Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: il «Pentateuco» e i «Libri Didattici».

 

◘ Ecco le parti principali del Pentateuco:
■ Il Pentateuco in generale
■ Genesi
■ Esodo
■ Levitico
■ Numeri
■ Deuteronomio.

 

◘ Ecco le parti principali dei Libri Didattici:
■ I Libri Didattici in generale
■ Giobbe
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■ Ecclesiaste
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► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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FIANCO O PRESUNTO «OSSO DEL PENE» D’ADAMO?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Vincenzo Russillo

2. Gianni Siena

3. Pietro Calenzo

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10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

Qui di seguito discutiamo l’analisi da me fatta circa alcune tesi di Paolo Castellina su Genesi 2,21s e sulla teoria, da lui importata da altri, che non si sarebbe trattato di una costola, ma di un sedicente «osso penico», con cui Dio avrebbe costruito Eva.

     Due lettori mi avevano fatto richiesta di analizzare e dare un parere riguardo a un articolo di Paolo Castellina (qui). In vista di fare ciò, scrissi loro quanto segue: «Caro ***, risponderò volentieri alla tua richiesta. Intanto che mi metto al lavoro, puoi dirmi tu quali problemi ci trovi. Poi ci penserò io a una risposta tecnica». Ora sebbene le risposte siano arrivate dopo che avevo già finito il lavoro, esse mostrano le perplessità dei lettori dopo la lettura di tale articolo e prima di leggere le mie osservazioni e obiezioni.

 

     ■ Antonio Capasso: Trovo affascinante la spiegazione di Castellina, ma non ho trovato conferma nei testi dei vari studiosi che ho consultato, Blocher, Von Rad, Martella, ecc. Pace. {15-11-2010}

 

     ■ Gaetano Nunnari: Caro Nicola, innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Per quanto possa apprezzare le qualità umane del fratello Danilo Valla, la sua teoria della metà del DNA al posto della costola non la condivido. Io non sono un esperto d’ebraico, ma credo basti un po’ di logica per capire che, per ottenere la metà del DNA dell’uomo, non era necessario sedarlo, aprirlo chirurgicamente e poi suturarlo. Per ottenere la metà del DNA bastava un capello, una goccia di sangue o un po’ di saliva. Quindi, la teoria del fratello Valla credo si scontri già con il buon senso in rapporto al racconto biblico della creazione della donna.

     Il fratello Paolo Castellina ha presentato un’altra teoria riguardo a questa narrazione biblica. che premetto, non mi coinvolge poi così appassionatamente, se non per il fatto che sia stata usata in passato da alcuni sciocchi, per gettare discredito sulla Parola di Dio.

     Un po’ di colpa per questo l’hanno senza dubbio gli stessi religiosi, che hanno insegnato stupidaggini come la bufala che l’uomo avesse una costola in meno della donna. Anche questo modo di rapportarsi alla Bibbia getta discredito sulla fede. Non è che se io dovessi domani amputarmi un piede, ciò significa che, se in futuro avrò poi un figlio maschio, questi nascerà senza un piede. Anche queste sono sciocchezze.

     Non conoscendo come già detto l’ebraico, ho voluto chiedere a te cosa ne pensavi dell’articolo scritto dal fratello Castellina, visto che il vocabolo che è stato tradotto con costola, sembra che possa essere tradotto con diverse parole con significati molto diversi, quindi con costola, con pene o, a questo punto, con qualsiasi cosa fuoriesca dal tronco del corpo come «un ramo».

     Non c’è nulla nell’articolo di Castellina che mi desti dei sospetti, ma certo che se costola dovesse in realtà essere tradotto con pene, ci sarebbe una rivoluzione culturale al riguardo. Chissà se forse tale vocabolo sia stato scartato per tabù?

