Qui di seguito discutiamo l’articolo «
Potenza del sangue?».
Intanto qualcuno ha postato un’immagine, che descrivo: Una goccia di sangue con
dentro tre croci e la scritta «Il potere del sangue di Gesù mette paura
al nemico, per questo ci attacca». Sotto ha aggiunto il seguente testo biblico:
«Entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di
vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna»
(Ebrei 9,12). {Nunzio Lo Nardo; 29-06-2013}
Vedo che i luoghi comuni religiosi sono
difficili da morire. Tale verso esprime una verità storica e incontrovertibile.
L’immagine, invece, è discutibile. Nella Bibbia non esiste un «potere del
sangue» (una cosa), ma il «potere di Cristo» (una persona). Vedo che
l’approssimazione del «romanticismo spiritualista», seguendo la convenzione
dogmatica, fa fatica a tornare al linguaggio e al preciso contenuto della
Bibbia.
Nella Bibbia la potenza (forza, efficacia, ecc.) è legata sempre alla «persona»,
termine derivato latino e che non ricorre nel linguaggio al tempo della Bibbia,
dove è indicato con termine come «anima, nome».
Fu il
pensiero magico dei pagani a insegnare che anche le cose, qualora
assoggettate a riti, potessero immagazzinare una potenza e rilasciarla durante
l’uso. Specialmente le «religioni dei misteri» (gr. mysterion =
lat. sacramentum) mettevano un forte accento sull’uso sacramentale degli
oggetti e delle sostanze consacrate all’interno di un rito. Quando alcuni
esoteristi si convertirono all’Evangelo, cristianizzarono alcune dottrine e
costumi delle «religioni dei misteri», accreditando così il pensiero magico e
sviluppando una concezione e una prassi sacramentale nelle chiese. Allora
si venne a credere che oggetti appartenuti a Gesù o a uno dei personaggi, che lo
seguirono, possedessero una particolare potenza o energia. Da qui nacque il
culto delle reliquie (presunte parti della croce, chiodi della
crocifissione, indumenti, ossa, ecc.) e il sacramentalismo, secondo cui
sostante (acqua, olio, ecc.), una volta consacrate, accumulassero in sé energie
divine, che agirebbero nell’atto del loro uso. Tale idea sacramentale fu
trasferita anche a parti del corpo di Gesù (sacro cuore, sangue) ed è
stata tenuta in vita dal consenso religioso.
Gli evangelici, sebbene si siano liberati dal pensiero magico e dal
sacramentalismo religioso, conservano purtroppo ancora alcuni elementi di tale
concezione gnostica, ad esempio quando parlano della «potenza del sangue
di Gesù». Abbiamo visto che nella Bibbia una tale concezione non esiste per
nulla. Gli evangelici e tutti i cristiani farebbero bene a dismettere una tale
concezione e a smettere di invocare il «sangue di Gesù», poiché esso non potrà
soccorrere. Solo Gesù Cristo nella sua interezza e nella sua potenza può
soccorrere efficacemente.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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1. {Enzo Sinisi}
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Contributo:
«Perciò Gesù disse loro: “In verità, in verità vi dico che se non mangiate la
carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi”»
(Gv 6,53). «Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani, siete
stati avvicinati mediante il sangue di Cristo» (Ef 2,13). «A lui che ci
ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue» (Ap 1,5).
{24-05-2013}
▬
Nicola Martella:
Non so che cosa tu volessi esprimere con tale collezione di versi, tolti dal
loro contesto. In ogni modo, quello che tu hai evidenziato è l’uso del sangue
quale mezzo. In
Gv 6,53 nel suo contesto Gesù non parlava di Cena pasquale, ma dava una
provocazione a quanti lo seguivano riguardo alla serietà della fede; egli voleva
separare i veri seguaci da quanti lo seguivano per comodo. Nei brani menzionati
non viene suggerito né un uso sacramentale, né viene affermato che il
sangue abbia potenza in sé. La potenza ce l’ha il Signore, non il sangue,
che è una sostanza. Nella Bibbia il sangue è solo la sostanza visibile
per la vita, che è impalpabile. «La vita della carne è nel sangue. Per
questo vi ho ordinato di porlo sull’altare per far l’espiazione per le vostre
persone; perché il sangue è quello che fa l’espiazione, mediante la [ o a costo
della] vita» (Lv 17,11). Quindi, il sangue è solo il simulacro della vita; a
espiare è in effetti la vita, non il sangue, che ne è solo la
rappresentazione. Infatti, è scritto: «Darai vita per vita» (Es 21,24).
