1. Qui di
seguito discutiamo l’articolo «Atti
16,31 e il pericolo delle interpretazioni spiritualistiche».
Tale verso recita così: «Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la
casa tua» (Atti 16,31).
Ogni tanto mi arriva qualche domanda su tale verso. Eccone un esempio:
«L’affermazione di Paolo in Atti 16,31 va intesa in senso universale (per tutti
i credenti), come ho sempre sentito dire, o il suo valore dev’essere applicato
in modo specifico al solo caso in oggetto?». {Antonio Chietti; 23-05-2013}
Abbiamo visto che l’applicazione generalista di questa promessa personale porta
con sé vari problemi, pericoli e conseguenze. Voglio ricordare in
proposito la mia massima, che ripetevo ai miei studenti nella scuola
biblica, correggendo le loro interpretazioni allegoriche o spiritualistiche: «Un
testo senza contesto è un pretesto, che io contesto».
Aggiungo solo un mio aforisma sulla arroganza degli spiritualisti: «Una
delle cose peggiori, che si possa fare contro la verità, è prenderne solo una
parte, trattarla come se il resto non ci fosse, assolutizzarla in sé e riempirla
di nuovi significati “spirituali”. Chi fa così, si sperimenterà “profetico” e
“ispirato” e si sentirà in obbligo di trattare in male modo chiunque tenterà di
riportarlo all’intera verità rivelata e a tutto il contesto specifico» (Nicola
Martella).
2.
La maggior parte delle conversioni di gruppi familiari avvennero fra i
Gentili. Al tempo di Gesù, un certo ufficiale reale di Cana di Galilea,
quindi un Gentile, dopo che Gesù guarì suo figlio, «credé lui
con tutta la sua casa» (Gv 4,46.53; Lc 7,1s centurione di Capernaum).
Anche Cornelio, centurione romano di Cesarea, era devoto, temeva Dio «con
tutta la sua casa» (At 10,1s) e fu disposto ad accettare Gesù quale Messia
con tutti coloro che furono disposti ad esercitare la fede in casa sua (vv.
43-48). Anche a lui fu rivolta la promessa: «Sarai salvato tu e tutta la
casa tua» (At 11,14). Similmente il carceriere di Filippi, anche lui un
Gentile, dopo la conversione, «giubilava con tutta la sua casa, perché aveva
creduto in Dio» (At 16,34).
L'unico esempio di una conversione di un
Giudeo con tutta la sua casa avvenne distante da Gerusalemme, a Corinto,
dove «Crispo, il capo della sinagoga, credé nel Signore con tutta la sua casa»
(At 18,8).
Come vediamo, troviamo la promessa personale della salvezza di un uomo e della
sua casa solo due volte, ossia al centurione Cornelio di Cesarea (At
11,14) e al carceriere di Filippi (Atti 16,31). Quindi, la cosa è
possibile; tuttavia, non si tratta di promesse generalizzate, che valgono in
tutte le occasioni.
3. Perché
occasionalmente si convertivano interi nuclei familiari specialmente fra i
Gentili? Quanto alla conversione di intere famiglie nel giudaismo, come
vedremo sotto, il radicamento nelle sinagoghe lo rendeva difficile, anche per la
paura di essere espulsi dalle stesse, perdendo così la stima altrui, i contatti
con gli altri e i privilegi acquisiti. Per questo, chi si convertiva a Gesù
quale Messia, era isolato dai suoi parenti, se non addirittura denunciato da
loro stessi al Sinedrio. In fondo, Gesù l'aveva preannunciato che «i
nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua»
(Mt 10,34ss).
Non era un caso che Dio fece tale promessa
personale a un Gentile in una particolare situazione (Atti 16,31).
Trarre da ciò una regola o una promessa per tutti i convertiti, creerà solo
equivoci dottrinali e delusioni nella pratica, poiché non potrà mai
adempiersi ciò, che Dio non ha promesso a tutti!
Quando uno si appropria di promesse, che non
gli appartengono, sarà solo confuso e ingannato, oltre che confondere e
ingannare altri. Nella Scrittura ci sono abbastanza promesse universali,
a cui attingere, invece di volersi appropriare di ciò, che non è stato detto a
noi personalmente.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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1. {Ester
Desiderio}
▲
■
Contributo:
Sono d’accordo. Faccio un esempio: Luca 1,15 dice di Giovanni Battista
che era ripieno di Spirito Santo fin dal seno materno; se non si tiene conto del
contesto, dell’unicità dell’evento, si può passare a credere, erroneamente,
che tutti i nascituri possono essere ripieni di Spirito Santo fin dal seno
materno, specialmente se figli di credenti. {10-02-2012}
▬
Risposta
(Nicola Martella): È un’osservazione molto perspicace e adatta al tema in corso.
