Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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NT: Testo biblico

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La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BETESDA ERA UNA SPECIE DI LOURDES GIUDAICA?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Nell'articolo «Betesda era una specie di Lourdes giudaica?» eravamo partiti dalle questioni presentatemi da due lettori circa Giovanni 5, la vasca di Betesda e i singolari fenomeni ivi descritti, allorché Gesù guarì un paralitico. Vedo però che tale episodio ha fatto nascere dubbi e questioni anche in altri lettori. Uno di loro mi ha scritto,ancora dopo la pubblicazione dell'articolo, quanto segue: «Stiamo studiando il capitolo 5 di Giovanni e, trovando nella Scrittura che alle porte delle pecore v’era questa vasca "miracolosa", sorge infatti la domanda: era un fenomeno che Dio permetteva?». {Salvatore Paone; 08-02-2010}

    Gli risposi come segue: Leggi prima l’intero articolo e dopo dovresti essere in grado di dare da te stesso una risposta. Se tale glossa non faceva parte dell’originale di Giovanni, ma rispecchiava una «favola giudaica», la risposta è la seguente: Dio non era l'origine d’un fenomeno che non esisteva. Come tale lettore mi spiegò, egli aveva posto la domanda prima di leggere le mie osservazioni in merito. Ciò mostra che tale brano ha fatto riflettere non pochi credenti, creando in loro vari interrogativi. 

 

 

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I contributi sul tema

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I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Gianni Siena

2. Claudio Zappalà

3. Francesco Grassi

4. Vari

5. Salvatore Paone

6. Pietro Calenzo

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11.

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Gianni Siena}

 

Bagno rituale e rigenerazione

     Gli ebrei insegnano ancora oggi che il «bagno rituale» (mikveh = ne deriva il battesimo cristiano), se compiuto con le giuste disposizioni spirituali (di cuore, di mente, eccetera) produce un risultato: purificare la «carne» anche nelle cause che determinano le impurità. Non sono uno studioso d’ebraismo ma, per bocca d’un rabbino, so che pure il mangiare secondo certi schemi produce modificazioni di tipo «spirituale».

     Questa idea, che spero d’aver espresso bene, è contestata dall’apostolo Pietro dove scrive: «...il battesimo — non la purificazione delle sozzure della carne ma la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio» [1 Pt 3,21, N.d.R.].

     Nelle parole suddette c’è l’enfatizzazione doverosa della fede in Dio, lo stesso Pietro spiega la comune esperienza spirituale fra ebrei e gentili: «E Dio, conoscitore dei cuori, rese loro testimonianza, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna differenza fra noi e loro, purificando i cuori loro mediante la fede» [At 15,8s, N.d.R.]. L’apostolo non mise il «proverbiale» carro davanti ai buoi, ma volle aspettare la manifestazione dell’opera di Dio: il battesimo quale segno esteriore dell’opera dello Spirito Santo nei cuori... lavacro (ebr. mikveh) della rigenerazione mediante il rinnovamento dello Spirito Santo!

 

La leggenda di Betesda

     La diceria secondo cui un angelo agitava le acque di Betesda potrebbe essere stata realmente messa in circolo dal clero ebraico del tempio; la glossa relativa finì poi nel testo del Vangelo giovanneo. L’acqua fluiva periodicamente dalle condotte provenienti dal tempio e, secondo la leggenda, «un angelo agitava le acque» della vasca suddetta.

 

Credenza e guarigioni

     Come «stimolare» la fede delle persone affinché credano (realmente) basta poco, in un libro di programmazione neurolinguistica si racconta d’un ciarlatano che vendeva a pochi soldi una bottiglietta di «medicina buona» per ogni male. La gente incuriosita e speranzosa la comprava e accaddero molte guarigioni e fatti notevoli. L’uomo, interrogato dagli psichiatri autori del testo, ammise trattarsi di semplice acqua distillata. Questo per dire che la fede dipende molto dall’insegnamento ricevuto; in definitiva, se uno è convinto che il miracoloso non lo riguardi, non vedrà segni accadere ma se, al contrario, ritiene che sia possibile, qualcosa potrebbe accadere. [Per l’approfondimento rimandiamo in Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003), all’articolo: «Placebo (Effetto ~)», pp. 430-436; cfr. qui anche «Fede e paramedicina», pp. 166-169; «Guarigioni spontanee, pp. 217s; «Suggestione», pp. 515ss.]

