Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Sesso & affini 1

 

NT: Testo biblico

 

 

 

 

Sesso & affini

Sessualità e contestiSesso & affini 1: Qui è trattata la sessualità nella società e nella Bibbia. Ecco le parti principali:
■ La questione della sessualità
■ Società e sesso
■ Sessualità e Bibbia
■ Etica e Bibbia
■ Fra etica ed estetica
■ Sessualità e istruzione
■ Singolarità dei due sessi

 

Tenerezza e fedeltàSesso & affini 2: Qui sono presentati alcuni consigli per vivere una sessualità matrimoniale felice. Ecco le parti principali:
■ Fra rinuncia e attesa
■ Prima del matrimonio
■ Il matrimonio
■ Matrimonio e sesso
■ Questioni di sessualità coniugale
■ La procreazione
■ Relazioni eterosessuali proble-matiche

 

Disturbi e abusiSesso & affini 3: Qui sono trattati i problemi del sesso e le sue deviazioni. Ecco le parti principali:
■ Aspetti della consulenza
■ I disturbi della sessualità
■ Le deviazioni sessuali
■ L’abuso sessuale
■ Sesso e consumismo
■ Dipendenza da sesso
■ Casi ed esempi
■ Dizionarietto dei termini
■ Una lettura del Cantico dei Cantici
■ Foglio d’analisi

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

Sesso & affini 2

 

Sesso & affini 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA PARABOLA DEL SEMINATORE:

FONTE D’INTERROGATIVI

 

 di Nicola Martella

 

1. Perché Gesù parla in parabole?

2. Perché Dio non vuole che vediamo e che intendiamo?

3. Perché Dio non si manifesta palesemente?

4. Perché tutti questi misteri e non ci mostra in modo chiaro e semplice cosa e come è il giusto?

 

Clicca sulle frecce iniziali per andare avanti e indietro

 

Un lettore (Corrado), riferendosi alla parabola del seminatore (Lc 8,4-15), ha posto una serie di domande che fanno capo specialmente a questo brano: «E i suoi discepoli gli domandarono che volesse dir questa parabola. Ed egli disse: “A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli altri se ne parla in parabole, affinché vedendo non vedano, e udendo non intendano”» (Lc 8,9s; cfr. Is 6,9ss).

     Le sue domande le ho riportate nell’indice, così come egli le ha poste. Cercherò di rispondere a esse, attenendomi al testo biblico.

 

 

1. PERCHÉ GESÙ PARLA IN PARABOLE?: Lo scopo delle parabole era quello di far capire solo coloro che cercavano veramente la verità e riconoscevano Gesù come il Messia che doveva venire. Infatti Gesù era venuto nel mondo come Messia-Re, ma i capi religiosi e politici lo rifiutarono e, anzi, cercavano il momento opportuno per mettergli le mani addosso e per ucciderlo.

     ■ I Giudei del tempo di Gesù pensavano di essere a posto perché erano ebrei e discendenti di Abramo. L’Evangelista Giovanni mostrò un’altra realtà, ossia che il Logos creatore (Gesù Cristo) «è venuto in casa sua [= giudaismo, Israele], e i suoi [= Giudei, Israeliti] non l’hanno ricevuto» (Gv 1,11). Poi aggiunse in polemica con l’appartenenza di razza e sangue riguardo alla salvezza: «Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio» (vv. 12s; cfr. Gv 8,12-59).

     ■ Gesù stesso polemizzò col rabbino Nicodemo, dicendogli sullo stesso tema, in modo chiaro e tondo: «In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato dall’alto [= da Dio], non può vedere il regno di Dio. […] Quel che è nato dalla carne, è carne; e quel che è nato dallo Spirito, è spirito» (Gv 3,3.6). Anche qui al diritto naturale (razza, discendenza) Gesù contrappose il diritto spirituale (rigenerazione, nascita da Dio).

 

 

2. PERCHÉ DIO NON VUOLE CHE VEDIAMO E CHE INTENDIAMO?: Dio vuole che vediamo e intendiamo: «Dio, nostro Salvatore… vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,3s). Infatti, «Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Gv 3,16).

     ■ Perciò Gesù stesso divenne lo spartiacque. Chi lo accettava come Messia e credeva alle sue parole, capiva ciò che Dio diceva per mezzo di Gesù Messia, chi lo rifiutava, rimaneva ottuso. Gesù disse ai Giudei: «Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde» (Lc 11,23). E li avvertiva: «V’ho detto che morrete nei vostri peccati; perché se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati» (Gv 8,24).

