fede nel suo sangue»; 1 Giovanni 1,7 «il sangue di Gesù ci purifica dai peccati». Cosa ne pensate di questi versi? {03-06-2013}

 

Nicola Martella: Il sangue (simbolo della vita) è lo strumento di salvezza e di purificazione, ma è Dio a dare salvezza e purificazione, mediante i meriti di Cristo.

 

Andre Brando: Certo, ma si può anche dire che il sangue di Gesù ci ha lavato dai nostri peccati, è come dire che Dio ci ha lavato dai nostri peccati, perché Gesù è la parola di Dio (Giovanni 1,1) ed è lo strumento, che Dio ha usato per salvarci; e Gesù ha usato lo strumento del sangue per lavarci; sempre di Dio si parla. {03-06-2013}

 

Nicola Martella: Non è scritto «lavarci» col sangue (il sangue sporca e contamina!), ma «purificarci» col sangue (è un atto rituale simbolico, in cui il sangue, unito ad acqua, veniva spruzzato su quanti entravano nel patto; cfr. Es 24). I concetti «lavare» e «sangue» si trovano solo una volta a proposito dei martiri della storia, di cui è detto: «Essi sono quelli che vengono dalla gran tribolazione, e hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello» (Ap 7,14). È solo un modo simbolico di parlare, che non riguarda la salvezza, ma l’onore di tali credenti (le vesti imbiancate; per vesti bianche cfr. Est 8,15; Ec 9,8; Dn 7,9; Mt 28,3... Ap 3,4s.18; 4,4; 6,11; 7,9,14s; 19,14).

 

Andre Brando: Nicola, sono d’accordo con te per quanto riguarda il modo simbolico, ma appunto per questo tale simbolismo usiamolo sempre, non soltanto quando lo vogliamo noi. Mi spiego meglio, noi sappiamo che siamo giustificati per fede, che siamo salvati per fede, che siamo riconciliati per fede, rinati per fede, ecc. ecc. Naturalmente non ci dobbiamo fossilizzare su un termine, che può essere lavare o purificare, perché ha lo stesso significato, in quanto non si parla di pulizia corporea, ma di pulizia spirituale, quindi lavati, purificati, si sta parlando dello spirito e non del corpo. Per questo chi ha ben inteso questo significato spirituale, e non carnale, non fa distinzione sul termine da utilizzare. {04-06-2013}

 

Nicola Martella: La Parola di Dio distingue le cose più di quanto tu possa immaginare. Addirittura per l’apostolo Paolo era rilevante se nell’originale dell’AT c’era il singolare o il plurale di «seme» (gr. sperma «seme, discendenza, progenie»). «Ora le promesse furono fatte a Abramo e al suo seme. Non dice: “E ai semi”, come se si trattasse di molti; ma come parlando di uno solo, dice: “E al tuo seme”, che è Cristo» (Gal 3,16; cfr. v. 29 per le implicazioni). Quindi, la via della conoscenza biblica non è la relativizzazione, ma l’approfondimento. Così fecero i Giudei di Berea, «in quanto che ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavano così» (At 17,11). E ciò significa pure tagliare rettamente la Parola della verità (2 Tm 2,15).

 

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11. {Vari e medi}

 

Luisa Lauretta: Infatti, Nicola, sento molti che dicono: «Sangue di Gesù», come se fosse una formuletta magica e ci facesse scampare da qualsiasi cosa negativa.. Ma, grazie a Dio, sei intervenuto a chiarire le idee. {24-05-2013}

 

Ivaldo Indomiti: Un grazie sincero a Nicola e Pietro. In effetti quanto dite è verissimo. Ecco alcuni esempi: è scritto la Cena del Signore (non la Santa Cena), poi se si vuole dare la spiegazione che, in quanto Cena preziosa e particolare per i Figli di Dio, va bene, ma non è scritturale. «Accettare Gesù» è una locuzione extra-biblica. «Ma a tutti quelli, che lo hanno ricevuto, Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio» (Gv 1,12). Quindi, ricevere Gesù. Anche l’espressione «siamo tutti figli di Dio» non è concorde col passo citato. Ovviamente non si vuole fare la punta agli spilli, ma sulla scorta di quanto detto da Nicola, le cose stanno così. {25-05-2013}

 

Laura Feliciano: Dal basso della mia ignoranza, penso che ricorrere al sangue di Gesù, mentre lo s’invoca, significa ricordare il suo sacrificio. Che se non fosse stato tale, oggi non potremmo accedere alla santa presenza di Dio. Questo è ciò, che comprendo. {27-05-2013}

 

Nicola Martella: Nel NT s’invoca il Nome di Gesù (una persona; cfr. 1 Cor 1,2) e si pone fede nel sangue versato da Lui circa due millenni fa (sangue = sacrificio espiatorio; cfr. Rm 3,25). Questa è correttezza biblica.

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Mariella Peri: Nel sangue di Gesù c’è potenza. Amen, gloria a Dio. {24-05-2013}

 

Nicola Martella: Mariella Peri, come hai fatto a intervenire su Facebook, dopo appena pochi secondi che ho messo il sunto dell’articolo e senza avere letto tutto lo scritto e ancor meno tutto l'articolo sul sito? Per la Bibbia la potenza è nella persona (nome) di Gesù, non in una sostanza del corpo (sangue).

 

Mariaflora Annaloro: Caro fratello sono d’accordo con te nel dire che il sangue di Gesù non può salvare, ma è solo Gesù Cristo, che salva. {28-05-2013}

 

Nicola Martella: Giustamente, il sangue è un mezzo di salvezza, non il titolare della salvezza. È scritto: «Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di Lui [= Cristo] salvati dall’ira» (Rm 5,9). Il sangue è un prezzo di riscatto, ma il Riscattatore è Cristo; è Lui che bisogna invocare.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Potenza_sangue_UnV.htm

25-05-2013; Aggiornamento: 03-07-2013

 

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