Il dott.
O.T. Allis scrive in The Old Testament: Its claims and its critics (NJ:
Presbyterian & Reformed Pub. Co, Phillipsburg 1972): «L’Obelisco Nero di
Shalmaneser contiene, oltre a brevi racconti dei primi 32 anni del suo regno,
venti piccoli rilievi, con annotazioni, che descrivono il pagamento del tributo
da parte di cinque regioni conquistate. Una di queste annotazioni, disposta
sopra un rilievo, descrive un re prostrato che rende omaggio a Shalmaneser, e vi
è scritto: “Tributo di Ja-u-a figlio di Hu-um-ri”. Nessuna data viene indicata;
e Jaua non viene citato in nessuna altra parte dell’Obelisco, benché venga
menzionato altrove su un frammento d’una lista d’annali. È stato generalmente
supposto che questo si riferisse a Jehu d’Israele, anche se come nel caso della
battaglia di Karkar non c’è menzione di quest’evento nell’Antico Testamento.
Sarà bene dunque esaminare con attenzione le annotazioni. Il primo è chiamato
“Tributo di Sua, il Gilzanita”. L’unica menzione d’un tale tributo nel testo
dell’iscrizione è nell’annotazione del 30° anno (un evento molto recente); e lì
si può leggere: “Il tributo d’Upu il Gilzanita… ho ricevuto”. Sua è succeduto a
Upu nel corso d’un anno? Il quinto rilievo è descritto come “Il tributo di
Karparunda di Hattina”. Tuttavia l’annotazione del 28° anno (anche questa
relativamente recente) ci dice che Shalmaneser ha costituito Sasi, figlio degli
Uzziti, re sopra di loro ed essi gli hanno inviato “dei regali senza misura”».
Come può essere spiegato questo?
Secondo l’argomento di Allis che sembra ci siano contraddizioni importanti
sull’Obelisco Nero tra i racconti e le annotazioni, che possono indicare che i
due siano stati composti in tempi differenti tra loro e certamente mette in
dubbio qualsiasi ipotesi che ritiene che il regno di Shalmaneser sia preciso.
Allis continua: «Ritornando di nuovo alle menzione di Jaua, noi osserviamo che
egli è chiamato “il figlio di Humri”. Ciò mostra l’inesattezza delle
informazioni di Shalmaneser. Se Jaua è Jehu, quindi Jehu è chiamato figlio
d’Omri, di cui il nipote Jehoram è stato assassinato da Jehu. Jehu non era di
discendenza reale; era un usurpatore».
Allis ora ritorna su una seconda iscrizione di Shalmaneser, risalente al suo 18°
anno, in cui dice che ha ricevuto il tributo da J-a-ua mar Hu-um-ri-i
(Jehu figlio d’Omri). Allis scrive: «Inoltre, l’identificazione di Jaua con Jehu
è incerta. Tiglath-Pileser chiama Achaz, Jaua-hazi, ciò indica che lo conosceva
come Jehoachaz. Così Jaua potrebbe essere un diminutivo di Jehoachaz o di
Jehoash, proprio come il nome Hadad (1 Re 11,14) dato al principe Edomita del
periodo di Salomone è un diminutivo, forse, dei più familiari Ben-Hadad o
Hadad-ezer. Se Shalmaneser conosceva così poco Jehu da chiamarlo figlio d’Omri,
egli avrebbe potuto facilmente confonderlo con Jehoachaz o Jehoas. Questo
farebbe sì che il 18° anno di Shalmaneser (840 a.C.) corrisponda a un evento
della fine del regno di Jehoachaz o dell’inizio di quello di Jehoas d’Israele,
secondo la cronologia d’Ussher. La descrizione biblica non fa menzione
dell’Assiria, nel racconto della vita di Jehu. Hazael di Damasco era il nemico
principale di Jehu (2 Re 10,32,33) e questo non poteva essere il caso se Hazael
era in quel periodo seriamente minacciato dall’Assiria».
