Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina ▼

 

Sesso & affini 1

 

Bibbia (generale)

 

 

 

 

Sesso & affini

Sessualità e contestiSesso & affini 1: Qui è trattata la sessualità nella società e nella Bibbia. Ecco le parti principali:
■ La questione della sessualità
■ Società e sesso
■ Sessualità e Bibbia
■ Etica e Bibbia
■ Fra etica ed estetica
■ Sessualità e istruzione
■ Singolarità dei due sessi

 

Tenerezza e fedeltàSesso & affini 2: Qui sono presentati alcuni consigli per vivere una sessualità matrimoniale felice. Ecco le parti principali:
■ Fra rinuncia e attesa
■ Prima del matrimonio
■ Il matrimonio
■ Matrimonio e sesso
■ Questioni di sessualità coniugale
■ La procreazione
■ Relazioni eterosessuali proble-matiche

 

Disturbi e abusiSesso & affini 3: Qui sono trattati i problemi del sesso e le sue deviazioni. Ecco le parti principali:
■ Aspetti della consulenza
■ I disturbi della sessualità
■ Le deviazioni sessuali
■ L’abuso sessuale
■ Sesso e consumismo
■ Dipendenza da sesso
■ Casi ed esempi
■ Dizionarietto dei termini
■ Una lettura del Cantico dei Cantici
■ Foglio d’analisi

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

Sesso & affini 2

 

Sesso & affini 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA CRONOLOGIA BIBLICA 4

 LA CAPITOLAZIONE DELLA CRONOLOGIA BIBLICA

 

 di Argentino Quintavalle

 

La cronologia biblica  03: La teologia della cronologia biblica

 

Perché la cronologia biblica non viene presa seriamente negli ambienti evangelici e riformati di oggi? Dopo tutto, è tra questa gente che l’inerranza biblica trova la maggior parte dei suoi più strenui difensori. Dovremmo aspettarci che la cronologia biblica sia un argomento importante da difendere, poiché è infallibile e perfettamente precisa. Tuttavia, troviamo che questo argomento è in gran parte ignorato.

 

Problemi antichi

    Ci sono numerosi problemi legati alla cronologia biblica che la comunità studiosa evangelica ha cercato di aggirare negli ultimi anni. Il primo è quello di decidere se essa è vera. Secondo la Bibbia sono trascorsi 1656 anni dalla creazione al diluvio e il mondo è stato creato circa nel 4000 a.C. Se questo è vero, le cronologie delle civiltà antiche, come le troviamo nelle varie enciclopedie (anche in enciclopedie bibliche evangeliche) sarebbero sbagliate.

     Consideriamo: secondo la cronologia biblica, il diluvio si è verificato circa nel 2350 a.C., ma le varie enciclopedie dicono che la prima e seconda dinastia dell’Egitto risalgono circa tra il 3000 e il 2778 a.C.; e le grandi piramidi sono state costruite tra il 2778 e il 2723, cioè prima del diluvio. Altri studiosi, più conservatori, mettono le prime dinastie tra il 2850 e il 2650 a.C. e la costruzione delle piramidi tra il 2650 e il 2200 a.C., ma anche così sarebbero precedenti al diluvio.

     Altri studiosi fanno risalire le prime due dinastie addirittura al 5500-5000 a.C. Tutte queste datazioni sono basate sulla premessa che la cronologia biblica debba essere ignorata.

 

Problemi Persiani

    Un secondo problema lo troviamo nella cronologia della Persia. La Bibbia ci dice in Dn 9,24-27 che ci saranno «settanta settimane» tra il decreto di ricostruire Gerusalemme e il punto d’arrivo della profezia. Le settanta settimane corrispondo a 490 anni che iniziano con il decreto di Ciro il Grande. Questa infatti è l’interpretazione evidente del passaggio, dato che la Bibbia ha molto da dire sul decreto di Ciro e poco o niente dice di qualsiasi altro decreto.