     Nella chiesa cattolica si «crede» nel miracolo mediato da madonne e santi; non possiamo verificare che tutto sia vero, ma ogni tanto qualche cattolico riceve ancora un’indubitabile guarigione e qualche altro esaudimento.

     Lutero quando andò a Roma, udì i preti della capitale mettere in dubbio la transustanziazione: questo spiegherebbe l’atteggiamento scettico del protestante medio quando sente parlare di segni e miracoli oggi.

     Sin da ragazzo non ho mai dubitato che, pregando con tutto il cuore, Dio risponda alle richieste fatte secondo la sua volontà. Questa inclinazione del cuore umano è sempre stata sfruttata a fini ignobili, sin dalla più remota antichità: quando un uomo perde la fede o la limita, a causa d’un inganno perpetratogli dalla «religione», è un triste evento.

     Per questo, benché pentecostale, detesto ogni sfruttamento ideologico che ne possa derivare: sì, credo in Dio autore di miracoli, ma non mi lascio imporre le mani con facilità dal primo «pinco pallino» con vestito e cravatta, dall’eloquio facile e con (persino) la Bibbia aperta davanti.

     Non abbiamo bisogno di mediatori, luoghi sacri specifici, ma di Gesù capace d’operare (anche) il miracolo della guarigione fisica. {08-02-2010}

 

 

2. {Claudio Zappalà}

 

Contributo: Il grave errore che si commette, quando di studia la Bibbia, è quello di cercare nei particolari verità fondamentali e dottrine inesistenti. Ad esempio: «Da quale vitigno proveniva il vino bevuto da Gesù nell’ultima Cena?». La critica testuale, evidenziata da Nicola, può essere buona, ma quello che conta nel testo è la verità centrale, affermata da Gesù con il miracolo... diversamente ognuno può trovare quello che più gli fa comodo! {09-02-2010}

 

Risposta: Dici bene, Claudio, in ogni brano bisogna cercare la verità di fondo. La via per farlo non è in metodo allegorico o speculativo (qui ognuno usa il proprio arbitrio e la propria fantasia soggettiva), ma solo una rigorosa esegesi contestuale. Mentre il metodo speculativo conferma arbitrariamente i pensieri degli speculatori, l’esegesi contestuale è interessata a capire solo il pensiero dell’autore o di chi parla nel brano. {Nicola Martella}

 

 

3. {Francesco Grassi}

 

Contributo: Ciao Nicola. Oltre a usare diverse traduzioni, sarebbe utile, se non indispensabile, consultare il classico di Bruce M. Metzger «A Textual Commentary on the Greek New Testament». Egli fa notare riguardo al verso in questione che oltre a mancare nei manoscritti migliori e più antichi, laddove presente (in più di venti) è comunque opportunamente contrassegnato come «non autentico». Oltre al fattore testuale, Metzger aggiunge che in questo verso compaiono sette termini estranei al vocabolario di Giovanni, di cui poi, quattro compaiono solo qui in tutto il Nuovo Testamento. Ergo? Si tratta d’un chiaro falso: perché inserirlo affatto fra parentesi (così la Nuova Riveduta)? Sono sempre e di nuovo sorpreso: Nuova Riveduta «sui testi originali»? {09-02-2010}

 

Risposta: Non posso che concordare. Il consiglio d’usare più traduzioni è per coloro che non hanno a disposizione altri strumenti oppure non sono in grado d’usare commentari esegetici del NT greco (o dell’AT ebraico), versioni greche del NT con apparato critico, eccetera. [ Bisogno di commentari sui libri della Bibbia]

     Spero che la «Nuova Riveduta» diventi presto una «Nuova Ravveduta», indicando nell’introduzione i veri studiosi, che l’hanno «riveduta sui testi originali», e chiamando a rivedere il testo persone capaci di fare una «critica testuale» dei manoscritti pervenuti. Lo stesso vale per tutte le cosiddette traduzioni che si fregiano di essere «nuove», come la «Nuova Diodati»; spesso ciò non indicano una «novità», ma solo un «neo». Le nuove revisioni sono spesso solo l’ombra di quelle che le hanno precedute. [ Fra traduzioni imperfette e varianti nei manoscritti; Le traduzioni della Bibbia sono fiori e spine; Quale traduzione raccomanderesti a tuo figlio?]

