Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il Levitico 1

 

Antico Testamento

 

 

 

 

Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA NATURA DELLA FESTA DEI PURIM

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Con Salvatore Gallo, un cattolico militante, m’ero confrontato su sua richiesta riguardo a Giudici 11,39s nell’articolo «Decantare la figlia di Iefte». Il suo obiettivo era di accreditare le feste odierne della devozione religiosa riguardo a beati, santi e patroni, facendo leva su questa glossa culturale e folkloristica dell’antico Israele riguardo a una ricorrenza praticata dalle donne al tempo dei Giudici, quando, come recita il ritornello, ognuno faceva come gli pareva meglio.

     Egli, intervenendo riguardo a un contributo di un altro lettore, gli chiedeva: «Davide, mi citi un solo esempio nella Bibbia, dove si possa evincere che in Israele vi sia una separazione tra feste civili e feste religiose?». {16-07-2011}

     L’altro lettore rispose: «Salvatore, non ce bisogno di andare a scavare; quella, che è stata menzionata, non fa parte dei precetti della Torah, ma erano solo le vergini, che ricordavano, una volta l’anno, facendo quattro giorni di lamento. E non c’erano bancarelle, né santini, né pupazzi di terracotta o cartapesta e né fuochi d’artificio; non era una ricorrenza per sollazzarsi e neanche per tutto il popolo, ma solo per le vergini, pronte per il loro matrimonio» {Davide Forte; 16-07-2011}

     Salvatore Gallo replicò: «Davide, dal momento che uno dei punti forti dell’argomentazione del Martella è la supposta (ma indimostrabile!) separazione tra feste religiose e feste civili — parliamo di feste nazionali, ovviamente e non della scampagnata dopo la vendemmia — rimango in attesa di chiari riferimenti biblici. {16-07-2011}

     Accettando la sfida, feci presente che veda la festa dei Purim era soprattutto una festa civile, senza che fosse menzionato nessun elemento religioso particolare di quelli tipici delle feste nazionali d’Israele in onore dell’Eterno. Si veda Ester 9.

 

 

2.  IL CONFRONTO SULLA FESTA DEI PURIM: Da tale mia asserzione è nato il seguente confronto.

     ■ Salvatore Gallo: Che la festa ebraica di Purim sia religiosa e non semplicemente «civile», ce lo confermano gli stessi ebrei: «Il giorno 13 è giorno di digiuno in ricordo appunto del digiuno fatto da Estèr per invocare l’aiuto del Signore» (qui; cfr. Wikipedia).

     Se poi si vuol sostenere che «festa civile, senza che fosse menzionato nessun elemento religioso particolare», allora potremmo anche sostenere che il libro di Ester non è sacro, perché non vi è menzionato mai Dio!

     Ma è chiarissimo che Dio si è servito di Ester per salvare il suo popolo! Il digiuno del popolo e di Ester a chi era dedicato, se non a Jahwè! «Va’, raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me, state senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno. Anch’io con le mie ancelle digiunerò allo stesso modo; e dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e se io debbo perire, che io perisca!» (Ester 4,16). {16-07-2011}

 

     ■ Nicola Martella: Qui non devono interessarci ciò, che il giudaismo ha fatto della festa dei Purim nel tempo, ma solo l’esegesi della Parola di Dio. Se dovessimo partire dala festa dei Purim odierna, dovremmo conseguire che è una specie di carnevale giudaico! Com’era però in origine? Nelle disposizioni originali della festa (Est 9) non si parla di una centralità del digiuno, al contrario si parla di banchetti. E in esse non si parla di alcunché di religioso, che fosse tipico delle feste nazionali in onore di Jahwè: sacrifici, preghiere, benedizioni, sante convocazioni, ecc.

 

     ■ Salvatore Gallo: Se leggi attentamente la fine di Ester 9, quando parla dell’istituzione della festa, ti accorgerai che si parla di digiuno legato alla festa di Purim: «A tutti i Giudei, nelle centoventisette provincie del regno di Assuero, si mandarono lettere contenenti parole di pace e di fedeltà, per fissar bene quei giorni di Purim nelle loro date precise, come li avevano ordinati il Giudeo Mardocheo e la regina Ester, e come essi stessi li avevano stabiliti per sé e per i loro discendenti, in occasione del loro digiuno e dei loro lamenti. Così l’ordine di Ester confermò l’istituzione dei Purim, e ciò fu scritto in un libro». {17-07-2011}

 

     ■ Nicola Martella: Ha ragione Salvatore Gallo riguardo alla menzione del digiuno alla fine del libro di Ester. Tuttavia il digiuno è un requisito religioso atipico per le feste dell’antico Israele. Inoltre qui manca la caratteristica maggiore delle feste ebraiche in onore dell’Eterno: il sacrificio, il rito religioso, l’obbligo per i maschi di salire a un santuario centralizzato, la santa convocazione, ecc. Questo sì che è tipico delle feste nazionali in onore di Jahwè, comandate nella Torà.