 

La difficoltà che si ha con l’interpretazione di Ciro è questa: La cronologia secolare della Persia mette Ciro intorno al 536 a.C., che sono circa 80 anni di troppo. Se i 490 anni sono iniziati con Ciro, il decreto dovrebbe essere stato fatto intorno al 456 a.C. Così, per non contraddire l’interpretazione storica secolare (che non è quella biblica), è stata trovata un’altra interpretazione, che dice che il decreto per la ricostruzione di Gerusalemme di cui parla Dn 9, non si riferisce al decreto di Ciro, ma a un decreto successivo, emesso da Artaserse al tempo di Nehemia, cioè nel 445 a.C.

 

Problemi dovunque

    Ora quello che si può vedere è che c’è molta confusione nella cronologia dell’epoca Persiana. La maggior parte degli studiosi oggi credono che la cronologia Persiana sia sicura per i dati forniti dalle eclissi, quando invece questi dati non sono affatto affidabili poiché la terra subisce leggeri cambiamenti di movimento, chiamati «accelerazioni». Queste accelerazioni hanno luogo sia nella rotazione della terra e sia nella sua rivoluzione intorno al sole, e anche per i movimenti della luna. In altre parole il moto della Terra non è uniforme ma ha delle accelerazioni e dei rallentamenti. Questo fenomeno è causato dalle forze delle maree e dai flussi magmatici all’interno della terra, come pure da altri fattori. Inoltre, gli scienziati Peter James e i suoi collaboratori ci dicono che «gli studi degli astronomi britannici Victor Clube e Bill Napier, riguardo alle orbite degli asteroidi e delle meteore, hanno mostrato che c’erano molti corpi cometari nel Sistema Solare durante i tempi dell’Età del Bronzo e che poi si sono disintegrati». Il movimento di tali sciami di asteroidi attraverso il Sistema Solare, avrebbero potuto rallentare o modificare l’orbita della luna. Se tale era il caso, il calcolo delle passate eclissi sarebbe veramente problematico.

     Su questo, è bene consultare i diversi studi dell’astronomo Robert R. Newton della John Hopkins University (Baltimora, 1970 e 1979). Newton fu incaricato di fare questi studi per fornire dati precisi sul sistema solare alla NASA, in modo che i satelliti e le sonde spaziali non perdessero i loro obiettivi. Gli studi sono estremamente tecnici, ma molto importanti per lo studio della cronologia antica.

     Un’analisi molto dettagliata dei dati delle eclissi è stata fatta dall’archeo-astronomo Wayne A. Mitchell.[1] Basato sul lavoro di Newton, Mitchell e molti altri astronomi, evidenziano l’indagine fatta su una eclissi sopra Babilonia, sicuramente datata nell’anno 136 a.C. e dice: «Indica uno spostamento di 70 gradi del percorso dell’eclissi di Babilonia; ciò corrisponde a una perdita di cinque ore rispetto a un orologio ideale». Questo fatto, insieme al fenomeno generale delle «accelerazioni» fa sì che l’identificazione delle eclissi prima del 750 a.C. sia una cosa problematica. Mitchell ha fatto un esame dettagliato delle eclissi antiche e ciò l’ha portato a concludere che sono corretti quegli studiosi che hanno accorciato la CCA [Cronologia Comunemente Accettata] di 300-350 anni.

     La domanda posta da Newton è questa: Se Tolomeo ha rattoppato i suoi dati astronomici a proposito delle eclissi, è possibile che anche la sua Lista dei Re sia imprecisa, dato che è basata su registrazioni imprecise?

     Sia Mitchell che James argomentano che la «Lista dei re» di Tolomeo è corretta perché, un’eclissi annotata nella lista dei re assiri (che si suppone sia stata visibile a Ninive) si sia verificata nel 763 a.C., durante il regno del re che Tolomeo dice essere stato in carica in quel momento. Nello stesso tempo, però, il solo Mitchell esamina le possibili eclissi tra l’813 e il 713 a.C., e se il tentativo di revisione proposta in questo libro è corretta, noi dovremmo trovare un’eclissi nel 683 a.C. circa, 80 anni più tardi, e in effetti la troviamo. (Tutto questo per dire che i dati delle eclissi, sebbene considerati come «assolutamente certi» da diverse enciclopedie e in diversi studi, sono invece molto dubbi).