Lo stesso dicasi del seguente fatto. «E avvenne, mentre certuni stavano
seppellendo un morto, che scorsero una di quelle bande, e gettarono il morto nel
sepolcro di Eliseo. Il morto, non appena ebbe toccate le ossa di Eliseo,
risuscitò, e si levò in piedi» (2 Re 13,21). Isolando questo testo dal
contesto concreto, assolutizzandolo e infarcendolo poi d’idee spiritualistiche,
può sedurre a credere che, se se si seppellisce un morto nella tomba di un
uomo di Dio
del passato, debba avvenire effettivamente avvenire qualcosa del genere anche
oggigiorno.
Questa non è solo una supposizione, visto che anche in gruppi carismaticisti si
ama peregrinare verso le tombe di alcune persone ritenute particolarmente
«potenti», per ricevere sulla loro tomba una particolare benedizione, che essi
falsamente chiamano «unzione». È nato un certo turismo religioso
intorno alla tomba dell’antitrinitario W.M. Branham. Benny Hinn ricevette una
tale presunta «unzione» sulla tomba di Kathryn Kuhlman, discussa esoterista
cristianizzata. [►
Benny Hinn e la sua «unzione sepolcrale»]
2. {Gabriele
Puopolo}
▲
■
Contributo:
Caro Nicola, concordo perfettamente con te. Quello della «versettologia
[indebita; N.d.R.]» (come lo definisci tu) è un problema sempre più serio.
Ermeneutica ed esegesi
vengono completamente trascurate, per dar posto a interpretazioni
spiritualistiche, che tendono a confondere il lettore della Bibbia e a
mettere sui credenti pesi, che in realtà non esistono. Purtroppo, se una
cosa non è biblicamente vera, per quanto possa sembrare spirituale e attraente,
rimane non vera e potrebbe far danni. Purtroppo da una cattiva teoria ne
deriva solitamente una cattiva pratica. Il problema è che la tendenza è
sempre più quella di lasciarsi «guidare dallo Spirito Santo»
nell’interpretazione delle Scritture (cosa molto comoda) senza voler trascorrere
del tempo nello studio
d’esse (questo richiede tempo e fatica). Lo Spirito Santo fa sempre la sua
parte; il problema è che spesso noi non vogliamo fare la nostra. Dico questo in
primo luogo a me stesso. Grazie per l’articolo e per tutto il lavoro che svolgi.
{11-02-2012}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Lo Spirito Santo, per essere tale, non userà mai la
pigrizia dei credenti. Egli guida nell’esposizione corretta della Parola
specialmente coloro, che si preparano sufficientemente. Chi si sente
«ispirato» senza prepararsi con lo studio della Scrittura e con la
preghiera, a lungo andare immancabilmente strumentalizzerà la Parola di Dio,
confonderà i suoi sentimenti con gli impulsi dello Spirito, annoierà gli altri
credenti e pasturerà la chiesa di vento spiritualista, dandogli una parvenza
cristiana. Allora, qualunque sia il brano da cui partirà come trampolino o
pretesto, i suoi messaggi saranno sempre simili (evangelizzazione,
predicazione penitenziale, un certo pallino tematico, lunghe serie sullo stesso
tema, ecc.) e presto li si potrà numerare e contare sulle dita delle proprie
mani. Quando la polvere da sparare dal pulpito si è esaurita, allora spesso si
fa ricorso a lunghe liste di versetti tutti uguali o a usare i sermoni
altrui (trovati in libri, in Internet, ecc.) come propri messaggi; allora è
tragicomico vedere e sentire persone, cha a mala pena masticano l’italiano,
fare sfoggio di termini tecnici teologici o di ebraico e greco, chiaramente
spiritualizzando ogni cosa a proprio uso e consumo!
3. {Fortuna
Fico}
▲
■
Contributo:
Caro Nicola, sapessi quanti
superman spirituali si celano dietro al detto: «Dio si rivela ai semplici
di cuore». Essi si rinchiudono, in tal modo, dietro a convinzioni personali,
aborrendo termini come «esegetica», «ermeneutica», in quanto non ne hanno
bisogno, perché Dio ha reso «follia» la scienza umana. Scontrarsi con questi
credenti, che rifiutano ogni studio approfondito della Parola, e che si fermano
al versetto estrapolato dal proprio contesto, è come cozzare la testa
contro un muro! La loro chiusura è totale! E la loro frase usuale è: «Mi
attengo alla Parola»! Ma mi verrebbe da dire: «Quale parola?».