Anche Gesù è venuto «per dare la vita sua come prezzo di riscatto per molti»
(Mt 20,28; cfr. 1 Gv 3,16). Quindi l’essenza è la vita, mentre il sangue è solo
il simbolo visibile. Le sostanze non hanno potere, ma solo le persone. Nel
pensiero magico però, si attribuisce alle sostanze un potere; così è nel
sacramentalismo.
2. {Maurizio
Ruffino}
▲
■
Contributo:
Anche a me aveva colpito che alcuni antitrinitari si appellassero al
sangue di Gesù, non riconoscendolo nemmeno come Figlio di Dio, e la cosa mi
aveva lasciato un po’ interdetto (come scrive la lettera agli Ebrei il
sacrificio di Cristo non avrebbe senso, se fosse quello di un semplice uomo).
Sono andato poco fa, leggendo il tuo stimolo, a vedere i passi della Scrittura
legati al sangue e hai ragione sul fatto che il sangue non sia legato
alla potenza; e pur tuttavia resta il fatto che il sangue di Gesù è legato
indissolubilmente, da Lui stesso, all’alleanza e alla
remissione dei peccati.
Non sarà un modo
figurato per parlare della guarigione interiore (potenza contro il peccato)?
{24-05-2013}
▬
Nicola Martella:
L’alleanza e la
remissione dei peccati sono dati da un Dio personale. Ogni potenza è
legata nella Bibbia a una persona e mai a una cosa (neppure al sangue). Il
contrario avviene nel pensiero magico e nel derivato sacramentalismo;
ambedue credono al potenziamento rituale di sostanze. Il sangue non è una
potenza, né tanto meno contro il peccato; esso è solo una sostanza
organica, che rappresenta la vita, che viene data per un’altra vita. La potenza
appartiene al Signore.
■
Maurizio Ruffino:
Gesù disse: «Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice
dicendo: “Questo calice è il nuovo
patto nel mio sangue, che è versato per voi”» (Lc 22,20). Anche lui
usò qui «sangue» come espressione. Ovviamente intendendo per «sangue» il suo
sacrificio. In questo senso penso che il termine possa essere usato.
{24-05-2013}
▬
Nicola Martella:
Certo che Gesù ha usato il
termine «sangue»; ma che significa? Anche noi lo usiamo. Mica Cristo gli
ha attribuito potenza. La locuzione «patto nel mio sangue» è
strumentale e intende «patto mediante il mio sangue», ossia mediante il
sacrificio, che stava per compiere. Gesù non ha comandato d’invocare il
sangue o una presunta «potenza del sangue».
3. {Antonio
Capasso}
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Contributo:
Penso che sia lecito usare delle espressioni che, pur non trovandosi
letteralmente nella Scrittura, non sono però in contraddizione con le verità
Scritturali. Dire, per esempio, che il sangue di Cristo è «potente» da
purificarci dal peccato (1 Gv 1,7), pur non essendo scritto da nessuna
parte, non si contraddice con il dato scritturale. {24-05-2013}
▬
Nicola Martella:
Una tale concezione di attribuire potenza a delle cose, è estraneo al
pensiero biblico; infatti, la potenza è sempre personale. Ciò non è irrilevante.
Il sangue non può decidere di purificarci (o se non farlo), ma è Cristo
che lo fa mediante il suo sangue, che è solo un simulacro visibile per la realtà
che sta dietro (vita per vita). In tal senso, il sangue è solo un mezzo o
strumento per la purificazione (cfr. Eb 9,14.22). La potenza purificante è il
Signore, che lo amministra.
