Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

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LA LINGUA DEGLI EBREI 4: I ROTOLI DEL MAR MORTO

 

 di Argentino Quintavalle

 

I rotoli del Mar Morto sono una parte della biblioteca della comunità giudaica di Qumran, un piccolo sito che si trova sulla costa nord-occidentale del Mar Morto. Nell’anno 68, due anni dopo lo scoppio della rivolta giudaica contro Roma, la comunità ha incontrato una prematura fine quando Qumran è stato attaccato e distrutto dall’esercito romano.

     I rotoli del Mar Morto sono la più eccezionale e significativa scoperta archeologica di tutti i tempi riguardo i testi biblici. I ritrovamenti sono stati portati alla luce in un arco di 16 anni, dal 1947 al 1963 (a questi si devono aggiungere anche i rotoli trovati a Masada). Essi includono quasi 600 manoscritti parziali (biblici e non biblici) e 40.000 frammenti. Sono stati trovati 179 manoscritti del Vecchio Testamento (molti dei quali frammentari), che rappresentano ogni libro tranne Ester. Questi ritrovamenti ci hanno fornito dei manoscritti ebraici della Bibbia 1.000 anni più vecchi di quelli precedentemente conosciuti, alcuni dei quali solo poche centinaia d’anni lontani dagli «autografi» originali.

     I membri della comunità del Mar Morto, oltre ad aver copiato i manoscritti biblici, hanno anche scritto molti libri originali, come i manuali per nuovi adepti, destinati ai membri della loro comunità.

     Dei dieci principali rotoli non biblici pubblicati fino a oggi, solo uno, la Genesi apocrifa, è in aramaico. Il rotolo pubblicato di recente, e il più lungo fino a oggi (8,5 metri, equivalente a più di 80 capitoli del Vecchio Testamento), è l’ormai famoso Rotolo del Tempio, scritto in ebraico.

     Questi rotoli sono importantissimi nella discussione della lingua letteraria dei primi secoli a.C. e d.C. poiché essi non sono delle semplici copie di testi biblici composti centinaia d’anni prima, ma sono delle nuove opere della comunità di Qumran, la quale si formò in un periodo contemporaneo a quello di Gesù.

     Gli studiosi hanno solo da poco iniziato a studiare e apprezzare questa vasta letteratura. Il numero di paralleli del Nuovo Testamento trovati in questi testi sono notevoli.

     Se confrontiamo il numero totale delle pagine di questi dieci rotoli della setta, troviamo il rapporto di nove a uno tra l’ebraico e l’aramaico (179 pagine nei nove rotoli ebraici contro le 22 pagine in aramaico della Genesi Apocrifa). È anche possibile che la Genesi Apocrifa non sia stata scritta dagli appartenenti alla setta di Qumran contemporanei di Gesù, ma che sia un Targum originariamente scritto un secolo o due prima, quando l’aramaico era più diffuso.

     I fautori della teoria aramaica sono veloci a indicare la presenza dei Targum tra i manoscritti scoperti nelle grotte del Mar Morto. (Un Targum è una traduzione aramaica della Scrittura, spesso ampliata a mo’ di spiegazioni e commenti). Un Targum di Giobbe è stato scoperto nella Grotta 11 e un Targum del Levitico nella Grotta 4. Si è supposto che l’esistenza dei Targum sia una prova della necessità della gente comune d’avere delle versioni delle Scritture in una lingua che potrebbero capire più facilmente, cioè l’aramaico [Una spiegazione più probabile per l’esistenza dei Targum è che essi erano utili per i residenti bilingue e multilingue della Terra d’Israele — la traduzione aramaica interpretava il testo ebraico. Per motivi religiosi, l’originale ebraico non poteva essere cambiato neppure d’una virgola, né tanto meno ampliato, ma la sua traduzione aramaica poteva, se necessario, fare commenti e spiegare i passi di più difficile comprensione]. (È interessante notare che prima della scoperta del Targum di Giobbe a Qumran, già si conosceva la sua esistenza. È detto nel Talmud, in Shabbath 115a, che un Targum di Giobbe era stato portato a Gamaliele, il maestro di Paolo).

     Quello che i fautori della teoria aramaica rifiutano di mettere in evidenza è che le traduzioni greche della Scrittura a Qumran superano di numero i Targum (traduzioni aramaiche). Infatti sono state scoperte a Qumran anche traduzioni greche d’Esodo, Levitico e Numeri. Se l’esistenza di traduzioni aramaiche della Scrittura nel primo secolo serve a provare che la gente comune parlasse l’aramaico, allora l’esistenza di traduzioni greche delle Scritture può provare con ancora più probabilità che la gente parlava greco. Tuttavia, nessuno argomenta che il greco fosse la lingua parlata in Israele nel primo secolo!