     Anche qui però resto perplesso sulla questione dell’osso penico. Se Dio ce l’avesse messo perché, togliendolo ad Adamo, l’avrebbe poi tolto a tutto il genere umano? Grazie per un tuo commento che darai in merito. {14-11-2010}

 

Queste osservazioni a caldo di questi due lettori, scritte prima di leggere la mia disamina, mi sembrano una buona introduzione a questo tema di discussione, che si basa sull’articolo «Fianco o presunto “osso del pene” d’Adamo? Analisi di alcune tesi di Paolo Castellina». A questo punto bisogna leggere prima tale mio articolo e poi continuare nella lettura dei contributi dei lettori.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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1. {Vincenzo Russillo}

 

Sulla creazione della donna, ci si è sbizzarriti a più non posso. Le femministe pensando alla costola, si sono ribellate pensando fosse una parte inferiore e quindi sottoposte all’uomo. Per poi passare alle odierne favole, come questa sul pene di Adamo. Oltre a quanto spiegato in modo magistrale dal fratello Nicola Martella, mi vengono da fare queste considerazione.

     ■ La Septuaginta riporta in Genesi 2 il termine greco πλευρά [pleurá], che è uguale al termine ebraico di ṣelā`, che al singolare vuol dire costola. In greco l’espressione ebraica viene tradotta con μίαν τν πλευρν ατο [mían tōn pleurōn autou] «una delle sue costole». Il termine greco lo ritroviamo come costola anche in Daniele 7,5 della Septuaginta.

     ■ Se all’uomo fosse stato estratto l’osso del pene, per deduzione logica varrebbe lo stesso discorso della costola: i figli avrebbero dovuto averlo; ma ciò fino a oggi non è mai accaduto.

     ■ Nello studio della Bibbia alcuni si approcciano a essa con pregiudizi. Oppure per rendere lo scritto più avvincente, cercano di renderlo più «appetibile» con sottigliezze. Mi vien da pensare a quanto disse Paolo: «E distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole» (2 Timoteo 4,4).

 

Nel Talmud si trova una storia molto esplicativa sulla costola, seppur certo in senso interpretativo non aggiunge niente. Dio rifletteva da quale parte dell’uomo avrebbe creato la donna ed egli pensava questo: «Non la posso creare dal capo d’Adamo perché altrimenti sarebbe orgogliosa, non la posso creare dal suo occhio altrimenti curioserà ogni cosa, se la creerò dal suo orecchio vorrà conoscere ogni cosa, dalla sua bocca parlerà molto, dal suo cuore tramerà invidia per la gente, se la creerò dalla sua mano lei avrà il desiderio di prendere ogni cosa… dal piede sarà una vagabonda. Perciò la creerò da una parte che è nascosta, dalla sua costola che non può essere vista nemmeno quando l’uomo è nudo».

     Nel contesto della creazione, dall’esame Genesi 2,21–22 risulta ben chiaro che il testo si riferisce alla costola e non ad alcun altra parte del corpo. Mettere in risalto fantomatiche teorie che riguardano il DNA o altro, servono solo a fare un mix confuso di teorie facilmente smontabili. Quindi, prima di mettere in giro tali cose, facciamo bene a esaminare accuratamente, se ciò corrisponde a verità. {15-11-2010}

 

 

2. {Gianni Siena}

 

Ritengo che tradurre «pene» il vocabolo ebraico «tsela» sia una sbandata lessicale - grammaticale. […] L’interpretazione di Paolo Castellina non ha base, si può ragionare solo se Dio, nel mandare un profondo sonno su Adamo (Genesi 2,21), non separò la femmina da lui conformemente alla replicazione cellulare: quando una cellula si riproduce, la metà d’essa si separa e ricompone la parte mancante, e così via. Ma questa è un’ipotesi da dimostrare.

     Esiste un’altra ipotesi, la natura vivente la mostra nei laboratori di bioingegneria: a partire da un pezzetto di materiale organico si potrebbe riprodurre un essere vivente.

     Queste sono, attualmente, le due uniche ipotesi di lavoro che, dando spiegazioni dal punto di vista della scienza, s’avvicinano al racconto biblico. La scienza medica egiziana, nota agli ebrei, pare che effettuasse tentativi di trasfusione ancora all’epoca di Mosè. I medici egiziani operavano con successo le cataratte.

