▼
1.
Le regole
▼
2.
Purificazione
▼
3.
Considerazioni |
Clicca sulle frecce iniziali per andare avanti e indietro.
Era richiesta saggezza per interpretare i comandamenti biblici, tra cui quelli
che si occupavano del rituale d’impurità delle mestruanti. Le Sacre Scritture mettono un’enfasi considerevole
sulle leggi di niddāh «impurità» (mestruazione, flusso mestruale;
mestruante). L’insegnamento principale e fondamentale sulla mestruazione nelle
Sacre Scritture si trova in Lv 15,19-33. Il Talmud Babilonese dedica centinaia
di pagine a commentare le leggi della mestruazione nel trattato Niddāh.
▲
1.
LE REGOLE: Secondo la Bibbia, una donna è impura per sette giorni
dall’inizio del suo flusso mestruale (Lv 15,19). Chiunque tocca una donna che ha
le mestruazioni diventa impuro fino a sera (Lv 15,19). Chiunque tocca il suo
letto o qualunque cosa su cui ella è seduta, durante i sette giorni, deve
lavarsi le vesti e lavarsi in acqua e sarà impuro fino a sera (vv. 20-23).
I rapporti sessuali con la donna durante questo periodo
sono proibiti (Lv 18,19; Ez 18,6; 22,10). La punizione per l’uomo e la donna che
violano questa proibizione è lo «sterminio» da mezzo del popolo d’Israele (Lv
20,18). Se le mestruazioni di una donna iniziano durante il rapporto, l’uomo
diventa impuro per sette giorni perché gli viene trasmessa la condizione
d’impurità della donna (Lv 15,24).
Se una donna ha le mestruazioni per più di sette giorni
o ha un flusso irregolare di sangue in momenti diversi dal suo periodo, la sua
impurità finisce solo dopo sette giorni «puliti» (Lv 15,25-28). Nell’ottavo
giorno «pulito», l’atto finale della purità rituale richiede di portare due
tortore o due giovani piccioni per sacrificio (Lv 15,29s).
▲
2.
PURIFICAZIONE:
Secondo Lv 12,1-8, a causa della fuoriuscita di sangue associata al
parto, una donna è ritualmente impura dopo aver partorito, proprio come lo è
durante il periodo mestruale. L’impurità è per sette giorni se partorisce un
maschio (v.2), e per quattordici giorni se partorisce una femmina (v.5). La
madre deve aspettare trentatré giorni aggiuntivi se ha partorito un maschio e
sessantasei in caso di femmina per «purificarsi dal sangue» (vv.4,5). Alla fine
del suo periodo d’impurità, deve portare un sacrificio al sacerdote (vv.6-8).
Gli Evangeli sinottici registrano un racconto di Gesù
che entra in contatto con una donna che aveva sofferto di un flusso di sangue
per dodici anni (Mt 9,20ss; Mc 5,25-34; Lc 8,43-48). Qualunque fosse stata la
causa della sua perdita di sangue, le restrizioni levitiche (Lv 15,19-33) la
rendevano ritualmente impura, e altrettanto era per chiunque l’avesse toccata,
facendo così di lei un’esiliata tra la propria gente. Nel momento in cui la
donna ha toccato il mantello di Gesù, è stata curata dalla potenza di Dio e la
sua contaminazione è stata rimossa. Il Nuovo Testamento tace riguardo
all’obbligo della donna di portare l’offerta prescritta per la cessazione
dell’impurità (cfr. Lv 15,28ss).
La mancanza di attenzione verso le leggi che riguardano
le mestruazioni era considerata una delle tre trasgressioni per cui le donne
morivano nel parto (Shabbat 2:6). Giuseppe Flavio dichiarò che le donne, durante
il periodo mestruale, non avevano accesso a nessuno dei cortili del tempio
(Contro Apione 2,103-104; Guerre 5,227). La separazione sociale delle donne
durante le loro mestruazioni fu ulteriormente enfatizzata nel Talmud.
