Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

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Matteo, l’evangelista dei giudei

 

NT: Testo biblico

 

 

 

 

Nello stesso libretto sono contenute le domande per lo studio e il dizionarietto, dove trovare le risposte.

   Ecco le parti principali della parte di studio:
■ Introduzione all'Evangelo di Matteo
■ Nascita, battesimo e tentazione (Mt 1,1-4,11)
■ Attività in Galilea (Mt 4,12-16,12)
■ Istruzione dei dodici (Mt 16,13-18,35)
■ Viaggio verso Gerusalemme e ultimi giorni in essa (Mt 19-25)
■ Crocifissione e risurrezione (Mt 26-28).

 

Inoltre ci sono, tra altre parti, anche le seguenti:
■ Dizionarietto
■ Guida allo studio personale e di gruppo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PESCA MIRACOLOSA SUL MAR DI GALILEA

 

 di Argentino Quintavalle

 

«E montato in una di quelle barche che era di Simone, lo pregò di scostarsi un po’ da terra; poi, sedutosi, dalla barca ammaestrava le turbe. E com’ebbe cessato di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo, e calate le reti per pescare”. E Simone, rispondendo, disse: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, alla tua parola, calerò le reti”. E fatto così, presero un tal quantità di pesci, che le reti si rompevano… Simon Pietro, veduto ciò, si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, dipartiti da me, perché sono uomo peccatore”» (Luca 5,3-6,8).

 

Entriamo in tema

     Comprendere qualcosa di più riguardo l’antica pesca sul Mar di Galilea ci permette d’apprezzare meglio i dettagli di questa scena, uno dei primi miracoli di Gesù che è stato fatto probabilmente d’inverno sulla costa del lago vicino Capernaum.

     Pietro e gli altri pescatoti usavano una rete di tramaglio (rete formata da tre teli paralleli e sovrapposti, mantenuti verticali) per prendere il Tilapia galilea («pesce di San Pietro»). Essi pescavano di notte e smettevano all’alba perché con la luce del giorno i pesci potevano vedere il reticolato. Prima che i pescatori mettessero a posto le reti, le lavavano con cura e le mettevano ad asciugare. Se le reti non venivano prontamente fatte asciugare dopo l’uso, correvano il rischio di marcire in tempi brevi. Dal racconto dell’Evangelo sappiamo che Gesù è arrivato sulla riva del lago mentre i pescatori stavano ancora lavando le reti (Lc 5,2) ed è subito salito in una delle barche e ha iniziato a insegnare. Se il lavaggio delle reti di tramaglio avveniva poco dopo l’alba, allora Gesù deve aver incominciato a insegnare in un orario molto mattiniero.

     Pietro poteva aver usato solo una rete di tramaglio o al limite una a veranda, una variante del tramaglio. Non avrebbe potuto pescare con una rete scorticaria perché il fondale della parte ovest del lago è roccioso e una scorticaria si sarebbe continuamente impigliata. È anche improbabile che Pietro pescava con una rete da lancio poiché egli pescava con barca ed equipaggio.

     Fonti giudaiche confermano quest’immagine della diligenza e della fedeltà dei maestri d’Israele durante questo periodo e lo zelo della gente ad apprendere la Torà. Dalla letteratura rabbinica si ricava che i rabbini insegnavano in tutti i posti possibili e in qualsiasi momento del giorno e della notte. Qui abbiamo l’esempio d’un Grande Rabbino che stava insegnando al mattino presto, forse verso le sette, da una barca attraccata sulla riva del lago. Una folla numerosa aveva costretto Gesù a usare la barca come pulpito per l’insegnamento, e tutto questo malgrado l’orario mattutino.

