1. LE QUESTIONI: Caro Nicola, mi puoi spiegare per quale
motivo la parola «spettacolo» in italiano viene usata in questi quattro
brani biblici, mentre mi sembra di vedere che il greco (che ignoro) dica cose
differenti l’una dall’altra?
■ Lc 23,48: E {καὶ} tutta {πάντες} la {οἱ} folla {ὄχλοι} che assisteva
{συμπαραγενόμενοι} a {ἐπὶ} questo {ταύτην} spettacolo {τὴν θεωρίαν},
vedute {θεωρήσαντες} le cose che {τὰ} erano accadute {γενόμενα}, se ne tornava
{ὑπέστρεφον} battendosi {τύπτοντες} il {τὰ} petto {στήθη}.
■ 1 Cor 4,9: Poiché {γάρ} io ritengo {δοκῶ} che {-} Dio {ὁ θεὸς} abbia messo in
mostra {ἀπέδειξεν} noi {ἡμᾶς}, gli {τοὺς} apostoli {ἀποστόλους}, ultimi
{ἐσχάτους} fra {-} tutti {-}, come {ὡς} uomini {-} condannati a morte
{ἐπιθανατίους}; poiché {ὅτι} siamo diventati {ἐγενήθημεν}
uno spettacolo {θέατρον} al {τῷ} mondo {κόσμῳ}, agli angeli {ἀγγέλοις} e
{καὶ} agli uomini {ἀνθρώποις}.
■ Col 2,15: ha spogliato {ἀπεκδυσάμενος} i {τὰς} principati {ἀρχὰς} e {καὶ} le
{τὰς} potenze {ἐξουσίας}, ne {-} ha fatto un pubblico {ἐν παρρησίᾳ}
spettacolo {ἐδειγμάτισεν}, trionfando {θριαμβεύσας} su di loro {αὐτοὺς} per
mezzo della {ἐν} croce {αὐτῷ}.
■ Eb 12,21: Tanto {οὕτω} spaventevole {φοβερὸν} era {ἦν} lo {τὸ} spettacolo
{φανταζόμενον}, che {-} Mosè {μωϋσῆς} disse {εἶπεν}: «Sono {εἰμι} spaventato
{ἔκφοβός} e {καὶ} tremo {ἔντρομος}». | {καί}
Ricapitolando:
■ Luca: spettacolo {τὴν θεωρίαν}
■ 1 Corinzi: spettacolo {θέατρον}
|
■ Colossesi: spettacolo {ἐδειγμάτισεν}
■ Ebrei: spettacolo {φανταζόμενον}
|
Ti sono grato
{Sandro Bertone; 24-09-2013}
2. LE RISPOSTE
2.1.
ENTRIAMO IN TEMA: Sono un po’ singolari le versioni interlineari,
che intendono associare a ogni parola italiana il termine greco, o viceversa,
visto che spesso originale e traduzione in certi punti non si corrispondono per
nulla o non abbastanza! A ciò si aggiunga che la
traduzione italiana usata in tali testi interlineari, spesso non è
letterale, ma è solo una parafrasi del testo greco. Quindi, tale corrispondenza
fittizia fra termini greci e italiani potrebbe, a volte, far accapponare la
pelle a ogni studioso delle lingue originali.
Che in quattro locuzioni greche differenti, vocaboli o locuzioni verbali diversi
siano tradotti in italiano con un solo termine (qui «spettacolo»), mostra non
solo la difficoltà di tradurre a volte, ma anche quanta
semplificazione abbiano usato i traduttori.
2.2.
L’ANALISI DEI TESTI
■ Lc 23,48: Qui troviamo la locuzione
ἐπὶ τὴν θεωρίαν ταύτην [epì tḕn theōrían
taútēn], che letteralmente significa «[E tutte le folle radunate] per questa
visione». Theōría significa
«l’osservare, l’esaminare, il vedere; l’assistere (a qualcosa), quindi
l’oggetto: festa, spettacolo, processione; deputazione, ambasceria; ufficio di
deputato; considerazione, contemplazione, speculazione (teorica, teoria),
osservazione»; si trova solo qui nel NT. Subito dopo ricorre il verbo
corrispondente theōréō
«guardare, scorgere, osservare, contemplare, esaminare, assistere, essere
spettatore; investigare, giudicare, paragonare; andare come deputato».
