Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DANIELE 4,24 E LA DISCREPANZA NELLE TRADUZIONI?

PARLIAMONE

 

 di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Daniele 4,24 e la discrepanza nelle traduzioni». Rispondendo alle domande di un lettore, gli ho fatto notare che Daniele 4,24 CEI non è un’aggiunta, ma fa parte del testo ebraico. Ho mostrato ciò con il seguente confronto:

 

CEI (Dan 4,23ss)

Riveduta (Dan 4,26ss)

23 L’ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell’albero significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai riconosciuto che al Cielo appartiene il dominio.

26 Quanto poi all’ordine di lasciare il ceppo con le radici dell’albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il dominio appartiene al cielo.

24 Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità».

27 Perciò, o re, accetta il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli afflitti. Forse, la tua prosperità potrà essere prolungata».

25 Tutte queste cose avvennero al re Nabucodònosor.

28 Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor.

 

Come ho fatto notare nell’articolo, la questione non è, quindi, quella di una sedicente aggiunta, ma di una traduzione differente. Quella della CEI è, a parer mio, viziata dalla dogmatica cattolica.

 

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I contributi sul tema

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I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Giuseppe Vitale

2. Pietro Calenzo

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12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Giuseppe Vitale}

 

Nota redazionale: Qui di seguito, il lettore si riferisce a una mia risposta preliminare, che gli diedi a suo tempo.

 

Innanzitutto ti ringrazio per avermi risposto, nonostante i tuoi impegni. Devo dirti che mi sono accorto che si trattava di una traduzione diversa subito dopo averti inviato l’e-mail, però ho aspettato anche una tua risposta per chiarirmi ulteriormente le idee. Sinceramente la penso come riguardo alle traduzioni cattoliche: i traduttori cattolici devono, ahimè, tradurre secondo la loro dogmatica. In più le loro traduzioni prendono spunto, se non copiano di sana pianta, dalla Vulgata di Girolamo, del quale è stato contestato il metodo utilizzato per tradurre; egli stesso diceva: «Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre i testi greci, a parte le Sacre Scritture, dove anche l’ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso. Ho come maestro di questo procedimento Cicerone, che tradusse il Protagora di Platone, l’Economico di Senofonte e le due bellissime orazioni che Eschine e Demostene scrissero l’uno contro l’altro [...]. Anche Orazio poi, uomo acuto e dotto, nell’Ars poetica dà questi stessi precetti al traduttore colto: “Non ti curerai di rendere parola per parola, come un traduttore fedele”» [da Wikipedia]. Un abbraccio. {27-09-2010}

 

 

2. {Pietro Calenzo}

 

Purtroppo il nostro avversario, il maligno, adotta tutte le tecniche e le metodologie, che egli conosce, pur di attaccare la Parola di Dio. Di solito siamo soliti affermare che le versioni adulterate della Parola di Dio sono solamente la «Traduzione del Nuovo Mondo» dei testimoni di Geova o la versione addomesticata della King James, in uso nella setta anticristiana dei Mormoni. È bene sottolineare, come ha fatto in maniera esegetica ed edotta il caro fratello Martella, che anche le versioni della chiesa cattolica romana contengono aggiunte in greco atte a piegare il significato teologico o soteriologico del dettato della Scrittura ai loro particolari dogmatismi ereticali (la definizione dogmatismi ereticali è mia).

     Aggiungo per complementare e integrare il discorso che, oltre alle aggiunte greche ai libri di Ester e Daniele, nelle Bibbie con imprimatur cattolico, vi sono altri libri definiti sacri dal Concilio di Trento e mai appartenuti al canone ebraico, che è quello rettamente seguito dalle chiese protestanti ed evangeliche. Essi sono definiti deuterocanonici o apocrifi, e sono: Baruch, Tobia, Giuditta, Maccabei, Sapienza, Ecclesiastico, e aggiunte greche ai libri di Ester e Daniele. Mi è doveroso rimarcare che tutti questi libri apocrifi sono contenuti nella versione dei Settanta (che raccoglieva libri canonici ed extra-canonici) e, che come sapientemente ci chiarisce il fratello Martella, era in primo luogo un’opera culturale, raccogliendo libri canonici della Scrittura e altri mai appartenuti al canone ebraico, che fu scritto integralmente in ebraico (tranne alcuni parti in aramaico).

     È veramente edificante e appagante, per ritornare alle interpretazioni (poiché di ciò si tratta) di Daniele 4,24 e alle sue discrepanze, il leggere l’esegesi testuale comparata del fratello Nicola Martella, e notare non solamente del perché le interpolazioni cattolico-romane sono da rigettarsi, ma l’esatto dettato testuale, che ci è stato concesso da Dio nei versetti di Daniele in esame, arricchito dal commento testuale, parola per parola e la comparazione del testo addomesticato e quell’originale. Sorge spontaneo un ringraziamento di vero cuore al fratello Nicola Martella, che con la conoscenza e la sapienza, che gli ha donato il Signore, non può che arricchire i nostri cuori, la nostra mente e il nostro spirito, edificandoci nel Signore. Un ringraziamento, mi sia consentito, di porgerlo anche al fratello, che ha posto questa importante domanda. Shalom. Benedizioni. {11-02-2011}

 

 

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12. {Vari e brevi}

 

Samuele Maodda: Non posso che ringraziare Dio per questo articolo. Tempo fa, mia cugina, che è cattolica, mi lesse dalla sua Bibbia il testo di Daniele cap. 3, ma citava passi, che nella mia Bibbia non avevo. Lasciai stare la faccenda... per il momento. Adesso so! Gloria a Dio perché non permette che rimaniamo con dubbi di alcuna sorta, ma ci ammaestra e c’istruisce. Grazie Signore. E grazie anche a Nicola Martella per il suo lavoro e al fratello, che ha sollevato la questione. Pace! {11-02-2011}

 

Luisa Lauretta: Che bella lettura, c’è sempre da imparare! Grazie, Nicola.. Dio ti benedica. {11-02-2011}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Dan4-24_traduzioni_MT_AT.htm

13-02-2011; Aggiornamento:

 

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