Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

NT: Testo biblico

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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NATO D’ACQUA E LAVAGGIO DELL’ACQUA

Giovanni 3,5-6 ed Efesini 5,25-27

 

 di Nicola Martella

 

La questione del lettore

La risposta

 

L’acqua ha molti significati nella sacra Scrittura. A questo lettore interessa soprattutto il significato delle espressioni «nato d’acqua e di Spirito» (Gv 3,5) e «lavaggio dell’acqua mediante la Parola» (Ef 5,26).

    Prima di porre una domanda, il lettore si accerti che non ci sia già una risposta all'interno del sito «Fede controcorrente». È anche possibile che l'autore abbia già trattato l'argomento in uno di suoi libri; in tal caso verrà inviato al lettore il riferimento all'opera e alle pagine. In alcuni casi il gestore del sito si avvarrà dell'ausilio di un competente collaboratore perché venga data una risposta alla domanda del lettore.

 

 

La questione del lettore  

 

Gent.le Sig. Martella, potrebbe cortesemente chiarirmi il significato di Giovanni 3,5? e quello di Efesini 5,26? La ringrazio per la cortese attenzione {Domenico Vici; 16-10-2008}

 

 

La risposta ▲

 

1.  GIOVANNI 3,5: Bisogna sempre andare al contesto per capire il tenore di un verso. La domanda espressa nel soggetto della lettera era questo: «Che cosa rappresenta l’acqua in Giovanni 3,5?». Riguardo a questo brano bisogna fare attenzione al seguente parallelismo:

 

Giovanni 3,5

Giovanni 3,6

Se uno non è nato d’acqua

Quel che è nato dalla carne, è carne

E [se uno non è nato] di Spirito,

(non può entrare nel regno di Dio)

E quel che è nato dallo Spirito, è spirito

 

Gesù rispose alla domanda di Nicodemo che interpretò l’essere «nato di nuovo» (o dall’alto; v. 3) nel senso di una reincarnazione (per lui improbabile): «Come può un uomo nascere quand’è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?» (v. 4). Gesù controbatté affermando che a una nascita materiale si deve aggiungere non una reincarnazione, ma una «nascita dall’alto», ossia mediante lo Spirito di Dio (cfr. Gv 1,12s).

     «Nascere d’acqua» non intendeva — come falsamente alcuni affermano — una nascita (?) battesimale e quindi sacramentale; non era questo il tema che Gesù discuteva con Nicodemo. Si trattava invece di un eufemismo — al pari di quello che noi usiamo nell’espressione «fare acqua» per urinare — in cui «acqua» sta qui per «seme maschile» che ha apparenza di un liquido.

     Infatti, nascere da qualcuno era paragonato, eufemisticamente parlando, al fuoriuscire da una sorgente: «Ascoltate questo, o casa di Giacobbe, voi che siete chiamati del nome d’Israele, e che siete usciti dalla sorgente di Giuda» (Is 48,1). Per questo complesso di idee si veda anche Dt 33,28: «La sorgente di Giacobbe sgorgherà solitaria in un paese di frumento e di mosto, e dove il cielo stilla la rugiada…»; anche Dio fu paragonato alla «sorgente delle acque vive» (ossia correnti; Gr 17,13; 2,13), ma qui l’immagine era quella dell’acqua corrente quale fonte di vita, di sostegno e di ristoro. Per completezza ed esempio, un’altra immagine è quella del masso (Abramo) e della cava (Sara), da cui Israele fu rispettivamente tagliato e cavato (Is 51,1).

     Si veda anche l’uso nei Proverbi in cui un padre, dopo aver messo in guardia suo figlio dalla fornicazione e dall’adulterio, gli raccomandò: «Bevi l’acqua della tua cisterna, l’acqua viva del tuo pozzo… Sia benedetta la tua fonte, e vivi lieto con la sposa della tua gioventù. Cerva d’amore…» (Pr 5,15.18s); ossia gli ingiunse di godere degli affetti ristoratori matrimoniali soltanto (cfr. Cc 4,15). Poi aggiunse: «Le tue fonti debbono esse spargersi al di fuori? e i tuoi rivi debbono essi scorrere per le strade? Siano per te solo, e non per degli stranieri con te… E perché, figlio mio, t’invaghiresti d’una estranea, e abbracceresti il seno della donna altrui?» (vv. 16s.20s).

 

 

2.  EFESINI 5,26: Qui il complesso d’idee è completamente diverso da quello precedente; se in Gv 3,5s si parlava della nascita, qui l’immagine è quella del lavaggio.

     Chi o cosa era profano (ossia ordinario) o impuro ritualmente parlando, doveva essere dapprima purificato per poi essere eventualmente santificato, ossia preso per un servizio speciale ed esclusivo (Lv 16,19; Ne 13,22). Solo chi si è santificato può purificare qualcosa (2 Cr 29,15 i sacerdoti). Questo complesso di idee venne applicato in senso morale; Paolo dopo aver mostrato l’incompatibilità fra le cose del mondo e le cose di Dio e dopo aver richiesta una chiara scelta di campo (2 Cor 6,14-18), aggiunse: «Poiché dunque abbiamo queste promesse, diletti, purifichiamoci d’ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio» (7,1).