     Se uno non conosce le lingue originali della Bibbia e non sa usare gli strumenti utili a un’esegesi contestuale, beato se conosce almeno una lingua estera e può confrontare i vari testi biblici. La migliore traduzione che io conosca in lingua tedesca è la Elberferder; quando da studente di teologia traducevo dall’ebraico, la usavo infine per controllare se avevo tradotto bene! Anche la revisione della Elberferder è ottima. Cito solo questa, per non fare un nutrito elenco di Bibbie in tedesco.

     Poi certo la Bibbia bisogna usarla bene. [ Uso corretto della Bibbia] {Nicola Martella}

 

 

4. {Vari}

 

Ho letto il tuo commento e la esegesi comparata del passo, sono veramente stupefatto in senso positivo del tuo commento. Ne ho letto vari altri, ma mai con una tale esegesi, tanto accurata e teologicamente e storicamente profonda ed informata. Benedizioni. Shalom {12-02-2010}

 

 

5. {Salvatore Paone}

 

Contributo: Ho letto tale testo, i vari commenti e specialmente quello del fratello Nicola. Conoscendo un po’ le varie usanze dei Giudei (ovviamente quelle che ci narra la Scrittura), prendo atto che essi erano molto conservatori, e non vorrei che questa situazione sia stata simile a un’altra. Mi viene in mente quell’evento in cui i figli d’Israele vennero morsi dai serpenti mandati da Dio e Mosè implorò Dio affinché gli israeliti non perissero tutti? Poi l’Eterno disse a Mosè di costruirsi un serpente di rame e chiunque lo avrebbe guardato, sarebbe stato guarito all’istante. Poi, se conosciamo la storia d’Israele, sappiamo che quel serpente di rame fu conservato e i figli d’Israele ne fecero un idolo. Successivamente Ezechia ristabilì il tempio, purificandolo da tutti gli idoli; lì c’era anche il serpente di rame, a cui questo re fece fare la stessa fine.

     Credo che in un certo senso sia successo la stessa cosa con questa vasca di Betesda. Ammesso e non concesso che il Signore avesse mai agito per mezzo di quest’acqua, che un angelo le avesse agitato una volta e che qualcuno fosse stato anche guarito, fatto sta che i figli d’Israele se ne fecero un idolo. C’è da chiedersi perché Gesù non prese tale uomo e lo accompagnò alla vasca? Egli non incoraggiò la fede in tale fenomeno, in cui la gente credeva. Ciò ci dimostra che ogni strada genuina, che il Signore diede agli Israeliti, essi se ne facevano un idolo. {12-02-2010}

 

Risposta: Il parallelo con serpente di rame è interessante. Sulla logica delle cose sacre o dei segni che poi diventano superstizione religiosa o idolatria, vi è certo da riflettere. Tale serpente, l’arca e addirittura il tempio divennero ciò, come ci mostrano i profeti. [Per l’approfondimento si veda Nicola Martella, «Superstizione e Bibbia», La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), pp. 301-307; per il serpente cfr. pp. 303s.] In ogni modo, mentre sulla storia del serpente di rame la Bibbia ci dice alcune cose, su un presunto miracolo presso la vasca di Betesda essa tace. Se qualcosa del genere ci sia mai stato, non lo sappiamo. Sta di fatto che le cose diventano superstizione religiosa e idolatria, senza che Dio abbia mai agito in precedenza al riguardo. {Nicola Martella}

 

 

6. {Pietro Calenzo}

 

Ho letto con molta attenzione tutto quanto esposto dai cari fratelli. Ringraziando il Signore ho potuto consultare diversi commentari biblici, e l’esegesi testuale biblica sembra dare ragione al fratello Martella. Preciso prima d’ogni cosa, che tale metodo d’approccio alle Scritture e la sua retta attitudine sono senza dubbio da preferirsi al metodo estemporaneo e allegorico. Quest’ultimo molto spesso tralascia una retta esegesi testuale, non si pone molte domande riguardo all’esposizione d’un testo biblico, si basa su un approccio di tipo entusiastico e, qualche volta, senza rendersene conto travalica quelle che sono state le reali intenzioni dell’autore biblico, ispirato dallo Spirito Santo.