Ora, se ci abituiamo a
un linguaggio non tarato su quello biblico, come mostra la storia, ci
sarà un continuo scivolare, aggiungendo precetto sopra precetto. La cosiddetta «teologia
dell’esperienza» è il viatico predestinato per la cristianizzazione del
pensiero magico, quindi del sacramentalismo. Invocare la «potenza del sangue di
Cristo», invece che il Signore stesso, è un campanello d’allarme, che
mostra quanto si sia già immersi in tale concezione religiosa. Meglio sforzarsi
di non andare di là da ciò, che sta scritto; così salvaguarderemo noi
stessi e quanti ci ascoltano.
■
Antonio Capasso: Io non ho
parlato d’invocare la «potenza del sangue di Cristo», cosa che reputo non
biblico. Ripeto, dire che il sangue di Cristo è «potente» da purificarci
dal peccato, non lo trovo antiscritturale. È come dire che il sangue di Cristo è
efficace, ha la capacità, la forza necessaria per purificare dal peccato.
Questo concetto di capacità, efficacia, forza, io lo trovo nei tanti versi della
Scrittura. Quindi, perché non potrei dire anche «potenza»? Va a inficiare
qualcosa della Scrittura? Certo che devo avere sempre chiaro davanti a me e a
chi mi ascolta, cosa voglio intendere con questa espressione, ossia né
sacramentalismo né magia.
Vittorio Subilia diceva che si può fare un sermone pieno di versetti
biblici ed essere del tutto fuori dottrina. Viceversa, si può fare un sermone
senza citare un solo verso biblico ed essere perfettamente coerenti con il
pensiero biblico. Allo stesso modo, aggiungo, il linguaggio che si usa
può non rispecchiare alla lettera le espressioni bibliche, ma essere
perfettamente coerente con il dato biblico, mentre si può usare un linguaggio
biblico ed essere del tutto fuori dalla sana dottrina biblica. Questo credo...
poi correggimi se sbaglio. {24-05-2013}
▬
Nicola Martella:
È già un passo avanti parlare della «efficacia» del sangue di Cristo,
distinguendo ciò dalla malsana convenzione d’invocare la presunta
«potenza del sangue», da cui anche tu prendi le distanze.
Ciò che Vittorio
Subilia ha affermato, è interessante. Tuttavia, ci si aspetta da un conduttore
che sia capace d’insegnare la Parola, tagliandola rettamente (testo nel
contesto e senza cocktail versettologici) e dispensandola correttamente. Tra due
abusi di segno contrario preferisco l’uso legittimo.
4. {Santina
Rallo}
▲
■
Contributo:
Nicola, non tutto è scritto nella Bibbia. Nel sangue di Gesù v’è potenza!
Ognuno di noi facciamo delle esperienze diverse dagli altri; Gesù non è
solo lettera. Mi spiego meglio. All’inizio della fede una sorella anziana
m’insegnò che, quando mi sarei trovata in difficoltà spirituale, dovevo
invocare il sangue di Gesù. Io feci mio quel consiglio. In brevissimo tempo
mi trovai in una situazione brutta: un uomo con il braccio stesso in alto
(aveva fatto una seduta spiritica) mi diceva: «Farò potenti operazioni». Bene,
cosa ho fatto? Invocai
ad alta voce il sangue prezioso di Gesù. Nicola, ha funzionato: il suo
braccio gli si abbassò all’improvviso; mi diceva: «Non capisco». Infatti, non
poteva avere più quella potenza satanica! Potrei dirne tanti episodi in cui,
invocando il sangue di Gesù, ha funzionato, eccome, in vari modi. Dio non è solo
lettera, ma esperienza; tu non l’hai avuta e non ci credi! Ti posso dire
ancora qualcosa? Quando prendo la Santa Cena, bevendo il vino, sento
all’improvviso un calore a partire dalla bocca fino al petto; non l’ho mai detto
questo a nessuno, è una realtà da anni. Se una persona non ha avuto tale
esperienza, nemmeno può dire che non è vero ciò, che il Signore manifesta in
noi. Non è scritto tutto sulla Bibbia; Dio comunica con noi come vuole
Lui. Il Vangelo non è solo lettera, ma esperienza; vive in noi, ci
insegna, ci fa scuola. Nel sangue di Gesù v’è liberazione, l’ho
sperimentato non solamente io, ma tantissimi fratelli e sorelle in Cristo! Non
possiamo farci maestri, se il Signore doveva scrivere tutto ciò, che può fare il
sangue prezioso di Gesù, non basterebbe tutta la terra. Non dimentichiamo che,
quando l’angelo passò, c’era il sangue sugli stipiti delle porte del popolo
d’Israele, perché nel sangue v’è potenza; e satana trema solo quando
invochiamo il sangue. Che dire di più, quando ho qualche malanno, invoco il
suo sangue preziosissimo su di me, e mi libera! {24-05-2013}
▬
Nicola Martella:
Leggere per due volte «Non è scritto tutto
sulla Bibbia» mi ha alquanto mortificato. Nella Bibbia è
scritto tutto ciò che necessitiamo per la nostra vita di fede, per la nostra
conoscenza e la nostra pratica devozionale. Inoltre essa ci informa che cosa
hanno insegnato e praticato Gesù e gli apostoli; e in ciò non esiste una pratica
di invocare il sangue!