     La procedura descritta nella Bibbia per creare la donna (Genesi 2,21s) somiglia, succintamente, a un’operazione chirurgica. Il prelevamento della «tsela» ricorda quanto stanno oggi facendo e con successo i luminari attuali. Anche per questo, la teoria dell’«osso penico» è, secondo me, un po’ pietosa come tesi. Non sono uno scienziato ma allibisco davanti a simili «teorie»!

     Ritornando al tema, «tsela» significa «fianco» o «costola / costa». In attesa di definire (possibilmente) l’aspetto scientifico della questione (quello grammaticale lo conosciamo ed è chiaro), non posso fare a meno di vedere con quanta precisione Mosè parlò in modo semplice e chiaro al suo popolo.

     Quanti hanno letto la Genesi sino a oggi, con fede e accettazione della Parola di Dio, hanno usato con profitto il vocabolario e la grammatica della lingua ebraica: senza torcerne il significato. Deformare la Parola di Dio è sempre un inaccettabile rischio, che un vero credente non dovrebbe mai correre. Nel meno grave dei casi, il malcapitato vedrà diminuita la sua eredità celeste o andrà incontro a biasimi e castighi poco piacevoli (Apocalisse 22,18s) Nel caso peggiore, la distorsione della Parola comporta l’incapacità di comprendere la verità, quindi la perdizione eterna (2 Pietro 3,16)

     Stiano attenti a certi «maestri» della legge; la loro schiera, sino al presente, è già molto nutrita: ne riceveranno maggior castigo (Giacomo 3,1). {16-11-2010}

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

Carissimo Nicola, shalom. Non nascondo che questo intervento sulla genesi creazionale dell’uomo e della donna è molto interessante. Personalmente ritengo che l’articolo di Paolo Castellina sia legato a un commento esegetico o morfologico molto contestabile, sia da un punto scritturale ma anche da un punto di vista scientifico e logico. Comunque, per avere una opinione più accurata e biblicamente corretta del significato di tsela, occorrono delle conoscenze specifiche di ermeneutica e di conoscenza molto edotta della lingua ebraica e delle sue varie accezioni interpretative di una determinata parola.

     Personalmente sono andato a leggermi le porzioni consigliate: Nicola Martella, «Il fianco o il DNA? (Gn 2,21-22)», Temi delle origini. Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 262-264. Nicola Martella, Esegesi delle origini. Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006, pp. 164-169. Dopo ciò, il quadro mi è sembrato molto più lineare. Di primo acchito mi pare che si possa definire l’interpretazione della creazione della donna, fatta Paolo Castellina, come pericolosamente innovativa e mera fantasia; infatti, a dire del Castellina, in tale atto creativo il sommo Creatore medesimo si sarebbe usato di un fantasioso osso penico di Adamo. Tale tesi, mi pare, sia molto opinabile e legata a un certa maniera liberale d’interpretare la Scrittura.

     Paolo Castellina cerca di piegare una sua tesi, condivisa da pochissimi esegeti, appartenenti a una certa area del protestantesimo, inglobandola in toto. La tesi del Castellina, invece di basarsi su una corretta esegesi del testo in esame, pare poggiarsi su una piccola quantità di presunti sillogismi e ipotetici parallelismi in campo genetico-sessuale (e ipoteticamente scientifico), rinunciando così a una conoscenza profonda, basata su un’esegesi probatoria delle varie accezioni, che le Scritture fanno della parola tsela.

     Personalmente posso comunque affermare che la lettura di «Esegesi delle Origini» e di «Temi delle Origini» di Nicola Martella, anche se letti da non conoscitori della pur difficile lingua ebraica, possono supplire (unitamente ad altri testi o opere) alle nostre deficienze in materia. Ciò ci rende inoltre attenti a non introdurre nelle nostre assemblee o comunità nuove ideologie demagogiche riguardo alla creazione biblica della donna, le quali potrebbero turbare, parte dei nostri fratelli. Un carissimo abbraccio. Benedizioni in Gesù Messia, Unto Re. {16-11-2010}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Fianco_Adamo_pene_R12.htm

16-11-2010; Aggiornamento: 17-11-2010

 

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