     Per quanto ho potuto apprendere in alcuni testi, nel suo commendatario all’Evangelo di Giovanni R.G. Stewart affermava che molti manoscritti mancano di Giovanni 5,3b-4 ed egli rimane possibilista sulla loro canonicità.

     Colin G. Kruse di contro ammette che solo alcuni tardi manoscritti greci riportano le parole «i quali aspettavano l’agitarsi dell’acqua» e che altri ulteriori manoscritti tardivi aggiungono: «Perché un angelo del Signore (Nardoni Ricciotti) scendeva nella vasca e metteva l’acqua in movimento». Altri manoscritti, continua il Kruse, aggiungono ulteriormente: «Ed il primo che vi scendeva, dopo che l’acqua era stata agitata, era guarito da qualsiasi malattia fisica fosse colpito»; l’esegeta continua affermando che queste parole sono omesse dai migliori manoscritti greci.

     Un altro noto commentatore, J. Ritchie, in una sua opera completamente dedicata all’evangelo di Govanni, ammette che «aspettavano l’agitarsi dell’acqua del verso» del v. 3 e tutto il verso 4 sono omessi in molti manoscritti, cui si rifanno le traduzioni moderne.

     Nel celebre commentario di Henri Mattews, pur sposando l’attuale testo riveduto del Luzzi, ammette che nessun scrittore ebraico ha mai citato questa vasca miracolosa, sebbene essi vantavano in ogni modo Gerusalemme (riguardo a questo commentario, pur riconoscendo che esso è uno dei migliori commentari mai scritti dell’intera Bibbia, bisogna pur tuttavia rammentare che egli mancava della conoscenza di moltissimi manoscritti, o parte d’essi, che sono stati ritrovati dopo la redazione della sua eccellentissima opera magna).

     Per ultimo cito Edwin A. Blum, che è storicamente quello più vicino ai nostri giorni, il quale afferma che la seconda parte del verso 3 e l’intero verso 4 mancano in tutti i più antichi manoscritti, i quali, per le sue ricerche, non riportano queste parole, per la semplice ragione, e cito alla lettera: «La Bibbia non insegna mai questo genere di superstizione, per cui si sarebbe verificata una discriminazione molto crudele tra i malati». E continua: «Nessun manoscritto greco dell’epoca anteriore al quarto secolo contiene queste parole».

     Pertanto, è mio parere che la canonicità del verso 3b e dell’intero verso 4 è molto dubbia, nondimeno il Signore Gesù Cristo operò questo portentoso miracolo con un suo preciso fine pedagogico o didascalico: l’uomo deve confidare — per tutto quanto attiene alla sua sfera spirituale e al suo rapporto con il Signore Gesù — non nelle proprie miserevoli forze, ma nella grazia perfetta e irresistibile del nostro Messia Gesù.

     Mi sia consentita un’ultima osservazione che, dal mio personale punto di vista, riveste comunque una qualche importanza. Ai paladini carismofili e al loro apostolo (si fa per dire) Benny Hinn vorrei chiedere: Come mai affermate che Gesù guarì tutti i malati, quando le sante Scritture non lo dichiarano? (consultare ad esempio anche Matteo 13,53-58). A Benny Hinn, Kopeland, Anacondia, Grouch e alla TBNE l’ardua risposta… possibilmente biblica! Benedizioni in Gesù Messia, Unto Re in Eterno. {13-02-2010}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Betesda_Lourdes_parla_Avv.htm

11-02-2010; Aggiornamento: 13-02-2010

 

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