«Ci sono allora buoni motivi per accettare la dichiarazione di Geoge Smith (The
Eponym Assyrian Canon) per quanto riguarda Jehu: “Senza avanzare alcuna teoria
per l’identificazione del re accennato nelle iscrizioni assire, direi che
l’identità di Jehu della Bibbia con lo Jaua delle iscrizioni non è dimostrata e
che le relative supposizioni non sono sufficienti per costringerci a modificare
tutte le nostre date bibliche”» (Smith, p. 190).
Allis aggiunge in una nota, che un motivo della generale accettazione di Jaua
con Jehu «è che molti studiosi della Bibbia l’hanno vista come una conferma
benvenuta delle annotazioni bibliche con le fonti extra-bibliche e quindi hanno
prestato poca o nessuna attenzione alle gravi conseguenze di questa e altre
identificazioni, le quali hanno contribuito alla distruzione della cronologia
biblica generalmente accettata. L’immagine di Jehu, figlio d’Omri che si prostra
davanti a Shalmaneser si trova in molti libri biblici. Ma al lettore non vengono
detti gli ostacoli che ci sono per quest’identificazione» (p. 485).
Ritornando alla parte principale del libro di Allis, troviamo che egli
suggerisce un evento del regno di Jehoachaz che potrebbe adattarsi meglio alla
dichiarazione dell’Obelisco Nero riguardo Jaua, considerando che l’Obelisco Nero
potrebbe non riguardare alcun Israelita: «La dichiarazione che “l’Eterno diede
un liberatore agli Israeliti” (2 Re 13,5) in risposta alla preghiera di Joachaz
(856-839 a.C.) può riferirsi a un’invasione di Shalmaneser III che “ha rotto il
potere di quel monarca (re di Siria) per un certo tempo e così ha fatto
respirare gli israeliti”» (Smith, p. 191). E dobbiamo ricordare ancora una volta
che non c’è alcuna menzione dell’Assiria nei racconti biblici dei regni di Achab
e di Jehu. L’argomento del silenzio può essere spesso debole e inconcludente, ma
nel caso d’eventi importanti come quelli che sono registrati negli annali di
Shalmaneser, se vi sono inclusi dei re d’Israele, il silenzio delle
registrazioni bibliche a loro proposito deve essere considerato come
significativo». (Allis, pp. 417ss).
Conclusione
Di fatto, quasi tutti gli studiosi moderni sono d’accordo con il Canone Eponimo
Assiro e con diverse altre iscrizioni assire, secondo cui nel 18° anno di
Shalmaneser, questi fu vittorioso sopra Jehu d’Israele e sopra Hazael di Siria.
Il risultato di queste identificazioni è che o il Canone Eponimo Assiro è in
errore, oppure bisogna ricostruire la cronologia dei re dell’Antico Testamento.
Gli studiosi moderni sono rapidi a scegliere la seconda via, accettando quello
che il mondo antico propone, sfidando così la Bibbia, con il risultato che tutti
i dizionari e le enciclopedie bibliche considerano il Canone Eponimo Assiro come
legge e propongono delle revisioni nella cronologia biblica dei re d’Israele e
Giuda.
Le iscrizioni di Shalmaneser, dimostrano parecchia ignoranza riguardo le nazioni
a lui lontane. Egli chiama «Jehu», figlio d’Omri. Evidentemente, egli o il suo
scriba, ha supposto che i re della terra d’Omri fossero tutti discendenti
d’Omri. Poiché «Jehu» non era un figlio d’Omri e gli Assiri hanno utilizzato il
nome Jaua per altri re Israeliti, può benissimo essere che «Jaua, figlio d’Omri»
sia riferito da Shalmaneser a Joachaz, e in effetti è proprio così. Troviamo
infatti che il riferimento di Shalmaneser a «Jaua figlio d’Omri» s’adatta
esattamente al periodo di tempo di Jaua-achaz (Jehoachaz). Data l’ignoranza
assira sulle nazioni lontane, non possiamo pretendere che queste iscrizioni
siano perfettamente precise. «Jehu figlio d’Omri» potrebbe indicare molta gente,
ma il più probabile è Joachaz.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Shalmaneser_Jehu_R34.htm
17-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010
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