Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

NT: Persone e contingenza

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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VINO, SUCCO D’UVA E GESÙ

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  LE QUESTIONI

     ■ Una lettrice mi ha posto la seguente questione. Scusa se ti disturbo, ma penso che solo tu puoi darmi una risposta coerente. Alcune persone dicono che il vino citato nella Bibbia, sia succo d’uva e, quindi, non fermentato. Si dice che vengono usati due termini greci diversi per distinguerli. Io, purtroppo, non conosco il greco e non sono in grado di capire, ma l’unica cosa che ho chiara, è che non è una cosa importante nel mio rapporto con il Signore. In ogni caso, ti ringrazio per avermi ascoltata. Che il Signore benedica la tua vita, oggi e sempre; e lo ringrazio per avermi fatto conoscere un fratello veramente saggio! {Paola Chiarapini; 08-09-2011}

 

     ■ Le risposi all’incirca come segue. Intanto che ti rispondo nel merito, puoi scrivermi quale sia la situazione ecclesiale o personale concreta, in cui tale confronto è stato fatto. Per ora posso solo anticiparti che non esistono due termini distinti in greco per indicare il vino e il succo d’uva.

 

     ■ Ecco il suo chiarimento. Ieri sera, in uno studio biblico si è parlato di vino e del fatto che in greco si usano due termini per distinguere quello usato nel Nuovo Testamento e quello che noi tutti conosciamo. A me, visto che Gesù è vero Dio e vero uomo, non dispiace il fatto che abbia potuto bere del vino, ma per alcuni sembra che non sia così. Ho trovato i vari versetti, che si riferiscono all’argomento trattato, nei quali non ho trovato niente di scandaloso, ma bensì solo il riferimento all’uso del vino, che ognuno di noi fa. Allora, la sorella, prendendo un commentario, ha letto quello, di cui ti ho parlato; e siccome anche altre persone mi avevano parlato di questo, l’ho chiesto alla persona, che credo più qualificata per darmi una risposta e, grazie a Dio, sei tu. Già mi hai chiarito un dubbio, anzi due: il primo è che il vino è vino, il secondo è che alcune persone non vogliono ammettere che Gesù, quando è stato in carne ha mangiato e bevuto veramente, e per me, questo significa che mi capisce veramente e profondamente. Grazie e che il Signore ti benedica grandemente, oggi e sempre! {Paola Chiarapini 09-09-2011}

 

 

2.  LE RISPOSTE: Un proverbio latino recita «in vino veritas», intendendo che chi si riempie di vino, è più facile che dica la verità. D’altra parte, bisogna dirla tutta la verità sul vino nella Bibbia.

 

2.1.  LA VERITÀ SUL VINO: Nel NT non esistono due termini greci differenti, ma uno solo, appunto oinos «vino»; poi esiste la sua descrizione eufemistica: «frutto della vigna» (Lc 20,10; 22,19). Anche da noi si chiama il vino eufemisticamente e poeticamente il «sangue dell’uva». Qui prescindiamo dall’«aceto», che abitualmente non si usa per bere. Gesù trasformò l’acqua in vino, non in succo di frutta; infatti, il maestro di tavola disse allo sposo: «Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto largamente, il meno buono; tu, invece, hai serbato il vino buono fino a ora» (Gv 2,10; cfr. 4,46).

     In genere in Oriente il vino, essendo un bene prezioso e a tasso alcolico molto elevato, si beveva diluito con acqua, anche a causa della temperatura elevata (cfr. Is 1,22). Si parla pure del vino aromatizzato. Tuttavia, non c’erano termini differenti per indicarlo; e «frutto della vigna» non indicava il «succo d’uva».