     Faccio presente che Ester 9,31 si può intendere anche diversamente: «…per fissare bene quei giorni di Purim nelle loro date precise, come li avevano ordinati il Giudeo Mardocheo e la regina Ester, e com’essi stessi li avevano stabiliti per sé e per i loro discendenti, in occasione del loro digiuno e del loro grido». Così espressa, tale norma non conterrebbe il digiuno, ma ricorderebbe il momento, in cui fu fissata la data per i giorni di Purim, ossia allorquando essi stavano digiunando e gridando nei giorni, in cui temevano il peggio e la loro situazione mutò e poterono passare a dare il contraccambio ai loro avversari.

     Faccio anche presente che il digiuno, comunque lo si consideri nella menzione finale di Ester 9, non era un elemento esplicito per alcuna festa in onore dell’Eterno, menzionata nella Legge mosaica. Per cui non bisogna qui sopravvalutarlo; e questo tanto più che Ester 9,31 è un brano controverso.

 

     ■ Salvatore Gallo: Mi sembra però che il punto sia il seguente. La festa di Purim è una ricorrenza religiosa, non tanto per le preghiere, i sacrifici, ecc., quanto per il fatto che si ricorda un intervento salvifico di Jahwè a favore del suo popolo. E che sia intervenuto Jahwè, credo non lo si possa negare, anche per il fatto che il popolo ed Ester digiunano prima che ella si presentasse davanti al re. {17-07-2011}

 

     ■ Nicola Martella: La festa di Purim non era stata comandata come una ricorrenza religiosa nazionale, poiché non era tra quelle comandate nella Torà e poiché non conteneva nessuno degli elementi caratteristici, comandati per tali celebrazioni.

     Non bisogna confondere ciò, che c’è stato prima e dopo il contrappasso storico e l’istituzione della festa. In ciò, che c’è stato prima dell’editto, che permetteva ai Giudei di dare il contraccambio ai loro avversari, è evidente che il digiuno avesse un senso, perché la loro vita era a rischio. Ma l’istituzione della festa prevedeva gioia, banchetti regali reciproci e null’altro. Non si possono mischiare il prima e il dopo. Tanto più che i termini «digiuno» e «digiunare» non ricorrono mai nella Torà.

 

 

3.  GLI APPROFONDIMENTI RIASSUNTIVI: La festa dei Purim era, in origine, essenzialmente una festa commemorativa di natura culturale, civile e non tipicamente religiosa. Ecco alcuni elementi distintivi.

     ■ Non avveniva presso il tempio, come per le feste comandate nella Torà. Non c’era l’obbligo per i maschi di salire al santuario centralizzato, ma i Giudei festeggiavano i Purim, dovunque si trovavano.

 

     ■ Non implicava sacrifici, cosa che è la costante in tutti i tipi di feste religiose in onore dell’Eterno. Al contrario era «un giorno di conviti e di gioia» (Est 9,18; cfr. vv. 19.22). Si parla invece dei «sacrifici della mia festa» (Es 23,17s), quando «tre volte all’anno», durante le feste comandate nella Torà, «tutti i maschi» comparivano «davanti al Signore, l’Eterno», ossia presso il santuario centrale. Si parla, quindi, specificamente del «sacrificio della festa di Pasqua» (Es 34,25) e dell’annessa festa degli Azzimi (2 Cr 30,21s; Esd 6,21s; Ez 45,23.25). Il sacrificio era parte essenziale «nelle vostre feste solenni» (Nu 15,3), ossia di quelle principali comandate nella Torà, chiamate pure «feste dell’Eterno, del Dio nostro» (2 Cr 2,4).

     La festa dei Purim non implicava alcuna azione rituale e sacrificale.

 

     ■ Erano previsti, invece, regali reciproci e specialmente verso i poveri; questo elemento è estraneo alle feste religiose d’Israele. «I Giudei della campagna, che abitano in città non murate, fanno del quattordicesimo giorno del mese di Adar un giorno di gioia, di conviti e di festa, nel quale gli uni mandano dei regali agli altri… e facessero di questi giorni dei giorni di conviti e di gioia, nei quali gli uni manderebbero dei regali agli altri, e si farebbero dei doni ai bisognosi» (Est 9,19.22).