La cosiddetta «dottrina dell’esperienza» è una cattiva consigliera per la
fede biblica. Paolo ingiunse a Timoteo di tagliare rettamente la Parola
della verità, per essere approvati da Dio e per non essere operai confusi (2 Tm
2,15). Che le cose «funzionino», non significa che siano vere o bibliche.
In nessuna parte della Scrittura il sangue è chiamato «potenza» o viene
detto che in esso ci sia potenza. Nella Bibbia la potenza è legata a persone,
non a cose; il contrario avviene nella magia
e nel sacramentalismo, che nasce dalla prima. Il sangue è formato di
sostanze organiche e non può soccorrere nessuno. Il sangue nella Bibbia sta
per la vita, che viene offerta (vita per vita). Cristo ha potenza
ed è Lui, che bisogna invocare.
Il sangue sugli stipiti non aveva nessuna potenza, ma metterlo
rappresentava un atto di ubbidienza e testimoniava che una vita era stata data
per coloro, che abitavano in tale casa. La potenza stava nel Signore e in Lui
soltanto.
Invocare il sangue di
Cristo (per altro in terra non esiste più, essendo fatto di sostanze, che
deperiscono), invece che il Signore stesso (come la Bibbia ci comanda), è un
resto del sacramentalismo cattolico rimasto fra gli evangelici e che si
alimenta nuovamente in campo carismaticista. È scritto: «Chiunque
invocherà il nome del Signore, sarà salvato», non chi invocherà il
sangue; «nome» sta nella Bibbia per persona.
■
Santina Rallo: Nicola, io
rispetto la Parola di Dio per eccellenza, sopra ogni cosa! I versi biblici, che
mi citi non posso ignorarli, ma tu non puoi scartare le
esperienze fatte, da anni, da molteplici fratelli in Cristo! Come ho citato
sopra, non tutto è scritto nella Bibbia; non credo che tu limiti Dio e
credi solamente che tutto finisce a ciò, che scritto nella Bibbia. Dio ha
svariati modi per comunicare con noi e agire come vuole!
Tu non credi che quell’uomo aveva una potenza satanica; solo invocando il
sangue di Gesù, non ha potuto più agire. Satana non caccia satana! Lo so che non
e scritto che nel sangue di Gesù c’è potenza, ma lo abbiamo sperimentato.
Persone ammalate, invocando il sangue di Gesù, hanno avuto liberazione. Satana
non può fare questo! Sarebbe contraddittorio, perché si ringrazia il Signore in
tali avvenimenti o guarigioni! A che pro? Io rispetto gli altri con le loro
vedute, ma non bisogna scartare l’esperienze degli altri, perche non si è
avuto questo privilegio di sperimentarlo! La mia non e una dottrina
carismaticheggiante, ma vivente ed efficace. Potrei io dire di te, che la
tua dottrina è solamente con risposte teologiche di Nicola Martella!
Senza offesa, lo dico con rispetto ! Visto che tu dai aggettivi qualificativi.
Nicola io non voglio
contendere con nessuno, ma dire ciò che io ho vissuto col Signore per molti
anni, insieme con cristiani di altre chiese pentecostali. {25-05-2013}
▬
Nicola Martella:
Leggo nuovamente che «non tutto
è scritto
nella Bibbia», e vengo tacciato di credere «solamente
che tutto finisce a ciò, che scritto nella Bibbia», come se fosse una
pecca. Che mortificazione sentirsi dire tali cose.
