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La cronologia biblica 01: La problematica
La cronologia biblica è veramente importante? Molti moderni biblisti
cristiani pensano di no. La maggior parte crede che non è rilevante ai
fini della teologia e ritiene che in essa ci siano degli «spazi vuoti».
A loro è stato insegnato che nessuno oggi crede più nella «cronologia»
di Ussher e ciò ha creato in loro l’idea che il vescovo Ussher faceva
qualcosa di poco conto quando pubblicò la sua cronologia biblica,
datando la creazione al 4004 a.C. Questo non deve però essere il nostro
caso.
Per prima cosa, la cronologia biblica è molto importante teologicamente,
come cercheremo di dimostrare. Il cristianesimo è una religione di
storia, e la cronologia è la spina dorsale della storia. Purtroppo è la
tendenza gnostica che si è infiltrata, a minare la fiducia in ciò e che
sta dietro le concezioni moderne della cronologia biblica. Inoltre, la
cronologia biblica non è solo la cronologia centrale della storia, ma è
anche la cronologia di come la Parola di Dio si è manifestata nella
storia del Vecchio Testamento. Per questa ragione, essa è importante
nella comprensione della teologia del Vecchio Patto.
C’è un motivo teologico specifico perché la Bibbia dà una cronologia
dalla creazione fino alla croce, ma è molto avara di informazioni
cronologiche per il periodo dopo la croce. Oltre questo, poi, c’è il
fatto che nella storia della chiesa cristiana, la cronologia biblica è
sempre stata accettata. Fu solo nel diciannovesimo secolo che ci fu una
allontanamento da essa.
Attualmente, l’argomento non è preso seriamente. Nel ventesimo secolo
gli evangelici hanno allegramente ignorato l’argomento, supponendo
senza alcuna buona ragione che non è un soggetto che meriti molta
considerazione.
Ora, guardiamo la storia della Chiesa al riguardo.
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La cronologia biblica e la chiesa
Che cosa ci dice la storia? Nella chiesa antica possiamo guardare le due
grandi scuole di Antiochia e di Alessandria. Teofilo di Antiochia,
fondatore dell’istituto Antiocheno di teologia esegetica, metteva la
data della creazione nel 5509 a.C. Utilizzando la Septuaginta (la
traduzione greca del Vecchio Testamento) la sua cronologia è diversa da
quella della Bibbia ebraica. Agostino d’Ippona, un seguace della
scuola d’interpretazione di Alessandria, ha accettato la cronologia
biblica e ha lavorato per costruirla sistematicamente, cercando di
chiarire i problemi creati dalla versione della Septuaginta.
La chiesa cristiana d’Oriente ha dunque posto la data della creazione
nel 5509 a.C., malgrado il tentativo di Eusebio di accorciarla.
L’Occidente ha prodotto una cronologia più breve. Beda ha posto
la creazione nel 3952 a.C., e questa è stata considerata la data della
creazione prima della Riforma.
Per quanto riguarda la Riforma protestante, Martin Lutero ha
fatto una valutazione positiva della cronologia. Queste sono le sue
osservazioni su Genesi 11: «Ma Noè ha visto i suoi discendenti fino
alla decima generazione. Egli è morto quando Abramo aveva circa
cinquantotto anni. Sem ha vissuto circa trentacinque anni dopo Abramo.
Sem ha quindi vissuto fino ai circa 110 anni di Isacco e fino ai circa
50 anni di Esaù e Giacobbe. Doveva essere stata una chiesa molto
benedetta quella diretta per così tanto tempo da tanti patriarchi che
sono vissuti insieme per così tanti anni» (Martin Lutero,
Commentario su Genesi).
Giovanni Calvino fu molto impegnato nella cronologia biblica. Nelle
sue «Istituzioni» egli ha scritto: «Il mondo, non è ancora arrivato a
seimila anni». In un altro passo, Calvino ha paragonato la verità
della cronologia alle dottrine della trinità e della predestinazione: «Gli
uomini profani, lo ammetto, nell’argomento della predestinazione fanno
molte obiezioni e se ne fanno beffe. Ma se la loro sfacciataggine ci
scoraggia, noi non dovremo tenere segrete le principali dottrine della
fede, o chiedere il loro permesso. Una persona ostinata non sarebbe meno
insolente quando sente che all’interno dell’essenza di Dio ci sono tre
Persone e gli viene detto che Dio ha previsto tutto quello che
avverrebbe all’uomo sin da quando lo ha creato. Ed essi non si
asterranno dalle sghignazzate quando li informerete che poco più di
cinquemila anni sono passati dalla creazione dell’universo».
Il cronologista biblico più noto fu naturalmente il protestante
Ussher, un arcivescovo d’Irlanda (1581-1656). Egli scrisse «Gli
Annali del Mondo», un lavoro di 2000 pagine. Siccome la
«cronologia» di Ussher, è spesso oggetto di derisione, vale la pena dare
qualche notizia sull’uomo:
Egli fu educato al Trinity College di Dublino; divenne professore di
teologia, e poi arcivescovo di Armagh nel 1625. Ha scritto su un’ampia
varietà di argomenti, tra cui la Septuaginta, la storia delle origini e
le leggi d’Irlanda. Ha scritto anche riguardo alle lettere di Ignazio,
in cui egli ha distinto le sette originali dalle altre, la cui esistenza
aveva dapprima discreditato anche quelle vere. I suoi lavori mostrano
capacità critica e originalità creativa. Nella teologia egli era un
convinto Calvinista. Fu anche uno dei vescovi invitati all’Assemblea di
Westminster, sebbene sembri che non vi abbia partecipato. Fu un uomo di
grande cultura, e Cromwell, alla sua morte, gli fece un funerale di
Stato all’Abbazia di Westminster.
Osservazioni sulla cronologia biblica possono essere trovate nelle opere
dei puritani John Owen e Matthew Henry, F. Keil e
F. Delitzsch hanno accettato completamente la cronologia biblica.
Nel ventesimo secolo, il «padre della teologia biblica riformata»,
Geerhardus Vos, era un seguace della cronologia biblica. Egli
scrisse: «La cronologia è collegata alla linea di Seth».
Così, la tradizione della Chiesa Cristiana è abbastanza chiara su questo
argomento. Tristemente, i moderni studiosi evangelici hanno supposto che
l’argomento è stato chiarito nel diciannovesimo secolo per opera di
W.H. Green e B.B. Warfield, nessuno dei quali sono molto
persuasivi, dato che vedremo più avanti i loro argomenti. Di
conseguenza, le istituzioni evangeliche hanno ignorato o evitato
l’argomento.
{Rivisto e adattato da Nicola Martella}
Per approfondire questo tema, anche da altri punti di vista, cfr. Nicola
Martella, «La cronologia biblica», Radici 5-6
(Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 9-24. |
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La cronologia biblica 03: La teologia della cronologia biblica
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Crono_biblica02-R12.htm
06-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010 |