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1.
Entriamo in tema
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2.
Una volta all’anno
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3.
Scopo del pellegrinaggio
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4.
Gesù a Gerusalemme
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5.
Durata della permanenza
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6.
Triste note d’attualità
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1.
ENTRIAMO IN TEMA:
Di Gesù si legge:
«I suoi genitori si recavano
ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. E, quando egli compì dodici
anni, essi salirono a Gerusalemme, secondo l’usanza della festa. Terminati quei
giorni, mentre essi ritornavano, il fanciullo rimase in Gerusalemme; ma Giuseppe
e sua madre non lo sapevano» (Lc 2,41ss).
Luca dice che Giuseppe e Maria facevano un
pellegrinaggio a Gerusalemme ogni Pasqua. La richiesta di fare questo
pellegrinaggio al tempio si trova in quei passi delle Scritture che trattano
delle tre feste annuali. In Es 23,17 è scritto: «Tre volte all’anno tutti i
tuoi maschi compariranno davanti al Signore, l’Eterno». Es 34,23 ripete
questo comando quasi alla lettera, e il libro del Deuteronomio aggiunge
ulteriori dettagli: «Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà
davanti all’Eterno, il tuo Dio, nel luogo che egli ha scelto: nella festa dei
pani azzimi, nella festa delle Settimane e nella festa delle Capanne; nessuno di
essi si presenterà davanti all’Eterno a mani vuote» (Dt 16,16).
Ai tempi di Gesù questi versi non venivano interpretati
nel senso che si era costretti a fare un pellegrinaggio a Gerusalemme tre volte
all’anno, ma che il pellegrinaggio era associato a queste feste. Così il
comandamento «di andare» a Gerusalemme poteva essere osservato una volta
all’anno.
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2.
UNA VOLTA ALL’ANNO:
Molte tradizioni rabbiniche riferiscono che le persone erano piuttosto
scrupolose nell’osservanza del comandamento del pellegrinaggio a Gerusalemme,
tuttavia veniva fatto al massimo una volta all’anno e non tre volte come è
scritto nella Bibbia. Una tale tradizione è trovata nel racconto midrascico
(omiletico) del pellegrinaggio di Elkanah, il padre di Samuele, al tabernacolo
di Sciloh e indica che il pellegrinaggio di una volta all’anno era abbastanza
accettabile. Essa si basa su 1 Sm 7,3: «Ogni anno quest’uomo saliva dalla sua
città per adorare e offrire sacrifici all’Eterno degli Eserciti a Sciloh».
Il racconto di Luca concorda con tali tradizioni
giudaiche di individui o famiglie di giusti che facevano il pellegrinaggio ogni
anno.
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3.
SCOPO DEL PELLEGRINAGGIO: Esso
non era solo per adorare. Il giovane Gesù ha sfruttato il pellegrinaggio
a Gerusalemme per interrogare i sapienti insegnanti sull’interpretazione della
Scrittura, come pure per esprimere le proprie opinioni personali. Questo
conferma anche la motivazione rabbinica che uno degli scopi più importanti del
pellegrinaggio era quello di studiare la Parola di Dio.
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4.
GESÙ A GERUSALEMME:
Lo studio della Parola di Dio in concomitanza con il pellegrinaggio a
Gerusalemme concorda con gli eventi della vita di Gesù così come sono descritti
negli Evangeli. Gesù andò a Gerusalemme per la Festa della Dedicazione e insegnò
nel tempio sotto il Portico di Salomone (Gv 10,22ss). Quando Gesù andò a
Gerusalemme per la Festa dei Tabernacoli, egli insegnò nel tempio (Gv 7,14). E
quando andò a Gerusalemme per l’ultima volta, a Pasqua, egli si sedette di
fronte alla cassa del tesoro del tempio e insegnò (Mc 12,41; Lc 21,1; Gv 8,2).
Quando Gesù infine fu arrestato, egli rimproverò i suoi
sequestratori di essere venuti a prenderlo in tarda ora, quando ogni giorno egli
era seduto nel tempio a insegnare (Mt 26,55; Mc 14,48s; Lc 22,52s; cfr.
Gv.18,20s). Quando andava a Gerusalemme, Gesù insegnava nel tempio.
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5.
DURATA DELLA PERMANENZA:
In Lc 2,43 è scritto che i genitori di Gesù sono ritornati a casa quando
hanno «terminato i giorni». Questo implica che non sono stati a Gerusalemme solo
il giorno di Pasqua, ma sono rimasti per più giorni.
Quando la Bibbia parla del sacrificio pasquale,
aggiunge: «E al mattino te ne potrai andare e rientrare alle tue tende»
(Dt 16,7). In altre parole, il pellegrino poteva ritornare alla propria casa
dopo il primo dei sette giorni festivi.
Tuttavia la tradizione rabbinica ha interpretato «al
mattino» come non facente riferimento al primo giorno della festa, ma all’intera
festa di sette giorni: «La Scrittura si riferisce a tutti i giorni della Pasqua
come un solo giorno» (Talmud Babilonese, Zevahim 97a). Così, al tempo dei genitori di Gesù, riguardo al
pellegrinaggio di Pasqua, non si ritornava dopo il primo giorno della festa, ma
solo dopo che «i giorni erano terminati». Una famiglia di pellegrini rimaneva a
Gerusalemme per sette giorni interi durante la Festa di Pasqua, o per otto
giorni durante la Festa dei Tabernacoli.
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6.
TRISTE NOTE D’ATTUALITÀ:
Nelle Marche, la Chiesa Cattolica organizza annualmente un famoso
pellegrinaggio che va da Macerata a Loreto. Si osservino però queste differenze:
■ Il pellegrinaggio biblico è comandato da Dio nella
sua Parola, quello cattolico no.
■ Il pellegrinaggio biblico ha per scopo l’adorazione
di Dio, quello cattolico no.
■ La Chiesa Cattolica autorizza e stimola un
pellegrinaggio fatto per rendere il culto a un essere umano.
■ Maria, quando era in vita, si atteneva alle norme sui
pellegrinaggi, comandate dalla Parola di Dio.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Pellegrinaggi_NT_Mt.htm
24-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010
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