Sì, tutto ciò, che Dio ha voluto comunicarci su se stesso, sulla salvezza, sulla
morale biblica, sulle dottrine e sulla devozione biblica, è scritto tutto
nella Bibbia e solo in essa! Sì, «sola Scrittura!». «Alla legge!
alla testimonianza. Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui alcuna
aurora! Andrà errando…» (Is 8,20s).
Anch’io nel passato, incontrandomi con ossessionati
e demonizzati, mi sono appellato alla «potenza del sangue di Gesù»
nell’affrontarli. Poi, lo studio della Parola di Dio mi ha convinto che ciò è
erroneo (di là se funziona o meno) e che devo invocare la «potenza di
Gesù», che è una persona, e non quella di una cosa (sangue, che è fatto di
sostanze organiche), che non può capire né rispondere. Perciò, mi rincresce
leggere come esegeta della Parola che le risposte teologiche, che do,
siano solo mie.
Parlando con gli altri, affermiamo che dobbiamo basarci soltanto sulla
Scrittura e non su altre autorità (tradizioni, convenzioni, esperienze); poi
per le nostre cose disattendiamo tale principio e ci basiamo sulle esperienze
soggettive e discutibili!? Che coerenza è questa, sminuendo così l’autorità
della Parola di Dio agli occhi degli altri e riducendola a «lettera» o mettendo
accanto a lei altre autorità, tra cui le nostre esperienze!
Quando veniamo in contatto col le potenze del male,
Dio ci ascolta ed esaudisce, perché ci rivolgiamo a Lui con fede, per avere
aiuto, non perché usiamo false formule come invocare la «potenza del sangue». Il
Signore ti avrebbe soccorsa anche senza tale formula estranea alla prassi
degli apostoli, come ha fatto con me tante volte.
«Dio ha svariati modi per comunicare con noi»? Anche i falsi profeti
dicono la stessa cosa, propinando le loro ideologie religiose e le loro
esperienze e affermando che Dio ha parlato loro (Gr 14,14). Ma come fare per
sapere, se esse sono legittime o meno? Come si vede, è molto pericoloso, quando
sminuiamo la Parola (solo «lettera»), quando le affianchiamo altre autorità
(tradizioni, convenzioni, esperienze) o quando le mettiamo le briglie delle
nostre convinzioni o esperienze religiose. Molte
false dottrine nascono da mezze verità, spostando gli accenti e modificando
il linguaggio biblico e i suoi contenuti. Non di rado esse nascono da
esperienze soggettive. È salutare per noi e per quanti ci ascoltano di
tornare alla «sana dottrina». Di tutto ciò dovremo rendere conto a Dio;
e, per chi ha già la salvezza, da ciò dipende il suo premio.
5. {Pietro
Calenzo}
▲
Caro Nicola,
l’argomento, che hai trattato, è molto vasto. Anni addietro feci un’osservazione
benevola a due care sorelle e dissi loro sul tema della grazia: «Anche se
involontariamente, il culto evangelico è, a volte, suo malgrado, ancora
sofferente di alcune incrostazioni della religione ufficiale». Loro mi
risposero: «Fratello, perché ci dici questo!». Ricordo dal loro tenero sguardo
che furono amareggiate, anche se per affetto, non mi dissero nulla.
Successivamente portai loro un libro molto noto, e ricordo la loro espressione
non certamente entusiasta. Qualche tempo dopo, ebbero a dirmi: «Gloria a Dio, ma
queste cose non le avevamo mai ascoltate». Ciò ovviamente è un esempio, ma è il
classico parametro, per sottolineare come spesso noi tutti, siamo vittime di
luoghi comuni non scritturali. È ciò è capitato anche al sottoscritto in tre
casi negli ultimi tempi. Voglio precisare che non tutte le tradizioni,
pur non essendo scritturali, sono anti-bibliche. Basta far l’esempio delle
scuole domenicali che, pur non essendo citate nella Parola di Dio, non sono
certamente anti-scritturali.