     È scritto: «Chiunque avrà toccato un morto, il corpo d’una persona umana che sia morta e non si sarà purificato, avrà contaminato la dimora dell’Eterno; e quel tale sarà sterminato di mezzo a Israele. Siccome l’acqua di purificazione non è stata spruzzata su lui, egli è impuro; ha ancora addosso la sua impurità… L’uomo puro spruzzerà l’impuro il terzo giorno e il settimo giorno, e lo purificherà il settimo giorno; poi colui ch’è stato immondo si laverà le vesti, laverà sé stesso nell’acqua, e sarà puro la sera. Ma colui che divenuto impuro non si purificherà, sarà sterminato di mezzo alla radunanza, perché ha contaminato il santuario dell’Eterno; l’acqua della purificazione non è stata spruzzata su lui; è impuro. Sarà per loro una legge perpetua: Colui che avrà spruzzato l’acqua di purificazione si laverà le vesti; e chi avrà toccato l’acqua di purificazione sarà impuro fino alla sera » (Nu 19,13.19-21).

     In Efesini 5,25ss Paolo riprese questo complesso di idee e lo applicò all’opera di Cristo verso l’Assemblea del nuovo patto: «Cristo ha amato la l’Assemblea e ha dato se stesso per lei, alfine di santificarla, dopo averla purificata col lavaggio dell’acqua mediante la Parola, alfine di far egli stesso comparire dinanzi a sé questa Assemblea, gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa e irreprensibile». Mentre nell’AT l’acqua aveva tale funzione di purificazione, nel NT essa è attribuita alla Parola di Dio.

     ■ Già nell’AT ci fu un’applicazione morale dei lavaggi rituali (Sal 73,13). L’adultero Davide pregava: «Purificami con l’issopo, e sarò netto; lavami, e sarò più bianco che neve… O Dio, creami un cuore puro e rinnova nelle mie interiora uno spirito fermo» (Sal 51,7.10; cfr. vv. 16s). Dio stesso ne fece richiesta a Israele: «Lavatevi, purificatevi, togliete d’innanzi agli occhi miei la malvagità delle vostre azioni; cessate del fare il male…» (Is 1,16; cfr. vv. 18.25).

     ■ Nel NT tale applicazione viene proseguita, ad esempio: «Avendo noi un gran Sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci di vero cuore, con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica dalla mala coscienza, e il corpo lavato d’acqua pura» (Eb 10,21s).

     ■ La Parola viene paragonata all’acqua e la purificazione fisica diviene metafora di quella spirituale. Alla Parola e alla verità furono attribuite virtù di purificazione: «Avendo purificate le anime vostre coll’ubbidienza alla verità [per arrivare] a un amor fraterno non finto, amatevi l’un l’altro intensamente, di cuore, poiché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, mediante la vivente e permanente parola di Dio» (1 Pt 1,22s; v. 24 «E questa è la Parola della Buona Novella che vi è stata annunziata»).

     Paolo affermò che la salvezza per grazia avviene «mediante il lavaggio della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo» (Tt 3,5). Tale funzione viene accordata anche al sangue di Gesù. Riguardo ai martiri di tutta la storia, che Giovanni vide in vesti bianche, fu detto che «hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello» (Ap 7,14; cfr. 22,14).

 

 

3.  CONCLUSIONI: Al lettore interessava il valore dell’acqua. Abbiamo visto che in Giovanni 3,5s «l’acqua» è un eufemismo, già presente nell’AT, per il seme umano, per la carne che genera carne, ossia vita materiale. Qui il contrasto, posto da Gesù, era con lo Spirito che genera spirito, ossia vita spirituale.

     In Efesini 5,25ss si fa riferimento ai lavaggi rituali prescritti in caso d’impurità e al lavaggio usuale del corpo e delle vesti (Es 19,10.14), per esprimere un lavaggio più profondo che purifica il cuore o lo spirito dalla contaminazione spirituale. Tale «lavaggio dell’acqua mediante la Parola» o espressione simile intende, da una parte, la rigenerazione (Tt 3,5), intesa come purificazione, e, dall’altra, la santificazione: «E tali [empi] eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito del Dio nostro» (1 Cor 6,9ss; cfr. 2 Cor 7,1).

     Un possibile punto di contatto fra questi due versi così differenti è dato da 1 Pt 1,22ss, dove la «vivente e permanente parola di Dio», ossia la «Buona Novella» che rigenera, è vista come un «seme incorruttibile» in contrasto col «seme corruttibile» umano (cfr. 1 Gv 3,9 seme; 1 Gv 5,1 Colui che ha generato; 5,18 generato da Dio).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Nato_acqua_lavaggio_MT_AT.htm

17-10-2008; Aggiornamento: 13-11-2008

 

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