 

Il duro lavoro del pescatore

     Era un caso che Gesù scelse dei pescatori come discepoli? Oppure era il loro duro lavoro che li aveva preparati in maniera particolare al compito per cui sono stati scelti? Fare il pescatore era un lavoro duro. I loro corpi erano bagnati per la maggior parte del loro tempo, anche d’inverno, dato che in questa stagione la pesca era più propizia, specialmente per il pesce san Pietro e la sardina. Il tardo inverno è anche la stagione delle piogge, e spesso i pescatori stavano sotto la pioggia nelle lunghe notti d’inverno. A quei tempi non c’erano gli impermeabili di materiale plastico per ripararsi dalla pioggia e dall’umidità come invece li hanno i pescatori d’oggi!

     Il lavoro del pescatore era anche fisicamente duro, poiché comportava remare per spostarsi nelle zone di pesca, trainare delle reti pesanti e sollevare ceste di pesci. I pescatori che usavano le reti da lancio, dovevano entrare in acqua ripetutamente per recuperare le loro reti. La maggior parte dei pescatori lavoravano di notte e dormivano di giorno. Possiamo immaginarci un tipico villaggio di pesca come Capernaum che era silenzioso fino alle ore 12,30 o 13,00 e con le madri che zittivano i bambini più rumorosi o qualche cane che abbaiava.

     Mettiamoci al posto di Pietro, che aveva lavorato tutta la notte in una piccola barca, al freddo, nell’oscurità e forse nella pioggia. Come ci sentiremmo se mentre stiamo lavando le nostre reti, poco dopo l’alba, stanchissimi dopo una lunga notte di pesca, qualcuno salisse nella nostra barca chiedendoci di remare per scostarci dalla riva e aspettare chissà quanto tempo mentre quella persona si mette a parlare in pubblico? Non sarebbe passato molto tempo che la nostra pazienza sarebbe stata messa a una dura prova, non solo perché assonnati, ma anche perché affamati. Pensiamo ora che ci venga ordinato di ritornare a pescare, a gettare nuovamente le reti — dopo che esse erano state già lavate! Che richiesta da parte di Gesù!

     Dov’era Gesù quando disse a Pietro: «Prendi il largo e calate le reti per pescare»? Dov’era Gesù quando Pietro era caduto ai suoi piedi per lo shock e la meraviglia? L’impressione che si ha della storia di Lc 5,1-11 non è molto dissimile da quella di Gv 21,1-14, sebbene la storia di Giovanni abbia luogo dopo la risurrezione. Ci possiamo immaginiamo Gesù sulla spiaggia, forse con un braccio steso verso la barca di Pietro che stava a una certa distanza dalla riva. Immaginiamo Pietro tuffarsi dalla barca, nuotare fino a terra, cadere faccia a terra sulla spiaggia, davanti a Gesù, e poi risalire sulla sua barca per trascinare la rete piena di pesci a terra. Ma questo è dovuto all’influenza del racconto di Giovanni, che ci dice che quando Pietro ha capito che era il Signore, è saltato fuori dalla sua barca che si trovava a 200 cubiti (circa cento metri) dalla riva e si è messo a nuotare.

     Nella storia di Luca, Gesù si trova nella barca di Pietro quando gli dice di prendere il largo e d’iniziare nuovamente a pescare. Gesù è sempre nella barca anche quando Pietro cade ai suoi piedi subito, dopo che le reti piene di pesci sono state tirate nella barca.

     Pietro non era solo a manovrare la barca per scostarla dalla riva e permettere a Gesù d’insegnare; non era solo quando ha portato la barca al largo, e non era solo quando ha gettato le reti. Infatti, il comando di Gesù, «calate le reti» (plurale), indica che almeno un altro pescatore era salito sulla barca con Pietro e con Gesù. Anche la dichiarazione del v. 7, «e fecero segno ai loro compagni dell’altra barca, di venire ad aiutarli», mostra che Pietro non era l’unico pescatore a bordo.

