Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Generi & ruoli 1

 

Interpretazione biblica

 

 

 

 

L’uomo e la donna nella Bibbia— Generi e ruoli 1:

   Ecco le parti principali:
■ Entriamo nel tema (la problematica)
■ I generi nella Bibbia
■ Il matrimonio nella Bibbia

 

La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

   Ecco le parti principali:
■ La posizione della donna nella chiesa
■ Il ministero della donna nella chiesa
■ Aspetti conclusivi
■ La mia donna  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Generi & ruoli 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SALVATA PARTORENDO FIGLI? (1 TIMOTEO 2,15)

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA

     ■ Una prima questione: Un lettore mi ha presentato le seguenti questioni: Caro Nicola, shalom. Vorrei chiederti qual è il significato di questo versetto: «Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia» (1 Timoteo 2,15). {Vincenzo Russillo; 16-09-2009}

     Stimolando la sua riflessione, gli detti la seguente risposta preliminare: Quanto alla tua richiesta, ti anticipo che cosa succede se traduciamo correttamente il testo: «E Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione. Ella sarà, però, salvaguardata mediante il parto di figli, se essi persevereranno nella fede e nell’amore e nella santità con costumatezza» (1 Tm 2,14s). Riflettici sopra, mettendo tale testo nel suo contesto, e fai le tue considerazioni. Poi, potrò sempre darti la mia risposta completa.

 

     ■ Una seconda questione: Un altro lettore mi ha scritto, fra la satira e il desiderio di sapere, quanto segue: Vedo che solo gli uomini possono pregare con le mani in alto e solo se sono pulite (1 Tm 2,8 «Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute»), che gli uomini sono salvi per grazia mediante la fede (1 Tm 2,4 «...il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità») e che le donne sono salvate per opere (1 Tm 2,15 «...tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia»).

     Chiaramente scherzo, ma è interessante notare come possono nascere «dottrine», che nulla hanno a vedere con la Parola di Dio. Vorrei, caro fratello, se potessi chiarirmi, però, un punto ed è proprio 1 Timoteo 2,15. Il «partorendo figli» è stato collegato a Genesi 3,15, ma l’ho trovato piuttosto «forzato» come collegamento. Non ritengo che si possa ricondurre la salvezza della donna al fatto che Eva abbia partorito, in discendenza, Gesù, poiché è nell’ordine naturale delle cose che la donna sia a partorire. Potresti chiarirmi o indicarmi dove approfondire? {Stefano Frascaro; 29-10-2010}

     Data la nostra contiguità, gli risposi anch’io con un po’ di satira. Allora, beate le donne che possono essere salvate per opere, ossia partorendo figli. Almeno loro possono avere la sicurezza della salvezza, ossia quelle, che non sono sterili. Bisognerebbe solo stabilire quanti figli siano sufficienti per essere salvati. Si vede che la salvezza per grazia mediante la fede riguarda soltanto gli uomini. Che discriminazione...!

 

     ■ Prime luci in fondo al tunnel: Il primo lettore, riflettendo meglio sulla questione, arrivò alle seguenti conclusioni: Leggendo il versetto di Timoteo 2,15 inizialmente ho pensato, isolandolo dal contesto, che Paolo intendesse dire che le donne sono salve mediante il parto. Ma la Bibbia ci dice: «Infatti, è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti» (Efesini 2,8-9). Questo errore si potrebbe commettere, facendo versettologia.

     Allora ho fatto marcia indietro e sono ripartito dalla traduzione che mi hai mandato. Il parallelo è con Eva la progenitrice del peccato, poiché ribelle al comando divino. L’autore vuole indicare alla donna il percorso da seguire, ossia d’essere donne fedeli, d’amare i propri figli, d’adorare Dio e amministrare la famiglia con saggezza. Nel partorire e allevare figli nel timore del Signore la donna troverebbe «salvezza». {Vincenzo Russillo; 17-09-2009}

 

 

2.  APPROFONDIMENTI

 

2.1. IL PROBLEMA È DAPPRIMA LINGUISTICO: Paolo parlava all’interno di un «contenitore culturale» (il cristianesimo d’allora), per il quale certe cose erano scontate per ripetizione e consenso; ma non lo sono per noi oggi. Inoltre, parlava a un suo collaboratore, col quale aveva tante volte discusso di varie cose; la familiarità fa sviluppare un sentire comune, che non necessità più di spiegare le cose per filo e per segno, essendo già ovvie nel mondo delle comuni idee.