{11-02-2012}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Cucina ed esegesi sono più vicine di quanto tu possa
credere! Ecco un confronto illuminante.
Prendi due fette di pan carré, taglia via tutti i bordi e farcisci il
tutto con strati alterni, a tua fantasia. Poi convinci i tuoi a mangiare la tua
creazione, dicendo loro che è l’interpretazione autentica della ricetta
originaria, che un intenditore ti ha confidato in segreto. Se fanno resistenza,
di’ loro che non capiscono nulla di cucina d’alta classe e della tua arte
culinaria.
È proprio così che
alcuni fanno con i brani della Scrittura: sentendosi «ispirati», fanno
dire al testo ciò, che vogliono, infarcendolo a proprio arbitrio. E poi, se non
ti convincono che stanno presentando il pensiero autentico di Dio, ti
rinfacceranno che non hai «cuore», che non sai vedere con gli «occhi
del cuore», che non sai riconoscere una persona «ispirata», che non hai
discernimento e — in crescendo — che non capisci nulla della Parola di
Dio e che stai contrastando lo «Spirito» (quale?), e chi più ne ha, più
ne metta.
4. {Vito
Seppella, ps.}
▲
Pace Nicola, ho
appena letto il tuo articolo su Atti 16 e devo dirti che la mia caduta iniziò
proprio generalizzando questa promessa personale di Dio. Avevo buttato lacrime e
sangue per la conversione della mia famiglia. Però, non vedevo nessuno di
loro venire a Cristo, anzi la situazione a casa peggiorava ogni giorno. Così
iniziai pian piano a scoraggiarmi, fino a fare lasciarmi del tutto andare
per un certo periodo. Sono ancora convinto che Dio sia capace di salvare
un’intera casa, ma ho capito, sul mio duro collo, che Dio non lo ha promesso.
Inoltre un’interpretazione assolutistica del passo contrasta tutti i passi che
dichiarano che a ogni singola persona è data la possibilità di scelta.
{13-02-2012}
5. {Samuele
Maodda}
▲
■
Contributo:
Sono pienamente d’accordo con Nicola. Poi in questo caso specifico abbiamo degli
altri casi biblici, in cui chiaramente la Parola parla di divisione
all’interno della famiglia. Nel rapimento, per esempio, l’uno sarà preso
e l’altro lasciato. Certamente è compito e privilegio di ogni credente
testimoniare e pregare per la salvezza dei familiari, ma Dio non ha mai detto
che avrebbe salvato tutta la famiglia d’ognuno, che crede. Non so se nel passato
ci siano stati questi errori dottrinali… Il conforto è che Dio conosce i suoi e
li protegge; al riguardo usa anche il lavoro di coloro che, come Nicola, si
prodigano affinché questi temi siano dibattuti. Grazie. Dio vi benedica.
{13-02-2012}
▬
Risposta (Nicola Martella): In effetti,
Gesù l’aveva annunciato ai suoi apostoli: «Non pensate che io sia venuto a
metter pace sulla terra; non sono venuto a mettere pace, ma spada. Perché sono
venuto a dividere il figlio da suo padre, e la figlia da sua madre, e la
nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia
più di me, non è degno di me» (Mt 10,34-37;
cfr. Mi 7,6). Questa era la regola. La promessa personale, che Dio fece
al carceriere di Filippi, conoscendo i loro cuori, era la grande eccezione.
Gesù avvertì i suoi apostoli: «Vi espelleranno dalle sinagoghe;
anzi, l'ora viene che chiunque v’ucciderà, crederà di rendere un servizio a Dio»
(Gv 16,2). Nel giudaismo la gente, per paura di essere espulsi dalla
sinagoga a causa dei loro parenti divenuti seguaci di Gesù, erano essi stessi
che denunciavano i loro familiari al Sinedrio o ne prendevano le
distanze. «I Giudei avevano già stabilito che se uno riconoscesse Gesù come
Cristo, fosse espulso dalla sinagoga» (Gv 9,22s). Altri rimanevano
discepoli segreti di Gesù, infatti «a motivo dei Farisei non lo
confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga» (Gv 12,42s). Tutto ciò
rendeva difficile che de facto intere famiglie si convertissero nel
giudaismo; non a caso il carceriere e la sua la famiglia erano gentili.
