Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Matteo, l’evangelista dei giudei

 

NT: Testo biblico

 

 

 

 

Nello stesso libretto sono contenute le domande per lo studio e il dizionarietto, dove trovare le risposte.

   Ecco le parti principali della parte di studio:
■ Introduzione all'Evangelo di Matteo
■ Nascita, battesimo e tentazione (Mt 1,1-4,11)
■ Attività in Galilea (Mt 4,12-16,12)
■ Istruzione dei dodici (Mt 16,13-18,35)
■ Viaggio verso Gerusalemme e ultimi giorni in essa (Mt 19-25)
■ Crocifissione e risurrezione (Mt 26-28).

 

Inoltre ci sono, tra altre parti, anche le seguenti:
■ Dizionarietto
■ Guida allo studio personale e di gruppo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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TENTAZIONE E PROVA SECONDO MATTEO 6,13

 

 di Nicola Martella

 

1.  L’ANALISI DEL TESTO: Il seguente approfondimento e nato da una domanda di un lettore e dal dialogo, che ne è sorto.

 

1.1.  NON CONDURCI NELLA TENTAZIONE

Stefano Meola: Nicola, ho una domanda circa la corretta traduzione del «Padre nostro», nel punto, in cui si afferma: «Non indurci in tentazione». Che cosa afferma veramente? Ho provato a tradurre dall’inglese, ma mi risulta comunque la stessa cosa: «Non indurci in tentazione». È così anche dal greco «originale»? {08-04-2015}

 

Nicola Martella: Il testo greco recita così: καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν [trasl. kaì mḕ eisenénkēs eis peirasmón]; esso significa letteralmente quanto segue: «E che tu non ci porti nella [non ci conduci dentro la] tentazione [o prova]» (Mt 6,13). Tale verbo eisenénkēs è aor. cong. att. e intende la possibilità, non la realtà; non è un comando, ma una richiesta; non intende un’azione costante, ma l’evento unico, che cambia le cose per sempre (aoristo). Il termine peirasmós significa «prova, verifica, tentazione». Per i dodici discepoli tale richiesta mirava alla grande crisi, che sarebbe avvenuta con la crocifissione di Gesù. Giuda non superò tale prova, tradendo Gesù e poi mettendo fine alla sua propria vita, Pietro rinnegò il suo Maestro e i discepoli si dispersero.

 

1.2.  MA LIBERACI DAL MALIGNO!

Stefano Meola: Ho compreso il senso. Diciamo che possiamo fare riferimento, per intenderci, al passo biblico quando lo Spirito di Dio discende sul Figlio e «allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo». Qui, è lo Spirito di Dio, che conduce Gesù nel deserto e aiuta il Signore a sopportare la tentazione. Infatti, quando Gesù ebbe fame, satana si presentò a Lui! È questo il senso: Lui ci aiuta a sopportare la prova e a non essere tentati. Giusto? {13-04-2015}

 

Nicola Martella: Il senso della richiesta è che Dio Padre non ci metta in una situazione di prova tale, in cui il maligno ne possa approfittare, per porci dinanzi una trappola, che mira a farci scadere dalla fede (cfr. Giobbe). Infatti, la seconda parte della stessa richiesta è la seguente:

«...ma liberaci dal maligno!»; qui c’è l’imperativo aoristo di rhýomai «sottrarre, liberare, salvare; difendere, preservare, proteggere; ecc.», per significare l’urgenza in tale specifica situazione, caso mai si ponesse. Come si vede, si deve leggere tutto insieme come un’unica richiesta. In pratica, i discepoli del Signore dovevano pregare, affinché, quando sarebbe venuta l’ora del cimento, in cui la loro fede sarebbe stata messa a pesante verifica con la morte di Gesù, essa non sarebbe venuta meno.  

 

2.  ALCUNI APPROFONDIMENTI: Si tratta quindi di momenti particolari della vita, in cui si decide il tutto per tutto, e non delle usuali tentazioni o prove, in cui tutti i credenti passano.

     Nella sua ora estrema, in cui il Pastore sarebbe stato fiaccato e le pecore si sarebbero disperse (Mt 26,31), Gesù disse a Pietro: «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31s). Come Dio confidava che Giobbe sarebbe rimasto attaccato a Lui, nonostante le pesanti prove (cfr. Gb 2,8s), così Gesù mirava al buon esito della prova: Pietro si sarebbe tornato indietro al Signore e avrebbe avuto la forza di confermare nella fede gli altri apostoli.

     Gli apostoli del Signore avevano avvertito in tal senso: «Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente, cercando chi possa divorare. Resistetegli, stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo» (1 Pt 5,8s).

     La consolante promessa è la seguente: «Nessuna tentazione [o prova] vi ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati [o provati] oltre le vostre forze; ma con la tentazione [o prova] vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare» (1 Cor 10,13).

 

3.  LA TENTAZIONE DEGLI SPIRITUALI: A proposito del perdono, della consolazione e dell’amore, che alcuni hanno difficoltà a dare, a chi è caduto nel peccato, se non imponendo pensanti ipoteche al malcapitato, Paolo ingiunse ai Corinzi ad agire in modo propositivo (2 Cor 2,5-9), dando egli stesso l’esempio (v. 10) e aggiungendo la seguente motivazione, che è pure un avvertimento: «...affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni» (v. 11). Ossia la durezza di cuore, il perdono dato con tante tare e condizioni, l’imperdonabilità e cose simili fanno parte dei raggiri e delle macchinazioni di Satana. L’imbroglio sta nel fatto che il Calunniatore (gr. diábolos) convince il credente, che deve perdonare, di essere migliore del malcapitato e che a lui una cosa del genere non potrà mai accadere. Che le cose non stanno così, ce lo dice la Scrittura  e ce lo insegna l’esperienza. Beato chi non sarà un giudice duro e spietato verso gli altri, sapendo che prima o poi anche lui potrebbe diventare un imputato. «Fratelli, anche nel caso in cui un uomo venga sorpreso in qualche trasgressione, voi, gli spirituali, recuperate quel tale con spirito di mansuetudine, guardando a te stesso, che anche tu non sia tentato!» (Gal 6,1).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Tent_prova_Mt.htm

13-04-2015; Aggiornamento:

 

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