Giuseppe Flavio era uno storico giudeo del primo secolo d.C. Nell’anno 66,
all’inizio della grande rivolta contro Roma, era il comandante delle forze
giudaiche in Galilea. Rendendosi conto che tutto era perso, si è arreso ai
Romani ed è diventato il loro storico ufficiale. Le sue opere ci forniscono
molte affidabili informazioni sulla cultura giudaica e sugli eventi dei
primi secoli a.C. e d.C. Nelle sue opere, Giuseppe ricorre spesso alla
lingua ebraica quando s’occupa della storia del primo secolo. Sembra
evidente, da questi riferimenti, che l’ebraico era la lingua parlata e
scritta del primo secolo; eppure, gli stessi studiosi che sostengono che i
riferimenti ebraici del Nuovo Testamento, significano aramaico, hanno
ugualmente sostenuto che quando Giuseppe ricorre all’ebraico, in realtà
intende l’aramaico. Grintz dissente fortemente: «Un’indagine nelle opere di
Giuseppe dimostra al di là d’ogni dubbio, che ogni volta che Giuseppe
menziona la glotta ebraion
(lingua ebraica), l’ebraion dialekton (dialetto ebraico), ecc., egli
vuole dire sempre “ebraico” e nessun’altra lingua» (Grintz, 1960). Grintz dimostra la sua dichiarazione con molti
eccellenti esempi. Solo due saranno citati qui. Il primo è preso dalle
Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio, 1,33: «Per la quale ragione
trascorriamo questo giorno in riposo dal lavoro e lo chiamiamo Sabbath (Sabbata),
una parola che nella lingua ebraica (ebraion dialekton) significa
“riposo”».
Grintz conclude: «Giuseppe fa derivare, dato che
conosceva la Bibbia, la parola Sabbath dall’ebraico ŠBT. In aramaico
il verbo ŠBT non esiste. I traduttori aramaici utilizzano invece NCH»
(Grintz, 1960).
Un secondo esempio si trova anch’esso nelle
Antichità giudaiche, 1,34: «Ora quest’uomo era chiamato Adamo che in
ebraico (glotta Ebraion) significa “rosso”».
Grintz riassume: «Giuseppe fa derivare adam
(uomo) da adom, “rosso”. In aramaico “rosso” si dice
sumka; non c’è alcuna radice ADM in questa lingua» (Grintz,
1960). Giuseppe ricorre anche ad alcune parole aramaiche,
ma quello che dovrebbe essere sottolineato è che «Giuseppe non ha mai detto,
quando citava delle parole aramaiche, che esse erano ebraiche» (Grintz,
1960).
Per l’approfondimento del nome «Adam» e del suo significato ebraico cfr. Nicola Martella,
Esegesi delle origini,
Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 75s, 116s. |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Aramaico_ebraico6_Ori.htm
16-02-2007; Aggiornamento: 30-06-2010 |