6. {Benedetto
Vincenzo Maniscalco}
▲
■
Contributo:
Nella
propria famiglia può presentarsi una occasione molto buona per poter
accettare il Signore come proprio personale Salvatore; ma la salvezza risulta
essere sempre un fatto assolutamente
personale e mai automatico come invece succede per la trasmissione di una
eredità naturale. {14-02-2012}
▬
Osservazioni
(Francesco Montemurro): La salvezza è personale; poi è scritto: «Sarai
salvato tu e la casa tua». Qual è la casa mia, perche noi siamo 9
figli? {14-02-2012}
▬
Risposta
(Nicola Martella): La «casa» era rappresentato da tutto ciò, che viveva
sotto lo stesso tetto.
«Non
concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del
tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né
il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo»
(Es 20,17; Dt 5,21; cfr. Gs 24,15; Gdc 6,27).
Jotham, figlio di Gedeone parlò della «casa di mio padre» e dei «suoi figli,
settanta uomini», oltre ad «Abimelec, figlio della sua serva» (Gdc 9,18).
Quanti dei tuoi otto fratelli e sorelle (con annessi e connessi) e dei tuoi
figli sono nella fede e seguono Cristo con fedeltà? Se tu applicassi
(erroneamente) Atti 16,31 alla tua situazione, che cosa dovresti conseguirne?
7. {Rosa
Battista}
▲
■
Contributo:
Ho avuto il privilegio di ricevere le prime conoscenze bibliche nella mia prima
infanzia anche da mia nonna, che era tra i primi cristiani evangelici del
mio paese (negli anni ‘30); e da lei ho imparato la fede efficace e semplice.
Senza sminuire tutto lo studio del fratello Nicola Martella, ma per scelta
personale voglio credere alla Parola di Dio con la semplicità di un
bambino e ricevere. Gesù è morto per tutti gli uomini, ma la stragrante
maggioranza dell’umanità non è salvata... Abbiamo spiritualizzato troppo anche
questo? Ripeto, io scelgo di credere in modo semplice... ma non
semplicistico! {15-02-2012}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Rosa Battista, grazie del tuo contributo. Anch’io ho il
ricordo di sante donne anziane, che nella mia infanzia mi hanno aiutato
nella fede (i maschi erano perlopiù emigrati). È bello, quando entra la fede
in una famiglia e quando molti in tale famiglia ne vengono coinvolti; ed è
altresì bello aderire a una santa eredità della fede e tramandarla. Troviamo
l’esempio di Timoteo
e di due donne: sua madre e sua nonna: «Io ricordo infatti la fede non finta
che è in te, la quale abitò prima nella tua nonna Loide e nella tua
madre Eunice, e, sono persuaso, abita in te pure» (2 Tm 1,5).
Tuttavia, dov’erano suo padre (greco; At 16,1ss) e suo nonno? E
perché «una donna giudea credente» (At 16,1) sposò un uomo greco, ossia
un gentile?
Anch’io voglio credere alla Parola di Dio con la
semplicità di cuore, ma solo dopo aver capito giustamente un testo nel suo
contesto. In Atti 16,31 c’è una promessa personale a un Gentile in una
situazione storica specifica. Altrove Gesù rivelò che i suoi seguaci sarebbero
stati traditi dagli stessi loro famigliari. Quindi, c’è la regola e poi
le eccezioni. Certamente ci auguriamo che intere famiglie si convertano al
Signore; tuttavia, Atti 16,31 non lo garantisce, non contenendo una
promessa generale come ad esempio Giovanni 3,16; Romani 10,9s; 1 Timoteo 2,4
Nella tua esperienza tra le «tribù» sannicandresi ricordi che tutti membri di
tali famiglie sono stati raggiunti dalla fede, che salva, e sono entrati nel
patto col Signore? E tra i «credenti» sono stati tutti realmente «rigenerati»
dallo Spirito di Dio, o alcuni, dopo aver appetito la grazia, si sono
allontanati dal Signore? Certamente conosci anche tu le «rane cristiane»,
ossia coloro che non sono né carne e né pesce...
8. {Vincenzo
Motta}
▲
■
Contributo:
Caro Nicola, ho letto questo tuo scritto, penso che sia molto chiara la
Scrittura, quando dice in Atti 16,31: «Credi nel signore Gesù e sarai
salvato tu e la casa tua», se letta nel suo contesto. Per essere salvati,
bisogna prima pentirsi e ravvedersi dai propri peccati. Questo significherà
credere veramente, quando questa salvezza arriverà a uno della famiglia; questa
persona né parlerà per la gioia ai suoi familiari. Essi, a loro volta,
se accetteranno anche loro di credere in Gesù, ravvedendosi dai loro
peccati, saranno salvati; ma solo se saranno rigenerati dallo Spirito Santo, per
camminare in novità di vita, saranno salvati! «Credi nel signore Gesù e sarai
salvato tu e la casa tua», non significa che questi ultimi non dovranno
fare la scelta, cioè quella di nascere di nuovo, come disse Gesù a Nicodemo.
