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LA CRONOLOGIA BIBLICA 6

 SESTA PARTE: I CAMBIAMENTI DELLA SEPTUAGINTA

 

 di Argentino Quintavalle

1. Entriamo in tema

2. Il problema della cronologia

3. Conclusioni

 

Clicca sulle frecce iniziali per andare avanti e indietro.

 

La cronologia biblica  05: Brancolando con le lacune

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Uno dei problemi nello studio della cronologia biblica è il fatto che diverse antiche traduzioni del Vecchio Testamento danno dei numeri diversi alle età dei patriarchi in Genesi 5 e 11. Come è stato nel passato, e continua a essere oggi, numerosi studiosi di cronologia, a seconda del testo che adottano, arrivano a schemi cronologici diversi, sebbene la maggioranza degli studiosi adottano il testo ebraico masoretico.

     La domanda si riduce a questo: Il testo ebraico che abbiamo oggi è lo stesso di quello preservato dai Giudei durante i secoli iniziali del Cristianesimo, ovvero è una copia fedele della Bibbia ebraica originale? Oppure si sono introdotte in esso delle corruzioni e noi siamo costretti ad avvalerci della traduzione greca del Vecchio Testamento, molto usata agli inizi dell’era cristiana? Per una varietà di ragioni, la risposta a questa domanda, da parte delle chiese protestanti, è sempre stata che il Vecchio Testamento ebraico è preciso, mentre la traduzione greca è piena di problemi.

     Che cosa è questa traduzione greca del Vecchio Testamento? Essa è conosciuta come Septuaginta e comunemente designata dalle lettere romane LXX, perché la prima parte di essa (il Pentateuco) è stata tradotta da 70 (in realtà da 72) studiosi Giudei che vivevano nella città di Alessandria, all’incirca verso il 250 a.C. Non si sa con certezza come avvenne questa traduzione, perché ci sono molti miti e leggende intorno a essa.

     Siccome la LXX, come Vecchio Testamento in lingua greca, esisteva ai tempi del Nuovo Testamento, troviamo che talvolta gli scrittori del Nuovo Testamento citano direttamente dalla LXX.

Questo, a detta di alcuni, metterebbe il suo imprimatur sulla LXX e così molti l’anno utilizzata al posto del testo ebraico. Tuttavia, solo circa la metà delle citazioni del Vecchio Testamento riportate nel Nuovo sono prese dalla LXX. Il resto segue il testo ebraico. Quindi, il Nuovo Testamento non afferma il primato della LXX. Chi, più di ogni altro si è servito della LXX è Luca, che scrive per dei cristiani gentili (Matteo non lo fa quasi mai).

     Ci sono molte cose strane nella LXX. Contiene gli apocrifi, per esempio, talvolta incorporati con il testo ispirato, come nel caso di Daniele. Ci sono anche delle strane aggiunte nel libro di Giobbe, in particolare nel dialogo che lui ha con la moglie nel cap. 2.

 

 

2.  IL PROBLEMA DELLA CRONOLOGIA: Il problema che riguarda noi, tuttavia, è quello delle cronologie di Genesi 5 e 11. In Gn 5, la LXX aggiunge degli anni tra la creazione e il diluvio. La Bibbia ebraica dice che il numero degli anni tra la creazione e il diluvio sono 1656, ma la LXX dà 2242 o 2262, a seconda della versione che si adotta. La maniera in cui funziona è questa:

     ■ La Bibbia ebraica afferma che Adamo aveva 130 anni quando nacque Set; la LXX riporta 230.

     ■ La Bibbia ebraica afferma che Set aveva 105 anni quando nacque Enoš, la LXX riporta 205.

     ■ La Bibbia ebraica afferma che Enoš aveva 90 anni quando nacque Kenan; la LXX riporta 190.

     ■ E così via.

 

Non tutti i numeri vengono cambiati, ma la maggior parte. La LXX fa lo stesso genere di cambiamenti nella cronologia di Gn 11:

     ■ Il testo ebraico afferma che Eber aveva 34 anni quando nacque Peleg; la LXX riporta 134.

