Giovanni Battista prima e Gesù poi avevano acceso negli
apostoli la speranza di un imminente e completo instaurarsi del Regno di Dio
(Matteo 3,2.10ss; 4,17). Poi il Battista venne ucciso e anche Gesù, ad un certo
punto, cominciò ad annunciare che avrebbe fatto la stessa fine (Matteo 16,21). Un Messia crocifisso era inaccettabile non solo per Giuda,
ma anche per gli altri undici apostoli (Matteo 16,22). Mentre però gli altri
rimasero come storditi da un tale annuncio, Giuda dimostrò realismo e
concretezza: «Dato che Gesù morirà e non si potrà contare su lui», rifletté,
«meglio recuperare i tre anni dedicatigli vendendolo per trenta denari ai suoi
nemici». Dentro di sé qualche scrupolo lo avrà avuto, ma non è difficile trovare
delle scuse per tacitare la coscienza e così Giuda portò a compimento il suo
piano. È facile ascoltare e dire che, «purtroppo», la realtà è
quello che è e non la possiamo ignorare, per poi concludere che, «purtroppo»,
dobbiamo scendere a compromessi. Certo è doveroso tener conto dei fatti, ma
dovremmo farlo prendendo a modello Gesù, perché Gesù è più realista di Giuda.
Infatti, Giuda ha una vista corta e superficiale: corta perché
ignora le origini e la conclusione del tutto,
superficiale perché non si rende conto che non riuscirà mai a cancellare
completamente, dal suo profondo, l’immagine di Dio impressa nella sua coscienza,
coscienza che rimbomberà dentro di lui fino a distruggerlo (Matteo 27,3-5).
In Giovanni 13 i due realismi sono messi l’uno accanto
all’altro. Dopo che Gesù ha detto del tradimento di Giuda, è scritto: «Gesù,
sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a
Dio se ne tornava», disse a Pietro: «lo capirai dopo»
(vv. 2-7). Gesù illuminò la croce che gli si parava davanti con la luce di
una conoscenza risalente a prima dell’origine del mondo (Giovanni 1,1ss; 17,5;
Colossesi 1,15ss) e alla luce di una risurrezione che sarebbe avvenuta subito
dopo (Giovanni 10,17s).
La mente dei discepoli non può certo abbracciare una
visuale così ampia e allora Gesù li invita ad avere fiducia in lui. In seguito
anche loro capiranno e potranno «toccare con mano» il suo corpo risorto (Luca
24,36-43; Giovanni 20,24-27; Atti 1,3). Chi di noi non è a volte scoraggiato
dall’apparente prevalere del male? Ma la Parola di Dio ci dice che Gesù ha
trionfato su tutto, anche per mezzo della croce (Colossesi 2,15)!
In fondo proprio sul piano della concretezza vediamo come
Giuda abbia fallito nei suoi scopi, mentre l’obiettivo di Gesù di vedere
l’Evangelo diffuso fra tutti i popoli prosegue incessante, fino a quando tornerà
per realizzare pienamente il suo Regno (Matteo 28,18ss; 2 Tessalonicesi 1,5-10).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Giuda_Gesu_Lv.htm
24-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010
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