     Oltre a tali aspetti tecnici, che stanno all’origine, ci sono quelli della traduzione in italiano e della comprensione di noi lettori, che stiamo fuori di tale «contenitore culturale» e distante da tali fatti di due millenni. Infatti, per deformazione mentale, pensiamo che il verbo greco, tradotto qui con «salvare», intenda sempre e semplicemente «salvare l’anima». Lo spettro dei significati del verbo greco sōzō è molto vasto: «soccorrere, preservare, proteggere, salvaguardare, custodire, condurre sano e salvo a destinazione, risparmiare la vita a qualcuno, liberare, scampare da qualcosa, conservare, tenere in serbo, serbare (p.es. nella mente)». Addirittura sōzeo (pass.) era usato nel senso di «Dio ti conservi; addio»; anche in italiano salutiamo la gente con «salve!» (da salvare).

     In questo verso singolare non si tratta tanto della salvezza dell’anima, come frettolosamente si potrebbe pensare, quanto della salvaguardia della vita dinanzi ai pericoli dell’esistenza.

     Si fa bene a tener presente tutto il contesto. Paolo parlò di donne già credenti. Egli spiegò a Timoteo quale doveva essere l’etica cristiana per loro e il modo in cui potevano conservarsi «sane e salve» (= in stato di grazia) nella fede, nel matrimonio e nel mondo d’allora (e d’oggi). Al loro riguardo l’apostolo parlò del modo di vestirsi e adornarsi, non cercando il lusso, ma in modo corrispondente alla devozione cristiana (1 Tm 2,9s). La donna cristiana non deve farla da maestra sull’aner (uomo, marito), ponendosi in contrapposizione e in concorrenza con lui (vv. 11s); la donna, che insegna ed esercita così autorità sull’uomo, pone in serio pericolo sé stessa, il proprio matrimonio e il salutare ordine costituito da Dio, che attribuisce agli uomini una funzione di guida e di protezione. Il pericolo è, come è stato in origine con Eva, quello della seduzione e della caduta in trasgressione (vv. 13s). Il modo migliore per una donna per sfuggire al fascino equivoco di esercitare una falsa autorità e del conseguente pericolo di rimanere sedotta, cadendo in trasgressione, è di concentrarsi sul compito maestro, pensato per lei nella creazione: dispensatrice di vita e pedagoga dei suoi figli. Questo la metterà al sicuro dinanzi al fascino del potere. Chiaramente a ciò si deve aggiungere, per una donna cristiana, il compito di trasmettere ai figli un’etica fatta di costumatezza e segnata dalla perseveranza nella fede, dall’amore e dalla santificazione (v. 15). La vocazione creazionale e quella di maestra di devozione biblica verso i figli, salvaguarderanno una donna e la metteranno al sicuro.

    Abbiamo visto sopra che cosa succede quando si traduce correttamente il testo, che riproduciamo qui nuovamente: «E Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione. Ella sarà, però, salvaguardata mediante il parto di figli, se essi persevereranno nella fede e nell’amore e nella santità con costumatezza» (1 Tm 2,14s). Come si vede, tale verso (v. 15), un po’ sibillino e oscuro (conosciamo le risposte, ma non le eventuali domande poste da Timoteo), diventa fonte di enigmi e di speculazioni, se non viene tradotto correttamente e se viene isolato dal contesto. Si notino i pronomi (ella, essi) e come il verbo «essere salvaguardata, sana e salva» sia connesso, sul piano esistenziale, a quanto segue: i figli sono un'assicurazione per la donna, premesso che essi siano moralmente costumati.

 

2.2. IL PROBLEMA È INOLTRE CULTURALE: Il mondo della Bibbia è, socialmente e culturalmente parlando, abbastanza distante dal nostro. Le discrepanze non stanno, quindi, tanto nel testo biblico, quanto nella nostra mente, con cui misuriamo le dinamiche dell'antichità con le nostre ovvietà e convenzioni.

