Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Antico Testamento

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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È MAI STATO STIPULATO UN NUOVO PATTO NELL’AT?

 

 di Nicola Martella

 

Vino nuovo in otri vecchi?

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Alcuni affermano che Dio avrebbe fatto stipulare il «nuovo patto» al tempo dell’AT. Vi è veramente traccia di ciò al tempo del vecchio patto? Il nuovo patto è una mera ratifica o aggiornamento dell’antico patto? Questo e altro sono ciò, che sostengono alcuni con singolari salti mortali teologici e senza la rete protettiva di un’esegesi contestuale.  

    Non intendo scrivere un trattato teologico, ma solo stimolare alla riflessione mediante le seguenti semplici osservazioni. Chi voglia approfondire i patti e specialmente il «nuovo patto» secondo la teologia dell’AT, veda gli articoli indicati alla fine; non intendo qui ripetere il loro contenuto.

 

 

2.  L’INTERO POPOLO: Un nuovo patto avrebbe richiesto la presenza dell’intero Israele, ossia della «casa di Giuda» e della «casa d’Israele» (Efraim, Giuseppe). Infatti, Dio disse: «Io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda» (Gr 31,31). Quando Dio pronunciò tali parole, Israele era stato deportato già da più di 100 anni dagli Assiri, e Giuda stava per essere deportato a Babilonia.

     Al ritorno degli esuli con Zerubabele ecco il numero dei presenti: «L’assemblea nel suo insieme contava 42.360 persone, senza contare i loro servi e le loro serve, che ammontavano a 7.337. Avevano anche 200 cantanti, maschi e femmine» (Esd 2,64s). Quindi, non erano neppure 50.000 persone. Esdra dovette riconoscere quanto segue in preghiera dinanzi all’Eterno: «Noi siamo oggi ridotti ad un residuo di scampati» (Esd 9,15). La stragrande maggioranza degli esuli rimase comoda nella diaspora, ossia nel territorio dell’antica Assiria, Babilonia e Persia. Inoltre il grosso dei rimpatriati erano i seguenti: «Allora i capi famiglia di Giuda e di Beniamino, i sacerdoti e i leviti, tutti quelli ai quali Dio aveva destato lo spirito, si levarono per andare a ricostruire la casa dell’Eterno, che è a Gerusalemme» (Esd 1,5). Ciò significa che la maggior parte dei reduci apparteneva all’antico regno di Giuda (che comprendeva anche Beniamino; in esso c’era anche Simeone, che si era disperso in Giuda; Gs 19,9), a cui si aggiungevano i leviti (non avevano territorio tribale) e un certo numero minimo di Israeliti delle altre tribù. Stipulare un «nuovo patto» con loro sarebbe stato solo una farsa e avrebbe rappresentato il fallimento degli intenti e delle promesse di Dio.

 

3.  L’OPERA INTERIORE: Inoltre tale patto sarebbe stato differente dal patto mosaico (Gr 31,32), perché prevedeva un’opera interiore tale, che tutti gli Israeliti avrebbero conosciuto l’Eterno (vv. 33s). Di tale azione interiore nel cuore degli Israeliti ci parlano specialmente Geremia ed Ezechiele anche con varie illustrazioni (Ez 11,19; 36,26).

     I libri di Esdra e Nehemia ci mostrano che nulla era successo nel cuore dei Giudei e delle altre tribù frammiste fra loro; presero solennemente impegni, che non riuscirono a mantenere. Il libro di Malachia ci mostra quant’era invece gretto e ingrato il cuore dei Giudei a quel tempo, che invece di ravvedersi dinanzi a Dio, proiettavano il loro malessere su Dio. Se questi erano i risultati del «nuovo patto», esso era un grande fallimento. Dio stesso aveva fallito, e lo Spirito rinnovatore, che Egli aveva promesso, non era stato incapace di trasformare veramente i cuori.

 

4.  L’UNITÀ NAZIONALE: Secondo la teologia dell’AT, il nuovo patto avrebbe richiesto l’unità politica della casa d’Israele e della casa di Giuda, quindi dell’intero popolo del patto, riunito nella sua terra di proprietà e con a capo «Davide» (Ez 37,21s.24). Dal ritorno dalla cattività in poi (6° sec. a.C.), la Giudea era solo una provincia di un impero straniero e così sarebbe rimasta con alterne vicende per secoli. Al tempo dei Maccabei ci fu un breve regno giudaico, ma non regnava un figlio di Davide, ma una casta levitica, contro tutti i principi della legge mosaica e delle proclamazioni profetiche. Alla nascita di Gesù, regnava un Idumeo (Erode) sotto tutela romana! Quando Gesù fu processato, dovette discolparsi dinanzi a un procuratore romano.