     ■ Il testo ebraico afferma che Peleg aveva 30 anni quando nacque Reu; la LXX riporta 130.

     ■ E così via.

 

La LXX aggiunge anche un nome all’elenco: Cainam, che viene inserito tra Arpakšad e Šelah, e aggiunge un extra di 130 anni all’elenco. Così, mentre il testo ebraico ha 352 anni dal diluvio alla nascita di Abramo, la LXX ha 993 anni.

     Nella Bibbia ebraica, il periodo tra la creazione e la nascita di Abramo è 2008 anni, mentre nella LXX sono 3249 anni.

     Perché questo cambiamento? Martin Anstey riassume così il motivo: «I traduttori della LXX hanno avuto un motivo molto evidente per ampliare la cronologia. La storia dei Caldei di Berosso e la storia degli Egiziani di Manetho sono state pubblicate proprio in quel tempo ed essi presupponevano un’antichità molto lunga per le loro storie. Di conseguenza i traduttori della LXX dovevano aumentare gli anni della cronologia antica, e inserire il nome di Cainam, per ricondurre l’epoca della creazione e del diluvio a un’antichità che potesse reggere il confronto con le civiltà di Babilonia e d’Egitto».[1]

     I traduttori della LXX hanno escogitato un altro trucco per allungare la cronologia di Gn 11. Nella Bibbia ebraica, i primi tre uomini della posterità di Sem vissero più di 400 anni: Arpakšad 438; Šelah 433 ed Eber 464. Poi, a partire da Peleg, troviamo una brusca diminuzione: Peleg 239 anni; Reu 239; Serug 230. La spiegazione probabile di questo è che nei giorni di Peleg «la terra fu divisa» (Gn 10,25), probabilmente un riferimento alla Torre di Babele, e ci fu un’intensificazione di giudizio sull’umanità che dimezzò improvvisamente la durata della vita umana.

     Così, mentre è impossibile considerare la LXX un testo più fedele di quello ebraico, è molto facile rendersi conto delle manipolazioni apportate da essa. Come Martin Anstay afferma: «La LXX ha voluto allungare la cronologia ed evitare di ammettere il declino nella durata della vita umana, per rendere lo schema cronologico più plausibile e piacevole» (Anstey, op. cit., p. 43). Sembra chiaro che la LXX ha esteso gli anni della cronologia per far apparire migliore la religione giudaica agli occhi dei colti ma sprezzanti abitanti di Alessandria.

     I traduttori della LXX hanno insomma voluto sincronizzare la cronologia biblica con quella della cultura greca. Questo ha permesso loro di dire che la storia giudaica era vecchia come quella egiziana e babilonese.

 

 

3.  CONCLUSIONI: Non c'è alcun motivo per mettere in dubbio la cronologia della Bibbia ebraica a favore della cronologia greca della Septuaginta. Il motivo della divulgazione di questa cronologia più lunga sembra chiaro: far sì che la durata della storia giudaica non contrastasse con quella egiziana di Manetho. La formula usata dai traduttori per questa espansione di date è sconosciuta, anche se nel 1859 il vescovo presbiteriano Shimeall formulò un’ipotesi interessante basata su un diverso calcolo della precessione degli equinozi tra il mondo pagano (1 grado ogni 100 anni) e quello ebraico (1 grado ogni 71,5 anni). Secondo Shimeall i traduttori hanno anche loro considerato 1 grado ogni 100 anni. In questo modo non andavano contro la cultura del tempo e nello stesso tempo non creavano problemi ai Giudei devoti.

 

Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Apocrifi», p. 92; «Septuaginta», p. 328.

 

La cronologia biblica  07: La questione di Cainam

 


[1]. Martin Anstey, Romance of Bible Chronology (1913), ristampato da Kregel con il titolo: Chronology of the Old Testament (Grand Rapids, 1973), p. 42.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Crono_biblica06_Car.htm

06-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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