     ■ Gesù disse ai suoi seguaci: «A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio» (Lc 8,9). Quindi un discepolo — ossia chi si metteva all’ascolto di Gesù in quanto Messia-Re — poteva capire veramente. Chi si rifiutava di accettarlo come Messia-Re, si produceva in lui un indurimento della mente e un ottenebramento della ragione. L’apostolo Paolo constatava riguardo al giudaismo del suo tempo che «un indurimento parziale s’è prodotto in Israele» (Rm 11,25), avendo esso rifiutato Gesù quale Messia, tanto da diventare allora nel complesso addirittura nemici dell’Evangelo (v. 28). In un’altra epistola l’apostolo affermava similmente sugli Israeliti del tempo di Mosè e del suo tempo: «Le loro menti furono rese ottuse; infatti, fino al dì d’oggi, quando fanno la lettura dell’antico patto, lo stesso velo rimane, senz’essere rimosso, perché è in Cristo ch’esso è abolito. Ma fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul cuore loro; quando però si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso» (2 Cor 3,14ss).

     ■ Paolo mise in guardia contro la «sapienza umana»: «L’uomo psichico [= che si basa sul suo raziocinio] non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere, perché le si giudicano spiritualmente [= mediante lo Spirito Santo]» (2 Cor 2,13s).

     ■ Gesù avvertì che le parabole sui «misteri del regno di Dio», il cui senso era chiaro per i suoi seguaci, servivano a non far capire a chi lo rifiutava quale Messia-Re, citando a senso un brano del profeta Isaia: «Agli altri però se ne parla in parabole, affinché vedendo non vedano, e udendo non intendano» (Lc 8,10). Al tempo di Isaia, per Dio la misura era piena, poiché pur avendo inviato questo e altri profeti, i Giudei praticavano tutto ciò che era contrario alla Parola di Dio e si credevano a posto solo perché erano religiosi che andavano nel tempio (cfr. Is 1,10-15). Dio mandò a purificare il suo popolo mediante un pesante giudizio per mano degli Assiri.

     ■ Perciò chi si indurisce nel suo cuore verso Dio, il Signore lo abbandona al suo indurimento; ma ciò significa un giudizio pesante e sicuro per chi si rifiuta testardamente di cercare Dio e di fare la sua volontà. Gesù non ebbe vita facile neppure con i propri discepoli. In una certa occasione leggiamo quanto segue: «Ed egli dava loro dei precetti dicendo: “Badate, guardatevi dal lievito dei Farisei e dal lievito d’Erode!”. Ed essi si dicevano gli uni agli altri: “È perché non abbiamo pane”. E Gesù, accortosene, disse loro: “Perché ragionate voi del non aver pane? Non riflettete e non capite voi ancora? Avete il cuore indurito? Avendo occhi non vedete? e avendo orecchie non udite? e non avete memoria alcuna?”» (Mc 8,15-18).

     ■ Non a caso, nella parabola in esame Gesù parlò dei cuori umani come terreni differenti. Il «seme» è lo stesso, ossia «la parola di Dio» (Lc 8,11), ma i terreni (i cuori umani e i loro atteggiamenti verso la Parola) sono dissimili. È chiaro che il Signore Gesù voleva che tutti fossero una «buona terra», ossia persone che, «dopo aver udita la Parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza» (v. 15). Non tutti però lo vogliono essere. Perciò Gesù diede ai suoi contemporanei (a tutti gli uomini) un tale pesante avvertimento.

 

 

3. PERCHÉ DIO NON SI MANIFESTA PALESEMENTE?

     ■ Se il Dio santo si manifestasse direttamente sulla terra, la dovrebbe distruggere per tutte le iniquità, perversioni e brutture che si compiono in essa, senza nessuno escluso. Quando Dio si manifestò direttamente in Israele, nessuno poté resistergli e gli iniqui fecero una cattiva fine. Tutte le teofanie o manifestazioni dirette di Dio sono descritte nella Bibbia come drammatiche.

     Per questo si pazienta e frena la sua giusta ira. In Cristo ha riconciliato il mondo con sé (Rm 5,11; 2 Cor 5,17-20) e ha dato a ognuno l’opportunità di cercarlo e trovarlo (At 17,27). Ha costituito Gesù Messia quale mediatore fra Dio e l’uomo (2 Tm 2,5) e ha mandato nel mondo lo Spirito Santo per convincere gli uomini (Gv 16,8ss).

     Quando però Dio verrà, sarà per giudicare il mondo e i suoi abitanti a causa dei loro peccati. L’apostolo Pietro rispose così a coloro che si lamentavano che Dio non si manifestasse: «I cieli d’adesso e la terra… sono custoditi, essendo riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi. […] Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano che faccia; ma egli è paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi. Ma il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse» (2 Pt 3,4.7.9ss).

     ■ Nella rivelazione di Gesù su Lazzaro e il ricco, quest’ultimo voleva che un morto, e in particolar modo Lazzaro, fosse mandato ai suoi fratelli sulla terra perché fossero avvertiti delle pene che lui stava patendo nell’Ades. Abramo gli disse con chiarezza: «Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli. […] Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse» (Lc 16,29ss).

     ■ Paolo affermò con realismo: «Ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò appieno, come anche sono stato appieno conosciuto» (1 Cor 13,12). Gli specchi d’allora erano dei pezzi di rame lucidati. Una cosa è vedere un’immagine, altra cosa è vedere la realtà. In modo spirituale i credenti possono anticipare un po’ della realtà futura: «E noi tutti contemplando a viso scoperto, come in uno specchio, la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di lui, di gloria in gloria, secondo che opera il Signore, che è Spirito» (2 Cor 3,18).

     ■ La visione di Dio ci sarà solo quando questo mondo sarà giudicato e Dio creerà «nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia» (2 Pt 3,13; Ap 21,1). Ma un giorno, nella nuova creazione, Dio metterà la sua «tenda» fra gli uomini: «Ecco l’abitazione di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio; e asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci saranno più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate» (Ap 21,3s). Fin lì camminiamo per fede (ossia avendo fiducia in Dio e nella sua parola) e non per visione (ossia perché vediamo; 2 Cor 5,7).

 

 

4. PERCHÉ TUTTI QUESTI MISTERI E NON CI MOSTRA IN MODO CHIARO E SEMPLICE COSA E COME È IL GIUSTO?

     ■ Dio ha mostrato in modo chiaro e semplice che cosa sia giusto. Lo ha fatto nella storia, lo ha fatto mandando il suo Figlio, lo ha fatto dandoci la sua Parola e mandando lo Spirito suo Santo per aprire la mente a chi cerca Dio secondo sincerità, serietà e verità. Nella parabola di Gesù, i «misteri del regno» rimangono solo per coloro che non sono una «buona terra» (ossia ricettivi verso il seme della Parola di Dio).

     ■ I «misteri» rimangono per coloro che, rifiutando la semplicità dell’Evangelo, cercano una propria sapienza umana, che è pazzia dinanzi a Dio. Paolo dovette dire ai Corinzi, che si erano lasciati abbindolare da falsi profeti: «Ma temo che come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti siano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purità rispetto a Cristo» (2 Cor 11,3). E già nella prima epistola faceva loro notare: «La parola della croce è pazzia per quelli che periscono; ma per noi che siamo sulla via della salvezza, è la potenza di Dio; poiché è scritto: “Io farò perire la sapienza dei savi, e annienterò l’intelligenza degli intelligenti”. Dov’è il savio? Dov’è lo scriba? Dov’è il disputatore di questo secolo? Dio non ha resa pazza la sapienza di questo mondo? Poiché, visto che nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio con la propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare i credenti mediante la pazzia della predicazione. Poiché i Giudei chiedono miracoli, e i Greci cercano sapienza; ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per i Gentili, pazzia; ma per quelli i quali son chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Cor 1,18-24).

     ■ Dio disse già a Israele, dopo averlo riscattato dall’Egitto, avergli dato il patto e la salvezza: «Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua progenie, amando l’Eterno, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui — poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni…» (Dt 30,19s). Questa offerta si trova in tutta la storia biblica (Dt 30,15s; Gr 21,8; Am 5,13s) e vale ancora oggi (Mt 7,13s). La sapienza poteva dire riguardo agli insegnamenti divini: «Il precetto è una lampada e l’insegnamento una luce, e le correzioni della disciplina sono la via della vita per guardarti da…» (Pr 6,23s). «Nel sentiero della giustizia sta la vita, e nella via ch’essa traccia non v’è morte» (Pr 12,28; cfr. 15,24).

     ■ Gesù avvertì e invitò: «Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi sono quelli che la trovano» (Mt 7,13s). «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6).

 

La parabola delle zizzanie (Mt 13)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Parabola_seminatore_S&A.htm

24-02-2007; Aggiornamento: 23-04-2010

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce