1. ENTRIAMO IN TEMA: Il 20° secolo deve essere
ricordato come un secolo pieno di errori in riferimento alla storia e
alla cronologia del mondo antico. La cronologia comunemente accettata,
utilizzata nella stessa maniera da studiosi secolari e da studiosi
cristiani, è basata sulla finzione, crea problemi enormi con la storia
di ogni cultura del mondo antico ed è destinata a crollare. I cristiani
devono essere consapevoli che molti articoli dei Dizionari Biblici,
Enciclopedie Bibliche e Commentari del Vecchio Testamento scritti nel
20° secolo, sono pieni zeppi di errori, dovunque essi discutono i
collegamenti tra la storia della Bibbia e la storia del mondo antico.
Questo articolo, che è il primo capitolo di un libro da me scritto, ma
mai pubblicato, vuole essere il tentativo di produrre una cronologia
biblica basata esclusivamente sul testo della Bibbia, e adattando ad
essa la cronologia del mondo antico (purtroppo si è fatto il
contrario: si è adattata la cronologia biblica a quella del mondo!).
Questo è necessario per due ragioni:
— (1) i cristiani di oggi hanno, nella loro maggioranza, abbandonato
l’autorità della Bibbia in questo campo;
— (2) i cristiani hanno timore ad abbandonare l’erronea ricostruzione
della storia antica, fatta dagli studiosi secolari, e perciò hanno fatto
con loro molti compromessi.
Quello che ho fatto è stata l’analisi delle diverse cronologie, vecchie
e nuove, la lettura dei lavori di vari storici e ricostruito una
cronologia rigorosa ed attenta della Bibbia.
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2. APPROFONDIAMO IL TEMA:
«Arpakšad visse trentacinque anni e generò Šelah... Šelah visse
trent’anni e generò Eber;... Eber visse trentaquattro anni e generò
Peleg;... Peleg visse trent’anni e generò Reu...» (Gn 11,12-18).
Il fatto che la Bibbia contiene delle informazioni cronologiche
non può essere messo in dubbio. Ciò che a volte è stato messo in dubbio
è se queste informazioni hanno un valore reale da un punto di vista
teologico e storico. Possiamo sicuramente affermare che la cronologia
biblica sia teologicamente che storicamente estremamente importante.
Essa è la spina dorsale della storia. Ciò è evidente. Quando esaminiamo
la materia, tuttavia, dobbiamo confrontarci con la domanda: qual è la
vera cronologia degli eventi dell’antico Medio Oriente? Qual è la
cronologia che sta alla base della nostra comprensione degli eventi
accaduti durante i millenni prima di Cristo?
Questo è un argomento molto scottante perché la Bibbia fornisce una
cronologia della storia diversa da quella che oggi è in uso sia nel
mondo che negli ambienti cristiani. Per esempio, la cronologia
dell’Egitto è stata compilata da Manetho (300 a.C.); tuttavia la sua
cronologia è sbagliata in numerosi punti. Il risultato è che la
cronologia secolare dell’antico Medio Oriente ha un fondamento poco
solido.
La cronologia biblica viene tuttavia considerata un’alternativa
impossibile perché è troppo corta. Se ci fosse stato un diluvio
universale (o persino un diluvio locale) intorno al 2350 a.C., come la
Bibbia sostiene, la civilizzazione egiziana non potrebbe datarsi intorno
al 4000 a.C., e neanche nel 3000 a.C. e questo viene considerato
inaccettabile dagli studiosi secolari. Benché la cronologia secolare di
tanto in tanto viene modificata e specialmente nell’ultimo secolo è
diventata più corta, rimane ancora lontana dalla cronologia biblica.
Il mondo ha a disposizione un vero esercito di archeologi, centri
universitari, traduttori delle lingue antiche e storici che si oppongono
all’esattezza della Bibbia in questo campo. Contro questo esercito la
cristianità evangelica è crollata. Il problema è dovuto al fatto che
se la Bibbia è inerrante, anche la sua relativa cronologia è inerrante.
L’inerranza è la dottrina secondo la quale lo Spirito di Dio ha
trasmesso agli uomini la Parola di Dio e questi uomini l’hanno messa per
iscritto senza alcun errore. Nel nostro caso specifico, ogni
dichiarazione di fatti storici o geografici che si trova nella Bibbia è
vera. La dottrina dell’inerranza, non esclude che nella Bibbia ci siano
dichiarazioni simboliche, ironiche o poetiche. L’inerranza significa che
la Bibbia non contraddice la realtà storica. Per esempio, un figlio di
Saul viene chiamato Iš-Bošet nel libro di Samuele (2 Sm 2,8), ed Ešbaal
nel libro delle Cronache (1 Cr 8,33; 9,39). Iš-Bošet significa «uomo di
vergogna», e non era chiaramente il nome con cui veniva chiamato nella
vita; mentre Ešbaal significa «l’uomo del padrone», o «l’uomo di Baal» e
senza dubbio era il suo nome reale. Per motivi teologici, il libro di
Samuele ha ironizzato sull’idolatra nome Ešbaal. La Bibbia stessa rende
chiaro questo fatto, cosicché si capisce che l’ironia non modifica la
dottrina dell’inerranza. Si troverebbe nell’errore chi pensasse che,
siccome il libro di Samuele ha alterato il nome di Eshbaal, nessuna
persona con quel nome sia mai esistita.
Se la cronologia della Bibbia è inerrante, è dunque sbagliata la
cronologia degli studiosi del mondo. Di conseguenza l’intera storia del
Medio Oriente antico dovrà essere revisionata. Ciò non sarà accettato
dai secolaristi e il cristianesimo perderà ancor di più la sua
rispettabilità nel mondo accademico, il quale sostiene che la creazione
di sei giorni è inammissibile e la cronologia biblica impossibile.
È un obiettivo lodevole quello di incoraggiare la fede nella Bibbia e di
dimostrare la falsità di chi la denigra. Ciò è sempre stato l’obiettivo
degli apologeti cristiani, sin dall’inizio. Dobbiamo essere fedeli a
Cristo ed alle Scritture, anche a rischio di perdere la credibilità.
Purtroppo il mondo evangelico ha perso la sua credibilità su questo
punto. Per molto tempo ha sostenuto che ci sono delle «lacune» nella
cronologia biblica e che quindi, per esempio, non possiamo essere stati
creati intorno al 4000 a.C.
Lungi dal rendere il cristianesimo degno di fede in ogni campo, questo
modo di pensare lo ha fatto sembrare sciocco. I secolaristi e i
modernisti possono leggere i capitoli 5 e 11 della Genesi e vedere
chiaramente che questi capitoli forniscono una cronologia. Non credono
che questa cronologia sia esatta, ma vedono che è presente. Di
conseguenza, considerano la posizione di quei cristiani che vi credono
come una posizione stupida e ridicola. «Se veramente credete che la
Bibbia è inerrante», dicono, «allora voi dovete prendere sul serio
questa cronologia. Vi credete giusti, ma siete sciocchi e vi
contraddite, quando provate a eludere il contenuto di questi capitoli e
nello stesso tempo credete che la Bibbia sia inerrante». Per la maggior
parte, i dati cronologici di Genesi 5 e 11 sono stati messi da parte
anche da molti cristiani.
Fino a che le informazioni geologiche non hanno messo in dubbio la data
del 4000 circa a.C., la maggior parte dei cristiani pensava che la
genealogia di Genesi 5 mostrava con precisione la storia dell’uomo. Ma
poiché alcuni studiosi del XIX sec. (anche cristiani) hanno ritenuto di
avere a disposizione nuove informazioni geologiche e storiche, sono
stati propensi ad allungare la genealogia per accordarla con i dati
scientifici. In questo caso la Bibbia viene accomodata ai fatti
scientifici, ma perde di credibilità. Molti studiosi cristiani hanno
difeso questa posizione solo per mantenere la loro rispettabilità
accademica.
In effetti, non c’è alcun modo per eludere l’imbarazzo della cronologia
biblica. Se supponiamo che in Genesi 5 e 11 non venga riportata una
cronologia biblica attendibile, saremo ridicolizzati dai miscredenti
intelligenti, che vedono in quei capitoli una vera e propria cronologia.
Se accettiamo la cronologia biblica alla lettera, saremo ripresi dagli
studiosi convenzionali, i quali ci riterrebbero degli sciocchi o
donchisciotteschi. Sia in un modo, che nell’altro, perderemmo la
«rispettabilità». Da qui è nato il compromesso. Essendo tale il caso,
dobbiamo chiederci: Che cosa dicono le Scritture?
Non dobbiamo lasciarci intimidire dai secolaristi e dai modernisti ed
essere costretti per i loro scherni ad adottare una posizione sbagliata.
Non dobbiamo consentire loro di imporci una cronologia biblica
modificata secondo le loro necessità. La domanda a cui dobbiamo
rispondere è se la Bibbia ci dà o non ci dà una cronologia perfettamente
attendibile. Una cosa è certa, comunque, la capitolazione evangelica
su questo punto non è servita a guadagnare la credibilità intellettuale
per la fede. Anzi è servita al contrario. Il compromesso rende la
cristianità ridicola.
{Rivisto e adattato da Nicola Martella}
Per approfondire questo tema, anche da altri punti di vista, cfr. Nicola
Martella, «La cronologia biblica», Radici 5-6
(Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 9-24. |
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La cronologia biblica 02: La storia della cronologia biblica
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Crono_biblica01-R56.htm
06-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010
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