Ciò premesso, vengo al tema: invocare il sangue di Gesù, il Signore. Io
penso soggettivamente che tranne alcune frange non molto addentro alle
Scritture, che lo evocano quasi come il viatico a ogni turbamento spirituale,
quasi come una
«formula» che da tutto affranca, tale pratica penso sia esercitata da gruppi
(fortunatamente) marginali. Coloro, che lo invocano con un sentimento di
osservare le Scritture, anche erroneamente, sono in numero più consistente.
Ovviamente errano, ma probabilmente la disinformazione è additabile più
ai ministri o anziani di dette assemblee o ancora alla pigrizia di
qualche fedele.
Altra cosa, penso, sia nominare il sangue di Gesù, ad esempio quando un
credente
si confessa con il Signore per dei propri peccati, e chiede all’Onnipotente
per i meriti del sacrificio e il sangue di Gesù, il perdono; reputo che ciò sia
Scritturale.
Come comportarci allorquando veniamo corretti dalla Scrittura per mezzo
degli anziani, dai dottori, da un fratello maturo o direttamente dalla Parola di
Dio? Non c’e alcun dubbio che dovremmo tutti catturare e fare prigioniero ogni
nostro pensiero e ogni nostra credenza e sottometterla alla Parola di
Dio. Coloro che scientemente rifiutano le correzioni della Scrittura, pur
avendo preso effettivamente coscienza che il loro credere non sia conforme in
toto alla eterna Parola di Dio, senza dubbio hanno da rivedere il personale
rapporto con Dio e con la propria anima. {25-05-2013}
6. {Edoardo
Piacentini}
▲
È vero, la
Scrittura c’invita a invocare il Nome di Gesù, piuttosto che il Sangue di
Gesù; ed è altresì vero che alcuni credenti, nella semplicità, invocano il
sangue di Gesù in situazioni di pericolo, ricevendo anche risposta da Dio, a
motivo della benignità divina, che premia la fede. Ma chi conosce la Scrittura
sa perfettamente che, quando il Nuovo Testamento menziona il sangue di Cristo,
si riferisce in modo inequivocabile alla sua morte, cioè alla vita di
Gesù presentata come sacrificio di espiazione per il peccato del mondo.
Il sangue di Gesù ricorda a satana che è
stato sconfitto per l’eternità mediante quel sangue versato sul duro legno della
croce da Gesù, per la nostra redenzione; e, pertanto, per lui e per tutti i
demoni si sono spalancate le porte dello stagno ardente di fuoco e di zolfo,
dove saranno tormentati nei secoli dei secoli. Ed è per questo che, in occasione
di un esorcismo, questa invocazione provoca nei demoni uno spavento
terribile e il desiderio impellente di fuggire lontano dai figli di Dio, che
ricordano a essi la loro fine imminente! Ma è evidente che, a liberare
l’indemoniato, è la persona di Cristo e non una parte anatomica di Lui.
Tenendo presente ciò, possiamo parlare di vittoria mediante il sangue di
Gesù sul nemico delle anime nostre nel combattimento, che il cristiano deve
sostenere «contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori di
questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono
nei luoghi celesti» (Efesini 6,12). Satana è un nemico sconfitto, malgrado
egli del continuo accusi i figli di Dio; ma lo fa invano, perché essi sono
purificati dal sangue
dell’Agnello: «Allora udii una gran voce nel cielo, che diceva: Ora è venuta
la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo,
perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e
notte li accusava davanti al nostro Dio. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del
sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza; e non
hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte» (Apocalisse
12,10-11). {25-05-2013}
7. {Rita Fabi}
▲
Caro Nicola, sono
d’accordo con te che a volte la tendenza a spiritualizzare le cose lette nella
Bibbia, ci porta ad andare spesso oltre ciò, che è scritto. Questo di
certo può essere un motivo, perché si portino alcune nostre convinzioni
all’interno della Parola di Dio; è pur vero che non si può sempre vedere
ciò, che è scritto, senza considerare che nella nostra lettura c’è molto del
nostro rapporto con Dio e di ciò, che nella conoscenza ci proviene dallo Spirito
Santo stesso. Se andare oltre è un grave errore, è un errore a mio parere, anche
leggere in maniera troppo fredda, senza considerare che molte volte
alcuni accostamenti o visioni ci provengono da Dio stesso; non so se riesco a
spiegarmi bene...
Comunque venendo ora al tema del tuo articolo concordo che molti carismatici
pentecostaleggianti, diano un enfasi particolare al sangue di Cristo,
come danno anche un enfasi speciale alla potenza dello Spirito Santo, arrivando
a volte a dimenticare che anche lo Spirito Santo è un «forma» della potenza di
Dio. Ricordiamo cosa disse l’angelo a Maria: «Lo Spirito Santo verrà su di te
e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua» (Luca 1,35).
Comunque, volendo anche considerare che non sempre tutti siano in cattiva fede,
in ciò che dicono o fanno, mi viene anche da pensare che forse per alcuni dire
la potenza del sangue di Cristo, può essere inteso che il sangue è una
propiziazione per il peccato. «...il quale Iddio ha prestabilito come
propiziazione mediante la fede nel sangue d’esso, per dimostrare la sua
giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al
tempo della sua divina pazienza» (Romani 3,25). Certo è che, come dici tu,
troppo spesso si fanno degli accostamenti che poi nella mente ci portano ad
«adattare quest’ultima [= la Parola] al tuo mondo d’idee, facendo uso di
allegorie, spiritualizzazioni arbitrarie e “salti mortali” interpretativi». E di
certo l’unica vera potenza da invocare in ogni cosa, è quella del Nome di
Gesù. Tutte le altre cose sono solo forme di questa potenza, che ci
provengono da Lui stesso; e invocarle, è solo una dimostrazione di un nostro
percorso nella chiesa cattolica o in chiese carismatiche, che portano la
forma della potenza a essere molto più importante della potenza vera, che è
solo Cristo. Per cui è sempre meglio tagliare rettamente la Parola della
verità, perché andare oltre può di certo portarci ad adulterare la Scrittura (2
Cor 2,15), come ben hai detto tu. {26-05-2013}
8. {Andre
Brando}
▲
■
Contributo:
Atti 20,28 «Dio ci ha salvati con il suo sangue»; Romani 3,25 «la
fede nel suo sangue»; 1 Giovanni 1,7 «il sangue di Gesù ci
purifica dai peccati». Cosa ne pensate di questi versi? {03-06-2013}
▬
Nicola Martella:
Il sangue (simbolo della vita) è lo strumento di salvezza e di
purificazione, ma è Dio a dare
salvezza e purificazione, mediante i meriti di Cristo.
■
Andre Brando:
Certo, ma si può anche dire che il sangue di Gesù ci ha lavato dai nostri
peccati, è come dire che
Dio ci ha lavato dai nostri peccati, perché Gesù è la parola di Dio
(Giovanni 1,1) ed è lo strumento, che Dio ha usato per salvarci; e Gesù ha usato
lo strumento del sangue per lavarci; sempre di Dio si parla. {03-06-2013}
▬
Nicola Martella:
Non è scritto «lavarci» col sangue (il sangue sporca e contamina!), ma «purificarci»
col sangue (è un atto rituale simbolico, in cui il sangue, unito ad acqua,
veniva spruzzato su quanti entravano nel patto; cfr. Es 24). I concetti «lavare»
e «sangue» si trovano solo una volta a proposito dei martiri della storia, di
cui è detto: «Essi sono quelli che vengono dalla gran tribolazione, e hanno
lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello» (Ap
7,14). È solo un modo simbolico di parlare, che non riguarda la salvezza, ma
l’onore di tali credenti (le vesti imbiancate; per vesti bianche cfr. Est
8,15; Ec 9,8; Dn 7,9; Mt 28,3... Ap 3,4s.18; 4,4; 6,11; 7,9,14s; 19,14).
■
Andre Brando:
Nicola, sono d’accordo con te per quanto riguarda il modo simbolico, ma appunto
per questo tale
simbolismo usiamolo sempre, non soltanto quando lo vogliamo noi. Mi spiego
meglio, noi sappiamo che siamo giustificati per fede, che siamo salvati
per fede, che siamo riconciliati per fede, rinati per fede, ecc. ecc.
Naturalmente non ci dobbiamo fossilizzare su un termine, che può essere
lavare o purificare, perché ha lo stesso significato, in quanto
non si parla di pulizia corporea, ma di pulizia spirituale, quindi lavati,
purificati, si sta parlando dello spirito e non del corpo. Per questo chi ha ben
inteso questo significato spirituale, e non carnale, non fa distinzione sul
termine da utilizzare. {04-06-2013}
▬
Nicola Martella:
La Parola di Dio
distingue le cose più di quanto tu possa immaginare. Addirittura per
l’apostolo Paolo era rilevante se nell’originale dell’AT c’era il singolare o il
plurale di «seme» (gr. sperma «seme, discendenza, progenie»). «Ora
le promesse furono fatte a Abramo e al suo seme. Non dice: “E ai semi”, come se
si trattasse di molti; ma come parlando di uno solo, dice: “E al tuo seme”, che
è Cristo» (Gal 3,16; cfr. v. 29 per le implicazioni). Quindi, la via della
conoscenza biblica non è la relativizzazione, ma l’approfondimento. Così
fecero i Giudei di Berea, «in quanto che ricevettero la Parola con ogni
premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavano
così» (At 17,11). E ciò significa pure tagliare rettamente la Parola della
verità (2 Tm 2,15).
■
Andre Brando:
Xxx
■
Xxx: Xxx
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {Vari e
medi}
▲
■
Luisa Lauretta:
Infatti, Nicola, sento molti che dicono: «Sangue di Gesù», come se fosse una
formuletta magica e ci facesse scampare da qualsiasi cosa negativa.. Ma,
grazie a Dio, sei intervenuto a chiarire le idee. {24-05-2013}
■
Ivaldo Indomiti: Un grazie
sincero a Nicola e Pietro. In effetti quanto dite è verissimo. Ecco alcuni
esempi: è scritto la
Cena del Signore (non la Santa Cena), poi se si vuole dare la spiegazione
che, in quanto Cena preziosa e particolare per i Figli di Dio, va bene, ma non è
scritturale. «Accettare Gesù» è una locuzione extra-biblica. «Ma a
tutti quelli, che lo hanno ricevuto, Egli ha dato il diritto di diventare figli
di Dio» (Gv 1,12). Quindi, ricevere Gesù. Anche l’espressione «siamo
tutti figli di Dio» non è concorde col passo citato. Ovviamente non si vuole
fare la punta agli spilli, ma sulla scorta di quanto detto da Nicola, le cose
stanno così. {25-05-2013}
■
Laura Feliciano: Dal basso
della mia ignoranza, penso che
ricorrere al sangue di Gesù, mentre lo s’invoca, significa ricordare il
suo sacrificio. Che se non fosse stato tale, oggi non potremmo accedere alla
santa presenza di Dio. Questo è ciò, che comprendo. {27-05-2013}
▬
Nicola Martella:
Nel NT
s’invoca il Nome di Gesù (una persona; cfr. 1 Cor 1,2) e si
pone
fede nel sangue versato da Lui circa due millenni fa (sangue =
sacrificio espiatorio; cfr. Rm 3,25). Questa è correttezza biblica.
12. {Vari e
brevi}
▲
■
Mariella Peri:
Nel sangue di Gesù c’è potenza. Amen, gloria a Dio. {24-05-2013}
▬
Nicola Martella:
Mariella Peri, come hai fatto a intervenire su Facebook, dopo appena pochi
secondi che ho messo il sunto dell’articolo e senza avere letto tutto lo scritto
e ancor meno tutto l'articolo sul sito? Per la Bibbia la potenza è nella persona
(nome) di Gesù, non in una sostanza del corpo (sangue).
■
Mariaflora Annaloro:
Caro fratello sono d’accordo con te nel dire che il sangue di Gesù non può
salvare, ma è
solo Gesù Cristo, che salva. {28-05-2013}
▬
Nicola Martella:
Giustamente, il sangue è un mezzo di salvezza, non il titolare della salvezza.
È scritto: «Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue,
saremo
per mezzo di Lui [= Cristo] salvati dall’ira» (Rm 5,9). Il
sangue è un
prezzo di riscatto, ma il Riscattatore è Cristo; è Lui che bisogna
invocare.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Potenza_sangue_UnV.htm
25-05-2013; Aggiornamento: 03-07-2013 |