Così, i lunghi periodi di isolamento dovuti alla loro
impurità rituale, come pure alle loro responsabilità di casalinghe, ha condotto
a una scarsa partecipazione generale delle donne alle attività pubbliche della
vita religiosa comunitaria.
▲
3.
CONSIDERAZIONI:
Bisogna ammettere che la situazione della donna era svantaggiata, ma non
per questo non potevano esprimere la loro spiritualità. Maria era una donna. Dio
l’ha amata e utilizzata. Secondo la Scrittura, ci sono cinque cause di impurità:
■ Contatto con un corpo morto (Nu 19,11-22). ■ Contatto con i corpi morti di animali (Lv 11,24-44). ■ Versamenti corporei, tra cui la gonorrea, il flusso
mestruale (Lev15) e il sangue delle partorienti (Lv 12). ■ La «lebbra» (Lv 13-14). ■ Contatto con alcune cose santificate. Quelli che
preparavano le ceneri della giovenca rossa diventavano impuri in senso
cerimoniale a seguito del loro lavoro santo (Num19,7-10).
Ci sono tipi di impurità specifici per gli uomini, e quelli specifici per le
donne, ma la maggior parte si applicano a entrambi i sessi.
Le femministe non sono riuscite a cogliere queste
distinzioni. Le regole bibliche che si riferiscono alla purità cerimoniale non
negano alla donna una esperienza religiosa; esse sottolineano le esperienze
univoche della vita femminile. Dopo aver partorito, una donna faceva un
pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme per portare il sacrificio stabilito per
la sua purificazione. Ella non andava con un senso di colpa, ma andava a
«celebrare» una caratteristica esperienza femminile.
Le espressioni ebraiche tāhōr «puro» e tāmē’
«impuro» sono termini tecnici che non hanno in sé stessi alcuna connotazione
moralmente positiva o negativa. Secondo la Scrittura, o si è in uno stato di
purità, o in uno stato di impurità. L’impurità è un fenomeno umano
È vero che i termini «puro» e «impuro» sono stati usati
come metafore per «buono» e «malvagio», ma è quasi impossibile in italiano
trovare una parola equivalente che esprima adeguatamente il senso del termine
biblico tāmē’, che viene tradotto con «impuro», il quale trasmette una
connotazione molto negativa. Tuttavia, il termine non dà a intendere un
significato di giudizio morale a meno che lo stato di impurità non sia causato
da un atto proibito dalla Legge. Il termine può significare semplicemente
l’incompatibilità o l’impreparazione per entrare alla presenza di Dio (per
esempio, il santuario del tempio). In altre parole, si può essere impuri senza aver
commesso alcun peccato. Notiamo con attenzione l’ipotesi di Saul sull’assenza di
Davide al pasto reale (1 Sam 20,26). Sembra che egli arrivi alla sua conclusione
su Davide senza allarme o disapprovazione, senza cioè dare l’idea che potesse
aver commesso qualche peccato.
Giuseppe di Arimatea (Lc 23,53) prese il corpo di Gesù
che stava sulla croce, lo avvolse e lo mise in una tomba scavata nella roccia.
Egli divenne ritualmente impuro attraverso questo contatto con un cadavere. La
sua condizione rituale era però il risultato di un comportamento giusto. Domanda: Le donne, durante il loro periodo mestruale,
possono partecipare alla cena del Signore? Rispondo in maniera indiretta: Gesù
rimproverò la donna dal flusso di sangue per averlo reso impuro? (cfr. Tt 1,15).
Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella, «Puro e impuro»,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 289s; cfr. anche «Sacro e profano», p. 315;
«Santità», pp. 319s; «Santo - sacro», pp. 320s. Sul termine «lebbra» cfr. la
traduzione «morbo» e le spiegazioni al riguardo in Nicola Martella,
Il Levitico: Traduzione letterale (Punto°A°Croce, Roma 1998). |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Impuritafem_MT_AT.htm
06-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010 |