     La barca per la pesca con rete di tramaglio è normalmente adibita per quattro pescatori. È quindi probabile che c’erano due o tre pescatori che erano saliti nella barca insieme a Pietro. (Questo tipo di barca può difficilmente essere gestita da un equipaggio di due persone, poiché uno deve necessariamente essere addetto ai remi e l’altro a svolgere e trainare le reti). Se solo due persone, oltre a Pietro e a Gesù, erano salite nella barca, allora forse Gesù ha servito come quarto membro dell’equipaggio. Se erano saliti in tre (ma non è probabile) allora Gesù doveva essere rimasto sulla riva, poiché in una barca di queste dimensioni, dai 4,5 ai 5,5 metri di lunghezza, c’è giusto lo spazio per quattro pescatori, le loro reti e qualche altra attrezzatura.

     Questo modifica la solita immagine che abbiamo di Gesù che insegna sul lago. Molti film hanno lasciato Gesù sulla riva. Ma quando la folla ascoltava Gesù, egli stava in una barca fiancheggiato da due a quattro pescatori. Inoltre, dobbiamo avere l’immagine di Gesù, quando le reti venivano tirate a bordo, che stava in un angolo della barca e parzialmente coperto con reti e pesce.

 

Il miracolo della pesca

     Quando Pietro ha visto la straordinaria pescata, è caduto nella barca di fronte a Gesù dicendo: «Signore, dipartiti da me, perché sono uomo peccatore»! Il testo aggiunge che Pietro e quelli che stavano con lui erano spaventati dalla quantità di pesce che avevano preso. Questi pescatori hanno reagito così perché era statisticamente improbabile che avrebbero preso tanto pesce, dopo aver lavorato tutta la notte e non aver preso niente? Questo rende parzialmente conto del loro shock. L’improbabilità di prendere del pesce sufficiente per ripagarli sia della fatica che finanziariamente, è indicato anche dalla risposta iniziale di Pietro. Egli non ha fatto immediatamente come Gesù aveva chiesto, ma il suo primo argomento è stato: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla».

     C’è qualcosa di più per questa reazione dei pescatori della Galilea che va oltre la grandezza della pesca fatta? Fino all’introduzione delle reti di nylon trasparenti negli anni Cinquanta del ventesimo secolo, la pesca con il tramaglio veniva fatta solo di notte. Di giorno, il pesce poteva vedere le reti ed evitarle. Il miracolo era che il pesce nuotava ciecamente nella rete di giorno.

     Cos’altro ha fatto sì che Pietro cadesse ai piedi di Gesù per la paura? Sicuramente il tempo del miracolo. Subito dopo aver finito di predicare, quando per lui era il tempo più conveniente, Gesù ha ricompensato quei pescatori per il loro disturbo.

     La sicurezza di Gesù risalta grandemente. Nell’insegnare a una folla di gente Gesù, apparentemente, sembra che non prendeva in considerazione gli inconvenienti che causava a questi pescatori, ma invece aveva previsto di ricompensarli per il loro servizio e sapeva che poteva farlo ogni volta che voleva. Vediamo la stessa fede dimostrata da Pietro dopo la Pentecoste, quando sapeva in anticipo cosa egli stava per fare e quale ne sarebbe stato il risultato, allorquando ha guarito lo zoppo fin dalla nascita (Atti 3,6).

     Gesù non era inconsapevole della stanchezza dei pescatori e della loro frustrazione per non aver pescato niente dopo aver lavorato duramente tutta la notte. Egli sapeva che erano molto stanchi e desideravano andare a casa a dormire. Egli sapeva anche dei loro bisogni generali e in particolare del mancato reddito per la notte di pesca infruttuosa. Egli ha rimosso la loro frustrazione per la perdita d’una notte di lavoro e li ha benedetti con tanto di quel pesce che, per prenderlo, sarebbero state necessarie varie notti di pesca. Con due barche come quelle, la pesca descritta in Lc 5 doveva essere di circa 650-700 kg di pesce.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Pesca_miracolosa_Mt.htm

10-08-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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