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1. Entriamo in tema
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2.
Il problema della cronologia
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3.
Conclusioni
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La cronologia biblica 05: Brancolando con le lacune
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1.
ENTRIAMO IN TEMA:
Uno dei problemi nello studio della cronologia biblica è il fatto che
diverse antiche traduzioni del Vecchio Testamento danno dei numeri
diversi alle età dei patriarchi in Genesi 5 e 11. Come è stato nel
passato, e continua a essere oggi, numerosi studiosi di cronologia, a
seconda del testo che adottano, arrivano a schemi cronologici diversi,
sebbene la maggioranza degli studiosi adottano il testo ebraico
masoretico.
La domanda si riduce a questo: Il
testo ebraico che abbiamo oggi è lo stesso di quello preservato dai
Giudei durante i secoli iniziali del Cristianesimo, ovvero è una copia
fedele della Bibbia ebraica originale? Oppure si sono introdotte in esso
delle corruzioni e noi siamo costretti ad avvalerci della traduzione
greca del Vecchio Testamento, molto usata agli inizi dell’era cristiana?
Per una varietà di ragioni, la risposta a questa domanda, da parte delle
chiese protestanti, è sempre stata che il Vecchio Testamento ebraico è
preciso, mentre la traduzione greca è piena di problemi.
Che cosa è questa traduzione
greca del Vecchio Testamento? Essa è conosciuta come Septuaginta e
comunemente designata dalle lettere romane LXX, perché la prima parte di
essa (il Pentateuco) è stata tradotta da 70 (in realtà da 72) studiosi
Giudei che vivevano nella città di Alessandria, all’incirca verso il 250
a.C. Non si sa con certezza come avvenne questa traduzione, perché ci
sono molti miti e leggende intorno a essa.
Siccome la LXX, come Vecchio
Testamento in lingua greca, esisteva ai tempi del Nuovo Testamento,
troviamo che talvolta gli scrittori del Nuovo Testamento citano
direttamente dalla LXX.
Questo, a detta di alcuni, metterebbe il suo imprimatur
sulla LXX e così molti l’anno utilizzata al posto del testo ebraico.
Tuttavia, solo circa la metà delle citazioni del Vecchio Testamento
riportate nel Nuovo sono prese dalla LXX. Il resto segue il testo
ebraico. Quindi, il Nuovo Testamento non afferma il primato della LXX.
Chi, più di ogni altro si è servito della LXX è Luca, che scrive per dei
cristiani gentili (Matteo non lo fa quasi mai).
Ci sono molte cose strane nella
LXX. Contiene gli apocrifi, per esempio, talvolta incorporati con il
testo ispirato, come nel caso di Daniele. Ci sono anche delle strane
aggiunte nel libro di Giobbe, in particolare nel dialogo che lui ha con
la moglie nel cap. 2.
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2. IL PROBLEMA
DELLA CRONOLOGIA: Il problema che riguarda noi, tuttavia, è quello delle
cronologie di Genesi 5 e 11. In Gn 5, la LXX aggiunge degli anni tra la
creazione e il diluvio. La Bibbia ebraica dice che il numero degli anni tra la
creazione e il diluvio sono 1656, ma la LXX dà 2242 o 2262, a seconda della
versione che si adotta. La maniera in cui funziona è questa:
■ La Bibbia ebraica afferma che
Adamo aveva 130 anni quando nacque Set; la LXX riporta 230.
■ La Bibbia ebraica afferma che
Set aveva 105 anni quando nacque Enoš, la LXX riporta 205.
■ La Bibbia ebraica afferma che
Enoš aveva 90 anni quando nacque Kenan; la LXX riporta 190.
■ E così via.
Non tutti i numeri vengono cambiati, ma la maggior parte.
La LXX fa lo stesso genere di cambiamenti nella cronologia di Gn 11:
■ Il testo ebraico afferma che
Eber aveva 34 anni quando nacque Peleg; la LXX riporta 134.
■ Il testo ebraico afferma che
Peleg aveva 30 anni quando nacque Reu; la LXX riporta 130.
■ E così via.
La LXX aggiunge anche un nome all’elenco: Cainam, che
viene inserito tra Arpakšad e Šelah, e aggiunge un extra di 130 anni
all’elenco. Così, mentre il testo ebraico ha 352 anni dal diluvio alla
nascita di Abramo, la LXX ha 993 anni.
Nella Bibbia ebraica, il periodo
tra la creazione e la nascita di Abramo è 2008 anni, mentre nella LXX
sono 3249 anni.
Perché questo cambiamento? Martin
Anstey riassume così il motivo: «I traduttori della LXX hanno avuto un
motivo molto evidente per ampliare la cronologia. La storia dei Caldei
di Berosso e la storia degli Egiziani di Manetho sono state pubblicate
proprio in quel tempo ed essi presupponevano un’antichità molto lunga
per le loro storie. Di conseguenza i traduttori della LXX dovevano
aumentare gli anni della cronologia antica, e inserire il nome di
Cainam, per ricondurre l’epoca della creazione e del diluvio a
un’antichità che potesse reggere il confronto con le civiltà di
Babilonia e d’Egitto».
I traduttori della LXX hanno
escogitato un altro trucco per allungare la cronologia di Gn 11. Nella
Bibbia ebraica, i primi tre uomini della posterità di Sem vissero più di
400 anni: Arpakšad 438; Šelah 433 ed Eber 464. Poi, a partire da Peleg,
troviamo una brusca diminuzione: Peleg 239 anni; Reu 239; Serug 230. La
spiegazione probabile di questo è che nei giorni di Peleg «la terra
fu divisa» (Gn 10,25), probabilmente un riferimento alla Torre di
Babele, e ci fu un’intensificazione di giudizio sull’umanità che dimezzò
improvvisamente la durata della vita umana.
Così, mentre è impossibile
considerare la LXX un testo più fedele di quello ebraico, è molto facile
rendersi conto delle manipolazioni apportate da essa. Come Martin Anstay
afferma: «La LXX ha voluto allungare la cronologia ed evitare di
ammettere il declino nella durata della vita umana, per rendere lo
schema cronologico più plausibile e piacevole» (Anstey, op. cit.,
p. 43). Sembra chiaro che la LXX ha esteso gli anni
della cronologia per far apparire migliore la religione giudaica agli occhi
dei colti ma sprezzanti abitanti di Alessandria.
I traduttori della LXX hanno
insomma voluto sincronizzare la cronologia biblica con quella della
cultura greca. Questo ha permesso loro di dire che la storia giudaica
era vecchia come quella egiziana e babilonese.
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3. CONCLUSIONI:
Non c'è alcun motivo per mettere in dubbio la cronologia della Bibbia
ebraica a favore della cronologia greca della Septuaginta. Il motivo
della divulgazione di questa cronologia più lunga sembra chiaro: far sì
che la durata della storia giudaica non contrastasse con quella egiziana
di Manetho. La formula usata dai traduttori per questa espansione di
date è sconosciuta, anche se nel 1859 il vescovo presbiteriano Shimeall
formulò un’ipotesi interessante basata su un diverso calcolo della
precessione degli equinozi tra il mondo pagano (1 grado ogni 100 anni) e
quello ebraico (1 grado ogni 71,5 anni). Secondo Shimeall i traduttori
hanno anche loro considerato 1 grado ogni 100 anni. In questo modo non
andavano contro la cultura del tempo e nello stesso tempo non creavano
problemi ai Giudei devoti.
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La cronologia biblica 07: La questione di Cainam