     Chiaramente si poteva portare al tempio il mosto appena ottenuto, pressando l’uva, e offrirlo al Signore (Nu 18,12.27; Dt 18,4). Il mosto lo si poteva bere pure appena pressato. Il termine «mosto» era usato anche per estensione per «vino» (Is 49,26 anche col mosto ci si può inebriare, anche se si necessita di una quantità maggiore rispetto al vino) o come sinonimo per rafforzare l’espressione (Os 4,11; Gle 1,5). Si noti l’espressione: «Spremerai il mosto, ma non berrai il vino» (Mi 6,15). Inoltre, il termine «mosto» non compare mai nel NT.

     A ciò si aggiunga che un «succo d’uva» da conservare era sconosciuto, sia perché non si conoscevano adeguate tecniche di conservazione, sia perché in tale ambiente la fermentazione avveniva subito, spesso sulle stesse piante, se si lasciava l’uva a lungo.

     Che oggigiorno si possa usare succo d’uva per la Cena del Signore, è legittimo, visto che è solo un simbolo, che aiuta a rammemorare attivante il corrispondente significato (sangue del nuovo patto), a cui non toglie nulla di sostanziale. Come ha affermato Gesù, «tutto quello che entra nella bocca, va nel ventre ed è espulso fuori nella latrina» (Mt 15,17). E ciò vale che si tratti di vino o di succo d’uva. In genere il succo d’uva viene usato nelle chiese specialmente per non mettere a rischio coloro, che sono alcolisti, a cui basta poco per ricadere in tale dipendenza. Mi sembra un grande atto d’amore verso di loro.

 

2.2.  LA VERITÀ SU CRISTO: Un Gesù, che non beve vino appartiene a un’immagine manichea e non realista del Messia. Negli ambienti gnostici e spiritualistici si vorrebbe un Gesù etereo, che non avrebbe bevuto e mangiato, che magari non si sarebbe mai sporcato, che non avrebbe avuto neppure bisogno di lavarsi, di esplicare i bisogni uro-intestinali e altro. Questo è un Gesù biblicamente improbabile.

     In Israele solo i nazirei erano obbligati a non bere vino per il tempo del loro voto (Nu 6,4.20), ad esempio Sansone e Giovanni Battista, Gesù non era un nazireo. Era un normale Ebreo, che partecipava alla vita. A Cana non solo trasformò l’acqua in vino, ma lo bevve pure, poiché sarebbe stata un’offesa verso gli sposi non farlo.

     Se Gesù fosse stato astemio, non avrebbe potuto partecipare alla festa della Pasqua giudaica, in cui era previsto l’uso del vino.

     Inoltre, se Gesù fosse stato astemio, nell’istituire la «cena del nuovo patto» (Mt 26,27ss), avrebbe probabilmente scelto un altro simbolo, invece del vino. Ha partecipato Gesù al bere il vino nella sua ultima Pasqua? Certamente, poiché Egli disse: «D’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio» (v. 29).

     Che Gesù non bevesse il vino solo a Pasqua, ci viene detto in altri brani. Egli si confrontò con Giovanni Battista e disse: «È venuto Giovanni non mangiando né bevendo, e dicono: “Ha un demonio!”. È venuto il Figlio dell’uomo mangiando e bevendo, e dicono: “Ecco un mangiatore e un ubriacone, un amico dei pubblicani e dei peccatori!”» (Mt 11,18s).

     Che Gesù mangiasse, è accertato (Mt 26,17.26; Mc 14,18; Lc 22,8). Meno noto è che mangiò anche da risorto (Lc 24,41ss).

     Egli non si differenziò dagli altri Ebrei devoti del suo tempo, né gli furono risparmiate tentazioni e sofferenze; per questo poté diventare un «misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose appartenenti a Dio» (Eb 2,17s).

 

Per aspetti particolari legati alla Cena del Signore, si vedano i seguenti scritti:

Allergia alimentare e Cena del Signore {Nicola Martella} (A)

Allergia alimentare e Cena del Signore? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Vino_succo_Gesu_Avv.htm

09-09-2011; Aggiornamento: 10-09-2011

 

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