     Esistono Pesharim (commentari) su Isaia, Osea, Michea, Nahum, Habacuc, Sofonia, Salmi e su brani sparsi d’altri libri del Vecchio Testamento. Tutti i Pesharim sono scritti in ebraico. È fattibile che i commenti sulle Scritture siano stati scritti in una lingua che la maggioranza della gente non capiva? Certamente no, anche perché lo studio delle Scritture, nel giudaismo, non era una prerogativa della casta sacerdotale.

     Dal momento che l’ho già citato (articolo precedente), il Professor Frank Cross ha concluso che l’ebraico aveva sostituito l’aramaico ed era la lingua maggiormente utilizzata in Palestina sin dal 130 a.C. Una interessante questione è: Perché?

     Come l’ebraico, l’aramaico appartiene alla famiglia delle lingue semitiche. Molte parole sono comuni a entrambe le lingue; altre parole hanno la stessa radice. L’aramaico era la lingua ufficiale della Persia come pure la lingua franca d’Assiria e di Babilonia dal 700-300 a.C. L’influenza dell’aramaico sui regni di Giuda e d’Israele fu considerevole. La sua influenza nel regno del Nord fu maggiore di quella su Giuda, dato che il regno del Nord (Israele) fu conquistato dall’Assiria 134 anni prima della caduta di Giuda.

     Quando una grande parte della popolazione del regno del Sud (Giuda) è stata portata via nella prigionia Babilonese nel 586 a.C., numerosi cambiamenti hanno avuto luogo. L’aramaico è stato adottato dalla maggior parte dei Giudei in cattività. Quando ai Giudei è stato permesso di ritornare nel 538 d.C., essi s’erano così abituati alla vita di Babilonia che solo pochi più di 40.000 sono ritornati a Gerusalemme. La maggior parte di quelli che ritornarono usavano l’aramaico come lingua principale, mentre i Giudei che non erano stati esiliati e che erano rimasti in Giuda parlavano ancora ebraico. Gli abitanti di Giuda hanno presto sviluppato una cultura multilingue e probabilmente utilizzavano nella stessa maniera sia l’ebraico che l’aramaico.

     Nel 167 a.C., il tempio è stato profanato da Antioco IV Epifanie, il governatore siriano Seleucide della Palestina. In seguito, i Giudei, condotti da Giuda Maccabeo, si sono rivoltati contro la tirannia e la dura politica d’Antioco. Non c’è alcun dubbio che questa rivolta, culminata con la purificazione del tempio nel dicembre del 164 a.C., abbia spronato il ripristino religioso tra i Giudei. È stata la vittoria dei Maccabei che ha gradualmente condotto a un ristabilimento della loro lingua ancestrale, l’ebraico, come lingua dominante in tutta la Palestina. Allo stesso modo, in tempi più recenti, è stato l’ebraico che ha vinto la lotta tra quale lingua sarebbe dovuta diventare la lingua nazionale del moderno Stato d’Israele.

 

°*°*°*°*°*°*

 

Nota del redattore: Oggigiorno gli studiosi sostengono perlopiù che i rotoli trovati nelle grotte inaccessibili, situate nei pressi di Qumran, non rappresentavano gli scritti di una ipotizzata comunità religiosa residente di Qumran, ma si trattava della biblioteca del tempio di Gerusalemme che i sacerdoti misero in salvo prima della distruzione del tempio o della biblioteca di Gerusalemme che gli scribi misero in salvo. Oggigiorno a Qumran, contrariamente al passato, non si attribuisce un valore religioso (comunità essenica), ma puramente commerciale (azienda manifatturiera). È probabile che le persone che misero in salvo i rotoli, siano morte subito dopo per mano dei Romani, portando con sé il loro segreto.

     Come già detto, secondo gli studiosi odierni, i rotoli provengono dalla biblioteca di Gerusalemme e, pur comprendendo scritti degli Esseni e di altri movimenti giudaici, non rappresentano il patrimonio letterario di tale gruppo specifico, ma del giudaismo gerusalemita. Questo fatto accentua certamente la tesi di Argentino. {Nicola Martella}

 

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Aramaico_ebraico4_Oc.htm

16-02-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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