    Ricordiamo che Dio ha un solo metodo di redenzione: per grazia mediante la fede (Rm 5,2; Ef 2,8). La «salvezza» che una donna trova, seguendo la vocazione naturale, a cui è stata chiamata alla creazione, ossia di essere progenitrice ed educatrice, consiste nella salvaguardia della sua stessa persona (da falsi miraggi di potere e da seduzione) e, in senso lato, dell’umanità, di cui ogni donna è continuatrice.

     Di là se una donna possa procreare o no vita, l’istinto materno (verso bambini e deboli) è in genere una potenza incredibile in una donna. Purtroppo, alcune donne, cercando falsi miraggi, drogano e rimuovono tale loro istinto naturale nella loro ricerca di edonismo, di lussuria, di potere e di false libertà.

     Nell’antichità una donna sola era molto a rischio sia nel presente, sia riguardo alla sua vecchiaia, visto che nessuno l’avrebbe sostenuta, se fosse stata senza prole; così è ancora in tante parti del mondo oggigiorno. Perciò si parlava di «trovare riposo in casa d’un marito» (Rt 1,9) e, quindi, di felicità (Rt 3,1). Ciò era paragonato a un «riscatto» (Rt 2,20). Il figlio nato da tale connubio era chiamato in ebraico go’el «riscattatore» (Rt 4,14), qui nel senso di «riscattatore delle sorti familiari». Poter avere un figlio, che continuasse la famiglia e desse sicurezze per il futuro, era considerato un atto di misericordia divina (Lc 1,58). Perciò le donne dicevano a Naomi riguardo al figlio di Rut: «Egli rinvigorirà l’anima tua e sarà il provveditore della tua vecchiaia» (Rt 4,15).

     I figli erano quindi l’assicurazione per una vecchiaia protetta, sicura e felice. Ricordiamo che le donne hanno un’aspettativa di vita maggiore degli uomini, e nell’antichità gli uomini morivano anche nelle continue guerre per difendere casa e patria. Perciò è scritto che ella «sarà però salvaguardata mediante il parto di figli» (1 Tm 2,15a). Chiaramente figli dissoluti non avrebbero fatto il loro dovere, ma solo quelli educati a perseverare «nella fede e nell’amore e nella santità con costumatezza» (v. 15b). Infatti, nella stessa epistola è scritto quanto segue: «Se una vedova ha dei figli o dei nipoti, imparino essi prima a mostrarsi devoti verso la propria famiglia e a rendere il contraccambio ai loro genitori, perché questo è gradito nel cospetto di Dio» (1 Tm 5,4). Questo rispecchia la prima parte di 1 Timoteo 2,15; il riflesso della seconda parte del verso si può intravvedere qui: «Se uno non provvede ai suoi, e principalmente a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede ed è peggiore dell’incredulo» (1 Tm 5,8).

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Riassumiamo il concetto complessivo. Una donna cristiana, cercando l’esercizio pubblico dell’autorità e del potere (sull’uomo in genere e sul marito in particolare), si espone al pericolo della seduzione e della trasgressione. L’ambito migliore, in cui ella possa riuscire, essere gratificata e stare al sicuro, è l’ambito della creazione (donatrice di vita) e dell’istruzione domestica della prole nell’insegnamento e nella pratica della devozione biblica. Se riuscirà in ciò, questo sarà il migliore distintivo, la migliore polizza d’assicurazione e il premio migliore, quando si farà un bilancio della sua vita.

     Inoltre, mentre il potere espone a tensioni continue, una vita quiete è fonte di salute. Cercare di esercitare un compito di guida, che non spetta a una donna, la fa distrarre dal mandato principe (donatore di vita ed educatrice domestica) e la espone a grandi pericoli per la sua salute spirituale, morale e psicofisica. Infine, non poche donne, che hanno rinunciato ai figli o li hanno trascurati in nome della «carriera» o del divertimento, passano una vecchiaia spesso infelice, amareggiata e piena di solitudine e di rimpianti.

     Del malcostume, biblicamente parlando, di avere una conduttrice di chiesa (pastora) e dell’esercizio del pastorato di coppia, specialmente in comunità carismaticiste (p.es. «movimento di fede»), ne abbiamo parlato altrove. [► Ministeri ecclesiali: Donne e ministeri]

 

Salvata partorendo figli? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Salva_partor_figli_GeR.htm

17-09-2009; Aggiornamento: 15-07-2012

 

▲ Vai a inizio pagina ▲
Proprietà letteraria riservata
© Punto°A°Croce