 

5.  SUGGESTIONE FILOSOFICA O ESEGESI?: Chi vuole proiettare il «nuovo patto» già nell’AT, tratta la storia e la teologia dell’AT e del NT come fossero una filosofia religiosa, che si può modellare come aggrada al proprio arbitrio. I fautori di tale tesi praticano eisegesi (proiezione dottrinaria), invece che esegesi contestuale (testo nel contesto letterario, culturale, religioso, storico, ecc.). Essi partono più dal loro desiderio delle cose che dalla realtà dei fatti. Questo è il risultato di quando si parte da un mirabile progetto filosofico, che volentieri si proietta nella Bibbia, e non dall’esegesi contestuale.

     Vorrei fare ora un excursus, che si applica a molti casi simili. Quando si viene affascinati da un’intuizione ideologica o da una lettura speculativa della Bibbia, qualunque essa sia, troviamo una costanza: questa persona presenta tale filosofia religiosa come una «novità» o come «l’autentica interpretazione» della Scrittura. In moltissimi casi del genere, è singolare che tale «lampara» ideologica attiri molti «pesci», che fin lì apparivano sopiti. Chiaramente non tutti coloro, che fanno scoperte mirabili, intendono essere un demagoga, che persegue un obiettivo di politica religiosa e manipola con abilità gli sprovveduti. Tuttavia, quando qualcuno presenta un’ideologia come verità assoluta, qualunque essa sia, saranno spesso i seguaci stessi a spingerlo nella veste di «maestro», per indurlo a fare «crociate» a favore di tale progetto e contro le altre posizioni. Poi, se costui non è accorto, ci saranno sempre persone astute, che vedono arrivata la loro occasione per emergere, che perciò lo tireranno da una certa parte ideologica e lo strumentalizzeranno per i propri scopi e le proprie mire. Infatti, da che mondo e mondo, ci saranno sempre ingenui «topolini» disposti a seguire un «pifferaio magico». L’unica cosa di buono, che creano tali «novità», è svegliare le coscienze sopite, portarle alla Scrittura e al confronto, spingerle a essere «bereani». Tuttavia, non sempre i risultati sono scontati.

 

6. ASPETTI CONCLUSIVI: Abbiamo visto che alcuni intendono mettere, per usare il linguaggio di Gesù, il vino nuovo in otri vecchi. Mi sono limitato a mostrare l’impossibilità storica, esegetica e teologica di una realizzazione del nuovo patto come ratifica o rinnovamento del vecchio patto all’interno della teologia dell’AT e dei fatti narrati dall’avvento di Zerubabele in poi. Il vino nuovo si mette in otri nuovi, come insegnò Gesù (Mt 9,17). Lascio questi aspetti neotestamentari del «nuovo patto», stipulato dall’Unto Gesù, ad altri scritti.

     Per gli approfondimenti rimando in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), ai seguenti articoli: ▪ I patti e gli altri approcci, pp. 31-53; Abramo (Patto con ~) [berît], pp. 76s; Adamo (Patto con ~) [berît], pp. 79s; ▪ Davide (Patto con ~) [berît], pp. 134s; ▪ Israele (Patto con ~) [berît], pp. 195ss; ▪ Noè (Patto con ~) [berît], pp. 238s; ▪ Nuovo patto con Israele [berît], pp. 241ss; ▪ Patti (La Bibbia come libro dei ~), p. 254; ▪ Patti di Dio [berît], pp. 254-260; ▪ Patti nell’antichità [berît], pp. 260s; ▪ Patti nell’AT in generale [berît], pp. 261ss; ▪ sui vari tipi di patti in breve vedere pure le pp. 263-266; ▪ Teologia del patto e l’AT, pp. 354ss.

 

Un nuovo patto stipulato nell’AT? 1: Mosè e i profeti {Fernando De Angelis - Nicola Martella}: si veda qui lo schema con tutti gli articoli del confronto.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Nov_patt_AT_MT_AT.htm

27-01-2016; Aggiornamento: 07-03-2016

 

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