     Quello che si vuole dire è che non è possibile stabilire la posizione certa della luna, se non con un margine di centinaia di chilometri. Per esempio, supponiamo che il computer dica che si è verificata un’eclissi di sole a Ninive nel 600 a.C. Le «accelerazioni» della luna e del sole durante i 2600 anni trascorsi, hanno fatto sì da produrre dei cambiamenti di posizione in modo tale che l’eclissi era visibile non a Ninive ma a 700 km da Ninive. Questi mezzi moderni che cercano di fissare le date sono pieni di difficoltà; tanto più lontano nel tempo andiamo, più sono imprecisi. Questo non chiama in causa solo la cronologia persiana, ma anche quella assira e babilonese. I dati delle eclissi possono risultare di poco o di nessun conto nello studio della storia antica.

 

     Martin Anstey[2] discute il Canone di Tolomeo. Egli sostiene che Tolomeo abbia errato nel suo elenco dei re persiani. La lista dei re persiani di Tolomeo e la lunghezza dei rispettivi regni, sopra i quali la CCA [Cronologia Comunemente Accettata] conta, sono le seguenti: Ciro 9 anni; Cambise 8; Dario I 36; Serse 21; Artaserse I 41; Dario II 19; Artaserse II 46; Ochus 21; Arogus 2; Dario III 4; conquista di Alessandro il Macedone.

     Ora il problema sta nel fatto che Tolomeo (70-161 d.C.) è vissuto molto dopo che i fatti sono accaduti e in un’altra cultura. Le registrazioni delle culture più vicine all’impero persiano, e più vicine storicamente agli eventi, hanno un elenco più corto. Consideriamo prima di tutto il poeta persiano Firdusi, che è vissuto nel 931-1020 d.C. Egli fornisce un’epopea nazionale della Persia che è piena di leggende e storie. Fornisce anche un elenco di re persiani di questo periodo, come segue: [Ciro]; [Cambise]; Dario I; Artaserse Longimano; Regina Homai, madre di Dario II; Dario III, sconfitto da Alessandro.

     Il trattato «Seder Olam» del Talmud, scritto nel primo Medioevo, descrive un impero persiano molto corto: Ciro; Cambise; Dario.

     Infine, Giuseppe Flavio, che scrive nel tardo primo secolo ed è la fonte più vicina che abbiamo, fornisce questo elenco: Ciro; Cambise; Dario; Serse; Artaserse; Dario II, l’ultimo re.

     Ora, nessuno di questi elenchi è particolarmente affidabile, ma essi mettono in discussione Tolomeo. Può essere che tutti i re elencati da Tolomeo abbiano effettivamente regnato, ma possono aver regnato per tempi più brevi di quelli che gli sono stati assegnati.

     Il periodo persiano ha bisogno di un’indagine revisionista. Uno sforzo revisionista, con cui devo dissentire, è riassunto da Brad Aaronson in Fixing the History Books: Dr. Chaim S. Heifetz’s Revision of Persian History (edizione Jewish Action, 1991), pp. 66-70. Heifetz rivede la storia persiana per accordarla con la sequenza dei re dati nel trattato Seder Olam. Ora, però, come la CCA dell’impero persiano è troppo lunga per la cronologia biblica, così quella del Sedar Olam è troppo breve. In ogni modo, i lavori di Heifetz, almeno dimostrano che la revisione è possibile, data la scarsità estrema di informazioni precise su questo periodo della storia. Come Aaronson nota, «gli studiosi moderni rifiutano i racconti greci della storia mesopotamica prima della caduta di Babilonia quasi nella loro interezza. La grande quantità di iscrizioni Assire e Babilonesi rendono chiaro il fatto che i greci non hanno mai avuto una conoscenza sufficiente della storia di questa regione; ma a causa del fatto che Alessandro Magno ha distrutto la maggior parte delle registrazioni persiane, quando ha conquistato la Persia, le uniche registrazioni del periodo persiano sono le storie greche e la tradizione giudaica».

     In breve, questo è un campo del tutto aperto per ricercare e sviluppare il revisionismo storico.

 

La capitolazione

    Alla luce di queste considerazioni chiediamoci come è stato che la comunità evangelica e riformata si è «addormentata» su questo argomento. La risposta si trova nel fatto che nel 19° secolo, due famosi e rispettabili teologi del Seminario Teologico di Princeton (il bastione dell’ortodossia Protestante) si sono arresi proprio sulla cronologia biblica. I loro nomi sono William H. Green[3] e Benjamin B. Warfield[4]. Siccome questi due uomini erano ampiamente rispettati come difensori dell’autorità e dell’inerranza biblica, i loro articoli hanno fecero fare un sospiro di sollievo agli intellettuali evangelici, sostenendo che la cronologia biblica avesse scarsa importanza. Pochi, naturalmente, hanno letto le prove scritte da questi due uomini. È stata semplicemente presa come valida la conclusione che uomini come loro non avrebbero potuto commettere un errore sull’argomento.

     Entrambi gli uomini, riguardo a Genesi 5 e 11 hanno sostenuto che queste cronologie sono di poca o nessuna importanza per la teologia e non bisogna dar loro molto peso. Avendo sostenuto che l’argomento non è importante, entrambi hanno affermato che l’età della vita del padre era quella che aveva al momento della nascita del figlio, mentre per il rimanente degli anni c’erano dei vuoti all’interno della cronologia. Ora, però, consideriamo invece quanto segue:

     ■ Adamo aveva 130 anni quando nacque Set.

     ■ Set aveva 105 anni quando nacque Enoš.

     ■ Enoš aveva 90 anni quando nacque Kenan (Gn 5,3ss).

 

Ciò significa che Adamo aveva 235 anni quando nacque Enoš, e 325 anni quando nacque Kenan. Se questo è falso, la Bibbia non è inerrante. Se è vero, Green e Warfield e tutta la cultura evangelica moderna basata su di loro sbagliano su questo argomento.

     Due cose devono essere tenute presenti su questo punto. La prima è che fino al tardo 19° secolo, la chiesa cristiana credeva nella cronologia della Bibbia. Come abbiamo visto in precedenza, Teofilo d’Antiochia, Agostino d’Ippona, Martin Lutero, Giovanni Calvino, John Owen, Matthew Henry, Keil, Delitzsch e Geerhardus Vos presero la cronologia biblica molto seriamente.

     In secondo luogo, è piuttosto evidente che Warfield e Green cercarono di adattare la Bibbia alla cronologia lunga della cultura materialista del 19° secolo. Anche i grandi uomini inciampano, e questi due inciamparono proprio qui. Il loro inciampare ha messo le comunità degli studiosi evangelici e riformati a dormire. È tempo di svegliarsi!

 

{Rivisto e adattato da Nicola Martella}

 

Per approfondire questo tema, anche da altri punti di vista, cfr. Nicola Martella, «La cronologia biblica», Radici 5-6 (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 9-24. ● Per la questione delle «settanta settimane» cfr. qui l'articolo «Daniele», pp. 75-86, particolarmente le pp. 82-85.

 

La cronologia biblica  05: Brancolando con le lacune

 

 

[1]. Wayne A. Mitchell, «Ancient Astronomical Observations and Near Eastern Chronology», Journal of the Ancient Chronology Forum 3 (1989/90), pp. 7-26

[2]. Martin Anstey, Romance of Bible Chronology (1913), ristampato da Kregel con il titolo: Chronology of the Old Testament (Grand Rapids, 1973).

[3]. William H.Green, Primeval Chronology (Grand Rapids, aprile 1890; ristampa 1972). Si noti il titolo di questo libro: «Cronologia primordiale»!

[4]. Benjamin B. Warfield, L’antichità e l’unità della razza umana (Phillipsburg, NJ; ristampa 1968).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Crono_biblica04_S&A.htm

06-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce