Qui di seguito
discutiamo l’articolo «Daniele
4,24 e la discrepanza nelle traduzioni». Rispondendo alle domande di
un lettore, gli ho fatto notare che Daniele 4,24 CEI non è un’aggiunta,
ma fa parte del testo ebraico. Ho mostrato ciò con il seguente confronto:
CEI (Dan 4,23ss) |
Riveduta (Dan 4,26ss) |
23
L’ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell’albero
significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai riconosciuto che al
Cielo appartiene il dominio. |
26
Quanto poi all’ordine di lasciare il ceppo con le radici dell’albero, ciò
significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che
il dominio appartiene al cielo. |
24 Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i
tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso
gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità». |
27 Perciò, o re, accetta il mio consiglio! Metti
fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando
compassione verso gli afflitti. Forse, la tua prosperità potrà essere prolungata». |
25
Tutte queste cose avvennero al re Nabucodònosor. |
28
Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor. |
Come ho fatto
notare nell’articolo, la questione non è, quindi, quella di una sedicente
aggiunta, ma di una traduzione differente. Quella della CEI è, a parer mio,
viziata dalla dogmatica cattolica.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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1. {Giuseppe
Vitale}
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Nota redazionale:
Qui di seguito, il lettore si riferisce a una mia risposta preliminare, che gli
diedi a suo tempo.
Innanzitutto ti
ringrazio per avermi risposto, nonostante i tuoi impegni. Devo dirti che mi sono
accorto che si trattava di una traduzione diversa subito dopo averti
inviato l’e-mail, però ho aspettato anche una tua risposta per chiarirmi
ulteriormente le idee. Sinceramente la penso come riguardo alle traduzioni
cattoliche: i traduttori cattolici devono, ahimè, tradurre secondo la loro
dogmatica. In più le loro traduzioni prendono spunto, se non copiano di sana
pianta, dalla Vulgata di Girolamo, del quale è stato contestato il metodo
utilizzato per tradurre; egli stesso diceva: «Io, infatti, non solo ammetto, ma
proclamo liberamente che nel tradurre i testi greci, a parte le Sacre Scritture,
dove anche l’ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola con la
parola, ma il senso con il senso. Ho come maestro di questo procedimento
Cicerone, che tradusse il Protagora di Platone, l’Economico di
Senofonte e le due bellissime orazioni che Eschine e Demostene scrissero l’uno
contro l’altro [...]. Anche Orazio poi, uomo acuto e dotto, nell’Ars poetica
dà questi stessi precetti al traduttore colto: “Non ti curerai di rendere
parola per parola, come un traduttore fedele”» [da
Wikipedia]. Un abbraccio.
{27-09-2010}
2. {Pietro
Calenzo}
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Purtroppo il nostro
avversario, il maligno, adotta tutte le tecniche e le metodologie, che egli
conosce, pur di attaccare la Parola di Dio. Di solito siamo soliti affermare che
le versioni adulterate della Parola di Dio sono solamente la «Traduzione
del Nuovo Mondo» dei testimoni di Geova o la versione addomesticata della
King James, in uso nella setta anticristiana dei Mormoni. È bene
sottolineare, come ha fatto in maniera esegetica ed edotta il caro fratello
Martella, che anche le versioni della chiesa cattolica romana contengono
aggiunte in greco atte a piegare il significato teologico o soteriologico del
dettato della Scrittura ai loro particolari dogmatismi ereticali (la definizione
dogmatismi ereticali è mia).
Aggiungo per
complementare e integrare il discorso che, oltre alle aggiunte greche ai libri
di Ester e Daniele, nelle Bibbie con imprimatur cattolico, vi sono
altri libri definiti sacri dal Concilio di Trento e mai appartenuti al canone
ebraico, che è quello rettamente seguito dalle chiese protestanti ed
evangeliche. Essi sono definiti deuterocanonici o apocrifi, e sono: Baruch,
Tobia, Giuditta, Maccabei, Sapienza, Ecclesiastico, e aggiunte greche
ai libri di Ester e Daniele. Mi è doveroso rimarcare che tutti questi libri
apocrifi sono contenuti nella versione dei Settanta (che raccoglieva
libri canonici ed extra-canonici) e, che come sapientemente ci chiarisce il
fratello Martella, era in primo luogo un’opera culturale, raccogliendo
libri canonici della Scrittura e altri mai appartenuti al canone ebraico,
che fu scritto integralmente in ebraico (tranne alcuni parti in aramaico).
È veramente edificante e
appagante, per ritornare alle interpretazioni (poiché di ciò si tratta) di
Daniele 4,24 e alle sue discrepanze, il leggere l’esegesi testuale comparata del
fratello Nicola Martella, e notare non solamente del perché le interpolazioni
cattolico-romane sono da rigettarsi, ma l’esatto dettato testuale, che ci è
stato concesso da Dio nei versetti di Daniele in esame, arricchito dal commento
testuale, parola per parola e la comparazione del testo addomesticato e
quell’originale. Sorge spontaneo un ringraziamento di vero cuore al fratello
Nicola Martella, che con la conoscenza e la sapienza, che gli ha donato il
Signore, non può che arricchire i nostri cuori, la nostra mente e il nostro
spirito, edificandoci nel Signore. Un ringraziamento, mi sia consentito, di
porgerlo anche al fratello, che ha posto questa importante domanda. Shalom.
Benedizioni. {11-02-2011}
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12. {Vari
e brevi}
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Samuele Maodda:
Non posso che ringraziare Dio per questo articolo. Tempo fa, mia cugina, che è
cattolica, mi lesse dalla sua Bibbia il testo di
Daniele cap. 3, ma citava passi, che nella mia Bibbia non avevo. Lasciai
stare la faccenda... per il momento.
Adesso so! Gloria a Dio perché non permette che rimaniamo con
dubbi di alcuna sorta, ma ci ammaestra e c’istruisce. Grazie Signore. E grazie
anche a Nicola Martella per il suo lavoro e al fratello, che ha sollevato la
questione. Pace! {11-02-2011}
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Luisa Lauretta: Che bella
lettura,
c’è sempre da imparare! Grazie, Nicola.. Dio ti benedica. {11-02-2011}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Dan4-24_traduzioni_MT_AT.htm
13-02-2011; Aggiornamento: |