     In tutta la Torà non esiste neppure un brano, che parla esplicitamente di doni reciproci durante una festa nazionale in onore dell’Eterno.

     Si parla dell’impegno di fare parte delle proprie primizie al Levita e allo straniero al tempo della prima raccolta nella terra promessa, dopo la conquista (Dt 26,1s.10s). Si parla anche dell’uso delle decime come mezzo per fare beneficienza (vv. 12s), ma ciò non era abbinato a una particolare festa, ma a un dato temporale (il terzo anno). Inoltre, le primizie e le decime non erano regali, ma il dovuto per legge.

 

     ■ L’editto sulla festa dei Purim non contemplava nessuna speciale santa convocazione il primo e l’ultimo giorno; essa, però, era tipica delle feste in onore dell’Eterno. Le solennità dell’Eterno furono chiamate «sante convocazioni» (Lv 23,2.4.37), poiché tutta l’assemblea d’Israele (ossia dei maschi) si radunava insieme presso il santuario centrale. Esse sono menzionate esplicitamente riguardo al periodo della Pasqua con l’annessa festa degli Azzimi nel 1° e nel 7° giorno (Es 12,16; Lv 23,7s; Nu 28,16ss.25), alle Primizie (Lv 23,21; Nu 28,26), alle Trombe (Lv 23,24; Nu 29,1), alle Espiazioni (Lv 23,27; Nu 29,7), alle Capanne nel 1° e nell’8° giorno (Lv 23,34ss; Nu 29,12).

     Una santa convocazione manca nell’editto relativo alla festa dei Purim.

 

     ■ Alcuni fanno riferimento al fatto che nell’editto relativo alla festa dei Purim si parli di digiuno. Tuttavia, come abbiamo visto, Ester 9,31 si può intendere anche diversamente nel senso di ciò che avvenne durante il periodo antecedente all’editto, che permetteva ai giudei di dare il contraccambio ai loro avversari: «…per fissare bene quei giorni di Purim nelle loro date precise, come li avevano ordinati il Giudeo Mardocheo e la regina Ester, e com’essi stessi li avevano stabiliti per sé e per i loro discendenti, in occasione del loro digiuno e del loro grido». Le cose, così espresse, non intenderebbero il digiuno, che si doveva ancora effettuare, ma ricorderebbero il momento, in cui i Giudei digiunavano e gridavano dinanzi alla tragedia, che stava per abbattersi. Poi la loro situazione mutò, ed essi poterono passare al contrattacco. Abbiamo inoltre ribadito che, comunque si consideri Ester 9,31, nella Legge mosaica il digiuno non era prescritto per alcuna festa in onore dell’Eterno.

     A ciò si aggiunga che in tutta la Torà il sostantivo «digiuno» e il verbo «digiunare» non compaiono addirittura mai. Il digiuno non era, quindi, tipico delle feste in onore dell’Eterno; non si trova neppure nel libro di Ezechiele, dove sono poste le basi per il culto futuro. Anche nei brani, in cui s’ingiunge: «Umilierete le anime vostre», ossia durante la festa delle Espiazioni (Lv 16,29.31; 23,27.29.32; Nu 29,7), non si parla assolutamente di digiuno. L’idea del digiuno sembra essere estranea all’antica devozione religiosa d’Israele e specialmente alle feste in onore dell’Eterno.

     L’unico brano, in cui si afferma qualcosa del genere, è il seguente: «Io bandii un digiuno per umiliarci nel cospetto del nostro Dio» (Esd 8,21). Si noti che qui ci troviamo in epoca postesilica e che ciò non avvenne durante una festa in onore dell’Eterno, ma «per chiedergli un buon viaggio» da Babilonia verso Canaan.

 

     ■ Riassumendo, nell’editto di Ester e di Mardocheo, in cui fu comandata la festa dei Purim, non c’era nessun elemento religioso rilevante e tipico delle feste nazionali, celebrate in onore dell’Eterno. Non vennero comandate preghiere, un rito particolare, una liturgia, dei sacrifici, una benedizione sacerdotale, una santa convocazione il primo e l’ultimo giorno, quindi non era previsto nulla di tipicamente religioso come per le feste nazionali dell’Eterno, comandate nella Torà. Furono comandati solo i giorni, la durata perpetua e il ricordo di quei giorni (vv. 26ss.31).

 

La natura della festa dei Purim? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Purim_natura_Lv.htm

21-07-2011; Aggiornamento: 25-07-2011

 

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