Penso che sei d’accordo con quello che dico. {17-02-2012}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Sì sono d’accordo. Quando una pietra cade in uno stagno,
crea intorno a sé cerchi di varia grandezza e intensità. Dipende, però, da chi
sta nello stagno se farsi trasportare da tale onda di propagazione, se rimanere
indifferenti o se addirittura opporsi.
Gloria a Dio, quando intere famiglie si lasciano coinvolgere dall’onda di
propagazione dell’Evangelo. Poi, è nostra responsabilità di sposare una
persona, che è nella fede e con cui trasmettere la buona eredità ai
posteri.
Nella mia esperienza di fede ho visto anche il contrario: famiglie di
«credenti», che si sono esposte alle onde di propagazione del mondo. I
figli hanno sposato non-credenti. Poi, della buona eredità della fede non è
rimasta più nulla...
La fede
biblica è personale. Tuttavia, abbiamo il dovere di trasmetterla, dando
un buon esempio d’irreprensibilità; poi, starà a chi ci sta intorno, di
accettarla, di esserle indifferente o di contrastarla.
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {Vari e
medi}
▲
■
Pietro Calenzo: Purtroppo in
certi
ambienti carismofili, la cultura biblica e la corretta esegesi testuale
viene valutata come il frenare l’azione dello Spirito. L’antidoto più
idoneo è 2 Timoteo 2,15, da te citato. Dio ti benedica, Nicola. Shalom.
{11-02-2012}
■
Adolfo Monnanni: È
sicuramente suggestivo come messaggio, ma colui, che lo dichiara in questi
termini, ha avuto questa gioia in famiglia [ossia di avere tutti i suoi parenti
convertiti; N.d.R.] o la impone come forma? Grazie a Dio che non tutti sono cosi
disavveduti, che il Signore protegga i suoi da simili situazioni, un saluto
fraterno. {11-02-2012}
■
Salvatore Paone: Sì, in
effetti è così,
non è una certezza che, quando si converte un individuo, debbano convertirsi
tutti i famigliari; anche se in alcuni casi è capitato, ci sono anche casi dove
uno solo è convertito e gli altri no. Ricordo che la moglie di Lot non si
salvò, si voltò in dietro e sappiamo cosa successe. {11-02-2012}
■
Davide Incardona: Conosco
qualcuno degli «alcuni», di cui hai parlato nell’articolo. In effetti, dicono
quello che sanno, ma
non sanno quello che dicono. È proprio così che «alcuni» fanno con i
brani della Scrittura. Sapere ciò, che dice un testo, magari a memoria, non
basta per
capirne il significato profondo. Solo uno studio attento e umile può
chiarire le tante lacune, che la superficialità oscura. {13-02-2012}
■
Armillotta Matteo: Sono
perfettamente d’accordo con il fratello Nicola Martella; così si dovrebbero
esaminare sempre le Scritture. Che il Signore preservi tutti coloro che
fanno e continueranno a farlo così. Saluti a Nicola nel Signore Gesù.
{14-02-2012}
■
Nunzio Nicastro: Grazie,
Nicola Martella, per la corretta esegesi contestuale e una buona
ermeneutica. Purtroppo ci sono molti filosofi e seduttori di menti, che non
usano il principio «la somma della tua parola che è verità». «La
tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero» (Sal
119,105). Maran-atha {14-02-2012}
12. {Vari e
brevi}
▲
■
Stefano Frascaro: Grazie,
caro Nicola. La Parola di Dio insegna sempre. {10-02-2012}
■
Pierluigi Prozzo: Pace,
Nicola, se t’interessa qualche tempo fa risposi anche io a una domanda basata su
Atti 16,31: «Salvezza
automatica per i familiari?». {10-02-2012}
■
Rossano Calderamo: Anch’io
lo interpreto come dici tu, Nicola, ma è difficile farlo capire; sembra abbiano
un
velo sugli occhi. {11-02-2012}
■
Liliane Vitanza Hoffer:
Grazie, Nicola, per aver messo luce su questo inganno. {14-02-2012}
■
Antonio Boanelli: Di queste
cose se ne dovrebbero parlarne di più; purtroppo c’è tanta confusione. Pace.
{14-02-2012}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-At16-31_interpreta_EdF.htm
13-02-2012; Aggiornamento: 24-05-2013 |