Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Radici 5-6

 

NT: Persone e contingenza

 

 

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca Babilonese e l’Epoca Persiana. In appendice ci sono tre excursus:
■ I nomi ebraici di Dio
■ Il patto, i patti e i testamenti
■ La Bibbia fra criticismo e modernismo.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca babilonese («Libri storici e profetici III»):
■ L’epoca babilonese in generale
■ Sofonia
■ Habacuc
■ Geremia
■ Lamentazioni
■ Daniele
■ Ezechiele
■ Il tempo dell’esilio. 

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca persiana («Libri storici e profetici IV»):
■ L’epoca persiana in generale
■ Esdra-Nehemia
■ Ester
■ Aggeo
■ Zaccaria
■ Malachia
■ L’epoca intertestamentaria.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA QUALITÀ DEL DISCEPOLATO AI TEMPI DI GESÙ

 

 di Argentino Quintavalle

 

Oggigiorno fra quelli che vogliono essere discepoli di Gesù Cristo, ce ne sono molti «all’acqua di rose», discepoli senza pretese e senza obblighi particolari verso il loro maestro. Essere discepoli sembra essere più un’adesione mentale che una pratica concreta di vita dietro al proprio Signore e Salvatore. Per questo essi sono spesso discepoli che al loro cammino non lasciano tracce delle loro orme né che spandono il «buon odore di Cristo» (2 Cor 2,15), ossia il «profumo della sua conoscenza» (v. 14). Che cosa rivendicava invece il Signor Gesù dai suoi seguaci? Che cosa rispose a coloro che volevano essere «discepoli da tempo libero»? L’autore affronta queste questioni, riportando alle rivendicazioni primigenie di Gesù di Nazareth. {Nicola Martella}

 

La chiamata a essere discepolo d’un maestro, ai tempi di Gesù, significava spesso lasciare famigliari e amici e percorrere il paese in condizioni austere. Voleva anche dire impegno totale. Un futuro discepolo doveva prima di tutto essere sicuro quali fossero le sue priorità.

     Consideriamo le parole dell’uomo che disse a Gesù: «Signore, io ti seguirò, ma permettimi prima di congedarmi da quelli di casa mia» (Lc 9,61). La risposta di Gesù mostrava che solo quelli che erano preparati ad affidarsi completamente a lui sarebbero stati i benvenuti: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,62).

     Questo è sottolineato nella risposta di Gesù a un altro uomo che si è offerto di seguirlo, ma solo dopo aver «seppellito il padre»: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti», gli rispose Gesù (Lc 9,60; Mt 8,22).

     Le risposte di Gesù erano dirette a persone invitate a lasciare la loro casa per servire in una sorta d’apprendistato a tempo pieno con lui. Questa forma di discepolato era una caratteristica dell’antica società ebraica e Gesù non era l’unico maestro dei suoi tempi.

 

Sacrificio

     Per l’uomo ricco citato in Lc 18, la chiamata a seguire Gesù significava rinunciare a tutta la sua ricchezza. Il prezzo era troppo alto per lui e non divenne un discepolo di Gesù. Pietro, con l’occasione, ha ricordato a Gesù che lui e gli altri avevano accettato la sua chiamata: «Noi abbiamo lasciato ogni cosa e t’abbiamo seguito».

     «Amen!», disse Gesù con altre parole, «Sì, voi avete fatto ciò che è lodevole». Gesù ha continuato dicendo che chi avesse fatto il sacrificio d’impegnarsi totalmente per la causa del regno di Dio, avrebbe ricevuto qualcosa dal valore molto più grande di quella a cui aveva rinunciato, e la vita eterna nel mondo a venire (Lc 18,28-30).

 

Impegno

     Gesù non voleva che i suoi eventuali discepoli andassero incontro a false aspettative e ha spesso sottolineato la necessità di calcolare bene il costo prima di prendere un impegno con lui: «Chi di voi infatti, volendo edificare una torre, non si siede prima a calcolarne il costo, per vedere se ha abbastanza per portarla a termine?... Così dunque, ognuno di voi che non rinunzia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo» (Lc 14,28.33).

     Gesù era molto chiaro riguardo al grado d’impegno richiesto al suo discepolo: «Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli, fratelli e sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. E chiunque non porta la sua croce e mi segue, non può essere mio discepolo» (Lc 14,26s).

     In questo contesto la parola «odio» non ha il significato che normalmente ha in italiano, ma è utilizzato in senso ebraico. In ebraico «odio» può anche voler dire «amare di meno» o «mettere al secondo posto». Ad esempio, Gn 29,31 dichiara che Lea era «odiata» (vedi Riveduta), ma il contesto indica non che Lea era odiata, ma che era amata meno dell’altra moglie di Giacobbe, Rachele. Notiamo che nel verso precedente viene detto specificatamente che Giacobbe ha amato Rachele più di Lea.

     In Dt 21,15 troviamo un secondo esempio di questo significato particolare della parola «odio»: «Se un uomo ha due mogli, l’una amata e l’altra odiata…». Anche qui, il contesto mostra che la moglie «odiata» è seconda nell’affetto e non realmente odiata nel nostro senso della parola. Così è nella dichiarazione di Gesù, egli diceva che chiunque non l’avesse amato più della propria famiglia o anche più della propria vita, non poteva essere suo discepolo.

     Gesù ha anche fatto riferimento al tipo di vita rigoroso che lui conduceva quando ha detto: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi; ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Lc 9,58). Il peso che i discepoli di Gesù dovevano portare era pesante, ma era più o meno simile a quello di tanti altri maestri, e non veniva considerato una cosa estrema dalla società ebraica di quei tempi. Era molto più rigoroso lo stile di vita che facevano gli Esseni.

     Un’altra privazione che un discepolo poteva affrontare era l’allontanamento dalla propria moglie. I discepoli stavano generalmente da soli, ma siccome il matrimonio avveniva in età abbastanza giovanile (a partire da diciotto anni secondo la Mišnah) molti discepoli avevano moglie e figli. Ad esempio, la suocera d’uno dei discepoli di Gesù è menzionata in Lc 4,38. Se sposato, un uomo doveva avere necessariamente l’autorizzazione di sua moglie per lasciare la casa per più di trenta giorni per poter studiare con un maestro (Mišnah, Ketubot 5,6).

 

Come un padre

     Malgrado le privazioni, c’era molta gioia nel seguire e imparare da un grande maestro e far parte dei suoi discepoli. Un rapporto speciale si sviluppava tra maestro e discepolo, nel quale il maestro diventava come un padre. Infatti egli era più che un padre e doveva essere onorato più che il proprio padre.

     Se sembra sconvolgente che si potesse onorare il proprio insegnante più del proprio padre, è solo perché non si riesce a comprendere il grande amore e il rispetto che i discepoli, e la comunità in generale, avevano per i loro maestri.

     Allo stesso modo, può sembrare crudele che Gesù non permettesse a un eventuale discepolo di dire addio alla sua famiglia prima di seguirlo. Tuttavia, sarebbe stato abbastanza ragionevole e normale per i contemporanei di Gesù. Sarebbe stato perfettamente chiaro per loro quello che Gesù voleva dire quando disse, «Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli, fratelli e sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo».

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Discepolato_qualita_R56.htm

13-01-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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