L’italiano manca di un termine diretto, corrispondente al greco, e «la vista, la
veduta, la guardata, la visuale» non rendono abbastanza (cfr. invece eng.
show da to show «mostrare»); ciò è mostrato dagli infiniti
sostantivati nel significato.
■ 1 Cor 4,9: Qui troviamo la locuzione
ὅτι θέατρον ἐγενήθημεν τῷ κόσμῳ [hóti théatron eghenḗthēmen
tõ kósmõ] «poiché un teatro fummo resi al mondo
[, e agli angeli, e agli uomini]». Théatron significa «teatro,
anfiteatro, spettacolo».
■ Col 2,15: Qui troviamo la locuzione
ἐδειγμάτισεν ἐν παρρησίᾳ [edeigmátisen en parrēsía]
«[li] espose in pubblico». Deigmatízō intende «esporre o proporre
come esempio; fornire saggio o prova; intrans. apparire, mostrarsi».
Mancando un complemento oggetto, è possibile anche la traduzione intransitiva «si
mostrò in pubblico [, trionfando su di loro per mezzo della stessa {croce}]»
■ Eb 12,21: Qui troviamo la locuzione
καί, οὕτως φοβερὸν ἦν τὸ φανταζόμενον [kaí,
hoútōs foberòn ẽn tò fantazómenon]
«E, tanto era spaventosa la manifestazione».
Il verbo fantázō intende
«far vedere (apparire), mostrare, indicare, rendere
visibile, esporre alla vista, ecc.»; il pres. pt. pass. sostantivato tò
fantazómenon significa «l’apparenza, la vista, la manifestazione, lo
spettacolo».
2.3.
ASPETTI CONCLUSIVI: Come si vede, la
lingua greca è ricca di termini. Spesso i
traduttori hanno difficoltà a trovare i termini corrispondenti in italiano,
oppure sono troppo pigri o frettolosi per cercarli. È forse per questo che in
italiano abbiamo più revisioni che vere traduzioni. Ed è verosimilmente per
questo che le Bibbie in italiano non riportano in genere un elenco dei
traduttori! Infatti, in genere sono «arrangiatori» di revisioni già esistenti!
Per tali questioni, proposte dal lettore e che possono apparire di per sé
marginali rispetto alla verità generale della Bibbia, ho dovuto lavorare
parecchio, per approfondirle. Tuttavia ogni questione esegetica è importante, ai
fini di appurare la verità. Spero ora che chi mi ha posto la domanda
possa trarre da ciò l’arricchimento, che necessitava o a cui mirava.
Se ci sia un filo rosso, che unisca questi brani, e se vi sia una logica
misteriosa, che li attraversa, oltre al termine «spettacolo» nelle traduzioni
italiane, lo lascio all’analisi dei lettori. Constatiamo che la Parola ci
parla legittimamente, qualora accostiamo brano a brano in modo debito,
quindi senza praticare una «versettologia indebita».
Ecco il mio tentativo. Tutto ciò che Cristo ha fatto e farà, ciò che gli è
accaduto e ciò che i credenti fanno, non avviene solo in segreto, ma ha un
aspetto pubblico. Come gli occhi degli amici e degli avversari di Gesù erano
puntati su di Lui, alcuni con gioia, altri con irritazione o costernazione, ora
lo sono sui credenti. Il mondo immanente e quello trascendentale ci osservano
e ci studiano in tutti i modi, per alcuni per capire, per altri per farsi beffe,
per altri per trovare una debolezza da addebitare o da sfruttare come tallone di
Achille contro di noi, e così via. I credenti si trovano come in un anfiteatro,
sempre in scena e sotto i riflettori; non possono quindi permettersi di
distrarsi o di prestare il fianco. Come Cristo ha trionfato sui suoi avversari
trascendentali, mostrandoli (o mostrandosi) pubblicamente in trionfo,
così anche noi possiamo partecipare a ciò per fede, trionfare già adesso con Lui
(Rm 8,37), sapendo che anche noi un giorno saremo manifestati con Lui in
gloria (Col 3,4; 1 Gv 3,2). Allora, in futuro, la visione delle cose, che
il Signore manifesterà, sarà spaventevole per gli avversari, ma motivo di
esultanza per i figli di Dio.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Spettacolo_Avv.htm
09-10-2013;
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